Dalle News: Intervista a Piara Powar, Direttore Esecutivo di FARE Network

[franz_kappa]

Totale assenza di manifestazioni razziste?
Ti ricordo che durante la stagione scorsa la Lazio é stata costretta a giocare a porte chiuse ben due partite di Europa League e si appresta a giocare nello stadio vuoto anche la prossima.

Hai letto cosa ho scritto, Whistle?
Temo di no, se ben comprendo la tua stupita domanda.

Secondo me nessuna iniziativa sarà mai efficace, per debellare l'associazione Lazio=razzismo, della cessazione di manifestazioni razziste. Tragicamente banale.

Grazie dal ca..., replicherai. Mica tanto: visto che non sono scemo e non amo perdere il mio tempo a scrivere ovvietà sui forum, le mia affermazioni sono finalizzate a trasmettere la mia radicata e irriducibile convinzione che NESSUNA iniziativa che non si accompagni alla TOTALE cessazione di manifestazioni razziste da parte dello stadio della Lazio (tutti i settori coinvolti, dunque) produrrà mai effetti duraturi.

Ergo magliette con la scritta "No Racism", pubbliche dissociazioni da parte della Società Lazio, interviste ai dirigenti di indipendenti associazioni antirazziste, partecipazioni a mondiali antirazzisti e iscrizioni al FARE Network (visto che par condicio? Così non faccio preferenze tra Lazionet e Biancocelesti...) sono senza dubbio lodevoli, meritevoli di massimo rispetto, supporto e attenzione.
Ma destinate a evaporare, letteralmente, alla prima rinnovata manifestazione razzista (che si verificherà puntualmente, mi pare ovvio.) della nostra tifoseria.

E mica perché lo dico io, mi pare chiaro: direi che tutti possiamo convenire sul fatto che le persone - e dunque l'opinione pubblica - non amano quelli che alle parole (le enunciazioni di convinta adesione ai valori dell'antirazzismo) non fanno seguire i fatti (la cessazione di cori antisemiti, l'esposizione di striscioni razzisti o violenti, l'intonazione di determinati cori accompagnati dal saluto romano, etc...).

Cosa evidentemente impossibile con l'attuale tifoseria della Lazio.

[baol]

Quanto emerge da questa intervista, appena letta, mi atterrisce. Letteralmente.
...

Per essere un'organizzazione focused on antidiscrimination, a leggere i pregiudizi e le grossolane banalizzazioni contenute in questa intervista non c'è male davvero...
Sempre di più: tutta la mia solidarietà ai discriminati del mondo. Dovranno difendersi anche dai loro difensori...

[CP 4.0]

.

No no fermo, non farmi pentire di aver fatto questo parallelo.
In ambito calcistico ciò che si dice di combattere è il razzismo, non la Lazio.
Restando nella metafora la Lazio, intesa come "il calcio" equivale all'Italia.
L'antiberlusconismo di maniera era solo l'esempio più eclatante, comprensibile a tutti, per spiegare un certo tipo di dinamica "doppia".
Ma parliamo della dinamica, altrimenti il topic muore.

ma infatti parlavo della dinamica.

mai pensato che tutto sto tran tran e' per punire la Lazio in quanto Lazio, ma sempre detto che e’ punita perche’ facilmente spendibile nel mostrare il pugno di ferro da parte delle istituzioni e di chi ne e’ capo.

ecco perche' Powar pone la percezione al centro del discorso, perche' e' la percezione che conta maggiormente.

Quello che dice sul blitz a Campo de Fiori e’ esemplare.

I titoli hanno incrementato la percezione, ma la colpa non e’ di chi ha pubblicato delle accuse rivelatisi poi false e di chi gli e' andato appresso, e mi pare chiaro che lui sia tra questi. La colpa e’ solo della Lazio che comunque giustifica le condanne, e persevera in un paese dove si sarebbe finanche troppo repressivi (pero’ non si fermano le partite).

Ergo, a Powar di come siano andati veramente i fatti, o di come vanno, interessa poco, quello che conta e’ che lui possa apparire agli occhi dell’opinione pubblica come quello che combatte il razzismo.

il mio paragone con il Berluska era sulla base che MrB in quella situazione di dolenza era comunque un ‘potere forte’ in lotta alla pari e non aveva nessuno con un agenda nell’ombra, mentre la Lazio e’ un semplice ‘capro espiatorio’ spendibile ed a diversi, soprattutto quelli che creano la percezione anche con i titoli sui blitz di Campo de Fiori, fa comodo.

[Whistle]

Hai letto cosa ho scritto, Whistle?
Temo di no, se ben comprendo la tua stupita domanda.

Secondo me nessuna iniziativa sarà mai efficace, per debellare l'associazione Lazio=razzismo, della cessazione di manifestazioni razziste. Tragicamente banale.

Grazie dal ca..., replicherai. Mica tanto: visto che non sono scemo e non amo perdere il mio tempo a scrivere ovvietà sui forum, le mia affermazioni sono finalizzate a trasmettere la mia radicata e irriducibile convinzione che NESSUNA iniziativa che non si accompagni alla TOTALE cessazione di manifestazioni razziste da parte dello stadio della Lazio (tutti i settori coinvolti, dunque) produrrà mai effetti duraturi.

Ergo magliette con la scritta "No Racism", pubbliche dissociazioni da parte della Società Lazio, interviste ai dirigenti di indipendenti associazioni antirazziste, partecipazioni a mondiali antirazzisti e iscrizioni al FARE Network (visto che par condicio? Così non faccio preferenze tra Lazionet e Biancocelesti...) sono senza dubbio lodevoli, meritevoli di massimo rispetto, supporto e attenzione.
Ma destinate a evaporare, letteralmente, alla prima rinnovata manifestazione razzista (che si verificherà puntualmente, mi pare ovvio.) della nostra tifoseria.

E mica perché lo dico io, mi pare chiaro: direi che tutti possiamo convenire sul fatto che le persone - e dunque l'opinione pubblica - non amano quelli che alle parole (le enunciazioni di convinta adesione ai valori dell'antirazzismo) non fanno seguire i fatti (la cessazione di cori antisemiti, l'esposizione di striscioni razzisti o violenti, l'intonazione di determinati cori accompagnati dal saluto romano, etc...).

Cosa evidentemente impossibile con l'attuale tifoseria della Lazio.

Ammazza, mi hai risposto subito.
Scusami... avevo interpretato male, infatti ho rimosso quasi immediatamente il mio post...

[CP 4.0]

Per essere un'organizzazione focused on antidiscrimination, a leggere i pregiudizi e le grossolane banalizzazioni contenute in questa intervista non c'è male davvero...
Sempre di più: tutta la mia solidarietà ai discriminati del mondo. Dovranno difendersi anche dai loro difensori...

esatto, ulteriore motivo di 'pesare' bene l'importanza data alla percezione da parte di Powar.

[disabitato]

beh il rappresentante del FARE non mi è sembrato molto sul pezzo...

[BobLovati]

Per essere un'organizzazione focused on antidiscrimination, a leggere i pregiudizi e le grossolane banalizzazioni contenute in questa intervista non c'è male davvero...
Sempre di più: tutta la mia solidarietà ai discriminati del mondo. Dovranno difendersi anche dai loro difensori...

100%

rimango sgomento del pressappochismo, faciloneria e, soprattutto, dal "sentitodirismo " da parte di chi presiede un´organizzazione di volontari cui l´uefa ha parzialmente demandato un compito così difficile e delicato da portare avanti.
Quando leggo che uno dei motivi che sembrano per lui importanti sia quello del "palettatore", accaduto nel 2005, ho paura dei danni che lui ed il suo gruppo di volontari possa fare in futuro.

Quando poi ci dice che, addirittura, gli osservatori dell´uefa sono anziani e menefreghisti, mi chiedo come facciano a lavorare insieme a loro; anche se, visto quello che ne pensa, sembra vogliano porsi come " quelli che aggiusteranno le malefatte altrui (leggi:uefa) ". Un po´alla "grillo way of life" 

Ringrazio chemist per averci dato la possibilità di sapere in quali mani siamo caduti; per la serie " se stava mejo quanno se stava peggio (cit) ".
     

[Baruch]

Chemist, complimenti per l'iniziativa. Fosse stata meno "laziocentrica" si poteva girare alle agenzie di stampa, ma credo sia stato giusto puntarla sulla forma del colloquio e dell'esposizione del punto di vista. C'è una cosa, meno importante, che mi chiedo, e ti chiedo nel caso in cui tu conosca la risposta: come si finanzia l'associazione? Cioè, chi paga i loro corsi di formazione, i loro 50 collaboratori inviati sui campi, le loro convention? Fanno tutto con fondi europei e premi ricevuti?

Ti segnalo che hanno appena twittato il link alla pagina sul loro profilo twitter

[chemist]

Chemist, complimenti per l'iniziativa. Fosse stata meno "laziocentrica" si poteva girare alle agenzie di stampa, ma credo sia stato giusto puntarla sulla forma del colloquio e dell'esposizione del punto di vista. C'è una cosa, meno importante, che mi chiedo, e ti chiedo nel caso in cui tu conosca la risposta: come si finanzia l'associazione? Cioè, chi paga i loro corsi di formazione, i loro 50 collaboratori inviati sui campi, le loro convention? Fanno tutto con fondi europei e premi ricevuti?

Ti segnalo che hanno appena twittato il link alla pagina sul loro profilo twitter

Grazie della segnalazione Baruch. Credo, ma non ne sono certo, che si finanzino solo con fondi europei e UEFA.

[Whistle]

Da qui si evince che ricevono fondi dall'UEFA (e credo anche dalla Commissione Europea):

http://www.uefa.org/socialresponsibility/antiracism/news/newsid=288632.html

[esculapio]

risposte che non mi sono piaciute per nulla. Io penso che chi occupa una posizione comunque di rilievo in qualsiasi ambito non possa e non debba generalizzare come ha fatto lui ne limitarsi ai sentito dire (assurda la storia dell'agguato a campo de fiori).

[NoSurrender]

Grazie, chemist.
Ottima iniziativa e ottimo anche che l'intervista sia su Twitter.

[Zapruder]

Un sentito grazie a chemist, che affronta le questioni da dentro.

[franz_kappa]

E' come dire che l'unico modo di interrompere l'associazione Scampia=camorra sarebbe interrompere, da parte degli abitanti e senza eccezioni di sorta, ogni tipo di condotta malavitosa... Suvvia, piantiamola di credere alle favole.

Avevo indirettamente risposto alla tua obiezione nella replica a Whistle ma ne approfitto per un supplemento.
Il problema del razzismo nel calcio impone concretezza, altro che favole. Il tema si può approcciare da due punti di vista:
- efficacia delle azioni di contrasto
- margini di manovra dei club

Io mi ero concentrato sulle azioni di contrasto, esponendo la mia visione: nessuna iniziativa (inclusa la lodevole azione di biancocelesti, che ha aperto un diretto canale di comunicazione con FARE Network e ci ha offerto un'utile rappresentazione della visione del mondo e del modo di ragionare dei suoi dirigenti) potrà mai modificare stabilmente la percezione che l'opinione pubblica ha della Lazio se continueranno ciclicamente a verificarsi manifestazioni razziste all'Olimpico.

Quanto ai margini di manovra, che è argomento più direttamente oggetto del tuo intervento, non posso che convenire con te sulla inderogabile necessità di un diretto e convinto coinvolgimento delle Istituzioni (calcistiche e non) indirizzato a contrastare e, tendenzialmente, a debellare il fenomeno.
Gli strumenti di contrasto ci sono - anche se non sono affatto convinto che basterebbero pochi mesi, come invece sostiene, dal suo legittimo punto di vista, Zapruder - e andrebbero solo adoperati.
In ciò la Lazio, intesa tanto come Società che come ambiente (= tifoseria) potrebbe svolgere un'azione attiva e non passiva, certo. Ma sempre di azione ancillare, ovvero di supporto, si tratterebbe.

Il problema del razzismo della Curva non lo potrà mai risolvere la tifoseria della Lazio, ovviamente. Tifoseria che, comprensibilmente, le sta tentando tutte per evitare alla Lazio nuovi guai. Sino a impegnarsi direttamente, attraverso una piccola comunità che rappresenta un ampio strato di tifoseria 'civile' o perlomeno non autolesionista quale è biancocelesti.org, nell'aprire un canale di comunicazione con chi come FARE influenza le decisioni dell'Uefa attraverso le sue segnalazioni.

Ma in assenza di più dirette e fattive azioni da parte delle Istituzioni, calcistiche e non, per contrastare il razzismo negli stadi credo, come già scritto giorni addietro, che alla Società non resti che chiudere la Curva Nord in campionato, rimborsando gli abbonati, e rendere quel settore accessibile, nelle partite di Europa League, solo a donne e under 14.

Ogni altra strategia, in assenza di modifiche del contesto esterno, lascerebbe la Lazio alla mercé di chi è in condizione di ricattarla all'infinito ed esporrebbe il Club alla concreta possibilità di accusare ennesimi danni patrimoniali e reputazionali per effetto di rinnovate manifestazioni di razzismo da parte di una porzione della nostra tifoseria.

[pariolo 10]

Complimenti all'autore dell'intervista; quanto al contenuto forse è meglio sorvolare.

[ML]

...

Tutto giusto, ci mancherebbe.
Così come è giusto portare le nostre istanze direttamente a chi gestisce la questione, anziché cantarcela e suonarcela da soli.
Il problema è che dopo due decenni di dibattiti non ne posso più delle parole, mi piacerebbe vedere qualche fatto.
E invece la Uefa mi chiude lo stadio derubandomi dell'abbonamento già pagato.
Il FARE mi parla di sospendere le partite e cercare di far sì che i tifosi si autocontrollino. Ah, ah, ah.
Lo stato italiano mi obbliga a fornire le mie generalità e ad essere inquadrato ogni volta che metto piede in uno stadio, e però si guarda bene dall'utilizzare questi strumenti per identificare i razzisti.
Paghiamo sempre io (inteso come tifoso sano), il calcio e la Lazio, mai i veri responsabili.
Passano gli anni e nessuno, in Italia o in Europa, in sede di giustizia sportiva oppure ordinaria, muove un dito contro i veri responsabili. Sembra davvero che non sia una priorità. Sembra quasi che il vero obiettivo sia tenere in vita il problema per far campare gli editorialisti sdegnati, gli osservatori progressisti, i politicanti del pallone e non del pallone.
Io l'altro giorno a Lazio Style Radio ho detto che ero orgoglioso di scrivere su un forum affiliato alla rete FARE. Beh, dopo aver letto quest'intervista al direttore esecutivo dico che chemist ha fatto benissimo ad affiliarsi e fa benissimo a combattere la sua (la nostra) battaglia nel cuore delle istituzioni, e però - dal mio punto di vista - il bollino di approvazione da parte di questi signori è ormai insignificante. Credo di essere più sinceramente antirazzista io di loro.

[CP 4.0]

Volevo ringraziare anch'io Chemist, cosciente di essere in colpevole ritardo.

[Giglic]

Un sentito grazie a chemist, che affronta le questioni da dentro.

100%.

Questo non è un "rappresentante" del FARE, questo è il DIRETTORE ESECUTIVO. Pretendere che lui sia dentro le questioni più "tecniche" dell'operato del FARE è come chiedere a Marchionne perché la cinghia della tua Panda necessita di essere cambiata dopo solo 50.000 Km.

Mr. Powar ha risposto con ciò che sapeva della Lazio (e la percezione - che ricordiamolo è realtà - è preoccupante), e ha risposto invece bene su quello che il FARE fa.
La considerazione è: questo è un granellino fatto da un bellissimo ma piccolo posto dove si parla di Lazio per scardinare un pregiudizio (e bravissimo chemist, facessero altri il 10% di quello che fai, la situazione sarebbe parecchio diversa, per la Lazio). La curva e la società (che secondo me potrebbero fare tanto) cosa stanno facendo?
La prima lo sappiamo, la seconda si "stupisce" della attività del FARE.

Mah!

[Fabio70rm]

Inviterei a far leggere a De Martino questa intervista, per far prendere a sua volta contatto e stabilire un piano d'azione comune per limare questa percezione distorta.

[baol]

... è come chiedere a Marchionne perché la cinghia della tua Panda necessita di essere cambiata dopo solo 50.000 Km.
...

beh, pensa se marchionne avesse risposto: "non senti cosa dicono in giro sull'affidabilità delle fiat?"