Un grande laziale senza se e senza ma

[LaLazioMia]

A me piacerebbe che sia i tifosi Vip, i tifosi  noti pubblicamente, i tifosi non noti, le aradio ed i giornalai Laziali insomma tutti quelli che dichiarano la loro appartenenza al popolo laziale prendessero ad esempio Panella.
Ciò vuol dire sostenere la squadra, la società e la propria appartenenza senza attendere al varco una sconfitta o un inciampo per dare giù alla dirigenza senza pietà e senza costruire solo perchè offuscati da preconcetti e antipatie immotivate a tal punto da essere smentit dai fatti e dalla storia. Basterebbe essere onesti e a conoscenza di ciò che accade ed è accaduto.

Un fulgido esempio è il contrasto a Tare che di gran lunga ha accumulato meriti rispetto ai pochi demeriti e agli inevitabili errori commessi(solo chi non fa non sbaglia mai).

[MagoMerlino]

Un fulgido esempio è il contrasto a Tare che di gran lunga ha accumulato meriti rispetto ai pochi demeriti e agli inevitabili errori commessi(solo chi non fa non sbaglia mai).

A prescindere che non sono d'accordo sull'assunto del topic, ma ognuno ha le proprie opinioni, che dovrebbero essere rispettose anche delle opinioni altrui e soprattutto quando si giudicano altri tifosi bisognerebbe dimostrare di possedere i titoli per poterlo fare e risultare credibili.
Su quanto riportato sopra, proprio dalle aradio che tanto disprezzi, anzi dalla aradio incontroolimpya, pochi giorni fa si sono sperticati in una difesa d'ufficio del DS, che aveva tra i propri presupposti proprio che chi lavora può sbagliare, oltre al fatto che erano state messe in circolazione notizie lesive della sua reputazione e amenità varie, fino a riconoscergli i meriti per la vittoria 3 coppa Italia e 3 Supercoppe Italiane e già quest'ultima cosa di per se meriterebbe l'immediato ritiro della licenza di giornalista e pure della patente, su questa perla ho preteso spegnessero prima di ascoltare che pure lo scudetto del 2000 fosse in qualche maniera merito di Tare.
Ma tornando a quanto citato sopra, certo, chi lavora può sbagliare, una volta, due, no 5, 6, 10, 20.
Se sei pagato per lavorare non è che ti puoi permettere di sbagliare, tanto sbaglia chi lavora, maddechè? se ti pago e sbagli, una volta posso comprendere, giustificare, due già molto meno, tre ti caccio, senza se e senza ma.

[Frusta]

A me basterebbe che non ci rompessero i coglioni.

[Arch]

No, robylele, credo di aver compreso bene il messaggio di LLM. Premetto che questa discussione mi sembra stia divenendo leggermente surreale e che soprattutto rispetto la tua visione sull'argomento, ritengo che il fatto che Panella, in un panorama di opportunisti e vili, mostri pubblicamente il suo essere laziale, non gli dia il titolo di grande laziale senza se e senza ma. E' soltanto un laziale come ce ne sono tanti e che dignitosamente si mostra per quello che è. In un ambiente di lavoro in cui, ad esempio, 9 persone si fanno gli affari loro e non si impegnano non è che l'unico che fa il suo dovere sia "un grande lavoratore senza se e senza ma". E' soltanto uno che, essendo pagato per farlo, ha l'onestà di lavorare. Perché schiacciare tutto verso il basso e non verso l'alto? Voi siete giovani e non avete conosciuto Mario Riva, il presentatore del Musichiere alla fine degli anni '50. Ogni sabato sera urlava in TV il suo "Forza Lazio" e manifestava in ogni occasione la sua fede calcistica in un ambiente ostile. Eppure nessuno lo ha fatto assurgere al livello di grande laziale. Era un laziale. Né grande, né piccolo.

[LaLazioMia]

 E' soltanto un laziale come ce ne sono tanti e che dignitosamente si mostra per quello che è. In un ambiente di lavoro in cui, ad esempio, 9 persone si fanno gli affari loro e non si impegnano non è che l'unico che fa il suo dovere sia "un grande lavoratore senza se e senza ma". E' soltanto uno che, essendo pagato per farlo, ha l'onestà di lavorare. Perché schiacciare tutto verso il basso e non verso l'alto? Voi siete giovani e non avete conosciuto Mario Riva, il presentatore del Musichiere alla fine degli anni '50. Ogni sabato sera urlava in TV il suo "Forza Lazio" e manifestava in ogni occasione la sua fede calcistica in un ambiente ostile. Eppure nessuno lo ha fatto assurgere al livello di grande laziale. Era un laziale. Né grande, né piccolo.

L' esempio dell unico lavoratore su dieci mi sembra leggermente surreale per non far assurgere Panella ad un grande laziale.
Proprio perche'non sono giovane e ricordo gli anni 50 di Mario Riva, vedo in Panella una mosca bianca.

[Arch]

D'accordo. È giusto che ognuno la veda a modo suo. 

[Jim Bowie]

Dove la norma diventa l'eccezione, e' giusto che Brunetta sia ministro!

[ThomasDoll]

Ho visto un Premio Strega che scrive prefazioni su libri di laziali e fa digressioni sulla sua lazialità nei libri che scrive derubricato da una lista di tifosi vip perché gli scrittori non li conosce nessuno. Le liste di vip contengono vip che sono tali agli occhi di chi compila le liste.  Queste cose (ha anche ragione Arch) lasciano il tempo che trovano.

[Breizh]

Ho visto un Premio Strega che scrive prefazioni su libri di laziali e fa digressioni sulla sua lazialità nei libri che scrive derubricato da una lista di tifosi vip perché gli scrittori non li conosce nessuno. Le liste di vip contengono vip che sono tali agli occhi di chi compila le liste.  Queste cose (ha anche ragione Arch) lasciano il tempo che trovano.

Piperno? Albinati? Piuttosto il primo...

[ThomasDoll]

Albinati. Se leggi la prefazione al libro di Governi su Giordano capisci il tipo.
Dice che non è vippe, non lui, non Giagni, non Pomella, non Carlo D'Amicis
i laziali sò tutti scrittori e gli scrittori non li conosce nessuno

[leomeddix]

ritengo che il fatto che Panella, in un panorama di opportunisti e vili, mostri pubblicamente il suo essere laziale, non gli dia il titolo di grande laziale senza se e senza ma. E' soltanto un laziale come ce ne sono tanti e che dignitosamente si mostra per quello che è. In un ambiente di lavoro in cui, ad esempio, 9 persone si fanno gli affari loro e non si impegnano non è che l'unico che fa il suo dovere sia "un grande lavoratore senza se e senza ma". E' soltanto uno che, essendo pagato per farlo, ha l'onestà di lavorare. Perché schiacciare tutto verso il basso e non verso l'alto? Voi siete giovani e non avete conosciuto Mario Riva, il presentatore del Musichiere alla fine degli anni '50. Ogni sabato sera urlava in TV il suo "Forza Lazio" e manifestava in ogni occasione la sua fede calcistica in un ambiente ostile. Eppure nessuno lo ha fatto assurgere al livello di grande laziale. Era un laziale. Né grande, né piccolo.

Caro Fabio, credo che ‘l’avvilupparsi’ di questa discussione nasca da un fraintendimento, perché il contesto ‘pubblico’ ha dinamiche un tantino differenti da quello ‘privato’. Sappiamo tutti che oggi, soprattutto nel mondo dello spettacolo, il dichiararsi romanisti è un modo per accreditarsi come personaggio ‘simpatico’, ‘popolare’, e quindi un mezzo per agevolare la propria carriera (all’interno di un clima ‘culturale’ molto peggiore rispetto ai tempi di Mario Riva).
Ben diversa è la situazione di tanti ‘personaggi pubblici’ laziali, che proprio per non essere penalizzati nella loro attività annacquano la propria fede calcistica o addirittura cambiano casacca (Ferilli docet). Per questo motivo io considero ‘grandi’ laziali coloro che nel mondo dello spettacolo rivendicano con orgoglio la loro lazialità, senza per questo pensare che abbiano più ‘fede’ di tanti tifosi anonimi. Semplicemente, dimostrano dignità in un mondo dove prevalgono opportunismo e conformismo ‘romanista’. Atteggiamento, questo, che non è comodo né scontato.
(Volendo fare un paragone un po’ blasfemo, questa discussione mi ricorda la battaglia culturale all’interno del Pci togliattiano. Togliatti sapeva benissimo che il militante medio era più ‘comunista’ di Guttuso, Visconti, Vittorini ecc., eppure -al contrario di molti dirigenti 'duri' e stalinisti- considerava questi artisti come un bene prezioso per il partito, perché capaci di allargare le simpatie del PCI verso settori sociali fino ad allora distanti, o addirittura ostili. Fosse per me, allora, riaprirei subito la scuola delle Frattocchie per i quadri militanti laziali  ).

[geddy]

La nuova trasmissione di Panella non mi piace.

[LaLazioMia]

Caro Fabio, credo che ‘l’avvilupparsi’ di questa discussione nasca da un fraintendimento, perché il contesto ‘pubblico’ ha dinamiche un tantino differenti da quello ‘privato’. Sappiamo tutti che oggi, soprattutto nel mondo dello spettacolo, il dichiararsi romanisti è un modo per accreditarsi come personaggio ‘simpatico’, ‘popolare’, e quindi un mezzo per agevolare la propria carriera (all’interno di un clima ‘culturale’ molto peggiore rispetto ai tempi di Mario Riva).
Ben diversa è la situazione di tanti ‘personaggi pubblici’ laziali, che proprio per non essere penalizzati nella loro attività annacquano la propria fede calcistica o addirittura cambiano casacca (Ferilli docet). Per questo motivo io considero ‘grandi’ laziali coloro che nel mondo dello spettacolo rivendicano con orgoglio la loro lazialità, senza per questo pensare che abbiano più ‘fede’ di tanti tifosi anonimi. Semplicemente, dimostrano dignità in un mondo dove prevalgono opportunismo e conformismo ‘romanista’. Atteggiamento, questo, che non è comodo né scontato.
(Volendo fare un paragone un po’ blasfemo, questa discussione mi ricorda la battaglia culturale all’interno del Pci togliattiano. Togliatti sapeva benissimo che il militante medio era più ‘comunista’ di Guttuso, Visconti, Vittorini ecc., eppure -al contrario di molti dirigenti 'duri' e stalinisti- considerava questi artisti come un bene prezioso per il partito, perché capaci di allargare le simpatie del PCI verso settori sociali fino ad allora distanti, o addirittura ostili. Fosse per me, allora, riaprirei subito la scuola delle Frattocchie per i quadri militanti laziali  ).

E' esattamente perche' ho definito Francesco Panella un grande laziale senza se e senza ma. Idem lo scrittore Giango.( anche se lui qualche se e qualche ma in passato lo ha messo).

[Orazio Scala]

LLM ha semplicemente illustrato la differenza tra laziali sinceri e appassionati e i baccaglioni spesso spinti da interessi economici che vanno per la maggiore.

[MagoMerlino]

LLM ha semplicemente illustrato la differenza tra laziali sinceri e appassionati e i baccaglioni spesso spinti da interessi economici che vanno per la maggiore.

E che non lo sai che chi non la pensa come te e LLM sono mossi da interessi economici, un must. Dimostralo o hai torto....
Adesso attacca con i bidoni di Terni, ricchi premi, cotillon e amenità varie.....venghino signori venghino il banalizzatore è tra di voi sfruttate questa occasione

Va poi detto che diversi "personaggi" che si sono dichiarati, tifosi, simpatizzanti, cose varie, di quelli, lo hanno fatto per pura opportunità, un po' come prendere la tessera del partito quando quel partito sembra abbia vinto le elezioni. E molti lo ammettono pure tranquillamente. Me ne sono capitati diversi, "a me non mi importa nulla del calcio, ma li in quel salotto so' tutti daaaroma...."
Sono una moda, ma possiedono una lobby politico-mafiosa che poi fa in modo che l'affiliarsi è conveniente. Maurizio Costanzo Show docet.

[robylele]

La nuova trasmissione di Panella non mi piace.

neanche a me, preferisco quando possibile rivedere le repliche dell'altra.

[Arch]

Io preferisco che i Laziali non parlino in TV e radio. In genere fanno danni.