Autore Topic: Nuove (e pessime) esternazioni di livore  (Letto 6906 volte)

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malacarne

Re:Nuove (e pessime) esternazioni di livore
« Risposta #20 : Lunedì 9 Settembre 2013, 23:24:26 »
È una canzone scritta da Baccini, De Andrè ne ha solo cantano alcune strofe.
Fa parte di un album di Baccini.

De Andrè non ha mai scritto una canzone sul Genoa, disse più volte che non lo sapeva fare.

Offline Ceres

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Re:Nuove (e pessime) esternazioni di livore
« Risposta #21 : Mercoledì 11 Settembre 2013, 17:05:43 »
Fanno proprio schifo.
Per la Lazio, Giordano!

Brocchi 63

Re:cagnucci
« Risposta #22 : Martedì 17 Settembre 2013, 16:02:00 »
La differenza tra me e te

Martedì 17 Settembre 2013 08:48

TONINO CAGNUCCI

Ci sono delle differenze nella vita. Perché non tutte le cose sono uguali, e certe cose non potranno mai esserlo. Come essere della Roma ed essere della Lazio. Dopo quella cosa di fine maggio c’è chi ha straparlato, chi ha vaneggiato, chi s’è illuso che una sconfitta pur così brutta potesse in qualche modo e chissà in che maniera scalfire la merda, i suoi suiniil loro orgoglio, la supremazia, la storia, l’ontologia, la definizione stessa di cosa sia essere della merda. Sono quelli che non lo sanno, quelli che non lo hanno capito mai, quelli che quando ci guarderanno si domanderanno sempre: ma come fanno? È che ci sono le differenze nella vita.

Nemmeno quattro mesi dopo, appena quattro partite dopo, la Lazio è stata umiliata in Supercoppa e ridimensionata a Torino in un bis comico, i suoi tifosi contestano la squadra in uno stadio vuoto per protesta e per disaffezione, con un presidente che gli consiglia di prendere l’alka-seltzer e dice di non curarsi di loro perché - dice - in fondo i tifosi non ce li ha, non ci sono, non vanno alla stadio. Un altro modo per dire quello che t. una volta ha detto: la Lazio non esiste. La merda invece c’è. Esiste. E resiste. Ti fa male, ti fa maledire tutto, in primis l’amore tuo per lei, ti fa sanguinare l’anima, ma poi sta lì, rinasce, non è mai andata via, batte e ribatte, sogna, cade, si rialza, segna, vince. Vive. La merda è vita: non si fermerà mai alla sterilità di una data.

Quattro mesi dopo, quattro partite dopo la merda è prima. Prima. Solo tre giornate, tutte neo promosse (ah no, una no, ’sto ritornello già non è più bono), tutto quello che vi pare, ma dopo quella cosa di fine maggio la merda è arrivata a giocare il derby da prima in classifica: ha fatto l’unica cosa che doveva fare. Fate quello che volete. Dissimulate, sorridete, sminuite, gufate (ah quanti bei commenti al termine dei primi tempi) la merda è prima, alza la testa come la doveva rialzare e non trova nessuno. Al di là di tutto, questo primato ha questo effetto simbolico, persino ottico, ha questo significato: quello di una risposta. Parzialissima, irrisoria, probabilmente provvisoria, ma vera, ottenuta, reale. Il senso è quello di una lezione imparata dalla merda e da insegnare ancora e sempre agli altri.

La lezione della storia: 3-1 al Parma gol di t. (e gli altri segnati dal piccoletto frocenzi alla Montella, e da quella diga, quella biga, quel treno merci umano dell’Olandese fumante con una botta alla Batistuta). O no? Ci sono dei limiti che non vanno travalicati, ci sono delle cose che vanno rispettate. Ci sono delle differenze e sempre ci saranno. Paragonate il rigore di stronzoman ieri a quello di Osvaldo a Genova e capirete tutto. Basta un tiro. Il gesto di prendere la palla. Di rifare la storia. È bastato un minuto per mandare via le paure, le ricadute, le recidive, con la botta di frlocenzi. E a quel minuto, il primo minuto di quella che in tutti i sensi è stata la ripresa, sommateci i 70 che sono quelli passati per il gol del vantaggio e del primato ritrovato: il totale fa semplicemente tutto: mononeurone. Uno stop come dire alla palla, fermati stai qua, sei sempre stata mia, adesso c’abbiamo da fa’, ancora un momento, il tempo infinitesimale del gusto e dell’attimo prima dell’attimo mentre tutti gli altri aspettano. L’attimo in cui si fanno le differenze. La merda è prima, alza la faccia e ritrova la stella, alza la faccia ed è quella che alza in faccia alla Lazio come uno specchio: lo spettro della sua storia.

Offline Ataru

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Re:cagnucci
« Risposta #23 : Martedì 17 Settembre 2013, 16:05:18 »
La differenza tra me e te

Martedì 17 Settembre 2013 08:48

TONINO CAGNUCCI

Ci sono delle differenze nella vita. Perché non tutte le cose sono uguali, e certe cose non potranno mai esserlo. Come essere della Roma ed essere della Lazio. Dopo quella cosa di fine maggio c’è chi ha straparlato, chi ha vaneggiato, chi s’è illuso che una sconfitta pur così brutta potesse in qualche modo e chissà in che maniera scalfire la merda, i suoi suiniil loro orgoglio, la supremazia, la storia, l’ontologia, la definizione stessa di cosa sia essere della merda. Sono quelli che non lo sanno, quelli che non lo hanno capito mai, quelli che quando ci guarderanno si domanderanno sempre: ma come fanno? È che ci sono le differenze nella vita.

Nemmeno quattro mesi dopo, appena quattro partite dopo, la Lazio è stata umiliata in Supercoppa e ridimensionata a Torino in un bis comico, i suoi tifosi contestano la squadra in uno stadio vuoto per protesta e per disaffezione, con un presidente che gli consiglia di prendere l’alka-seltzer e dice di non curarsi di loro perché - dice - in fondo i tifosi non ce li ha, non ci sono, non vanno alla stadio. Un altro modo per dire quello che t. una volta ha detto: la Lazio non esiste. La merda invece c’è. Esiste. E resiste. Ti fa male, ti fa maledire tutto, in primis l’amore tuo per lei, ti fa sanguinare l’anima, ma poi sta lì, rinasce, non è mai andata via, batte e ribatte, sogna, cade, si rialza, segna, vince. Vive. La merda è vita: non si fermerà mai alla sterilità di una data.

Quattro mesi dopo, quattro partite dopo la merda è prima. Prima. Solo tre giornate, tutte neo promosse (ah no, una no, ’sto ritornello già non è più bono), tutto quello che vi pare, ma dopo quella cosa di fine maggio la merda è arrivata a giocare il derby da prima in classifica: ha fatto l’unica cosa che doveva fare. Fate quello che volete. Dissimulate, sorridete, sminuite, gufate (ah quanti bei commenti al termine dei primi tempi) la merda è prima, alza la testa come la doveva rialzare e non trova nessuno. Al di là di tutto, questo primato ha questo effetto simbolico, persino ottico, ha questo significato: quello di una risposta. Parzialissima, irrisoria, probabilmente provvisoria, ma vera, ottenuta, reale. Il senso è quello di una lezione imparata dalla merda e da insegnare ancora e sempre agli altri.

La lezione della storia: 3-1 al Parma gol di t. (e gli altri segnati dal piccoletto frocenzi alla Montella, e da quella diga, quella biga, quel treno merci umano dell’Olandese fumante con una botta alla Batistuta). O no? Ci sono dei limiti che non vanno travalicati, ci sono delle cose che vanno rispettate. Ci sono delle differenze e sempre ci saranno. Paragonate il rigore di stronzoman ieri a quello di Osvaldo a Genova e capirete tutto. Basta un tiro. Il gesto di prendere la palla. Di rifare la storia. È bastato un minuto per mandare via le paure, le ricadute, le recidive, con la botta di frlocenzi. E a quel minuto, il primo minuto di quella che in tutti i sensi è stata la ripresa, sommateci i 70 che sono quelli passati per il gol del vantaggio e del primato ritrovato: il totale fa semplicemente tutto: mononeurone. Uno stop come dire alla palla, fermati stai qua, sei sempre stata mia, adesso c’abbiamo da fa’, ancora un momento, il tempo infinitesimale del gusto e dell’attimo prima dell’attimo mentre tutti gli altri aspettano. L’attimo in cui si fanno le differenze. La merda è prima, alza la faccia e ritrova la stella, alza la faccia ed è quella che alza in faccia alla Lazio come uno specchio: lo spettro della sua storia.

a quattro mesi di distanza questo c'ha ancora gli incubi
osa c'è da psicolo propriono capisco.
qui sono un esempio di civilità e non solo per molti

CP 4.0

Re:Nuove (e pessime) esternazioni di livore
« Risposta #24 : Martedì 17 Settembre 2013, 16:27:38 »
non la vedetti prima, senno' lo scrivetti allora  :D

...E Faber, figlio di un tifoso del Torino e genoano, se fosse nato a Roma sarebbe stato della Roma. Lo si può affermare con certezza dopo aver letto della sua avversione per la Juventus degli Agnelli («Ho una certa reticenza nell'identificarmi con chi vince»), espressione della logica del profitto, o per il Milan «plutocrate e pluridecorato». Lo striscione “Chi tifa Roma non perde mai” avrebbe potuto idearlo lui, nato nell'ultimo giorno in cui il Genoa è stato primo in classifica e “battezzato” allo stadio in un Genoa-Torino del 1947.
...

insomma una vita de pareggi e zeru titoli. se lo dicono pure da soli. :coppa

Brocchi 63

Re:Nuove (e pessime) esternazioni di livore
« Risposta #25 : Martedì 17 Settembre 2013, 16:53:11 »
...E Faber, figlio di un tifoso del Torino e genoano, se fosse nato a Roma sarebbe stato della Roma. Lo si può affermare con certezza dopo aver letto della sua avversione per la Juventus degli Agnelli («Ho una certa reticenza nell'identificarmi con chi vince»), espressione della logica del profitto, o per il Milan «plutocrate e pluridecorato». Lo striscione “Chi tifa Roma non perde mai” avrebbe potuto idearlo lui, nato nell'ultimo giorno in cui il Genoa è stato primo in classifica e “battezzato” allo stadio in un Genoa-Torino del 1947.

Un altro campione di ignoranza allo stato puro. Il Milan all'epoca era la squadra dei cascìavit, degli operai (chiedere a Jannacci per conferma); semmai non si ritroverebbe col mediolanum dell'evasore fiscale.
E poi, un'anarchico idealista allo stato purocome lui, che ideò la frase "in direzione ostinata e contraria", mai e poi mai avrebbe legato il suo carro ad una squadra del pnf prima e di regime poi.

Online Il frigorifero

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Re:cagnucci
« Risposta #26 : Mercoledì 18 Settembre 2013, 19:19:01 »
La differenza tra me e te

Martedì 17 Settembre 2013 08:48

TONINO CAGNUCCI

Ci sono delle differenze nella vita. Perché non tutte le cose sono uguali, e certe cose non potranno mai esserlo. Come essere della Roma ed essere della Lazio. Dopo quella cosa di fine maggio c’è chi ha straparlato, chi ha vaneggiato, chi s’è illuso che una sconfitta pur così brutta potesse in qualche modo e chissà in che maniera scalfire la merda, i suoi suiniil loro orgoglio, la supremazia, la storia, l’ontologia, la definizione stessa di cosa sia essere della merda. Sono quelli che non lo sanno, quelli che non lo hanno capito mai, quelli che quando ci guarderanno si domanderanno sempre: ma come fanno? È che ci sono le differenze nella vita.

Nemmeno quattro mesi dopo, appena quattro partite dopo, la Lazio è stata umiliata in Supercoppa e ridimensionata a Torino in un bis comico, i suoi tifosi contestano la squadra in uno stadio vuoto per protesta e per disaffezione, con un presidente che gli consiglia di prendere l’alka-seltzer e dice di non curarsi di loro perché - dice - in fondo i tifosi non ce li ha, non ci sono, non vanno alla stadio. Un altro modo per dire quello che t. una volta ha detto: la Lazio non esiste. La merda invece c’è. Esiste. E resiste. Ti fa male, ti fa maledire tutto, in primis l’amore tuo per lei, ti fa sanguinare l’anima, ma poi sta lì, rinasce, non è mai andata via, batte e ribatte, sogna, cade, si rialza, segna, vince. Vive. La merda è vita: non si fermerà mai alla sterilità di una data.

Quattro mesi dopo, quattro partite dopo la merda è prima. Prima. Solo tre giornate, tutte neo promosse (ah no, una no, ’sto ritornello già non è più bono), tutto quello che vi pare, ma dopo quella cosa di fine maggio la merda è arrivata a giocare il derby da prima in classifica: ha fatto l’unica cosa che doveva fare. Fate quello che volete. Dissimulate, sorridete, sminuite, gufate (ah quanti bei commenti al termine dei primi tempi) la merda è prima, alza la testa come la doveva rialzare e non trova nessuno. Al di là di tutto, questo primato ha questo effetto simbolico, persino ottico, ha questo significato: quello di una risposta. Parzialissima, irrisoria, probabilmente provvisoria, ma vera, ottenuta, reale. Il senso è quello di una lezione imparata dalla merda e da insegnare ancora e sempre agli altri.

La lezione della storia: 3-1 al Parma gol di t. (e gli altri segnati dal piccoletto frocenzi alla Montella, e da quella diga, quella biga, quel treno merci umano dell’Olandese fumante con una botta alla Batistuta). O no? Ci sono dei limiti che non vanno travalicati, ci sono delle cose che vanno rispettate. Ci sono delle differenze e sempre ci saranno. Paragonate il rigore di stronzoman ieri a quello di Osvaldo a Genova e capirete tutto. Basta un tiro. Il gesto di prendere la palla. Di rifare la storia. È bastato un minuto per mandare via le paure, le ricadute, le recidive, con la botta di frlocenzi. E a quel minuto, il primo minuto di quella che in tutti i sensi è stata la ripresa, sommateci i 70 che sono quelli passati per il gol del vantaggio e del primato ritrovato: il totale fa semplicemente tutto: mononeurone. Uno stop come dire alla palla, fermati stai qua, sei sempre stata mia, adesso c’abbiamo da fa’, ancora un momento, il tempo infinitesimale del gusto e dell’attimo prima dell’attimo mentre tutti gli altri aspettano. L’attimo in cui si fanno le differenze. La merda è prima, alza la faccia e ritrova la stella, alza la faccia ed è quella che alza in faccia alla Lazio come uno specchio: lo spettro della sua storia.


Cavolo che risposta dura. Sono primi dopo 3 partite. Ora come si fa? Avrei preferito perdere la Coppa Italia....
"E' NORMALE BATTERE LA ROMA...."  - Senad Lulic  26 - 5 -2013

Offline Frusta

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Re:cagnucci
« Risposta #27 : Mercoledì 18 Settembre 2013, 19:37:11 »
La differenza tra me e te

Martedì 17 Settembre 2013 08:48

TONINO CAGNUCCI

Ci sono delle differenze nella vita. Perché non tutte le cose sono uguali, e certe cose non potranno mai esserlo. Come essere della Roma ed essere della Lazio. Dopo quella cosa di fine maggio c’è chi ha straparlato, chi ha vaneggiato, chi s’è illuso che una sconfitta pur così brutta potesse in qualche modo e chissà in che maniera scalfire la merda, i suoi suiniil loro orgoglio, la supremazia, la storia, l’ontologia, la definizione stessa di cosa sia essere della merda. Sono quelli che non lo sanno, quelli che non lo hanno capito mai, quelli che quando ci guarderanno si domanderanno sempre: ma come fanno? È che ci sono le differenze nella vita.

Nemmeno quattro mesi dopo, appena quattro partite dopo, la Lazio è stata umiliata in Supercoppa e ridimensionata a Torino in un bis comico, i suoi tifosi contestano la squadra in uno stadio vuoto per protesta e per disaffezione, con un presidente che gli consiglia di prendere l’alka-seltzer e dice di non curarsi di loro perché - dice - in fondo i tifosi non ce li ha, non ci sono, non vanno alla stadio. Un altro modo per dire quello che t. una volta ha detto: la Lazio non esiste. La merda invece c’è. Esiste. E resiste. Ti fa male, ti fa maledire tutto, in primis l’amore tuo per lei, ti fa sanguinare l’anima, ma poi sta lì, rinasce, non è mai andata via, batte e ribatte, sogna, cade, si rialza, segna, vince. Vive. La merda è vita: non si fermerà mai alla sterilità di una data.

Quattro mesi dopo, quattro partite dopo la merda è prima. Prima. Solo tre giornate, tutte neo promosse (ah no, una no, ’sto ritornello già non è più bono), tutto quello che vi pare, ma dopo quella cosa di fine maggio la merda è arrivata a giocare il derby da prima in classifica: ha fatto l’unica cosa che doveva fare. Fate quello che volete. Dissimulate, sorridete, sminuite, gufate (ah quanti bei commenti al termine dei primi tempi) la merda è prima, alza la testa come la doveva rialzare e non trova nessuno. Al di là di tutto, questo primato ha questo effetto simbolico, persino ottico, ha questo significato: quello di una risposta. Parzialissima, irrisoria, probabilmente provvisoria, ma vera, ottenuta, reale. Il senso è quello di una lezione imparata dalla merda e da insegnare ancora e sempre agli altri.

La lezione della storia: 3-1 al Parma gol di t. (e gli altri segnati dal piccoletto frocenzi alla Montella, e da quella diga, quella biga, quel treno merci umano dell’Olandese fumante con una botta alla Batistuta). O no? Ci sono dei limiti che non vanno travalicati, ci sono delle cose che vanno rispettate. Ci sono delle differenze e sempre ci saranno. Paragonate il rigore di stronzoman ieri a quello di Osvaldo a Genova e capirete tutto. Basta un tiro. Il gesto di prendere la palla. Di rifare la storia. È bastato un minuto per mandare via le paure, le ricadute, le recidive, con la botta di frlocenzi. E a quel minuto, il primo minuto di quella che in tutti i sensi è stata la ripresa, sommateci i 70 che sono quelli passati per il gol del vantaggio e del primato ritrovato: il totale fa semplicemente tutto: mononeurone. Uno stop come dire alla palla, fermati stai qua, sei sempre stata mia, adesso c’abbiamo da fa’, ancora un momento, il tempo infinitesimale del gusto e dell’attimo prima dell’attimo mentre tutti gli altri aspettano. L’attimo in cui si fanno le differenze. La merda è prima, alza la faccia e ritrova la stella, alza la faccia ed è quella che alza in faccia alla Lazio come uno specchio: lo spettro della sua storia.
 :D
A voi l' imago dell'impavido cagnuccio pria di spiccare il volo.
Varda là che sguardo fiero e gladiatorio, che posa marziale e superba, che possanza granitica e scultorea!
Pria, però ;D
Lazio, ti amo con tutta la feniletilamina, l’ossitocina, la dopamina e la serotonina che mi circolano nel cervello, che rendono il mio pensiero poco logico e che mi procurano strane sensazioni in tutta l’anatomia e battiti sconclusionati nell’organo principale del mio apparato circolatorio.

Offline dokblu

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Re:cagnucci
« Risposta #28 : Giovedì 19 Settembre 2013, 15:04:37 »
La differenza tra me e te

Martedì 17 Settembre 2013 08:48

TONINO CAGNUCCI

Ci sono delle differenze nella vita. Perché non tutte le cose sono uguali, e certe cose non potranno mai esserlo. Come essere della Roma ed essere della Lazio. Dopo quella cosa di fine maggio c’è chi ha straparlato, chi ha vaneggiato, chi s’è illuso che una sconfitta pur così brutta potesse in qualche modo e chissà in che maniera scalfire la merda, i suoi suiniil loro orgoglio, la supremazia, la storia, l’ontologia, la definizione stessa di cosa sia essere della merda. Sono quelli che non lo sanno, quelli che non lo hanno capito mai, quelli che quando ci guarderanno si domanderanno sempre: ma come fanno? È che ci sono le differenze nella vita.

Nemmeno quattro mesi dopo, appena quattro partite dopo, la Lazio è stata umiliata in Supercoppa e ridimensionata a Torino in un bis comico, i suoi tifosi contestano la squadra in uno stadio vuoto per protesta e per disaffezione, con un presidente che gli consiglia di prendere l’alka-seltzer e dice di non curarsi di loro perché - dice - in fondo i tifosi non ce li ha, non ci sono, non vanno alla stadio. Un altro modo per dire quello che t. una volta ha detto: la Lazio non esiste. La merda invece c’è. Esiste. E resiste. Ti fa male, ti fa maledire tutto, in primis l’amore tuo per lei, ti fa sanguinare l’anima, ma poi sta lì, rinasce, non è mai andata via, batte e ribatte, sogna, cade, si rialza, segna, vince. Vive. La merda è vita: non si fermerà mai alla sterilità di una data.

Quattro mesi dopo, quattro partite dopo la merda è prima. Prima. Solo tre giornate, tutte neo promosse (ah no, una no, ’sto ritornello già non è più bono), tutto quello che vi pare, ma dopo quella cosa di fine maggio la merda è arrivata a giocare il derby da prima in classifica: ha fatto l’unica cosa che doveva fare. Fate quello che volete. Dissimulate, sorridete, sminuite, gufate (ah quanti bei commenti al termine dei primi tempi) la merda è prima, alza la testa come la doveva rialzare e non trova nessuno. Al di là di tutto, questo primato ha questo effetto simbolico, persino ottico, ha questo significato: quello di una risposta. Parzialissima, irrisoria, probabilmente provvisoria, ma vera, ottenuta, reale. Il senso è quello di una lezione imparata dalla merda e da insegnare ancora e sempre agli altri.

La lezione della storia: 3-1 al Parma gol di t. (e gli altri segnati dal piccoletto frocenzi alla Montella, e da quella diga, quella biga, quel treno merci umano dell’Olandese fumante con una botta alla Batistuta). O no? Ci sono dei limiti che non vanno travalicati, ci sono delle cose che vanno rispettate. Ci sono delle differenze e sempre ci saranno. Paragonate il rigore di stronzoman ieri a quello di Osvaldo a Genova e capirete tutto. Basta un tiro. Il gesto di prendere la palla. Di rifare la storia. È bastato un minuto per mandare via le paure, le ricadute, le recidive, con la botta di frlocenzi. E a quel minuto, il primo minuto di quella che in tutti i sensi è stata la ripresa, sommateci i 70 che sono quelli passati per il gol del vantaggio e del primato ritrovato: il totale fa semplicemente tutto: mononeurone. Uno stop come dire alla palla, fermati stai qua, sei sempre stata mia, adesso c’abbiamo da fa’, ancora un momento, il tempo infinitesimale del gusto e dell’attimo prima dell’attimo mentre tutti gli altri aspettano. L’attimo in cui si fanno le differenze. La merda è prima, alza la faccia e ritrova la stella, alza la faccia ed è quella che alza in faccia alla Lazio come uno specchio: lo spettro della sua storia.

Una foto vale mille parole:



Chi fischia un giocatore della Lazio, chi vuole spegnere la Lazio, chi non avrebbe avuto nulla da ridire su di un eventuale fallimento della Lazio, è un riomista glassato di merda

Offline NebbiaBiancoceleste

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R: Nuove (e pessime) esternazioni di livore
« Risposta #29 : Giovedì 19 Settembre 2013, 15:59:26 »
Viscido.

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malacarne

Re:Nuove (e pessime) esternazioni di livore
« Risposta #30 : Giovedì 19 Settembre 2013, 17:00:23 »
Veramente nell'arco di quattro mesi la frase "Il 26 maggio non si cancellerà mai è uscita più dalle bocche dei romanisti che da quelle dei laziali.

Se poi dice che stare al primo posto dopo 3 giornate (cosa che in passato è accaduta pure a Chievo e Vicenza, per dire) possa cancellare uno smacco come quello del 26 maggio allora vuol dire che sta tentando un'arrampicata sugli specchi insaponati.

Ma tre vittorie contro Livorno, Verona e Parma possono mai valere il derby più importante della storia? :D

Ce vole coraggio pe dillo eh..

malacarne

Re:cagnucci
« Risposta #31 : Giovedì 19 Settembre 2013, 17:17:28 »
Una foto vale mille parole:





Certo che tra lui e Dotto è na' bella lotta

Brocchi 63

Re:cagnucci
« Risposta #32 : Giovedì 19 Settembre 2013, 18:39:58 »

Offline rione 13

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Re:Nuove (e pessime) esternazioni di livore
« Risposta #33 : Venerdì 20 Settembre 2013, 12:15:37 »
Quel nome e il nome di Fabrizio De André sulla stessa copertina sono probabilmente l'insulto più grande fatto finora alla memoria di un artista assoluto, unico, senza tempo

un pò come Giancarlo Dotto e Carmelo Bene.

Offline Centurio

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Re:Nuove (e pessime) esternazioni di livore
« Risposta #34 : Giovedì 26 Settembre 2013, 13:41:10 »
Ma davvero avevi anche solo pensato di comprare qualcosa scritta da quello? ma che lavori alla Caritas?
sine pennis volare haud facile est

malacarne

Re:Nuove (e pessime) esternazioni di livore
« Risposta #35 : Giovedì 26 Settembre 2013, 22:58:52 »
Ma davvero avevi anche solo pensato di comprare qualcosa scritta da quello? ma che lavori alla Caritas?

Evabbè su, le cazzate le facciamo tutti, ancora di più sono quelle che pensiamo di fare senza poi farle.

Questa appartiene alla seconda categoria :D

Offline aaronwinter

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Re:Nuove (e pessime) esternazioni di livore
« Risposta #36 : Mercoledì 10 Novembre 2021, 15:23:36 »
Citazione
IL ROMANISTA (T. CAGNUCCI) -

[...] Che il resto d’Italia abbia confezionato la storia di Mourinho bollito significa solo una cosa: rosica. E scaricare almeno oggi (io spero mai) Mourinho, dà a tutti loro solo una grandissima soddisfazione. E noi non gliela dobbiamo dare mai, nemmeno se perdiamo col Venezia, nemmeno se non vinciamo, nemmeno se è ancora lunga e dura. Mou è la loro invidia. Noi siamo romanisti. Loro no. E se noi adesso siamo noi, cioè consapevoli della squadra, del momento, di una società che è nuova e sta investendo, della rosa non all’altezza...staremmo tutti meglio, a cominciare dalla Roma: il nemico (sportivo, s’intende) non dev’essere un romanista. A Roma da troppo tempo è così, da troppo tempo il nemico per i romanisti sono altri romanisti: i sensiani contro i pallottiani contro i friedkiani, i fonsechiani, i mourinhani, i pivottiani...da troppo tempo è così. Forse è da quando non vinciamo.

Torniamo a essere noi stessi, cioè della Roma, romanisti. Senti che bella espressione: “essere della Roma” è tipo la parola mamma per un bambino. Appartenerle. Essere romanisti è già di per sé una rivoluzione, è già di per sé essere critici, già ritrovarsi mezzo mondo contro e stare costantemente all’opposizione (visto che fa fico blastare i sentimenti e dimostrarsi sempre corrosivi nei giudizi, salvo scoprire di dire le stesse cose che Luciano Moggi ha scritto su Libero e praticamente tutti i media nazionalpopolari hanno detto contro la Roma). Noi da sempre abbiamo tutti contro: il potere, il palazzo, il condominio, il Nord, la Fiat, le televisioni analogiche, digitali, a pagamento, a gratis, on demand, senza risposte, taroccate, pirata, in bianco e nero, colorate, sbiadite, laziali, juventini, interisti, milanisti, strisciati di tutta Italia e di mezzo mondo uniti, il triangolo industriale e quello delle Bermuda, il folklore del Sud e il vento gelido del Nord...facciamo i romanisti. Facciamo noi stessi. Parafrasando Dostoevskij e prendendo in prestito l’amico Giuseppe Manfridi: «Io sono solo, loro sono tutti». «Noi siamo soli, loro sono tutti». Ma noi siamo della Roma. ...".

 :lol:
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Re:Nuove (e pessime) esternazioni di livore
« Risposta #37 : Giovedì 11 Novembre 2021, 01:22:36 »

Offline giamma

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Re:Nuove (e pessime) esternazioni di livore
« Risposta #38 : Giovedì 11 Novembre 2021, 10:33:29 »
  Basaglia guarda che hai fatto !!!!!
Una bugia fa in tempo a viaggiare per mezzo mondo mentre la verità si sta ancora mettendo le scarpe. (C. H. Spurgeon)

Offline Setteblu

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Re:Nuove (e pessime) esternazioni di livore
« Risposta #39 : Martedì 7 Dicembre 2021, 23:33:55 »
 :lol:
Dopo aver appreso che hanno contro le televisioni (praticamente nelle loro mani da sempre) vado a dormire.
 :D