Autore Topic: Nuove (e pessime) esternazioni di livore  (Letto 6916 volte)

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malacarne

Nuove (e pessime) esternazioni di livore
« : Venerdì 6 Settembre 2013, 13:48:27 »
Non è mia intenzione far pubblicità a certe cose, ma vorrei condividere con voi il mio disappunto.

Come ho certamente già scritto nell'apposita sezione, io sono un grandissimo fan di Fabrizio De Andrè, la bon'anima.
A casa ho la discografia completa oltre ad un certo numero di libri, ritagli di giornali e riviste con interviste, articoli e quant'altro.

Non sono mai andato ad un concerto ed anche quando vengo a conoscenza di prossimi concerti di cantanti che mi piacciono non mi metto alla spasmodica ricerca del biglietto.
Ma se Fabrizio De Andrè fosse ancora in vita e ci fosse in programma un suo concerto probabilmente, anzi sicuramente, lo farei. Accollandomi anche le spese di un'eventuale trasferta. Come per la Lazio insomma.
Le canzoni di De Andrè me le porto ovunque... non esiste navigazione, viaggio in treno, vacanza e via dicendo che io non abbia fatto senza la sua compagnia.

Qualche giorno fa sono entrato in una libreria qui a La Spezia ed ho notato un libro.
Sulla copertina l'immagine della Gradinata Nord di Marassi con uno sventolio di bandiere rossoblu con in mezzo una più grande bianca con il ritratto del volto di De Andrè sopra.
Il titolo: "Il Grifone fragile - Fabrizio De Andrè: storia di un tifoso del Genoa".

Che De Andrè fosse un tifoso genoano è noto, ma pochi sanno quanto fosse tifoso.
De Andrè era un tifoso sfegatato, tant'è che dichiarò che avrebbe sempre desiderato scrivere un nuovo inno per il Genoa, ma che gli era impossibile. Ha avuto sempre la necessità di avvertire un certo "distacco" per scrivere canzoni ed il Genoa invece lo coinvolgeva troppo.
Non ha mai nominato la sua squadra nelle sue canzoni quindi possiamo considerare il De Andrè tifoso come una sorta di De Andrè apocrifo.

In questo libro vengono riportati stralci di alcuni suoi diari in cui parla della sua squadra con la tipica ossessione del Tifoso, tra tabelle salvezza, il mercato che avrebbe voluto, la sua ostilità verso le strisciate e la Sampdoria, i suoi sogni per il Grifone e via dicendo.

Ho pensato "Porca miseria, interessante! De Andrè e la passione per il calcio messi insieme, mo' sto' libro me lo prendo proprio... vediamo un po' come la viveva lui sta passione".

Poi, giusto per curiosità, leggo il nome dell'autore: Tonino Cagnucci.

INORRIDITO (forse era la mia parte di tifoso LAZIALE che prendeva il sopravvento) rimetto subito il libro al suo posto e mi allontano a passo svelto dalla libreria.

Poi stamattina ho pensato "Ok, l'ha scritto Cagnucci. E se fosse comunque un bel libro? Mica perchè l'ha scritto un romanista - esaltato e fanatico peraltro - deve essere per forza una merda. Su, non essere cosi superficiale, magari potrebbe essere anche un buon acquisto. In fondo i protagonisti sono De Andrè ed il Genoa. E' a cura di Cagnucci e commentato dallo stesso, ma mica è un libro sulla Roma! E poi comunque con Cagnucci hai in comune la passione per il calcio (non esaltato come lui, ma vabè) e penso che il suo punto di vista sia quello del calciofilo, mica del romanista. Un libro sul De Andrè tifoso non può che essere interessante".

Sono tornato nella stessa libreria e l'ho ripreso in mano con l'intenzione di comprarlo.
Poi però ho pensato di dargli comunque una sfogliata prima di procedere all'acquisto, con più attenzione.

Ho cominciato dalla primissima pagina.
C'era una frase di De Andrè sul Genoa, adesso non ricordo bene quale.

Ho girato pagina e ce n'era un'altra.
Non era di De Andrè, ma di un altro di cui ora non ricordo il nome.
Un pezzo di una poesia che faceva cosi.

E me ne vado sazio, assai distratto
sotto la pioggia fina,
a sostenere il Genoa contro la sciocca Lazio.


Poi diceva anche qualche altra cosa, ma non l'ho letta.
"Cioè no, vaffanculo". L'ho chiuso, riposato di nuovo e mi sono messo a guardare altro.

Ora quello che voglio dire è questo.
Ok, se prendi un libro sul tifo di una squadra che non è la tua devi aspettarti anche qualche insultarello contro quella che tifi tu, è normale. Ci passi sopra perchè sai che è il gioco delle parti.

Però...
...di tanti striscioni, frasi, poesie, cori e via dicendo che può aver prodotto la tifoseria genoana (una delle più passionali d'Italia) tu - ROMANISTA FRACICO - mi vai a mettere prima dell'introduzione proprio una frase in cui viene nominata la Lazio con un insulto annesso, per quanto lieve questo possa essere? Ma guarda CHE COMBINAZIONE!

Vorresti farmi credere che quando sei andato a spulciarti la "produzione letteraria" del tifo genoano non t'è parso vero di aver trovato una poesia con un po' di anti-Lazio dentro e l'hai subito ficcata nel libro senza manco guardare le altre dal 1973 in poi? (la poesia era datata 1973)

Ma come cazzo si fa a cogliere la palla al balzo pure parlando di un GRANDE della musica e della poesia quale fu Fabrizio De Andrè per venire a rompere i coglioni a noi? Con una frase che poi non è neanche di De Andrè?
Ma neanche in questo caso riesci a sopire la tua romanistaggine di merda?

Voi mi direte "Vabbè, ma se diceva LA SCIOCCA JUVENTUS O LA SCIOCCA SAMPDORIA l'avresti comprato".
Probabilmente si.
Anzi, vi dirò di più... se l'autore fosse stato di una squadra che non fosse la Roma magari ci sarei passato sopra.
Ma è il binomio Autore romanista-Frase contro la Lazio che mi è puzzato da morire.

Boh, sarò strano io o sarò un "tifoso infantile", ma a me sta cosa ha fatto sinceramente schifo.

Giglic

Re:Nuove (e pessime) esternazioni di livore
« Risposta #1 : Venerdì 6 Settembre 2013, 13:56:54 »
Quel libro lo avevo visto anche io e, devo ammettere, non l'ho preso vergognandomi un poco del mio pregiudizio verso small dogs. Da quanto vedo, pregiudizio lecito. Se non fosse stato per lui, una citazione di qualcun altro per offendere una squadra X a piacere in un libro di De Andrè non ci sarebbe mai stata.
Ogni tanto anche i pregiudizi ci azzeccano, vedo  ;D

(PS: De Andrè cantò red and blue con Baccini, dove disse proprio che non riusciva minimamente a cantare o a vivere serenamente il genoa: ma questa è una storia che in coprologia non ci DEVE neanche entrare)

Offline disabitato

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Re:Nuove (e pessime) esternazioni di livore
« Risposta #2 : Venerdì 6 Settembre 2013, 14:31:43 »
Alla vista del nome Tonino Castoro Cagnucci, avrei dato fuori alla libreria.
DISCLAIMER: durante la scrittura di questo post non è stata offesa, ferita o maltrattata nessuna categoria di utenti o nessun utente in particolare. Ogni giudizio su persone, cose o utenti rimane nella mente dello scrivente e per questo non perseguibile.

Offline Baruch

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Re:Nuove (e pessime) esternazioni di livore
« Risposta #3 : Venerdì 6 Settembre 2013, 16:15:11 »
Quel nome e il nome di Fabrizio De André sulla stessa copertina sono probabilmente l'insulto più grande fatto finora alla memoria di un artista assoluto, unico, senza tempo

Offline ML

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Re:Nuove (e pessime) esternazioni di livore
« Risposta #4 : Venerdì 6 Settembre 2013, 16:57:45 »
ho pensato "Ok, l'ha scritto Cagnucci. E se fosse comunque un bel libro?

Ammettto di averlo pensato anch'io.
Per ben due, lunghissimi, secondi.

Offline carpelo

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Re:Nuove (e pessime) esternazioni di livore
« Risposta #5 : Venerdì 6 Settembre 2013, 17:09:33 »
Giusto per curiosità, la frase incriminata è tratta da una poesia di Cesare Garboli.

malacarne

Re:Nuove (e pessime) esternazioni di livore
« Risposta #6 : Venerdì 6 Settembre 2013, 18:47:28 »
Giusto per curiosità, la frase incriminata è tratta da una poesia di Cesare Garboli.

Sia chiaro, io non mi sento offeso dalle parole di questo signore.
Le tifoserie di Lazio e Genoa sono sempre state rivali, quindi una cosa del genere rientra nello stato normale delle cose.
O magari perchè qualsiasi avversario appare "sciocco" davanti alla magnificenza che ognuno vede nella propria squadra.

È la convinzione che la presenza di quella frase non sia casuale che mi ha dato fastidio.

Se l'autore fosse stato un calciofilo di un'altra squadra (che ne so, Tiziano Crudeli) o proprio un genoano allora avrei pensato alla casualità.
E ci sarei passato sopra.

Ma Cagnucci no.
L'ha messa non perchè per lui avesse sto valore cosi profondo, l'ha messa perchè ha dell'anti-Lazio, sicuro al 100% (anche se ovviamente vorrebbe far passare la prima opzione, ma forse neanche tanto)

E uno che fa cosi da me non puó beccare mezza lira.

E meno male che a detta loro saremmo NOI i "complessati" che stanno sempre a pensare a loro... :O

baol

Re:Nuove (e pessime) esternazioni di livore
« Risposta #7 : Venerdì 6 Settembre 2013, 19:20:57 »
Il Fido Tonino che scrive un libro su Fabrizio De Andrè...  ::)
Immagino che ci si troverà riportato:
"...ha sempre sognato di cantare con il capitone..."


Offline cuchillo

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Re:Nuove (e pessime) esternazioni di livore
« Risposta #8 : Venerdì 6 Settembre 2013, 22:01:04 »
La prosa di Cagnucci è di infimo livello.
Non può essere un bel libro.
Invidio tanto Massaccesi. Ossia Jooooooe D'Amato.

Brocchi 63

Re:Nuove (e pessime) esternazioni di livore
« Risposta #9 : Sabato 7 Settembre 2013, 16:52:49 »
Ma e' un'invenzione del viscido o ci sono riscontri sul fatto che de andre' lo abbia scritto effettivamente?

malacarne

Re:Nuove (e pessime) esternazioni di livore
« Risposta #10 : Sabato 7 Settembre 2013, 20:36:34 »
Ma e' un'invenzione del viscido o ci sono riscontri sul fatto che de andre' lo abbia scritto effettivamente?

Ci sono, ci sono.
Tra diari, fogli e lettere di cose sul Genoa ne ha scritte tante.
Un po' come noi, solo che a quei tempi non esistevano i forum :)

Offline rash

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Re:Nuove (e pessime) esternazioni di livore
« Risposta #11 : Domenica 8 Settembre 2013, 02:36:54 »
La prosa di Cagnucci è di infimo livello.
Non può essere un bel libro.

 ;)
spigni sfonna spara e ammazza ma nun sai 'ntigne er biscotto 'nde la tazza

Offline Frusta

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Re:Nuove (e pessime) esternazioni di livore
« Risposta #12 : Domenica 8 Settembre 2013, 11:38:42 »
Non si sceglie una squadra a testa o croce, soprattutto a Roma.
Qui, considerati i condizionamenti esterni, la scelta dell'una o dell'altra squadra è più eloquente di un referto psicoanalitico. Nel senso che per quanto mi possa apparire odioso un laziale so già che per me non lo sarà mai fino in fondo, perché, magari nascosto da qualche parte, ha un aspetto del carattere uguale identico al mio. E che quando verrà a galla me lo farà vedere simile a me.
P.s.
Esattamente il contrario di quello che succede con un riommerdista.
Lazio, ti amo con tutta la feniletilamina, l’ossitocina, la dopamina e la serotonina che mi circolano nel cervello, che rendono il mio pensiero poco logico e che mi procurano strane sensazioni in tutta l’anatomia e battiti sconclusionati nell’organo principale del mio apparato circolatorio.

Boks XV

Re:Nuove (e pessime) esternazioni di livore
« Risposta #13 : Domenica 8 Settembre 2013, 15:47:34 »
una poesia di Cesare Garboli.

un Pascoli un po' più raffinato.

geddy

Re:Nuove (e pessime) esternazioni di livore
« Risposta #14 : Lunedì 9 Settembre 2013, 08:41:06 »
Lo hanno anche recensito sul romanista. Se nasceva a roma, De Andrè, era romanista.

La squadra del cuore è la colonna sonora della vita. Non cambia mai e ti accompagna sempre. E il Genoa è stato la colonna sonora di uno che, a sua volta, è stato la colonna sonora per tanti: Fabrizio De André.

Che fosse genoano si sapeva, ma quanto e come lo fosse lo ha svelato il nostro Tonino Cagnucci nel suo ultimo libro. Si chiama “Il grifone fragile – Fabrizo De André, storia di un tifoso del Genoa” (Limina, 171 pagine, 16.90 euro) e potrebbe essere definito una biografia doppia, perché intreccia due vite: quella del cantautore e quella della sua squadra del cuore. Ma in realtà cercando una categorizzazione non si rende giustizia a un'opera che è un incontro di voci, sentimenti e storie che non possono non coinvolgere anche chi non è del Genoa e chi non è appassionato di De André. C'è anche un po' di Roma, con le parole di Turone e Zigoni. «La maglia del Genoa è una maglia di De André – dice “Zigo” - Ci sono maglie e maglie nel calcio, simboli e simboli. Secondo me tre sono più maglie di altre. Sono le maglie del Genoa, del Tori e della Roma, squadre espressioni del popolo, col rosso dei cuori, con gente sanguigna che se ne innamora». E Faber, figlio di un tifoso del Torino e genoano, se fosse nato a Roma sarebbe stato della Roma. Lo si può affermare con certezza dopo aver letto della sua avversione per la Juventus degli Agnelli («Ho una certa reticenza nell'identificarmi con chi vince»), espressione della logica del profitto, o per il Milan «plutocrate e pluridecorato». Lo striscione “Chi tifa Roma non perde mai” avrebbe potuto idearlo lui, nato nell'ultimo giorno in cui il Genoa è stato primo in classifica e “battezzato” allo stadio in un Genoa-Torino del 1947.

«Questa squadra che perde ma che ha con sé la gente». Sul 3-0 per il Torino, all'85', il Genoa segna due gol e prende un palo. Lui s'innamora dei rossoblù e così inizia questa biografia sì, doppia, ma non duplicata, perché le vite di De André e le vicende del Genoa non solo s'intrecciano, ma diventano la stessa cosa, insieme alle poesie in musica di Faber. Come quella bandiera che sventola in Gradinata Nord col ritratto del cantautore genovese. «Quindi genoano, perché Genova è il Genoa». Sì, sarebbe stato della Roma ma non ne avrebbe scritto un inno, come non lo ha fatto per la sua squadra. «Per fare canzoni bisogna conservare un certo distacco verso quello che scrivi, invece il Genoa mi coinvolge troppo». Un insegnamento più che mai attuale per questi tempi romanisti. Perché se una canzone diventa un inno lo decide la gente, non chi l'ha scritto. I genoani hanno scelto la sua “Crueza de' ma”, che non parla del Genoa ma che è scritta in genovese, quindi in genoano.

Quanto lo coinvolgesse, lo raccontano Dori Ghezzi, i già citati Zigoni e Turone, Francesco Baccini, il capo storico dei tifosi del Genoa Pippo Spagnolo, un Gigi Riva degnissimo rappresentante dell'altro amore di De André, la Sardegna, e un Paolo Villaggio talmente sampdoriano da non accettare che si parli di De André come di un genoano. Ma scorrendo queste pagine tifose, quindi vere, ci trovi anche Pier Paolo Pasolini e Gigi Meroni (Genoa e Torino, appunto), simbolo di quella libertà che vola sopra a qualsiasi cosa. Anche sopra i vicoli di Genova, dove scorrendo nel libro ti sembra di perderti, o sopra lo stadio Ferraris, dove De André accompagna il Genoa in ogni partita. Non solo lì, perché poi ci sono anche le trasferte con un amico, tale Pinelli, forse anarchico, malato di diabete che ogni tanto deve fermarsi per un'iniezione d'insulina. Fino al “Giugno '73”, il capitolo più coinvolgente del libro: De André si separa dalla prima moglie e lascia Genova.

Ma non poteva lasciare la sua squadra in B e così l'ultima partita allo stadio diventa quella della promozione in A. Poi la separazione. Dalla prima moglie e dal Genoa. Ma non dall'amore. Lo ritroverà in Dori Ghezzi e durante il rapimento ai rapitori chiederà i risultati delle partite dei rossoblù. Il libro è pieno di queste corrispondenze e di veri e propri tesori, come la lettera a Gesù Bambino in cui un giovanissimo Fabrizio chiede una maglia del Genoa e diari che contengono formazioni del Genoa, tabelle-salvezza, l'elenco degli squalificati delle squadre con cui i rossoblù avrebbero giocato la domenica successiva, ogni passo del Genoa annotato in maniera maniacale.

Tutte le emozioni del tifoso, della persona, del poeta De André crescono e vengono fatte crescere dalla penna dell'autore, la cui abilità è quella di riuscire fin dall'inizio a traccare un percorso da cui è difficile staccarsi. Sia perché coinvolge in maniera totale il lettore, sia perché ti dà la sensazione che tutto sia destinato a compersi all'arrivo. Ed è quasi appagante scoprire che è veramente così nell'ultimo capitolo, struggente ma che ti lascia un retrogusto dolce, di una storia che non è sul calcio ma che non puoi dire che sia “solo” sul calcio. Perché il calcio non è mai “solo” il calcio, è quella «fede laica che nasce da un bisogno infantile ma pure sempre umano». Ce l'ha insegnato Fabrizio De André.

Luca Pelosi per il quotidiano "il Romanista" del 21.07.2013



Offline Eagles71

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Re:Nuove (e pessime) esternazioni di livore
« Risposta #15 : Lunedì 9 Settembre 2013, 12:28:10 »
non hanno proprio capito un cazzo, del resto scrivono per quel giornale mucchio di inchiostro su carta igienica, se c'era una cosa che odiava Fabrizio de Andrè erano i sotterfugi i falsi miti e quanto di peggio l' uomo creasse per arrivare al potere senza meriti, proprio ciò che rappresenta l'aesse.

il razzismo ci fa schifo, Forza Lazio è il nostro tifo!

Offline ML

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Re:Nuove (e pessime) esternazioni di livore
« Risposta #16 : Lunedì 9 Settembre 2013, 13:12:56 »
Che pena, usare De Andrè per parlare daaroma...
Livello umano sottozero, professionale non pervenuto.

malacarne

Re:Nuove (e pessime) esternazioni di livore
« Risposta #17 : Lunedì 9 Settembre 2013, 15:04:21 »
Che pena, usare De Andrè per parlare daaroma...
Livello umano sottozero, professionale non pervenuto.

A sto punto mi aspetto ora anche dei libri su Socrate, Shakespeare, Dante e Manzoni.

Naturalmente sarebbero stati tutti daaroma.

Offline Il lodolaio

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Re:Nuove (e pessime) esternazioni di livore
« Risposta #18 : Lunedì 9 Settembre 2013, 16:19:23 »
Boicottaggio, sempre e comunque.
"A noi la qualità cià rotto il cazzo.
VIVA LA MERDA!"

Eagle70

Re:Nuove (e pessime) esternazioni di livore
« Risposta #19 : Lunedì 9 Settembre 2013, 21:14:01 »

Non ha mai nominato la sua squadra nelle sue canzoni

allora non conosci questa, cantata con francesco baccini