Autore Topic: Intervista a De Martino su Globalist  (Letto 2476 volte)

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Giglic

Re:Intervista a De Martino su Globalist
« Risposta #20 : Giovedì 22 Agosto 2013, 17:41:26 »
Che arroganza!

Insomma a fronte di nessuna società in Italia che fa qualcosa, anche solo per una partita, si critica la Lazio per farlo per una partita!

Si. E' arroganza. Da parte della società, che crede di risolvere il problema così.

Online franz_kappa

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Re:Intervista a De Martino su Globalist
« Risposta #21 : Giovedì 22 Agosto 2013, 17:43:02 »
[...]
Viceversa se si ritiene che la Societa' Lazio non debba ne' possa fare nulla, allora commenti e topic hanno ben poco senso.
La Società può fare moltissimo, limitatamente ai suoi scarsi margini di manovra (visto che essa non può sostituirsi alle forze dell'ordine nella prevenzione e repressione delle manifestazioni razziste in Curva).

La Società, per come la vedo io, deve prendere CHIARA E NETTA POSIZIONE contro chi si produce in manifestazione razziste allo stadio. Senza tatticismi (più o meno onorevoli), senza cautele, consapevole dei rischi che comporta tale strategie. La presa di posizione da parte del Club può e anzi deve essere una sola:
Chi, nello stadio della Lazio, si produce in manifestazioni universalmente ritenute razziste o discriminatorie (in ciò sono ricompresi i cori "uh uh" o "buh buh" ma anche il coro "giallorosso ebreo" o ancora "as xxxx juden club", come pure le mani a paletta, celtiche e svastiche) deve essere dichiarato un NEMICO della Lazio, un elemento da espellere prima o poi dallo stadio.

Sia chiaro, non sono un ingenuo: so bene che modi per 'ripulire' le curve non ce ne sono, allo stato attuale, se a intraprendere tali azioni è la Società in autonomia.

E allora la Società si dichiari "prigioniera" (perché tale è, come molti altri club, peraltro), squarci il velo di ipocrisia che ammanta il mondo del calcio: le curve fanno quello che cazzo pare loro perché da decenni si consente tutto ciò. E' ora di finirla e la Lazio - la cui specifica posizione è a sommo rischio, soprattutto a livello europeo: l'ipotesi di saltare una o più stagioni di Coppe Europee per squalifica, allo stato attuale, non è affatto chimerica - deve iniziare la sua piccola guerra di liberazione.

La 'guerra' si dichiara chiamando a raccolta non tanto la cosiddetta parte sana del tifo ma anche e soprattutto le Istituzioni, calcistiche e non solo: la Lazio non può, da sola, arginare un fenomeno che non è arginabile agendo da soggetto privato che interagisce con altri privati. La Lazio non può assoldare squadracce per ripulire la curva a suon di sganassoni, come molti, ingenuamente, suggeriscono (eh, fosse così facile)

La Lazio di Lotito - non certo per sua colpa, sia ben chiaro - ha un enorme problema di immagine: è percepita come una Società di tifosi razzisti e, in effetti, annovera sugli spalti alcune centinaia (o poche migliaia, non so dirlo) di persone effettivamente razziste (per intima convinzione, calcolo, ignoranza, omologazione o, financo, semplice noia). Che periodicamente rammentano ai media e dunque al Mondo la loro natura con le manifestazioni che ho illustrato in precedenza.

La Lazio questo problema non lo può risolvere da sola, sia ben chiaro: si deve creare una fitta rete di soggetti, Istituzionali e non, in grado di supportare la battaglia della Società. Che, a sua volta, deve iniziare a cooperare convintamente con forze dell'ordine, ministero degli Interni e altri soggetti coinvolti per individuare e interdire l'accesso allo stadio agli elementi 'devianti'. Ma sempre tenendo presente che la decisione di impedire l'accesso all'impianto dove gioca la Lazio dovrà essere conseguenza di un provvedimento amministrativo ufficiale - figlio delle leggi attuali della Repubblica o di nuove leggi ad hoc da far approvare presto - e non certo di un'azione informale presa dal Club.

E' evidente che ogni altra azione che non veda coinvolto chi - da anni - evita ogni coinvolgimento in tali vicende (mi riferisco allo Stato) sarà destinata a non produrre alcun effetto.

La Lazio denunci la situazione e inizi la sua 'guerra'. Ma solo a patto di avere dalla sua parte chi detiene l'effettivo potere di bonificare gli spalti l'Olimpico e coadiuvare l'accessoria azione di sanificazione della tifoseria che la Società Lazio potrà avviare in autonomia mediante iniziative di sensibilizzazione ed educazione.

O si agisce in questo modo, dichiarando chiaro e tondo che nella vicenda ci sono soggetti colpevoli (parte della tifoseria) e soggetti incolpevoli (la Società) e poi accettando i successivi 'conflitti' ambientali certi di avere al proprio fianco le Istituzioni e la maggioranza della tifoseria, oppure è meglio - per come la vedo io. E' una provocazione, intendiamoci - evitare inutili iniziative come la scritta sulla maglia e provare (con tutto ciò che tale discutibile condotta implicherebbe) a scendere a patti con parti della tifoseria.

Non esiste una terza via. Men che meno esiste una via facile. La Lazio, da sola, questo problema NON LO RISOLVERA'. Men che meno con una scritta sulla maglia.
Si valuti allora molto attentamente come agire: ne va dell'immagine dell'ultracentenaria Società e di almeno 500mila appassionati. Per tacere delle ricadute economiche - su un Club quotato, per giunta - che futuri provvedimenti sanzionatori potranno avere.
Buon viaggio, caro Piero.

Giglic

Re:Intervista a De Martino su Globalist
« Risposta #22 : Giovedì 22 Agosto 2013, 17:50:32 »
Non esiste una terza via.

Esiste, amico caro. I due milioni di euro persi per squalifiche pagali all'UEFA PRIMA sotto forma di sponsorizzazione della campagna "respect". A livello di immagine le poche migliaia di idioti (che combattono contro poche migliaia di altri idioti che hanno fatto pace con Lotito, non ci scordiamo mai questo fatto) passeranno sotto silenzio. Ma la società questa cosa non la farà mai.

Offline BobLovati

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Re:Intervista a De Martino su Globalist
« Risposta #23 : Giovedì 22 Agosto 2013, 17:51:29 »
la solita storia; se si fa non va, se non si fa manco    :-X
Laziale, Ducatista e fiumarolo

Siamo noi fortunati ad essere della Lazio, non la Lazio ad avere noi

“LA MOGLIE DI CESARE DEVE NON SOLO ESSERE ONESTA, MA ANCHE SEMBRARE ONESTA.”

Online franz_kappa

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Re:Intervista a De Martino su Globalist
« Risposta #24 : Giovedì 22 Agosto 2013, 17:55:49 »
la solita storia; se si fa non va, se non si fa manco    :-X
Mi pare che le posizioni sinora espresse fossero molto articolate e circostanziate e non riconducibili alla brutale dicotomia da te presentata. Come se l'attitudine generale fosse quella di bollare in ogni caso le iniziative della Società come inefficaci quando non fallimentari. Non lo credo, in fede.

Ritengo che interventi come il tuo, se permetti, non rendano in alcun modo giustizia alla dedizione (mi si passi il termine) con cui molti di noi si applicano nella condivisione di opinioni sul forum.

Espressioni generiche, buone per sostenere tutto e il contrario di tutto, finiscono per inaridire le discussioni, anzi.
Buon viaggio, caro Piero.

Offline Ataru

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R: Intervista a De Martino su Globalist
« Risposta #25 : Giovedì 22 Agosto 2013, 17:59:16 »
Proponiamo la scritta:

Guerra al razzismo
C'è bisogno di tutti
osa c'è da psicolo propriono capisco.
qui sono un esempio di civilità e non solo per molti

Offline disabitato

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Re:Intervista a De Martino su Globalist
« Risposta #26 : Giovedì 22 Agosto 2013, 18:14:50 »
Che arroganza!

Insomma a fronte di nessuna società in Italia che fa qualcosa, anche solo per una partita, si critica la Lazio per farlo per una partita!

il problema è che è una fogli di fico che non risolve la questione razzismo.
possiamo anche pittare di nero i visi dei giocatori, ma non cambia nulla finché la Lega, la federazione, e le FdO, non iniziano a rimboccarsi le maniche piuttosto che far calare assurde mannaie punitive (quelle sì discriminatorie) che non risolvono per nulla il problema.

La Lazio non è un organo giudiziario e quindi non può intervenire sulle libertà personali di chi entra allo stadio. Le immagini a circuito chiuso sono di proprietà CONI (proprietario dell'impianto) e vengono visionate dalle FdO.
La Lazio, furbescamente, dovrebbe fare una generica denuncia contro ignoti e far alzare il culo dalle poltrone ai piccioni appollaiati sopra la monte mario.

È vero che la Lazio può decidere chi entra e chi resta fuori, ma non ha i mezzi per poter individuare chi trasgredisce.
Rimando all'attenzione di tutti che il famoso regolamento d'uso dello stadio olimpico è parte integrante di una legge dello Stato, e pertanto i trasgressori dovrebbero subire un processo poiché compiono un reato. È la base del diritto che, per essere condannati, bisogna aver le prove che si sia infranta la legge. Nel caso specifico, essendoci sì una infrazione della legge, non vi è modo di punire i trasgressori poiché non si può (o non si vuole) identificarli. In virtù di ciò vengono puniti (discriminandoli) degli ipotetici occupanti di un settore dello stadio, la curva nord, che non mi risulta essere una persona fisica né un soggetto giuridico.
Vengo punite persone che, potenzialmente, non hanno commesso il fatto rendendo questo provvedimento un abominio giuridico.
Le due giornate di squalifica scontate in EL sono state un vero e proprio sputo in faccia a qualsiasi forma di diritto: punire 30mila persone per le colpe di 200? 20? fa tanto di ritorsione da regime totalitario.

Tornando alla maglia: il messaggio (per me) non ha molto senso se non accompagnato da un forte richiamo all'azione, da parte della Lazio, nei confronti di coloro che dovrebbero vigilare affinché tali cose non avvengano.

Quelli della Pro patria l'hanno carcerati, mentre quelli del sassuolo no. Questo solo dopo un giusto processo (oppure dopo una normale attività investigativa) e non una decisione sommaria presa da qualche parruccone annoiato.
DISCLAIMER: durante la scrittura di questo post non è stata offesa, ferita o maltrattata nessuna categoria di utenti o nessun utente in particolare. Ogni giudizio su persone, cose o utenti rimane nella mente dello scrivente e per questo non perseguibile.

Offline MCM

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Re:Intervista a De Martino su Globalist
« Risposta #27 : Giovedì 22 Agosto 2013, 19:55:42 »
Ma il problema razzismo all' interno dello Stadio Olimpico di proprietà del Coni non deve certamente risolverlo la Lazio!
Ma che scherziamo?...

L' errore di fondo è questo.

La Lazio al massimo, per quanto sia assolutamente ovvio, potrà decidere di dissociarsi da alcuni fenomeni. E in questo è l' unica squadra al mondo a mia memoria a farlo con una scritta sulle maglie al posto dello sponsor.

Dite che una scritta per una gara non risolve nulla e la proponete per tutte le gare come se mettendola tutte le gare si evitasse che uno che ha voglia di fare buu perchè così gli dice il cervello smettesse di farlo.
Proponete di dare soldi per avere uno sponsor.
Pensate che questo risolva il razzismo, ma anche solo la deficienza di alcune persone?...uno sponsor perenne e il versamento di 1 milione di euro nelle casse di una qualsivoglia associazione?

Seriamente. Vorrei risposte argomentate.


Offline MCM

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Re:Intervista a De Martino su Globalist
« Risposta #28 : Giovedì 22 Agosto 2013, 19:58:37 »
il problema è che è una fogli di fico che non risolve la questione razzismo.
possiamo anche pittare di nero i visi dei giocatori, ma non cambia nulla finché la Lega, la federazione, e le FdO, non iniziano a rimboccarsi le maniche piuttosto che far calare assurde mannaie punitive (quelle sì discriminatorie) che non risolvono per nulla il problema.


Ma la Lazio non ha certo la pretesa di risolvere la questione razzismo o deficienza di qualcuno. Vuole, giustamente, dissociarsi. Per quanto ovviamente non serva, perchè solo la malafede può associare il razzismo alla Lazio o a qualsivoglia società in Italia.

Offline DinoRaggio

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Re:Intervista a De Martino su Globalist
« Risposta #29 : Giovedì 22 Agosto 2013, 20:06:32 »
La Lazio chiama la Kyenge ed Alfano: "Sentite, ci siamo rotti i cosiddetti dei pseudotifosi che in nostro nome (perché ci andiamo di mezzo noi) fanno 'ste cose brutte. Alfa', ci sono le leggi, noi ti aiutiamo, ma tu devi fare il tuo dovere, altrimenti indiciamo una bella conferenza stampa e diciamo coram populo che la Lazio vuole combattere il razzismo, ma il ministro se ne frega altamente. Noi abbiamo fatto il possibile, ma più di questo, effettivamente, non possiamo fare.
Alla ministra, possiamo cominciare una campagna antirazzismo, noi mettiamo la maglietta ed i giocatori, se ci aiutate sarà tutto più facile. Se non ci aiutate, vedi conferenza stampa precedente".
E ra gisumin all'ùart!

La serie A è un torneo di limpidezza cristallina, gli arbitri non hanno alcunché contro la Lazio e si distingueranno per l'assoluta imparzialità, non ci saranno trattamenti di favore o a sfavore nei confronti di alcuno. Sarà un torneo di una regolarità esemplare. (19-8-2016)

Offline Er Matador

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Re:Intervista a De Martino su Globalist
« Risposta #30 : Sabato 24 Agosto 2013, 05:03:13 »
Sono e rimarrò sempre contrario a iniziative del genere, che considero fra le altre cose un'ammissione di colpevolezza.
Vorrei piuttosto porre, una volta per tutte, quella che per me è la domanda decisiva.
La società Lazio avrebbe tutti i diritti e i mezzi per costituirsi parte civile contro certi individui: PERCHÉ NON LO FA?
Io comincio a pensar male seriamente, dal ricatto a rapporti ancor più inconfessabili fra le parti.

CP 4.0

Re:Intervista a De Martino su Globalist
« Risposta #31 : Sabato 24 Agosto 2013, 06:53:50 »
...la domanda decisiva.
La società Lazio avrebbe tutti i diritti e i mezzi per costituirsi parte civile contro certi individui: PERCHÉ NON LO FA?
Io comincio a pensar male seriamente, dal ricatto a rapporti ancor più inconfessabili fra le parti.

La società qualche anno fa denunciò un tifoso che espose una croce celtica, ma non mi riesce di trovare nulla a riguardo, se non questo http://laziobros.forumcommunity.net/?t=6835778, per cui non saprei proprio come andò a finire.

Offline Fabio70rm

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Re:Intervista a De Martino su Globalist
« Risposta #32 : Sabato 24 Agosto 2013, 09:06:55 »
Io la penso come F_K.

La maglietta è anche una bella iniziativa, ma non serve a nulla se la società non si dissocia e non si mette a fare la guerra a certa gentaglia.

E la guerra la si fa a colpi di denunce, contro ignoti e contro i responsabili se identificati, e costituendosi parte civile ai processi.

Inoltre rompendo ogni rapporto con i cosiddetti "rappresentanti" di quei settori da dove provengono certe schifezze.

Purtroppo invece pare che questa "pax curvorum" sia la filosofia attuale societaria, e le poche voci di dissenzo che cercano di farsi sentire vengono messe a tacere...sentitevi in questi due giorni i commenti dei conduttori di LSR...

La Lazio chiama la Kyenge ed Alfano: "Sentite, ci siamo rotti i cosiddetti dei pseudotifosi che in nostro nome (perché ci andiamo di mezzo noi) fanno 'ste cose brutte. Alfa', ci sono le leggi, noi ti aiutiamo, ma tu devi fare il tuo dovere, altrimenti indiciamo una bella conferenza stampa e diciamo coram populo che la Lazio vuole combattere il razzismo, ma il ministro se ne frega altamente. Noi abbiamo fatto il possibile, ma più di questo, effettivamente, non possiamo fare.
Alla ministra, possiamo cominciare una campagna antirazzismo, noi mettiamo la maglietta ed i giocatori, se ci aiutate sarà tutto più facile. Se non ci aiutate, vedi conferenza stampa precedente".

Bella idea, in teoria, ma tu pensi che le istituzioni in questo momento ti darebbero retta? La verità è che per lo Stato gli stadi sono sfogatoi...che paghino la Lazio e tutte le società come valvola di sfogo delle frange estreme, anzichè ritrovarsele per strada a marciare in manifestazioni spaccatutto...anche perchè portano voti eh...
Polisportiva SS LAZIO, l'unica squadra a Roma che vince invece di chiacchierare!!

Online franz_kappa

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Re:Intervista a De Martino su Globalist
« Risposta #33 : Sabato 24 Agosto 2013, 09:25:05 »
Io la penso come F_K.

La maglietta è anche una bella iniziativa, ma non serve a nulla se la società non si dissocia e non si mette a fare la guerra a certa gentaglia.

E la guerra la si fa a colpi di denunce, contro ignoti e contro i responsabili se identificati, e costituendosi parte civile ai processi.

Inoltre rompendo ogni rapporto con i cosiddetti "rappresentanti" di quei settori da dove provengono certe schifezze.
Ma io la penso un po' diversamente da te, caro Fabio.
Non auspico che inizi la guerra 'a colpi di denunce' né che vengano interrotti i rapporti con i rappresentanti del tifo organizzato, che anzi sono degli stakeholder (detentori di interessi) con cui la Società è chiamata a manterere un costante - purché trasparente e legale - rapporto.

Io immagino altro: la Lazio deve dichiarare la sua incapacità di risolvere il problema in autonomia, visto che si tratta di comportamenti e fattispecie che richiedono INEVITABILMENTE il convinto e costante coinvolgimento dello Stato in tutte le sue articolazioni.
Ottenuto il convinto, pieno e costante supporto delle Autorità e delle Giurisdizioni (tanto pubbliche che private, ovvero calcistiche) con cui è chiamata a rapportarsi e alle cui leggi e prescrizioni deve sottostare, allora sì la Lazio potrà intraprendere tutti quegli atti tesi a supportare e rafforzare - allo stadio e non solo - le azioni di prevenzione, contrasto e sanzione di condotte razziste e violente che non è suo compito attuare.

Soluzioni come le denunce a tutto spiano, le 'pizze' in curva da parte di squadracce non meglio identificate, i processi e altro mi fanno sorridere, tanto sono ingenue nella concezione e irrealizzabili nella pratica. Con tutto il rispetto per chi propone simili ricette, beninteso.
Buon viaggio, caro Piero.

Offline Fabio70rm

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Re:Intervista a De Martino su Globalist
« Risposta #34 : Sabato 24 Agosto 2013, 09:33:52 »
Ma sai, io sono sempre dell'idea, magari utopistica, che i reati non si fanno e che se si coglie una persona nell'atto di farli, non solo va denunciata, ma ci si deve dissociare e se si è testimoni o vittime dei suoi atti, si debbano prendere le distanze, almeno finchè quella persona non dimostri con i fatti di essersi pentita e redenta.

Mi rendo conto purtroppo che è una bella ingenuità...

Concordo sul rapporto trasparente e legale...ma perchè intrattenerne con gente che spesso è stata coinvolta in processi per disordini allo stadio? E alcuni di loro anche condannati?
Polisportiva SS LAZIO, l'unica squadra a Roma che vince invece di chiacchierare!!

Online franz_kappa

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Re:Intervista a De Martino su Globalist
« Risposta #35 : Sabato 24 Agosto 2013, 09:41:09 »
Ma sai, io sono sempre dell'idea, magari utopistica, che i reati non si fanno e che se si coglie una persona nell'atto di farli, non solo va denunciata, ma ci si deve dissociare e se si è testimoni o vittime dei suoi atti, si debbano prendere le distanze, almeno finchè quella persona non dimostri con i fatti di essersi pentita e redenta.

Mi rendo conto purtroppo che è una bella ingenuità...
Attenzione, non volevo sminuire il tuo intervento ipotizzando che la tua visione - come non condividerla? Poche righe di puro civismo, queste tue ultime che quoto - sia ingenua.

Ingenuo, sempre con tutto il rispetto, è continuare ad affermare che manifestazioni razziste allo stadio - come i cori che ricordano il verso della scimmia indirizzati a giocatori di colore - messe in atto da alcune centinaia o migliaia di persone in mezzo ad almeno 10-15 mila occupanti di Curva e Distinti siano chiaramente individuabili e in ragione di ciò potenzialmente perseguibili.

Banalmente... Se mi copro la bocca con la sciarpa e urlo qualcosa c'è a tuo avviso modo - anche a patto di avere una ripresa video che mi individua chiaramente - di provare in sede giudiziale che stavo inequivocabilmente facendo il verso della scimmia? Vogliamo forse precipitare il nostro Paese - che Stato di diritto lo è, spesso, solo in teoria - in un clima da regimi totalitari, dove basterebbe coprirsi la bocca con la sciarpa o finire proprio malgrado vicini a qualcuno che urla cori razzisti per incorrere in potenziali condanne penali?

E poi, mi e vi chiedo: chi dovrebbe/potrebbe sanzionare tizio o caio (anonimo, senza precedenti e incensurato) che allo stadio, in Curva, non staziona al posto indicato dal suo biglietto nominativo e si produce in manifestazioni razziste?
O lo si arresta in flagranza di reato (assurdo: mica puoi militarizzare la curva con 5000 esponenti delle FdO pronti a sanzionare potenziali reati) o non c'è modo di inviduarlo. Non trovi?
Buon viaggio, caro Piero.

Offline disabitato

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Re:Intervista a De Martino su Globalist
« Risposta #36 : Sabato 24 Agosto 2013, 10:29:12 »
E quindi spari nel mucchio finché (forse) non colpisci il colpevole?
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« Risposta #37 : Sabato 24 Agosto 2013, 10:41:31 »
E quindi spari nel mucchio finché (forse) non colpisci il colpevole?
Non è chiaro, dis. A chi stai rispondendo?
Buon viaggio, caro Piero.

Offline disabitato

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Re:Intervista a De Martino su Globalist
« Risposta #38 : Sabato 24 Agosto 2013, 11:19:30 »
Il fatto di non aver la certezza del colpevole (ottimo l'esempio della sciarpa sopra la bocca) non mi dovrebbe autorizzare a punire alla cieca.
Una via percorribile sarebbe il frazionamento ulteriore degli spalti, in modo da avere spazi più piccoli e più facilmente controllabili.
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Re:Intervista a De Martino su Globalist
« Risposta #39 : Sabato 24 Agosto 2013, 11:31:10 »
Il fatto di non aver la certezza del colpevole (ottimo l'esempio della sciarpa sopra la bocca) non mi dovrebbe autorizzare a punire alla cieca.
Una via percorribile sarebbe il frazionamento ulteriore degli spalti, in modo da avere spazi più piccoli e più facilmente controllabili.
Ok, ora ho capito meglio. Assolutamente d'accordo con te, siamo sulla stessa linea.
Da liberale e garantista non posso tollerare, anche solo in ipotesi, l'adozione di misure repressive arbitrarie che si risolverebbero - con ogni probabilità - in abusi e rischi di colpire degli innocenti.

Si adottino tutte le azioni necessarie per PREVENIRE prima che per REPRIMERE le manifestazioni razziste allo stadio.
La Lazio dichiari pubblicazione il suo convinto impegno ad affiancarsi, anche a costo di alienarsi parte della simpatia di una parte della tifoseria (gli ultras 'sani', che vivono lo stadio in maniera particolare ma non si producono in manifestazioni razziste) nell'ambito di una generale adozione di misure, strumenti e regolamenti tesi a rendere lo stadio un luogo maggiormente controllabile.

Rete di telecamere (che le paghino le Società, sia chiaro), frazionamento dei settori popolari, aumento del costo medio del biglietto, allocazione sugli spalti di steward adeguatamente formati e in grado di intervenire sulla base di regolamenti e norme nuove da approvare: tutto ciò potrà vedere la Lazio coinvolta al fianco (mai da sola, mai in prima battuta) delle Istituzioni pubbliche e calcistiche per debellare il razzismo, evitare sanzioni sportive ed economiche, tutelare la propria immagine e, non ultimi, gli interessi/diritti di oltre 1 milione di persone tra tifosi [abbonati o paganti il biglietto allo stadio e clienti delle piattaforme televisive satellitari e digitali terrestri], simpatizzanti biancocelesti e azionisti del club.
Buon viaggio, caro Piero.