Autore Topic: Sogni di mezza estate  (Letto 482 volte)

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Offline fish_mark

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Sogni di mezza estate
« : Sabato 10 Agosto 2013, 15:50:57 »
Dell’interessante intervista di questa mattina del presidente proviamo a guardare insieme i punti salienti con le valutazioni sul presente e le aspettative del futuro della società e del suo presidente.
 
 
La Coppa Italia nel derby con la Roma e un mercato pieno di acquisti. C’è grande entusiasmo intorno alla Lazio. Si può dire che sia l’estate più bella per il presidente Lotito?
 
«Se dovessi fare un consuntivo di questi giorni e degli impegni affrontati tra luglio e agosto, visto il caldo di Roma, direi di no… Diciamo che stiamo cercando di allestire una squadra ancora più competitiva salvaguardando gli equilibri economico-finanziari di una società che, vorrei ricordare, parte svantaggiata rispetto alle concorrenti. Ogni anno dobbiamo onorare una rata di tasse non pagate dalla precedente gestione con il Fisco per 6 milioni di euro. Significa accollare sui conti della Lazio la cifra equivalente del bilancio di un club di serie B».
 

 
Oppure, si potrebbe dire che paghiamo un top player senza vederlo giocare. Pazienza, ma in un fatturato di poco più di 90 milioni ormai la questione è sotto controllo.
 
 

La Lazio ha speso 26 milioni e non ha ceduto nessuno dei suoi big. Cosa significa?
«Significa che abbiamo la volontà di accrescere le potenzialità e la qualità della squadra. Vogliamo renderla più competitiva. Dipenderà molto dalla resa dei giocatori. Ad oggi, tutti quelli che avevamo in organico, sono stati valutati in modo positivo. Hanno avuto un buon rendimento, facendo parte integrante di un gruppo che ha voglia di continuare a crescere. Non è intenzione della società fare cassa attraverso i suoi gioielli. I gioielli devono restare con noi. Lo dicevo nel 2004 quando ho preso la Lazio. Un grattacielo non si costruisce sulla sabbia, ma sulle basi di cemento armato. Oggi fatturiamo un terzo rispetto alla Juventus e ci portiamo dietro un bilancio ulteriore di un club di serie B, ma attraverso la programmazione, l’organizzazione, lo spirito di sacrificio e una compattezza interna si possono raggiungere risultati ambiziosi. E questo si può fare, un passo alla volta, senza alienare i nostri giocatori. Tutte le azioni di mercato sono sempre state funzionali alla crescita della squadra. E’ successo di aver venduto alcuni giocatori, gli ultimi sono stati Kolarov e Lichtsteiner, ma soltanto perché lo avevano chiesto loro. E quelle risorse vennero reimpiegate per accrescere ed alzare la qualità e il livello della squadra».

 

Rassicurante il fatto che la società intenda acquistare e non vendere, mantenendo in rosa i migliori: questo significa che si guarda con fiducia al futuro.
E’ però opportuna una precisione, soltanto a titolo di informazione. Il rapporto tra i fatturati delle squadre finaliste di Supercoppa è di uno a due, visto che il Gruppo Lazio fattura 95.509.291 mentre la Juventus viaggia sui 213.786.231 (dati al giugno 2012). Per carità, il concetto è grosso modo lo stesso. Grosso modo, però.
 

 
La Champions è l’obiettivo della Lazio nel prossimo campionato?
«L’obiettivo è quello di dare il massimo. Sarei felice se la Lazio si esprimesse al 100 per cento, confido nelle potenzialità della squadra, sappiamo di aver allestito un gruppo importante ma anche che può capitare di non raccogliere ciò che si semina. Nella passata stagione siamo stati altalenanti per diversi motivi, quelli che chiamo i fattori imponderabili. Siamo partiti a razzo e poi siamo calati in campionato, penalizzati dagli infortuni. In Europa League non meritavamo di uscire ai quarti, sapete tutti come è andata. Poi è arrivata la Coppa Italia. Speriamo quest’anno di essere continui e di durare dall’inizio alla fine»..

 

 L'obiettivo di dare il massimo è sicuramente ambizioso, ma perlomeno indefinito se non sfuggente. E poi tornano gli ever green dei fattori imponderabili. Ma non si era parlato di programmazione? Insomma, da grande cosa farà la Lazio?
 


  «Lo ripeto spesso. Noi siamo sul mercato 365 giorni l’anno h24. Il negozio è aperto, non ho un orario in cui devo per forza alzare o abbassare la saracinesca. Faccio un esempio. Felipe Anderson lo volevamo e lo abbiamo trattato a gennaio, poi è arrivato a luglio. Il mercato è in funzione di ciò che succede, per migliorare la squadra non ci siamo mai tirati indietro. Ma un eventuale ingresso non è legato alle necessità. La grande soddisfazione di questa estate è che abbiamo portato a casa tutti gli obiettivi, e parlo dei giocatori, che volevamo. Li abbiamo presi tutti, non ne è saltato uno».
 

Mancano ancora un paio di ciliegine (attaccante e centrale difensivo) per poter dire che la missione è compiuta. Siamo in fiduciosa e serena attesa del 31 agosto.
 

Hernanes è disponibile a rinnovare il contratto con la Lazio?
«Come abbiamo già fatto per tanti altri giocatori, dopo la fine del mercato ci metteremo intorno a un tavolo e vedremo il da farsi. Esiste uno spirito di collaborazione, c’è un buon rapporto con il giocatore e con chi lo rappresenta, lo abbiamo constatato anche in tempi recentissimi. C’è da parte nostra la volontà di proseguire e mi sembra ci sia anche dall’altra parte. Sono convinto che non si creeranno contrapposizioni».

 

Ce lo auguriamo tutti ma è chiaro che hernanes andrà trattato da top player, di quelli a 18 carati (dovremo partire dai 3,5 mln in su)
 

 
Hernanes resterà di sicuro oppure un’offerta di 30 milioni da qui al 2 settembre potrebbe farle cambiare idea?
«Ad oggi nessuno ha bussato alla porta, non mi fascio la testa prima di essermela rotta. Sono abituato a pormi un problema quando esiste, non prima. Non faccio voli pindarici oppure onirici. Non mi costruisco un film. Posso soltanto rispondere che la società non ha l’obiettivo di disfarsi di Hernanes, tutt’altro. Non c’è questa possibilità, non l’ho messo in vendita e mi sembrava di essere già stato chiaro».

 
 

è sufficiente la proposta indecente che ad ora non è arrivata. Ne sarebbe arrivata qualcuna soltanto decente (i rumours la danno sui 22 mln)
 
 
 
Arriverà un attaccante nel caso in cui partisse Kozak?
«L’alienazione di Kozak passa dalla volontà del calciatore. E’ giovane, vede che alla Lazio non ha tanto spazio, ha ambizioni di giocare titolare, con maggiore continuità, come ha fatto in Europa League, dove è stato il capocannoniere del torneo. Passa attraverso la volontà di Kozak l’ipotesi di cessione. Ma ho sempre detto che qualsiasi azione di mercato dev’essere in funzione di una crescita della squadra, non può essere una diminutio. Quindi, se accadrà, nuove risorse verranno utilizzate per migliorare».

 

da queste parole si evince che il tema dell'attaccante se è una priorità non viene considerato una emergenza e tutto questo non sarebbe rassicurante.
 
 
Cosa chiede a Petkovic per la prossima stagione?
«Io chiedo all’allenatore di far esprimere la squadra al 100 per cento. Una qualità di gestione all’insegna della qualità della squadra. Deve portarla alle condizioni e alla concentrazione giuste per potersi esprimere al massimo. Sappiamo quali sono gli obiettivi e le difficoltà. L’importante è esprimersi».
 
Qual è il patto di cui parlava qualche giorno fa Tare tra Petkovic e la società?

«Abbiamo un buon rapporto con l’allenatore. E’ un rapporto di rispetto, di considerazione, di stima reciproca e su questa base bisogna creare insieme un percorso per la crescita e il rafforzamento della Lazio, senza alcun retropensiero».

 
anche qui manca l’indicazione di traguardi precisi, di obiettivi chiari cui legare gli sforzi di società e squadra. Va bene il rapporto sicuramente funzionante il che è un elemento positivo da non trascurare, ma sarebbe utile indicare obiettivi  chiari. Che poi è difficile pensare che non si siano definiti in società: lascia a desiderare il fatto che non vengano manifestati pubblicamente, anche per mobilitare la tifoseria.


 
La sintonia vale più di un legame scritto su carta, ma il contratto di Petkovic con la Lazio scade nel 2014.
«Sto cercando di sminare questa mentalità. Il rapporto tra un allenatore e la società è come un matrimonio tra moglie e marito, si persegue un fine comune, vale a dire la crescita della squadra, ottenere migliori risultati con il minor sforzo possibile. Se tutte le componenti remano nella stessa direzione, è più facile. Determinano un rapporto costruttivo senza scadere negli individualismi, si lavora nell’interesse primario della società. Con Petkovic c’è assonanza totale. vede la squadra come un collettivo, non ci devono essere ruoli di primedonne, il valore assoluto è quello del gruppo. Parlo di sinergia, di rapporto simbiotico: se viene meno c’è una preminenza del valore individuale».



Nostra traduzione: il tema del rinnovo dell'allenatore è considerato prematuro.
 


Tare ha parlato dei modelli di Borussia Dortmund e Schalke 04. Si arriva a risultati prestigiosi attraverso la pianificazione.

«Sì, ma non dobbiamo copiare dal Borussia Dortmind. Io questo tipo di politica l’ho cominciata a fare nel 2004, parlavo di una casa costruita sul cemento armato e non sulla sabbia. La società ha seguito un percorso, ora abbiamo un giornale, una radio, una televisione tra le migliori del settore per rendere più appetibile il prodotto Lazio, ma anche per avere maggiore appeal nei confronti dei giovani calciatori. Guardate Keita e poi Tounkara, ora Seck. Questo è il terzo ragazzo che viene a Formello dal Barcellona, non una squadra qualsiasi, significa che abbiamo appeal. E che c’è una capacità organizzativa importante. Io so perché. La filiera, la catena di comando, è molto corta, limitata, ristretta, così porta ad un’efficienza e a una programmazione che aiuta nel raggiungimento dei risultati».



Caro presidente, ma magari provassimo a copiare un po', ma soltanto un po', hai visto mai che ci facciamo una finale o anche una semifinale Champions?


Lo facciamo 'sto Borussia?
di fish_mark

Borussia Dortmund: tutti felici, anche gli investitori!
Tifoso bilanciato 2 maggio 2013
Il Borussia Dortmund, che sta diventando il nuovo "modello calcistico", sta regalando soddisfazioni ai propri tifosi senza però disdegnare di premiare anche i propri azionisti.
La società è quotata in Borsa e nonostante abbia dei numeri molto distanti da Bayer Monaco, Real Madrid e Barcelona, è sicuramente un modello di gestione vincente. Ha comunque visto il fatturato crescere fino a 222 milioni di Euro e l'EBITDA a 59 milioni. Anche il flusso di cassa operativo è positivo.

Soccerissue ci racconta il segreto del Borussia Dortmund con la teoria dei “vantaggi comparati”
Ouriel Dascal, del sito Soccerissue (@Soccerissue), ha sviluppato una breve ma molto interessante analisi sulle basi del successo del Borussia Dortmund, verificando l'applicazione della "teoria dei vantaggi comparati". Questa (sviluppatadall'economista inglese David Ricardo) si basa sull'assunto che un paese tenderà a specializzarsi nella produzione del bene su cui ha un vantaggio comparato (cioè la cui produzione ha un costo opportunità, in termini di altri beni, minore che negli altri paesi).
Ve ne proponiamo alcuni passaggi invitandovi a leggere l'articolo originale "The Power of Comparative Advantage" sul sito.
Hans-Joachim Watzke, l'Amministratore Delegato, ha avuto una visione semplice: creare una squadra di calcio amica dei propri tifosi, vincente ma in maniera sostenibile. Perché ciò accadesse, il Club aveva bisogno di trovare il proprio "vantaggio comparato" rispetto ad altri club in Germania e in Europa.
Michael Zorc, il direttore sportivo ha creato la struttura sportiva: un forte settore giovanile ed un sistema di scouting sofisticato. Il primo è un elemento comune a molti club, ma pochi di essi hanno un sistema di scouting come quello del Borussia Dortumund. Ecco il primo vantaggio comparato.
Il Dortmund ha 10 osservatori a tempo pieno – che guadagnano tra 7.500 a 15.000 euro al mese ciascuno. Usano ogni più piccolo pezzo di informazione a disposizione per trovare giocatore adatti al club. Quando trovano un buon candidato, tre o quattro di loro lo seguono in allenamento e partite per un paio di settimane allo scopo di raccogliere quante più informazioni possibili su di lui, come giocatore e come persona.
In sostanza, la strategia di mercato del Dortmund è quella di investire relativamente molto in osservatori in modo che possano trovare relativamente a buon mercato giocatori di classe mondiale. Questo sistema ha dato a Zorc e il suo equipaggio un vantaggio rispetto i club più ricchi, che semplicemente non cercano giocatori dove Dortmund arriva con il suo network.   
Il secondo vantaggio comparato è sul fronte commerciale: Carsten Cramer ha operato per ottenere un "crescita sensibile" e "coltivare il rapporto con i tifosi, in particolare in tema di ticket-pricing". Questo consente Dortmund per avere la tifoseria più grande d'Europa, che dà BVB opportunità di marketing che altri club, anche grandi come Manchester United e Barcellona, non hanno.
Jürgen Klopp è l'allenatore. Un genio motivazionale e tattico la cui squadra gioca una forma vivace e collettiva del calcio. Le sue tattiche sono basate sulla limitazione degli errori e nel correre in modo più intelligente di rivali.
Il Dortmund non è ricco come il Bayern Monaco, Barcellona o Real Madrid – ma è riuscito a trovare i propri vantaggi comparati che li ha aiutati ad annullare il gap finanziario. Tuttavia, dovrà reinventarsi su tutti i fronti presto, altrimenti i suoi rivali più forti potranno trarre vantaggio della relativa debolezza finanziaria.
(età media della rosa di 25 giocatori nel 2011 anni 25.3)

Il Borussia Dortmund all’attacco delle sponsorizzazioni create “ad hoc” per bypassare il Financial Fair Play
04/10/2012 | Filed under: Fair Play Finanziario | Posted by: Tifoso Bilanciato
Fonte: The Daily Mail online
L'Amministratore delegato del Borussia Dortmund ha duramente attaccato la dipendenza economica del Manchester City dal proprietario-mecenate, lo sceicco Mansour.
Secondo Hans-Joachim Watzke, infatti, tutti i club che per poter soddisfare i parametri del Financial Fair Play provvedano a stipulare accordi di sponsorizzazione con società controllate dai proprietari del club stesso (il Manchester City con Etihad, e il PSG con una Banca del Qatar), dovrebbero essere "espulsi dalle competizioni" europee, perché queste soluzioni rappresentano chiaramente degli escamotage per aggirare la regola del pareggio di bilancio.
"La UEFA deve trovare la linea sottile tra sponsorizzazione e eccessivo finanziamento – e deve dimostrare di avere la forza di espellere grandi club", ha detto Watzke.
"A nessun magnate dovrebbe essere permesso di pompare follemente denaro in un club con la sponsorizzazione da cinque aziende che controlla. Se ciò accade, il fair play finanziario avrà esito negativo".
L'argomento è sicuramente all'attenzione della UEFA che dovrà valutare se tali sponsorizzazioni siano coerenti con la normativa sui rapporti con parti collegate o se, in caso contrario, i valori delle sponsorizzazioni debbano essere riclassificati in sede di analisi dei bilanci ai fini del Financial Fair Play.




Speciale Dortmund, parte 2: dal rischio fallimento al primo dividendo
dicembre 12, 2012 Extratime Gazzetta dello Sport Bundesliga, News 0 commenti

Due trofei, una squadra ricevuta con 3 minuti di applausi, il 98,3% dei 1.296 delegati in rappresentanza degli azionisti che vota sì a un innalzamento minimo della percentuale del dividendo, passata «solo» dal 6 all’8% dell’attivo di bilancio, in un’annata che ha cambiato tutti i primati in quanto a vittorie ma soprattutto a soldi. I boss del Borussia Dortmund erano commossi all’assemblea generale dei soci, in novembre. Sul palco c’erano i giocatori, il piattone dello scudetto e la Coppa di Germania, per la prima doppietta in 103 anni di storia; in platea il pubblico che riempie sempre gli 80.645 posti dello stadio (100% sulla capacità) e che rinunciava a intascare qualche euro in più, al primo dividendo distribuito, 12 anni dopo l’entrata in Borsa. «Questo è il Borussia: nessuno è come noi in Germania e nel mondo», ha gridato l’amministratore delegato Hans-Joachim Watzke, l’uomo che ha sistemato i conti. È in carica dal 2005: aveva trovato 125 milioni di debiti, la ristrutturazione dello stadio da pagare, il valore delle azioni sceso dagli 11 euro del collocamento a meno di 80 centesimi. E una squadra che rischiava la retrocessione. Eppure nel 2002 il Borussia aveva vinto il titolo tedesco e perso la finale Uefa col Feyenoord: élite europea.
Poi il tracollo sportivo, e di conseguenza quello finanziario, favorito da alcune operazioni spericolate, tipo comprare l’hotel dove la squadra andava in ritiro. Nel 2003-04 i gialloneri di Sammer mancano l’ingresso nella fase a gironi della Champions, perdendo ai rigori col Bruges e lasciando sul campo almeno 30 milioni sicuri. Inoltre lo stadio, dal 1992 di proprietà del club, deve essere finito per il Mondiale 2006 (costo 130 milioni). Si sfiora l’insolvenza e il ritiro della licenza per la Bundesliga. Il presidente Niebaum e il manager Meier hanno sì portato la Champions ’97 e l’Intercontinentale ’98 (con Scala in panchina) ma hanno poi buttato denaro in contratti pesanti di giocatori che non hanno reso (Bobic, Ikpeba): se ne devono andare. Arrivano Watzke e come manager una bandiera, da giocatore, Michael Zorc. Via quelli strapagati, via l’hotel, tre aumenti di capitale, richiesta di prestiti a sponsor e club amici: anche il Bayern partecipa e Hoeness, oggi nemico giurato, acquista delle azione pensando di fare beneficenza. Il nome dello stadio viene venduto a un’assicurazione (5 milioni l’anno), il grande popolo del Borussia compra biglietti e ogni tipo di feticcio da merchandising ufficiale. L’immenso amore di una città trasforma in oro ogni vittoria e dopo due scudetti e una coppa, Watzke ha annunciato il miglior bilancio della storia: 215 milioni di giro d’affari (+42%), 34,1 di attivo, il primo dividendo, debiti a 47 milioni per il mutuo dello stadio (fino al 2022). Azioni a 2,71 euro. Ecco il Borussia rinato.

un uomo di una certà mi offriva sempre olio canforato, spero che ritorni presto l'era del cinghiale biancoazzurro
STURM UND DRANG
Ganhar ou perder, mas sempre com democracia

malacarne

Re:Sogni di mezza estate
« Risposta #1 : Martedì 13 Agosto 2013, 23:53:07 »
Dal St.Pauli al Dortmund, un bel salto :D

Offline robylele

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Re:Sogni di mezza estate
« Risposta #2 : Mercoledì 14 Agosto 2013, 00:29:32 »
E’ però opportuna una precisione, soltanto a titolo di informazione. Il rapporto tra i fatturati delle squadre finaliste di Supercoppa è di uno a due, visto che il Gruppo Lazio fattura 95.509.291 mentre la Juventus viaggia sui 213.786.231 (dati al giugno 2012). Per carità, il concetto è grosso modo lo stesso. Grosso modo, però.

ma 95 x 2 non fa 190?
Per carità, il concetto grossomodo è lo stesso però io su 24 milioni non ci sputerei sopra.

L'obiettivo di dare il massimo è sicuramente ambizioso, ma perlomeno indefinito se non sfuggente. E poi tornano gli ever green dei fattori imponderabili. Ma non si era parlato di programmazione? Insomma, da grande cosa farà la Lazio?

non essere indefinito nè sfuggente: che domanda del catzo è cosa farà la Lazio da grande?
Dare il massimo mi pare il massimo. Che abbiamo una programmazione pensavo fosse acclarato, alla faccia di chi pensava di no.


Mancano ancora un paio di ciliegine (attaccante e centrale difensivo) per poter dire che la missione è compiuta. Siamo in fiduciosa e serena attesa del 31 agosto.

Ma non avevi scritto: ''La punta LATITA e Dio solo sa quanto ne abbiamo bisogno? No, perchè non sembravi così sereno e fiducioso. Cosa è cambiato? Ti sei innamorato?


Ce lo auguriamo tutti ma è chiaro che hernanes andrà trattato da top player, di quelli a 18 carati (dovremo partire dai 3,5 mln in su)

A me non sembra così chiaro. Sembra più facile invece pensare che queste cifre iperboliche siano frutto della tua fantasia.



è sufficiente la proposta indecente che ad ora non è arrivata. Ne sarebbe arrivata qualcuna soltanto decente (i rumours la danno sui 22 mln)

è possibile avere nome e cognome dei rumors? Occorrerebbero così da poter valutare insieme se si tratta di una cosa reale o della solita frottola di qualche ossessionato.

da queste parole si evince che il tema dell'attaccante se è una priorità non viene considerato una emergenza e tutto questo non sarebbe rassicurante.

Ma non eri in fiduciosa e serena attesa? Cosa è cambiato nel frattempo, t'ha mollato?


anche qui manca l’indicazione di traguardi precisi, di obiettivi chiari cui legare gli sforzi di società e squadra. Va bene il rapporto sicuramente funzionante il che è un elemento positivo da non trascurare, ma sarebbe utile indicare obiettivi  chiari. Che poi è difficile pensare che non si siano definiti in società: lascia a desiderare il fatto che non vengano manifestati pubblicamente, anche per mobilitare la tifoseria.

quindi se ti dicono che puntano allo scudetto tu ti rincuori. Povero Fish, ti basterebbe poco e neanche quel poco ti dànno. Io dico, ma che ci vuole a dire che si punta al triplete?
Anche qualora non fossimo in grado di raggiungerlo poco male, il tifoso della Lazio comprenderà e perdonerà, senza polemiche.

Nostra traduzione: il tema del rinnovo dell'allenatore è considerato prematuro.

Esatto. Sta iniziando una nuova stagione e di asciugare gli scogli potresti occupartene tu nel frattempo.


Caro presidente, ma magari provassimo a copiare un po', ma soltanto un po', hai visto mai che ci facciamo una finale o anche una semifinale Champions?

Prova a scrivergli, temo non legga questo Forum ed è un vero peccato. Qui c'è gente con grandi idee e lui non lo sa..   :laughing6:



 



'Vista da fuori questa nuova proprieta' Usa non mi intriga affatto. Troppe percentuali, troppi discorsi, troppi fogli'.
Luciano Spalletti
15 Aprile 2011