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Cavanda ha spinto per rinnovare con la Lazio. Diakitè? Ha voluto lasciare Roma", sono le parole di Ulisse Savini, procuratore del giocatore, ai microfoni di Radio Manà Sport, durante la trasmissione 'La Lazio siamo noi': "Cavanda ha voluto fortemente rinnovare con la Lazio, l'unica alternativa era la cessione immediata. Il mio assistito desiderava evitare di andare a scadenza di contratto, nonostante questo lo avrebbe potuto agevolare in fase di calcio mercato. Cavanda in tutti questi mesi si è comportato in maniera esemplare, i problemi che ci sono stati con Lotito e Tare riguardavano la tempistica dell'operazione, evidentemente la dirigenza biancoceleste qualche mese fa non considerava maturi i tempi ed i contenuti della nostra richiesta per il prolungamento".
"I fattori decisivi per la riuscita dell'operazione? La volontà di Cavanda di concludere in fretta in un modo o nell'altro la vicenda con la Lazio e soprattutto il peso decisivo di Petkovic e Tare in questa situazione. Dal tecnico Luis ha ricevuto da subito la massima fiducia, cosa che ha cercato di ripagare sul campo fin dalla prima occasione. Con Tare è stato determinante il viaggio in macchina insieme da Roma verso il ritiro di Auronzo di Cadore, il ds laziale deve aver toccato le corde giuste di Cavanda che è un ragazzo molto sensibile anche se dall'esterno spesso viene dipinto in maniera distorta e negativa".
"Diakitè? Ha voluto a tutti i costi abbandonare la Lazio, alla base di questa decisione ci son stati seri motivi personali che non posso rivelare. La Premier League per Mobido rappresenta una grande vetrina, stessa cosa poteva essere per Cavanda al quale Paolo Di Canio con il suo Sunderland è stato molto vicino, è mancato solamente l'accordo economico con la Lazio. Gli inglesi, come altre società interessate all'esterno, credevano di portarlo via con pochi soldi certi che la Lazio se ne volesse liberare. Così non è stato...".
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