Autore Topic: Doping  (Letto 7727 volte)

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Offline benvolio

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Re:Doping
« Risposta #20 : Sabato 20 Luglio 2013, 11:06:50 »
probabile. Ma anche dall'evoluzione del gesto: pensa nel salto in alto il valore del passaggio dal ventrale al fosbury...

Penso sia proprio così. L'innovazione tecnologica determina (o è determinata') un cambiamento tecnico che via via si affina e produce risultati crescenti fino ad avvertire la necessità di un'ulteriore innovazione tecnologica e così via.
Mi sembra giustissima, per esempio, l'annotazione all'introduzione del tartan in Messico che in termini di rincorsa, agilità e resa della spinta, sicuramente è fondamentale.
L'evoluzione del gesto è un pensiero innanzitutto che poi richiede certe condizioni di base e infine produce effetti via via maggiori fino al massimo possibile. Poi, come diceva Vittori, se ti capita di allenare Mennea o Bubka allora...

Offline AlenBoksic

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Re:Doping
« Risposta #21 : Venerdì 2 Agosto 2013, 09:03:32 »
Lo recupera qualcuno l'articolo di lunedì su IlFatto dedicato ai dopati della domenica?
Grazie in anticipo
 ;)
Voglio 11 Scaloni

Offline zorba

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Re:Doping
« Risposta #22 : Venerdì 2 Agosto 2013, 09:24:12 »
Lo recupera qualcuno l'articolo di lunedì su IlFatto dedicato ai dopati della domenica?
Grazie in anticipo
 ;)

doping “Io, anabolizzato della domenica”

Alla fine della gara non contava mica vincere il prosciutto o il parmigiano Dop ma arrivare. Quanto meno arrivare, senza troppo distacco per evitare le risatine degli amici, il lunedì al bar. E così alla bicicletta, alla passione di sempre, è facile accoppiare qualche “aiutino” consigliato dagli esperti del ramo. Due ruote e il farmaco “miracoloso”, il tandem dei sogni. Così da 62enne appassionato di bici, si diventa dopati per necessità, per non finire sommerso dalle battute al vetriolo di chi ti lasciava indietro come l'ultimo degli sfigati. Non c’è
la competizione sportiva a guidare la scelta ma ragioni più personali, a volte inconfessabili. “Io ho iniziato così per restare vivo, sentirmi al passo. Vedevo gli altri sfrecciare e io arrancare. Ho cominciato prendendo il Ventolin, mi apriva i bronchi, più ossigeno, più pedalate”. Un farmaco, usato contro gli attacchi d’asma, all’occorrenza assunto con la malsana idea di volare sul sellino e non restare indietro. Sentirsi un po’ più uguale agli altri, un po’ più giovani. Il racconto di Andrea, un sessantaduenne emiliano è l'esperienza di un amatore finito nel girone infernale dei dopati, lui che inseguiva il successo nei tornei di provincia tra borraccia e fatica. Però è finita male. Andrea è andato a sbattere contro la sua vana gloria e un fisico che gli ha risputato contro gli intrugli digeriti.
“Assumevo anche farmaci antinfiammatori come l’Aulin. Scioglievo nell'acqua quattro o cinque bustine prima della gara”.
Correre più degli altri L'idea, assolutamente sballata, è che la combinazione consenta, alla lunga di sentire e ammortizzare meglio le fatiche. Balle. Ma la combinazione, la formula magica fatta in casa per il successo domenicale, aveva anche un altro componente.
“Quando la gara era importante ho iniziato ad assumere anche supposte di cortisone”. Sono iniziati i problemi gastrici, ma quasi per miracolo senza provocare l’ulcera. Gli effetti di un miscuglio mortifero. “La tachicardia è stato il primo sintomo quello che ha acceso una spia, ma non mi sono fermato”. C’era un’altra barriera da superare, Andrea vedendo gli amici prendersi ulteriori pasticche, spacciate per integratori, ha provato anche l’ultima frontiera. “Io sono andato oltre il Ventolin, l’Aulin, il cortisone, ho iniziato ad assumere anabolizzanti”. I derivati sintetici del testosterone. L’obiettivo era quello di ridurre la parte grassa, aumentare la muscolatura e migliorare le prestazioni, correre più degli altri. Prendeva la sostanza iniettandosela nei muscoli da potenziare: gambe e polpacci.
Trasformandosi così in un tossicodipendente in piena regola. Oltre la tachicardia ha iniziato a fare la sua comparsa, con l’assenza di cicli di assunzione, anche l’impotenza. Questa volta Andrea ha preferito fermarsi. Da impiegato in azienda, a un passo dalla pensione, forte della passione per le due ruote, si è trasformato tristemente in uno sportivo dopato. “Io volevo un fisico asciutto, una buona massa muscolare, ma che fosse efficace alla disciplina che svolgevo”. Si è ritrovato impotente e tachicardico. È ripartito da un bravo
endocrinologo, iniziando la disintossicazione.
Andrea ha i figli ormai grandi, realizzati e lui è benestante, una condizione comune, del resto, per chi coltiva la scorciatoia delle sostanze. Per gli anabolizzanti, infatti, si arriva a spendere non meno di 500 euro a settimana. Cifre importanti che danno la misura del giro di affari del mondo degli sportivi malati di gloria effimera. Ma quella di Andrea non è una storia isolata, è un tratto distintivo che accompagna lo sport amatoriale, un tarlo, un vizio che vale milioni di euro e mette a rischio la salute degli atleti. Ma non solo. Anche il doping della domenica, quello amatoriale, è infatti un reato. Perché viola le leggi, oltre il senso del ridicolo. Scorrendo gli archivi dei Nas, i Nuclei antisofisticazione e sanità dei Carabinieri, di casi analoghi se ne trovano numerosi. “Eravamo in Sicilia, a una gara ciclistica: alcuni corridori ci hanno visto in prossimità del traguardo, raccontano gli inquirenti, e invece di fermarsi dopo l’arrivo hanno continuato a pedalare”.
Non sono propriamente fuggiti. Pedalata dopo pedalata, infatti, sono arrivati all’ospedale, piuttosto lontano: “Hanno chiesto referti medici, sostenendo di essere caduti”. Dario Praturlon, capitano dei carabinieri del Nas, racconta con il tono di chi non può più sorprendersi. Dal 2007 gira l’Italia con militari e medici per stanare gli sportivi dilettanti che si dopano, e il sottobosco che li rifornisce: dall’amico che smercia fiale e compresse, al gestore della palestra che arrotonda, sino al farmacista spregiudicato. “Ma in tanti comprano su internet, all’ingrosso” spiega Praturlon.
Il lavoro è tantissimo, a conferma che il doping non è affare solo degli sportivi professionisti, quelli che finiscono in copertina o in tv: anzi. “Tra i dilettanti è un fenomeno di grandi dimensioni” conferma Praturlon. L’ultimo report per l'agenzia mondiale anti-doping, realizzato dal consulente dell’agenzia e maestro di sport Alessandro Donati e dalla criminologa belga Letizia Paoli ha esaminato indagini giudiziarie, sequestri di sostanze, controlli antidoping per arrivare a questi numeri: più di 250 mila persone assumono sostanze dopanti, tra professionisti e amatori, per un giro di affari di 425 milioni di euro.
A combattere il fenomeno ci sono (anche) i 160 carabinieri del Nas, che assieme alla Commissione di vigilanza del ministero della Salute controllano i non professionisti. Gli atleti che gareggiano per lavoro sono invece di pertinenza della procura antidoping del Coni. Ma la giustizia ordinaria non fa troppa differenza tra dilettanti e professionisti. Chi si dopa, chi vende farmaci vietati o li somministra rischia una condanna penale, perché il doping in Italia è reato. Il fenomeno le pene e il mercato La pena base va dai tre mesi ai tre anni di carcere: aumenta per atleti e medici professionisti. La lista “delle sostanze e pratiche mediche il cui impiego è vietato per doping” viene aggiornata periodicamente dal ministero della Salute. Continua ancora Praturlon: “Le sostanze più usate dai dilettanti sono gli ormoni, come il Gh (ormone delle crescita, ndr), il testosterone e gli stimolanti, come l’efedrina. L’Epo (ormone, aumenta l'ossigenazione del sangue, ndr) invece non è molto diffusa: costa troppo”.
Il mercato è comunque fiorente. Solo nel 2012, il Nas ha sequestrato 54 mila tra fiale e compresse e arrestato 67 persone: 440 gli indagati. Un lavoro fatto su segnalazioni da parte di procure e cittadini, ma anche in seguito a controlli a campione sulle gare e le manifestazioni sportive. “Giriamo l’Italia, e possiamo anche presenziare ai test dei medici” spiega Praturlon, che aggiunge: “Il 2,5-3 per cento degli atleti risulta positivo, una percentuale alta”. Dai numeri si passa agli aneddoti. “Quando ci vedono alcuni atleti vengono presi dal panico. Mesi fa, in una gara di body building, una pesista è letteralmente scappata, e altre due ci hanno provato. Talvolta assistiamo a sceneggiate. Un ciclista di 50 anni, per giunta, medico, ci ha giurato e spergiurato che non aveva mai assunto farmaci: eppure il test era chiarissimo”.

(Il fatto quotidiano 29 luglio 2013 di Luca De Carolis e Nello Trocchia)
Là dove torneranno ad osare le aquile (e dal 26.05.2013, ci siamo andati un pò più vicino!!!!)

Offline AlenBoksic

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Re:Doping
« Risposta #23 : Venerdì 2 Agosto 2013, 09:43:29 »
Grazie a Zorba.
Gente che scappa o accusa improvvisi malori quando vede che ci sono i controlli ne ho vista anch'io tra i podisti della domenica.
Tristezza infinita
 :(
Voglio 11 Scaloni

Offline aaronwinter

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Damose da fa (remix di aaronwinter)
Damose da fa' (feat. Disabitato)

Offline DinoRaggio

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E ra gisumin all'ùart!

La serie A è un torneo di limpidezza cristallina, gli arbitri non hanno alcunché contro la Lazio e si distingueranno per l'assoluta imparzialità, non ci saranno trattamenti di favore o a sfavore nei confronti di alcuno. Sarà un torneo di una regolarità esemplare. (19-8-2016)