Autore Topic: Laziomania: 2020 da 8, ma quella corsa alla Juve stoppata sul più bello...  (Letto 457 volte)

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di Luca Capriotti

Ovvio, direte voi: ecco che parte con il classico pistolotto di fine anno 2020, tempo di bilanci per la Lazio, e bla bla bla. Vi scarto con un doppio passo:  a livello personale il mio 2020 è stato un anno della svolta. E, come spesso accade, la Lazio ha seguito la mia vita, o viceversa, in una specie di attaccamento genetico e mistico che spesso lega squadra e suoi innamorati. 

IL BILANCIO DEL 2020 - Ho avuto una bimba, la seconda dopo il primo terremoto-kid, e ho mollato alcune cose - anche qui sul sito - che non potevo continuare. Lavoro perlopiù in smart working (che vuol dire in soldoni che devo impormi di smettere di lavorare, di supportare il team, perché amo il lavoro che faccio e mi riesce difficile), ed ho quindi anche drasticamente diminuito la mia presenza allo stadio. Ho vissuto il doloroso paradosso dei tifosi della Lazio: nell'anno in cui potevamo godere nelle fibre più intime dell'esistenza del ritorno in Champions League, si ritrovano costretti a seguirla da casa. Ed è un vero dolore, per dirla alla Lucio Battisti. Ma fuori di me - che vi interessa anche poco - per la Lazio è stato un anno incredibile. 

ANNO INCREDIBILE MA - Fino alla pandemia, la squadra di Inzaghi - pur con qualche accenno di stanchezza - era in caccia: c'è un coro qui a Roma che grida un epiteto che non ripeterò, e poi "stiamo arrivando". Ed era destinato all'altra squadra giallorossa della capitale, in questo catino ribollente e un po' autoreferenziale che è il calcio dell'Urbe eterna. Beh, stavolta il grido è arrivato fino a Torino, fino alle segrete stanze della Juventus, intenta a vincere il suo nono Scudetto con qualche tentennamento di troppo. E la Lazio era vicina, era nei radar di una pazzesca lotta Scudetto. L'anti-narrazione nordica bisbiglia che non ce l'avrebbe mai fatta: a Roma sappiamo che questo genere di scalate riescono poche volte nella vita, ma ci sono già riuscite, concluse in un diluvio scrosciante sull'ombrello di Collina. La pandemia ci ha restituito un campionato monco, senza tifosi, senza magia, e soprattutto senza coppe europee: annullato il vero vantaggio della Lazio e la magia di quella cavalcata,  arrivare quarti è stato leggendario ma comunque al di sotto di quel sogno impossibile. Dopo 13 anni, ecco la Champions League. Fino a qui, tutto da leggenda, da 8: plauso speciale per Ciro Immobile, la Scarpa d'Oro della scorsa stagione Meglio di Lewandowski, what else?

IL 2020 DI IGLI TARE - Nell'estate più atipica, corta (piena di calcio) e con il ritiro più striminzito possibile, la Lazio si è scontrata con un qualche ritardo anche del suo ds, il celebrato Igli Tare. Io lo ritento non solo un ds competente, ma anche uno dei pilastri su cui si regge Formello, i suoi schemi, le sue idee, le sue ossessioni e i suoi  punti di forza in qualche modo hanno fatto le fortune (e anche determinato alcuni passi a vuoto) di questa squadra. Il suo 2020 è iniziato con un gennaio come sempre niente di che (lui no, non ha creduto alla cavalcata incredibile fino in fondo, non come noi, non con la nostra stessa follia), ed è andato avanti con l'ambizione di rinforzare la squadra per la Champions. I fatti dicono che in Champions è andata bene, in campionato regge ma non è di certo esaltante. Doveva fare meglio, specialmente in due ruoli storicamente scoperti: il difensore centrale e il terzino sinistro. E quel fattaccio brutto di via David Silva... Si sta godendo i frutti di un ciclo che ha sapientemente costruito (Acerbi, Leiva, Luis Alberto, Milinkovic Savic, Immobile li ha portati lui), ma nel momento decisivo e difficilissimo con tutte le giustificazioni del caso ha vacillato. Per me da 5,5 il suo anno operativo, da 7,5 il suo anno in termini di frutti raccolti.

IL 2020 DI LOTITO E INZAGHI - Il 2020 di Claudio Lotito è stato veramente un immenso braccio di ferro, come sempre mi verrebbe da dire, una stretta implacabile per il potere. La pandemia lo ha messo nella parte della scacchiera più scomoda - come sempre il nostro - ma obbligata: quella per la sopravvivenza del calcio. I fatti gli hanno dato ragione: questa specie di calcio monco, senza tifosi, con qualche positivo qua e là, è pur sempre qualcosa che permette al sistema di tirare a campare. Ed è una sua vittoria. Si è poi ritrovato stritolato dalle spire rosee di Cairo, come un moderno Laocoonte: mi piace pensare che, in un ipotetico film di Sergio Leone, Cairo e Lotito sarebbero da quel dì fermi sotto il sole di mezzogiorno, con il cappellaccio e i revolver, pronti alla sfida finale. Meno piacevole il trattamento riservato alla Lazio: la storia dei tamponi è diventata un mostro sputafiamme, poi nelle lungaggini delle indagini una specie di pulcino pigolante, in attesa di nuove sconvolgenti novità. La Gazzetta è riuscita a parlare di radiazione del club biancoceleste: vedremo, ma probabilmente qualcuno dovrebbe avere la decenza di ripensare a quello che gli hanno fatto scrivere e gonfiare a dismisura, e poi ai suoi bei sogni da giornalista ragazzino, e a cosa sono diventati. Il 2020 di Lotito è da 8: ha rimesso piede in Champions, contribuito a suon di gaffe e pressioni a rimettere in piedi la Serie A, ed è pure ancora vivo nell'abbraccio per altri mortale di Cairo. Not bad, Mr President.

Inzaghi, beh, dopo 20 anni di Lazio, la riporta in Champions: mi piacerebbe una maggiore evoluzione tecnico-tattica e qualche frase piccata in più, ma oramai lo conosciamo. Criticarlo ci sta, ma veramente bisogna pregare ognissanti che non si stufi mai di questo complicato gioco di diplomazie e alleanze che tiene in piedi questo club: Inzaghi è vitale per questa Lazio. Solo lui è riuscito, solo lui ha potuto, solo lui ha fatto. Solo lui sa quanto ha dovuto mandare giù, che significa vivere a Formello, che significa fare tutto questo alla Lazio. Anno da 9, nonostante qualche uscita a vuoto: ha pure ottenuto il pass per i proibitivi ottavi di Champions contro il Bayern, che volete di più? Che vi faccia pure il caffè? Menzione speciale per i tifosi che ci seguono su questo sito: cerco di rispondere sempre a tutti, perché è un onore e un piacere leggere i vostri ragionamenti, i vostri commenti. Non ci riesco sempre, per motivi di tempo, ma avrete capito che la Lazio segue la mia vita, e viceversa: a volte mangerei la tastiera, piuttosto che scrivere. Ma il vostro 2020 è stato da 9: sempre rispettosi, anche creativi nell'eventuale dissenso, una piccola oasi di Lazio in terra Calciomercato.com , davvero auguri per l'anno che viene

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