Quando tutto questo finirà

[Arkham]

Ci avete mai provato, durante il baccano di una festa, ad astrarvi dal contesto, a ritagliarvi un decimo di secondo di silenzio e solitudine da uno scenario di compagnia ed euforia? Io si. L'ho fatto una volta, perché mi sentivo felice. In quel momento ho voluto controllare che fosse vero, che fosse davvero quella la felicità. Ho scoperto che era vero, ero davvero felice, ma non per quello che stavo facendo, per le persone con cui lo facevo, per le particolari circostanze favorevoli del momento. Io ero felice per quello che ero, un dato che mi sarei portato dietro anche alla fine della festa. A dirla tutta, che avrei avuto anche se alla festa non ci fossi andato nemmeno.

Dice "ma che c'entra col Calcio"?
C'entra, c'entra eccome, e mo' ve lo spiego.

Oggi, per chi ama la Lazio, è un momento bello. Il 26 maggio 2013 ci siamo giocati la storia del calcio in questa città con un lancio di dadi. Dovevano essere dadi speciali, perché sono usciti il sette e l'uno, inutile spiegare chi ha vinto e chi ha perso. E quindi è logico che sia partita una festa, che la Roma biancoceleste sia esplosa in un tripudio che può riassumersi nella scritta sulla maglietta dei vincitori: "sempre più la prima squadra della capitale".
In realtà hanno festeggiato anche i fratelli non romani, riempiendoci di orgoglio e soddisfazione con una miriade di bellissime feste locali, perché noi non ci vergogniamo di nessuno di quelli che amano i nostri colori, non trattiamo i nostri tifosi come fanno loro, che chiamano burini i romanisti che vivono fuori dal raccordo.
In una notte, abbiamo preso il banco noi, hanno perso tutto essi (vivevano).

E' in questo momento in cui è bellissimo essere laziale che vi chiedo di fermarvi.
Cancellate Lulic dalla mente (voi potete riuscirci, pensate a quei poveracci che non ci riusciranno mai più), ritornate al 25 maggio, ricordatevi quanto eravate laziali. C'era Olimpia, c'erano i trionfi europei, lo champagne cragnottiano e gli scarcagnati eroi del meno nove, la faccia sprezzante di Chinaglia e quella in bianco e nero di Piola, i guizzi di Giordano e Signori, i nostri lutti e le nostre gioie, in una storia che non ci ha voluto mai mediocri, sollevandoci al cielo e riscagliandoci all'inferno, mettendo sempre alla prova il nostro amore, anche quando chi indossava quei colori li infangava fuori dal campo.
C'era una storia ultrasecolare, il 25 maggio.
E prima ancora, c'era la maglia biancoceleste, quella che a Roma vuol dire scelta e non gruppo, che vuol dire tradizione e non moda, che vuol dire sofferenza e sacrificio e mai, mai , mai, arroganza e strafottenza.

Quella maglia sarebbe stata lì anche se quel 71 minuto fosse trascorso invano. Loro aspettavano la vittoria per far vedere quanto sono romanisti. Noi laziali lo saremmo stati comunque. Noi quegli undici anni di B li rivendichiamo, che sennò non saremmo gli stessi. Per noi gli spareggi di Napoli sono uno dei momenti più belli della nostra storia perché mai, prima di allora, ci eravamo resi conto di poter perdere la Lazio, che era cosa assai diversa da quella di veder perdere la Lazio, a cui purtroppo eravamo abituati. Quel giorno, così come il 19 luglio del 2004, stavamo perdendo la nostra vittoria più grande, quella di poter essere laziali.

Perché se noi possiamo essere laziali, una sconfitta ci rimbalza, mentre loro per essere romanisti hanno bisogno di vittorie (pochine), almeno solo sognate (sempre), quando non millantate, come nel caso di trofei amichevoli fra città fieristiche fatti passare per vittorie internazionali.
Adesso stanno rialzando la testa sperando che la Procura possa restituire loro quel minimo sindacale di dignità che si sono scordati sugli spalti della Sud, lasciati frettolosamente nel giorno più triste della loro storia, quello in cui li abbiamo costretti a guardarsi allo specchio strappando le pagine del Corriere dello sport che lo coprivano.

Certo, noi la differenza fra chi sceglie Lazio e chi tifa roma le conoscevamo già: noi non avremmo distrutto l'addio al calcio di un nostro storico capitano perché i rivali vincevano lo scudetto. Non avremmo lasciato soli i nostri mentre sfilavano fra gli avversari. Noi non ci saremo nascosti come topi, non avremmo puntato sul basket, non avremmo dimenticato il calcio, per una sconfitta. Noi abbiamo fatto la sciarpata più bella della nostra storia in un derby che ci vedeva soccombere 3 a 0 alla fine del primo tempo: nessuno ha pensato di lasciarla sola, quella Lazio lì, perché sarebbe stato come sentirci un po' più soli anche noi.

Per questo, quando tutto questo finirà, ricordati non solo chi sei stato il 26 maggio, ma chi sei da quando hai scelto i tuoi colori. Non tifi Lazio, sei uno della Lazio. Una cosa che nessuno avrebbe potuto cambiare nemmeno alzandoci una Coppa in faccia.

E infatti manco c'hanno provato.

[DinoRaggio]

Penso pure io che "Noi laziali lo saremmo stati comunque". Perchè ce ne hanno e ce ne siamo fatte di tutti i colori, la selezione naturale con gli anni ci ha dotato di una corteccia spéssa, di una capacità di stare in piedi notevole, e quando cadiamo, sappiamo rialzarci più forti di prima. C'eravamo prima della squadra creata artificialmente, ci siamo, e ci saremo anche quando la squadra aziendale dell'Unidebit schiatterà. Perché noi siamo acciaio, loro sono plastica.

[cartesio]

Noi abbiamo fatto la sciarpata più bella della nostra storia in un derby che ci vedeva soccombere 3 a 0 alla fine del primo tempo: nessuno ha pensato di lasciarla sola, quella Lazio lì, perché sarebbe stato come sentirci un po' più soli anche noi.

[Bus 142]

E' forse il bel post che ho mai letto !


Sono d'accordo al 100% con te.

Grazie!!!!!!!!!!!!!

[giamma]

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[Arkham]

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E' forse perchè è la più bella squadra di calcio che sia mai stata amata?
(non esagerare! Ma grazie )

[BobLovati]

carissimo Arkham, sapessi quanto mi manchi, ogni giorno di più.

Immagina cosa significa leggere quello che hai scritto per me che, alla mia età, ho ancora un 70/30 di dolori/gioie regalate dalla mia, nostra Lazio.
Complimenti davvero, hai fatto una foto della Lazio, del nostro tifo, e del tifo di quell´antri che, fusi per vincere a prescindere, hanno mandato giù molta più ... riomma che caviale !

Un abbrazzio e sempre,. sempre  forza Lazzioooo   

[Arkham]

T'abbraccio pure io Bob. 
E vedrai che lo rimettemo in equilibrio, quel conto.

[ThomasDoll]

Post molto bello, ma non concordo col fatto che il 26 senza Lulic sarebbe passato liscio comunque.
Perdere quella finale sarebbe stato devastante. Il che non vuol dire che ci saremmo comportati come loro. Ci saremmo comportati come in genere ci comportiamo dopo le grandi batoste. Alle quali siamo disabituati: gonfiamo tutti il petto al ricordo di Fascetti e degli spareggi, ma se domani tornasse quel tipo di tensione te la scordi la contentezza. In realtà è il ricordo positivo di un viaggio all'inferno da cui siamo tornati vivi. Avessimo perso quella volta a Napoli, il discorso sugli anni di storia si sarebbe fatto sentire forte e chiaro: la Lazio sarebbe scesa in serie C ma non sarebbe scomparsa. E sarebbe tornata in alto. La nostra storia, più che altro, è questa: la capacità di rialzarsi dopo una disfatta o dopo un rovescio della sorte. Il fatto che da anni le cose per noi vadano benone non cancella quella memoria di società che sa resistere ai colpi della sorte e rinascere più forte di prima. Ma questo col 26 non c'entra, perché una sconfitta il 26 maggio non avrebbe messo a repentaglio la stessa sopravvivenza della Lazio, come capitava nell'estate a rischio fallimento del 2004, o nel momento in cui subentrarono Bocchi e i Calleri all'ultimo secondo. Il 26 si sarebbe perso sul campo, senza possibilità di rivincita. Nessuno, secondo me, si sarebbe stretto intorno a una squadra che, per fortuna, è capitata all'appuntamento con la storia da favorita e sul campo ha rischiato meno di zero. Resta un mistero: come mai i romanisti abbiano accettato un confronto talmente impari, sapendo che si trattava di una gara senza rivincita. In questo caso, partendo dalla consapevolezza toccata con mano sul campo della loro inferiorità tecnica, avrebbero fatto bene a sottrarsi, perdendo la semifinale con l'Inter. Non l'hanno fatto, suicidandosi e regalandoci una dolcissima estate che gli rimarrà sulla pelle come un'orrenda cicatrice autoinflitta, prima ancora che inflitta da noi. Con modalità che noi spesso contestiamo ai nostri, vedi il Lazio-Juve del 2000-2001. Avessimo perso non avremmo rischiato niente, non c'era da stringersi intorno alla squadra o da innalzare i nostri colori, la Lazio non avrebbe corso nessun rischio. Si sarebbe gridato per l'umiliazione subita, insultato il mondo intero, atteso come una liberazione la prima partita ufficiale, come penso stiano facendo loro. In chiave derby quella finale peserà sempre, quando torneranno a vincere sfogheranno rabbia e livore ma non riusciranno mai più a sfotterci con uno straccio di ironia. Sono feriti nell'amor proprio, sono feriti perché hanno perso la madre di tutte le stracittadine. Senza rivincita. Noi, al posto loro, saremmo feriti lo stesso, con le nostre peculiarità, ma lo stesso. Per fortuna tozzy & co. sono stati così sconsiderati da non calcolare che rischiavano più loro, regalandoci questo stato di grazia. Spero che in società qualunque componente si adoperi per evitare con ogni mezzo che si ripeta l'occasione del 26 maggio: non deve succedere mai più, se dovesse capitare si perderebbe l'unicità della prima volta, se dovessimo perdere il 26 sarebbe cancellato nell'immaginario di tutti. Mai più un derby di finale, e resteremo per sempre in vantaggio.

[Arkham]

Ma noi che la Lazio la amiamo davvero, non solo quando c'è il concertone de 'cantautore molisano che copia canzoni altrui (e che porta iella)' e se mettemo la maja così semo de roma centro pure se veniamo da Crotone (città bellissima, dico per dire), probabilmente il 26 maggio saremmo stati più distrutti di loro, in caso di sconfitta.
Esangui, incazzati, mortificati addirittura.
Ma non saremmo implosi.
Noi non avremmo mai messo in discussione chi siamo, non avremmo mai smesso di pensare che la scelta fatta era quella giusta. Io non avrei mai invidiato un romanista con la stella sul petto e la coppa in bacheca, loro invece si stanno pentendo (certo non tutti), di essere capitati dalla parte sbagliata del tevere.
Il nervosismo per le maglie, l'inno che va ritirato, la messa in discussione di tutto e tutti, l'accoglienza alla nuova squadra al raduno, il senso di non appartenenza, noi non l'avremmo subito per quell'unica sconfitta.
"Mai na gioja" se lo so inventato loro, mica noi, che dio li benedica.
Io nel giugno 2001 mi sono andato a comprare la maglia e la bandiera della Lazio. Non c'è stato un giorno in cui mi sono sentito più laziale del giorno in cui loro vinsero lo scudetto.
E Tomasdò, ti puoi fidare, pure quel giorno ero felice di aver scelto il cielo per bandiera.

[ThomasDoll]

Ma anch'io, però sono diversi i presupposti: la loro sconfitta arriva in un certo periodo, con certi risultati. Diciamo che è il culmine di un ciclo pessimo. Che sembra continuare, peraltro. Per noi è diverso: semmai la sconfitta avrebbe assestato un duro colpo all'equilibrio interno, incendiando la contestazione alla società. Così è diverso, ma come vedi non tarderanno a riaffiorare le posizioni precedenti al 26 e i contrasti continueranno ad esserci. Noi non bruciamo le nostre bandiere, ma certo la sciarpata sullo 0-3 di quel derby stavolta potevi sognartela. Le sceneggiate della stella e tutta la paccottiglia mediatica, vivaddio, riguardano loro. Avessimo perso noi ci avrebbero giocato contro in altro modo, con la stella d'argento e la ritrovata grandeur. In ogni caso si tratta di qualcosa di estraneo al confronto storico tra noi e loro, è come una brutta malattia che hanno e che se li porterà nella tomba, a meno che non li salvi il ritiro di tozzy

[ThomasDoll]

Insomma, per chiarire sinteticamente: quello che sta succedendo da loro è normale, hanno perso una partita che non si poteva perdere. Ricordate le nostre raccomandazioni del prima? Io le ricordo benissimo, e so che se avessimo perso ci sarebbe state gente di provata fede che avrebbe abbandonato, in qualche modo, la sua squadra. Poi magari non sarebbe successo, ma sono reazioni normali in casi di questa enorme gravità. Perché perdere questa finale è stato enormemente grave per loro e lo sarebbe stato anche per noi. Poi, ognuno reagisce secondo le proprie corde, se quel cantante ritira l'inno mi sembra perfettamente in linea con sé stesso. Ma rabbia e sdegno ci sarebbero state anche da noi, e quanto. Del resto, mica hanno perso un'amichevole: gli abbiamo alzato la coppa in faccia!
 
aaaah, che soddisfazione

[CeiZanettiGarbuglia]

Bellissimo, ma perchè "Quando tutto questo finirà" ?

[Arkham]

Dici che non finisce più?
 

[CeiZanettiGarbuglia]

Dici che non finisce più?
 

Il 26 maggio, sarà come lo scudetto di Maestrelli, come il gol di Fiorini e come altri momenti della nostra storia che non finiscono mai!

[zorba]

Dici che non finisce più?
 

Chi lo sa?!?

Potrebbe proseguire, se la fortuna ci assiste, anche il 18 agosto p.v.

 

(...)
Oggi, per chi ama la Lazio, è un momento bello. Il 26 maggio 2013 ci siamo giocati la storia del calcio in questa città con un lancio di dadi. Dovevano essere dadi speciali, perché sono usciti il sette e l'uno, inutile spiegare chi ha vinto e chi ha perso. (...)

Più che speciali, allora, direi truccati alla grande.

Come fa ad uscire il 7 in un dado?!?

 

(Complimenti Arkham per il topic!)

[ML]

Bello il post di Arkham ma anche molto retorico. Preferisco la versione di TD: chiaro che se avessimo perso sarei rimasto della Lazio e bla bla bla, ma se avessimo perso non starei scrivendo sul forum ora. E probabilmente non sarei andato a nessuna partita dell'anno prossimo. I romanisti li disprezzo per centomila motivi, ma non per il fatto di aver disertato la premiazione e non per il fatto di essersi eclissati dopo il 26 maggio: io avrei fatto uguale. Ed è molto facile adesso dire che no, io sarei rimasto con gli occhi pieni di lacrime a guardare Totti che solleva il trofeo tenendo alta la mia sciarpa biancoceleste... Sto cazzo. Sarei uscito e me ne sarei andato dritto in montagna per una settimana. Insomma, loro sono quelli che trasformano la Coppa delle Fiere in Coppa Uefa, che sgomitano per chiedere la stella d'argento e però quando la Coppa Italia la vincono gli altri è un portaombrelli. Vivaddio, per una volta nella loro vita non stanno dissimulando una sconfitta. Non si stanno riempiendo la bocca di chi tifa roma non perde mai e mai schiavi del risultato e stronzate simili. Forse per la prima volta, con la loro attuale frustrazione, stanno conquistandosi un briciolo di dignità.

Applaudo Arkham, invece, per la frase "ci siamo giocati la storia del calcio in questa città con un lancio di dadi". Perché questo è stato. In questo caso la versione di TD, in base alla quale tutto era scontato in forza della nostra schiacciante superiorità, al punto che il solo qualificarsi per la finale è stato, da parte loro, un plateale atto di ybris, la trovo decisamente fantasiosa. E' stata una partita equilibrata tra due squadre che nel complesso si equivalevano. E' andata bene. Ma poteva anche andare male, altroché.

[benvolio]

Il 26 maggio, sarà come lo scudetto di Maestrelli, come il gol di Fiorini e come altri momenti della nostra storia che non finiscono mai!

In questo senso, è così, non ci sarà rivincita. Poi valgono le considerazioni di TD, certo. Ma capisco e apprezzo molto il topic, bravo Arkham, bravo!

[BobLovati]

Come fa ad uscire il 7 in un dado?!?

 

(Complimenti Arkham per il topic!)

" se po´ fa´, se po´ fa´(cit) !

[ThomasDoll]

In questo caso la versione di TD, in base alla quale tutto era scontato in forza della nostra schiacciante superiorità, al punto che il solo qualificarsi per la finale è stato, da parte loro, un plateale atto di ybris, la trovo decisamente fantasiosa. E' stata una partita equilibrata tra due squadre che nel complesso si equivalevano. E' andata bene. Ma poteva anche andare male, altroché.

Naturalmente si tratta del mio giudizio su una partita vista in TV, per quanto con le pulsazioni a 150 minimo, soprattutto nel finale. Dal vivo avrei sofferto molto di più, in televisione vedevo loro assolutamente impotenti e incapaci di far male. Ma forse me la raccontavo così per combattere la paura... in ogni caso, il lancio di dadi è un'immagine corretta, in una partita può succedere ogni cosa, una volta ci hanno negato quattro rigori netti e ne hanno dati due dubbi a loro... E' andata, per fortuna, ma non facciamo la stupidaggine di rigiocarcela.