Autore Topic: Sette anni di guai  (Letto 8748 volte)

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ThomasDoll

Sette anni di guai
« : Lunedì 24 Giugno 2013, 21:03:35 »
Come si può pensare di andare avanti con questo governo dopo i fatti di oggi?

Offline BobLovati

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Re:Sette anni di guai
« Risposta #1 : Lunedì 24 Giugno 2013, 21:06:22 »
io direi anche come si può andare avanti con questi politici e con questi italiani che votano sempre meno ??
Laziale, Ducatista e fiumarolo

Siamo noi fortunati ad essere della Lazio, non la Lazio ad avere noi

“LA MOGLIE DI CESARE DEVE NON SOLO ESSERE ONESTA, MA ANCHE SEMBRARE ONESTA.”

Offline benvolio

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Re:Sette anni di guai
« Risposta #2 : Martedì 25 Giugno 2013, 00:27:54 »
Infatti non andiamo avanti. Andiamo e non si sa dove (viste le notizie sulla Cina), proprio non si sa.
Con un coro al cloroformio dei media, un distacco cinico delle intellighenzie, una scaramantica rassegnazione dei cittadini (po' esse che me dice c...o).

Offline Er Matador

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Re:Sette anni di guai
« Risposta #3 : Martedì 25 Giugno 2013, 04:28:22 »
I fatti di oggi rafforzano il governo, caro TD.
Perché, dopo decenni di vicende giudiziarie, si è arrivati solo ora a una condanna del genere, e proprio quando le responsabilità dell'imputato erano meno nitide?
Semplice: basta seguire le logiche che ispiravano inchieste e avvisi di garanzia.
Fino al periodo precedente alla Giunta Monti, il più interessato al destino del ras di Arcore era il centro-sinistra: determinato nell'infangarlo - la coincidenza fra tante iniziative dei giudici e il periodo elettorale è a dir poco sospetta - quanto nel tenerlo in vita come avversario di comodo.
Valga a tale proposito la pilatesca fermezza nel NON varare una legge sul conflitto di interessi, anche quando la maggioranza parlamentare l'avrebbe permesso, salvo riparlarne alla vigilia delle politiche quando il progetto ridiventava inattuabile.
Col Videla della Bocconi il baricentro si è spostato fuori dai patri confini, insieme ai libri contabili del nostro Paese e a quel poco che rimaneva della sovranità nazionale.
Già quella decisione - fra le più gravi nella politica europea da decenni a questa parte - dipendeva almeno in parte dal rapporto con l' "amico Putin", anche su questioni energetiche che rischiavano di rendere l'Italia non abbastanza schiava dei parassiti dell'umanità.
A quel punto B., che in precedenza aveva svolto in gran parte il compitino scrittogli dagli "alleati", ha continuato a tralignare.
Troppo coraggioso in campagna elettorale, nel denunciare cosa si muoveva realmente dietro quel crimine contro l'umanità chiamato Fiscal Compact.
Troppo della parte della ragione nel ribadire, pochi giorni fa, come fosse proprio quest'ultimo il principale e ineludibile ostacolo alla ripresa.
Il quid della sentenza non risiede nei sette anni di carcere, che non sconterà mai, quanto nell'interdizione perpetua dai pubblici uffici.
Fatto fuori lui, cui si può rimproverare tutto ma non il massacro sociale europeista portato avanti dal centro-sinistra, manca solo Grillo.
Dopo di che, i Quisling del Bilderberg - meglio noti come PD - e i rimasugli degli altri schieramenti potranno completare il genocidio per conto terzi del benessere di massa nel nostro Paese: è questo il rafforzamento dell'attuale governo, cui facevo riferimento in apertura.
A scanso di equivoci: le dichiarazioni di B., per quanto condivisibili nella sostanza, dipendono da strategie per garantirsi un'uscita di scena alle proprie condizioni, non certo da un patriottismo fuori tempo massimo.
E, quanto alla sua carcerazione, l'avrei auspicata ben prima che entrasse in politica.
Ma che questo avvenga oggi, e coi sottintesi di cui sopra, è l'avvisaglia quasi definitiva della catastrofe che si sta abbattendo sull'Italia.

Giglic

Re:Sette anni di guai
« Risposta #4 : Martedì 25 Giugno 2013, 07:08:08 »
Come si può pensare di andare avanti con questo governo dopo i fatti di oggi?

Questo governo, Pank, è la naturale conclusione dei "fatti di oggi". Fatti che non avevano bisogno di una sentenza del tribunale per essere accertati. Se l'avessero assolto per insufficienza di prove, non sarebbe, politicamente cambiato nulla. L'errore che si fa spesso (ci casco anche io, ogni tanto) è quello di voler giudicare B. in base a quante leggi abbia violato. E' il fatti che invece vada a processo la notizia politica. Ricapitoliamo, altrimenti pare che il problema sia una scopata con una 17enne:
 - Negli anni '70 manda i figli piccoli in Svizzera per paura dei rapimenti dopo il caso Sutter: dopo tre mesi - ed un'assunzione di un capobastone mafioso ad Arcore nel ruolo di stalliere - rientrano. Poco tempo dopo, fonda la Fininvest creando una serie di scatole cinesi ("Holding Italiana n", con n da 1 a 60), dove solo una (mi sembra fosse la n.13) aveva soldi veri, depositati in svizzera (dieci miliardi di lire dell'epoca, se non vado errato) in contanti in una valigetta. Ognuna di queste holding aveva un prestanome. La fininvest comincia ad avere lui come referente. L'origine di quei soldi? Nessun giornalista l'ha mai chiesto, quando ha dovuto testimoniare per il processo Previti Squillante e il PM gli fece questa domanda la risposta fu "mi avvalgo della facoltà di non rispondere".
 - Si iscrive alla P2 (Tessera n.1816) e realizza subito due dei punti fondamentali del Piano di Rinascita Democratica: l'avvicinamento con la parte di sinistra che sarà solo uno specchietto per le allodole per gli elettori in quanto "non oppositrice" (il PSI di Craxi) e la creazione di un "polo mediatico" alternativo alla RAI da dove proporre - ed imporre - uno stile di vita conformista e piatto, con cose tipo "Striscia" e "le iene" come comodi alibi. Intendiamoci: l'idea è vincente, ma solo per lui il governo si mobilitò con decreti legge ad hoc per salvargli l'impero. Tra parentesi, per gli amanti dei processi, questo fu il suo primo processo (mentì circa la sua affiliazione alla P2) e la sua prima condanna, poi amnistiata: era il 1989, quindi il fatto che c'è la persecuzione politica da quando è sceso in campo è una fesseria.
 - Disprezza in maniera palese (lo si è visto sia quando era al governo, sia quando era all'opposizione) le regole costituzionali di questo sistema democratico: le intemerate contro il parlamento, i magistrati e la magistratura in genere (antropologicamente diversi dal resto della razza umana), la voglia di usare l'esecutivo come unico centro di potere reale in Italia sono tutte uscite che fanno capire benissimo come la pensa: anche qui nulla di male - in teoria - se poi a) queste cose le avesse fatte davvero in spregio alle resistenze interne ed esterne e b) qualcuno facesse capire agli italiani questa cosa
 - Invischiato in questo gioco di ricatti - che ha origine da molto lontano - ogni volta che è stato al potere (e lo è ancora adesso: il PD farebbe resuscitare anche Landru, gli si presentasse contro) ha badato solo ed esclusivamente a pararsi il culo, senza una reale politica fatta per la nazione. Rilancio dell'economia, meno tasse per tutti, aiutare chi è rimasto indietro... nulla.

In tutto questo la sentenza attuale (che ricordiamolo è nata da una sua telefonata in questura per far liberare la supposta nipote di Mubarak: non può biasimare altri che se stesso) sarà giuridicamente interessante, ma a me francamente interessa poco: il fatto grave politicamente parlando è la telefonata in questura, non il fatto che andasse con Ruby, che avrà pure avuto 17 anni, ma mi sembrava consenziente e consapevole comunque. E poi, in materia di sesso, francamente chissenefrega. Sapete quanto Brambillini alla Berlusconi ci sono in giro?

In tutto questo il PD è SODALE con Berlusconi (oltre a riuscire a far figure di tolla come quelle della Idem che si è dimessa - LEI), quindi la sorte di questo governo non è segnata manco per niente. Anzi, poiché lui è attualmente senatore, la sua eventuale decadenza perchè inibito dai pubblici uffici deve essere votata: con nuove elezioni non potrebbe proprio candidarsi. Quindi B. ha tutto l'interesse a mantenere il governo in vita. Il PD anche.

Quando sentirò qualcuno del PdL parlar male del PD o di Monti (due governi cui il PdL ha dato la fiducia) mi farò una grassa risata. Anzi, comincio da subito.

Offline zorba

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Re:Sette anni di guai
« Risposta #5 : Martedì 25 Giugno 2013, 07:24:01 »
Prime, pacate, reazioni.....

Là dove torneranno ad osare le aquile (e dal 26.05.2013, ci siamo andati un pò più vicino!!!!)

CP 4.0

Re:Sette anni di guai
« Risposta #6 : Martedì 25 Giugno 2013, 07:26:03 »
Se ti liberi di qualcosa che non ti piace, per quanto si possa avere ragione, se non hai idea di cosa possa, e/o come su possa, rimpiazzarlo, c'è il serio rischio di finire con qualcosa che piace ancor meno.

Del resto è più o meno quello che è successo negli ultimi 40 anni, e non solo in Italia.

Offline zorba

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Là dove torneranno ad osare le aquile (e dal 26.05.2013, ci siamo andati un pò più vicino!!!!)

Boks XV

Re:Sette anni di guai
« Risposta #8 : Martedì 25 Giugno 2013, 08:12:56 »
perfetto Er Matador.
unico, mentre tutti guardano compiaciuti -e spesso con parvenze fessacchiotte- il dito, a individuare la luna.

Offline Eagles71

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Re:Sette anni di guai
« Risposta #9 : Martedì 25 Giugno 2013, 08:22:37 »
perfetto Er Matador.
unico, mentre tutti guardano compiaciuti -e spesso con parvenze fessacchiotte- il dito, a individuare la luna.
il razzismo ci fa schifo, Forza Lazio è il nostro tifo!

Offline AlenBoksic

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Re:Sette anni di guai
« Risposta #10 : Martedì 25 Giugno 2013, 09:17:39 »
Penso che le vicende giudiziarie siano servite solo a Mubarak per coprire i totali fallimenti dei suoi governi,
il cui campo è illimitato (mancate riforme, mancata apertura alla concorrenza, flessibilità selvaggia, condoni, intervento in Irak, aumento debito pubblico, firma del fiscal compact con rientro anticipato, il campo è sterminato).
Anche nel caso in questione si parla di Teheran, dei giudici, di persecuzione e di quant'altro, ma vogliamo allora credere alla versione della difesa e pensare che siamo stati governati da un PdC che si faceva circuire da una bimbetta di 17 anni?
Mi pare che tale difesa sia, politicamente parlando, peggio dell'accusa.
Così come peggio della condanna è il fatto che un qualsiasi potente chiami in ufficio dello Stato per favorire un suo protetto.
Il resto è tutta frittura, buona per ipnotizzare le opposte fazioni.

Il Governo non andava fatto in partenza. Lo si è fatto grazie al superdecisivo intervento di Napolitano che ha ostacolato in ogni modo la possibilità di farne nascere uno diverso. Non credo che il PDL smetta di sostenere l'attuale visto che rischierebbe seriamente di cadere dalla padella nella brace.
Voglio 11 Scaloni

Offline benvolio

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Re:Sette anni di guai
« Risposta #11 : Martedì 25 Giugno 2013, 09:19:26 »
Guardando alla luna di Boks e sviluppando l'analisi di Er Matador: quali conseguenze ne traete? E se i partiti politici occidentali si sono da tempo venduti l'anima al diavolo, che fare? Se i governi non sono altro che escutori testamentari del welfare occidentale, come proteggersi? Se, infine, la civilta' del lavoro vira verso una complessa forma di schiavismo, che senso ha sostenerla ancora? Ma soprattutto come evitare la luna nera?
Berlusconi, in effetti, e' sullo sfondo e il governo e' un'anatra zoppa che continuera' a starnazzare nel recinto dato. Con la precisazione che il fiscal compact e il pareggio di bilancio l'hanno votato sia il PD che il PdL. La storia dei sippero'...non e' attraente per niente.

Boks XV

Re:Sette anni di guai
« Risposta #12 : Martedì 25 Giugno 2013, 10:15:27 »
oggi -OGGI- c'è solo una cosa da fare: andare a Bruxelles e piazzare il diktat.
via il fiscal compact e rinegoziazione del debito, immediatamente.
altrimenti arrivederci e manco grazie.
inutile oramai stare a vedere chi l'ha votato e chi no, va eliminato.
altrimenti, il giorno che si apriranno le cateratte e i cappi spunteranno sui pennoni, non si andrà troppo per il sottile perdendo tempo nel verificare chi, in Parlamento, ha votato cosa.
la turba ululante è cieca e sorda.

Offline franz_kappa

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Re:Sette anni di guai
« Risposta #13 : Martedì 25 Giugno 2013, 10:18:24 »
E se i partiti politici occidentali si sono da tempo venduti l'anima al diavolo, che fare? Se i governi non sono altro che escutori testamentari del welfare occidentale, come proteggersi?

Quale bella e mirabile definizione.

E' vero. Assieme al Novecento, bello che passato (anche se alcuni continuano a rimirarsi l'ombelico rivendicando diritti e regole di un mondo che non esiste più. Il mondo del Novecento, appunto) anche il welfare dell'Europa continentale è destinato a divenire retaggio di un passato che scompare. Ogni evidenza induce a una simile, banale, scontata conclusione

A meno di non europeizzare i debiti pubblici della Ue, magari consolidandoli e ristrutturandoli in parte, l'unico modo per proteggere i cittadini da quella che sarà - con passare degli anni - una sempre maggiore incapacità di nazioni drammaticamente indebitate di mantenere un apparato statale (con tutte le sue articolazioni che richiedono spesa pubblica) ormai ingestibile sarà abbattere, poco a poco, la spesa pubblica.

Si può prevedere, a mio avviso, un ritorno a scenari Ottocenteschi, con alcuni servizi minimi garantiti non universalmente alla popolazione e un contestuale ricorso all'auto-organizzazione della collettività privata per supplire alle mancanze del Pubblico.

Rispetto al passato le moderne tecnologie consentono di efficientare - peraltro a bassissimo costo - in maniera incommensurabile le sinergie tra le persone. Le quali persone, auto-organizzate, potranno dar vita a organizzazioni private che sostituiranno - anche avvalendosi di adeguate professionalità, sperabilmente sotto il controllo di un ente terzo, di natura statale - servizi anche evoluti oggi erogati (spesso in maniera assai inefficiente e costosa) dal Pubblico.

Questa la salvezza, secondo me, rispetto a scenari assai più foschi, visto che il mantenimento di macchine statali ormai non più controllabili e incapaci di funzionare mentenendo i propri conti in equilibrio potrebbe finire con l'imporre - in ragione delle politiche fiscali del tutto impopolari che andranno via via approvate per recuperare attraverso la fiscalità risorse sempre nuove e crescenti - soluzioni autoritarie o autocratiche assai peggiori di quelle che, in parte, abbiamo già sperimentato (mi riferisco alla lettera Bce dell'agosto 2011 e a quanto ne è seguito).

La salvezza è in noi, dunque. C'è poco da stare allegri, lo so. Ma almeno saremo noi, direttamente, con la nostra quotidiana attività, gli artefici del nostro destino.
Senza più invocare il salvifico intervento dello Stato, del Pubblico o del fantomatico Sistema.
Buon viaggio, caro Piero.

Offline AlenBoksic

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Re:Sette anni di guai
« Risposta #14 : Martedì 25 Giugno 2013, 10:54:17 »
Se i governi non sono altro che escutori testamentari del welfare occidentale

Per Cardini i governi attuali sono la cinghia di trasmissione delle lobbies finanziarie e imprenditoriali che, tramite essi, controllano il potere legislativo,
mentre tramite il controllo dei mezzi di informazione hanno addomesticato le opinioni pubbliche, prive di qualsiasi informazione sulla realtà circostante e anestetizzate dal culto delle libertà individuale e dei consumi nonché da forti dosi di “società-spettacolo” e di “politica-spettacolo” che riducono i cittadini a spettatori e a consumatori
Voglio 11 Scaloni

baol

Re:Sette anni di guai
« Risposta #15 : Martedì 25 Giugno 2013, 11:38:10 »
...
Rispetto al passato le moderne tecnologie consentono di efficientare - peraltro a bassissimo costo - in maniera incommensurabile le sinergie tra le persone. Le quali persone, auto-organizzate, potranno dar vita a organizzazioni private che sostituiranno - anche avvalendosi di adeguate professionalità, sperabilmente sotto il controllo di un ente terzo, di natura statale - servizi anche evoluti oggi erogati (spesso in maniera assai inefficiente e costosa) dal Pubblico.
...

Pure questa però mi pare di averla già sentita...sempre a partire dal secolo scorso

Tornando in topic: la vedo più o meno come benvolio;

Infatti non andiamo avanti. Andiamo e non si sa dove (viste le notizie sulla Cina), proprio non si sa.
Con un coro al cloroformio dei media, un distacco cinico delle intellighenzie, una scaramantica rassegnazione dei cittadini (po' esse che me dice c...o).

Aggiungo che magari dopo questa sentenza potremmo trovarci un governo ulteriormente paralizzato dalle invocazioni ad una "non più procrastinabile riforma della giustizia".  Con seguente cagnara, anche mediatica, destinata a partorire il consueto vuoto cosmico.
E per come la vedo io non sarebbe il male peggiore.
Dopo aver letto ad esempio le misure in programma riguardo la disoccupazione ( a quanto pare solo giovanile...mah! ), ho idea che questi meno fanno è meglio (meno peggio) è...



ThomasDoll

Re:Sette anni di guai
« Risposta #16 : Martedì 25 Giugno 2013, 15:04:53 »
Non mi addentro nel sentiero delle catastrofi, mi limito a continuare a sottolineare la sostanziale, ancorché superficiale, evidenza della continuità tra PD e Berlusconi SpA. A futura memoria, perché non si dimentichi. Mafia, concussione, frode fiscale, ratto di minore che sia. Niente rappresenta un ostacolo su certi sentieri. Niente... a questo punto mi auguro non si debba ulteriormente saggiare la capacità di piegarsi alla "ragion di poltrona" del PD di governo largo. Immagino che una piazza che contesta si possa anche reprimere alla turca, no? Non disturbare i manovratori. Personalmente comincio a fare dietrologia sul vero ruolo stabilizzante del M5S.

Offline Er Matador

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Re:Sette anni di guai
« Risposta #17 : Martedì 25 Giugno 2013, 15:06:46 »
Quale bella e mirabile definizione.

E' vero. Assieme al Novecento, bello che passato (anche se alcuni continuano a rimirarsi l'ombelico rivendicando diritti e regole di un mondo che non esiste più. Il mondo del Novecento, appunto) anche il welfare dell'Europa continentale è destinato a divenire retaggio di un passato che scompare. Ogni evidenza induce a una simile, banale, scontata conclusione

A meno di non europeizzare i debiti pubblici della Ue, magari consolidandoli e ristrutturandoli in parte, l'unico modo per proteggere i cittadini da quella che sarà - con passare degli anni - una sempre maggiore incapacità di nazioni drammaticamente indebitate di mantenere un apparato statale (con tutte le sue articolazioni che richiedono spesa pubblica) ormai ingestibile sarà abbattere, poco a poco, la spesa pubblica.

Si può prevedere, a mio avviso, un ritorno a scenari Ottocenteschi, con alcuni servizi minimi garantiti non universalmente alla popolazione e un contestuale ricorso all'auto-organizzazione della collettività privata per supplire alle mancanze del Pubblico.

Rispetto al passato le moderne tecnologie consentono di efficientare - peraltro a bassissimo costo - in maniera incommensurabile le sinergie tra le persone. Le quali persone, auto-organizzate, potranno dar vita a organizzazioni private che sostituiranno - anche avvalendosi di adeguate professionalità, sperabilmente sotto il controllo di un ente terzo, di natura statale - servizi anche evoluti oggi erogati (spesso in maniera assai inefficiente e costosa) dal Pubblico.

Questa la salvezza, secondo me, rispetto a scenari assai più foschi, visto che il mantenimento di macchine statali ormai non più controllabili e incapaci di funzionare mentenendo i propri conti in equilibrio potrebbe finire con l'imporre - in ragione delle politiche fiscali del tutto impopolari che andranno via via approvate per recuperare attraverso la fiscalità risorse sempre nuove e crescenti - soluzioni autoritarie o autocratiche assai peggiori di quelle che, in parte, abbiamo già sperimentato (mi riferisco alla lettera Bce dell'agosto 2011 e a quanto ne è seguito).

La salvezza è in noi, dunque. C'è poco da stare allegri, lo so. Ma almeno saremo noi, direttamente, con la nostra quotidiana attività, gli artefici del nostro destino.
Senza più invocare il salvifico intervento dello Stato, del Pubblico o del fantomatico Sistema.
Troppo ottimismo, FK.
Anche tenendo conto che la tua ipotesi dipinge unicamente lo scenario meno apocalittico, e messo prudentemente in alternativa a un più radicale sfacelo, credo vadano considerati alcuni aspetti:

1) la mutazione antropologica che ha interessato la nostra popolazione.
Più di un benpensante ha guaito, di fronte ai dati sulla disoccupazione e sul resto, che il lato positivo della crisi consisterebbe nel recupero di uno stile di vita più essenziale e magari dei leggendari "lavori che gli Italiani non vogliono più fare".
A parte l'incommensurabile cattivo gusto nello sbattere certi sofismi in faccia a chi non arriva a fine mese - anche questo il sintomo terminale di un mondo che se ne va, se vogliamo -, certe pseudo-analisi immaginano un materiale umano che non c'è più.
Non che manchino persone in gamba, almeno fino a quando non vengono costrette ad andarsene.
Ma la "palude" della nostra società è costituita da individui fragili; indifesi; nati da genitori culturalmente post-sessantottini, per i quali valori tradizionali come l'idea di conquistarsi qualcosa con merito, pazienza e fatica erano già - mi si passi la metafora informatica - in modalità sola lettura; sradicati in veri e propri non luoghi, privi di qualsiasi riferimento identitario; menomati da una scuola che ha abdicato a qualsiasi velleità formativa; plasmati, casomai, per via catodica dalla Mediaset way of life (il vero crimine di cui B. dovrà rispondere alla Storia, assai più della sua dimenticabile carriera politica)...
In parole povere: se non può mantenere un certo tenore di vita, il nuovo italiano medio(-basso) va a rubba'.
Il tutto come inevitabile sommatoria di denaro, malinteso egocentrismo, confusa amoralità, l' "immagine" come unica possibile certificazione della propria esistenza: vale a dire i riferimenti su cui ha potuto contare.
Altro che frugalità, ricostruzione dal basso e "la marmotta che incartava la cioccolata" (cit.)

2) A livello potenziale, quanto affermi sull'auto-organizzazione privata non è affatto campato in aria.
Sul campo, però, si scontra con vari fattori ostili.
A livello congiunturale, con la diffusa allergia all'alfabetizzazone digitale, una micidiale palla al piede soprattutto nella competizione con le realtà emergenti (o emerse?) dell'Asia.
A livello strutturale, con l'assai più radicata propensione alla litigiosità endemica e alla consorteria.
In Grecia, per dire, la gente comune sta reagendo a una catastrofe già compiuta con le strategie di un'economia di guerra - il baratto di beni e prestazioni, ad esempio -, ma soprattutto con un'autentica e persino commovente solidarietà, anziché inabissarsi nel "si salvi chi può".
Evitiamo pietose illusioni: noi NON siamo così.
Da noi, "quelli che se ne approfittano" occuperebbero un ruolo assai più in vista, e non solo nelle altissime sfere.
In più, non va dimenticato un fattore messo a fuoco da Antonio Gambino nel suo Inventario italiano citando l'annotazione di un militare alleato durante l'ultimo conflitto mondiale.
Giunto in una terra di nessuno fra le linee nemiche, l'occasionale testimone fu colpito dalla solidarietà spontanea fra la gente comune.
Non appena il corpo militare di cui faceva parte ricostituì strutture amministrative minime - cioè un embrione di società e di Stato, i veri nemici di una certa Little Italy mentale -, l'idillio di cui sopra svanì in una ridda di denunce, delazioni e, appunto, litigiosità endemica.
"Tutto questo è incredibile", concluse. Tutto questo è persino ovvio, conclude chi conosce un po' meglio i labirinti della nostra psicologica collettiva.
Ammettiamo, pur con le riserve espresse al punto 1), che si riesca a rimettere in piedi qualche servizio autogestito.
Non appena quest'ultimo dovesse raggiungere un determinato livello di complessità sociale e organizzativa, la storia appena raccontata si ripeterebbe arricchita dalle prepotenze e dalle speculazioni del più forte.
Non è pessimismo cosmico il mio. Solo una presa d'atto di quanto già accade sul campo, ad esempio nel nostro Meridione dove i "servizi minimi garantiti non universalmente alla popolazione" rappresentano passato, presente e futuro.
La distribuzione dell'acqua in Sicilia: quello è, nelle sue linee generali, il destino dell'autogestione all'italiana

3) Diamo un colpo di reni di ottimismo e ipotizziamo che, al contrario, il modello così delineato funzioni: secondo te lorsignori - quelli proprio in alto, gli Eichmann della crisi - ci consentirebbero di rimettere in piedi qualcosa?
Nella tua ricostruzione, se ho capito bene, la fine del Welfare State costituisce l'effetto collaterale dell'abbandono di un modello non più sostenibile.
Ho invece la netta sensazione che l'abbrutimento, lo smantellamento del nostro stile di vita e un neo-schiavismo de facto siano invece gli obiettivi principali.
Con l'epocale esproprio di ricchezza privata come succulento bonus e la crisi, pianificata e gestita - altro che "leggi di mercato" -, come semplice mezzo

Offline Er Matador

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Re:Sette anni di guai
« Risposta #18 : Martedì 25 Giugno 2013, 15:30:19 »
oggi -OGGI- c'è solo una cosa da fare: andare a Bruxelles e piazzare il diktat.
via il fiscal compact e rinegoziazione del debito, immediatamente.
altrimenti arrivederci e manco grazie.
inutile oramai stare a vedere chi l'ha votato e chi no, va eliminato.
altrimenti, il giorno che si apriranno le cateratte e i cappi spunteranno sui pennoni, non si andrà troppo per il sottile perdendo tempo nel verificare chi, in Parlamento, ha votato cosa.
la turba ululante è cieca e sorda.
Sacrosanto, anche se inapplicabile da questa classe dirigente perché messa lì a fare l'esatto contrario.
Mi limito ad aggiungere il secondo elemento cruciale: il recupero della sovranità monetaria.
In concreto: da dove proviene la liquidità pompata dalla Federal Reserve per il salvataggio delle banche?
Semplice: dal nulla, stampando dollari come strategia di fronte a un'emergenza.
Attenzione, questo non significa che certe scelte siano facili, senza fondo e prive di conseguenze.
Ma finché l'alternativa made in UE consiste nel rapinare i correntisti e i contribuenti, accollando loro l'intero costo dell'operazione...
E poi, una domanda: perché, fra i Paesi ancora sovrani in ambito monetario, nessuno è ridotto come quelli della zona Euro nonostante la crisi abbia sparso i propri effetti ai quattro venti?
Da qui il secondo diktat, che integra il primo: o si recupera sovranità monetaria a livello comune, dotando l'Euro di una vera Banca Centrale che lo difenda dalle razzie speculative, o ci arriviamo da soli e muoia Sansone con tutti i Filistei.
Una prospettiva piena di incognite spaventose, non dimentichiamolo, col rischio di un disastro.
Ma nulla rispetto a quanto accadrà continuando imperterriti con l'Euro come lo si è inteso finora, vale a dire la certezza di un disastro.

Offline benvolio

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Re:Sette anni di guai
« Risposta #19 : Martedì 25 Giugno 2013, 16:55:28 »
Credo che l'annotazione di TD sul valore stabilizzatore di M5S vada soppesata, forse quella ipotesi (un uso calmierante del Grillo pensiero) non e' peregrina. Le capacita' del PD di farsi garante della ragion di stato sono genetiche (non voglio arrivare allo stalinismo e al gesuitismo ma insomma...).
L'analisi di franz kappa, ineccepibile su cio' che e' finito (per forza o per natura, chissa'...) la trovo stimolante ma mi riporta un po' al pensiero owenista, al socialismo utopistico, insomma ad un passato. A meno che non si voglia parlare di autogoverno, anarchia e Comune, cose verso le quali sembra fortemente spingere la storia.
E qui alcune connotazioni di Matador sub 1 fanno riflettere perche' ci danno la misura di quanto non riusciamo o riusciremo a fare cose sub2 che in Spagna e Grecia cominciano a far titubare i governanti (titubare e non cambiare idea, sia chiaro).
La grande alea e qui franz kappa che e' un liberale vero non offre alcuna certezza e' che qualunque cosa noi possiamo fare il rischio di una paurosa involuzione sociale rimane ed e' alto.
A questo punto le sorti di Berlusconi perdono di importanza e se ancora hanno un senso lo hanno nella faida interpoliticia.
Non esistono piu' partiti in Italia. Se esistessero avrebbero al proprio odg rinegoziazione del debito, della unione politica UE, lavoro e soprattutto grande dibattito sul recupero (europeo secondo me) della sovranita' monetaria. L'economia non e' una scienza esatta, ha a che fare con l'etica. Solo nella matematica esiste l'errore e non la colpa. In economia esiste l'errore e la colpa, quasi sempre. Non c'e' niente di ineluttabile.