Autore Topic: Una gita sul Mont Ventoux  (Letto 6327 volte)

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ThomasDoll

Re:Una gita sul Mont Ventoux
« Risposta #20 : Lunedì 15 Luglio 2013, 08:20:03 »
Grazie del racconto. In effetti salire con quella veemenza simili pendenze in quelle condizioni è sospetto, ma se ho capito bene al momento per il Tour è più importante che non si parli dei Pantani... ormai siamo ai trionfi che durano lo spazio di qualche anno, il tempo di finire la carriera. Mah. Peccato perché il ciclismo conserva il fascino della sofferenza, ma vedere come respiravano gli scalatori in ascesa (ho mollato la tv a 5 km dall'arrivo) faceva effettivamente impressione... e non parlo solo della maglia gialla, ma anche del suo gregario che ha scandito l'ascesa fino a quel punto, per esempio.



Offline benvolio

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Re:Una gita sul Mont Ventoux
« Risposta #21 : Lunedì 15 Luglio 2013, 09:08:03 »
In effetti anche io avrei voluto spegnere ma ho resistito solo perche' in fondo il Mont ventoux resta aldila' dei ciclisti piu' o meno baroni. E non tutti baravano, o almeno non tutti.
Per cui se Froome a me ricordava, come ad Alen, Rijse ma anche e soprattutto Floyd Landis...:( poi c'erano dietro gli umani (pochi magari)che provavano a fare una corsa normale. Certo il sistema Armstrong ha devastato il ciclismo; oggi lo puoi chiamare sistema Sky e non cambia nulla, anzi trovi un'integrazione mediatica ancora piu' spinta.

ThomasDoll

Re:Una gita sul Mont Ventoux
« Risposta #22 : Lunedì 15 Luglio 2013, 16:12:23 »
come promesso...

Bottecchia è la rivelazione più sensazionale del Tour. Povero, oscuro, taciturno, questo virgulto d'una famiglia di prodi soldati, senza conoscere una sola parola dell'idioma francese, senza avere mai visto una strada francese, ha dimostrato di essere un grande campione. Tale Bottecchia è stato per un mese. Immaginatelo ora nel '24, meglio preparato ad affrontare le incognite del cammino e più esperto dei nostri sistemi di gara, e voi vedrete ciò che saprà fare il generoso e leale bersagliere italiano.

La frase è di Henri Desgrange, il padre del Tour, che ha diretto la corsa dalla nascita fino allo stop per la seconda guerra mondiale. La dice lunga sul suo apprezzamento per Ottavio Bottecchia, che ha dominato due Tour (1924 e 1925), succedendo all'idolo dei francesi, Henri Pélissier, grande gloria del ciclismo transalpino che al Tour dominò nel 1923. Pélissier e Degrange litigavano furiosamente, a proposito delle condizioni di corsa e delle medicine che i corridori erano costretti a prendere per sopportare la fatica e i mille problemi fisici che ne derivavano. Dégrange non sopportava le arie da primadonna di Pélissier, che era davvero popolarissimo, e non esitò a preferirgli l'italiano, che vinse il suo primo Tour anche grazie al polemico ritiro del francese.

Un fatto accomuna i due campioni del ciclismo dei pionieri: sono morti entrambi giovani, tutti e due assassinati. Pélissier (1935) fu ucciso dalla sua compagna con la pistola che sua moglie aveva usato, due anni prima, per togliersi la vita. Bottecchia fu trovato agonizzante (1927)  in una strada di campagna e morì dopo qualche giorno. Non si conoscono i motivi della sua morte, anche se si pensa sia stato ucciso. Motivazioni politiche (Bottecchia era fascista) o legate a frequentazioni ambigue (storie di scommesse) o anche a futili motivi (un tizio affermò di averlo picchiato dopo averlo sorpreso a rubargli della frutta).

Offline benvolio

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Re:Una gita sul Mont Ventoux
« Risposta #23 : Martedì 16 Luglio 2013, 09:01:23 »
I Pellissier erano tre Charles, Francise Maurice e, appunto, Jean Henri Auguste. Il primo fu un micidiale velocista, il secondo un gran corridore che si sacrifico' spesso per Henri, un vero fuoriclasse. Non ho mai trovato traccia di un aneddoto narrato da mio padre secondo il quale, durante un tour, Learco Guerra sdraio' letteralmente a colpi di bicicletta i tre fratelli che gli avevano teso un'imboscata facendolo cader il giorno prima. Il mito di quel ciclismo e' quasi proustiano: tempi e distanze dilatate, eventi che si svolgono dentro eventi (si fermavano, pranzavano nelle trattorie e poi rirparivano, regolavano le questioni agli angoli delle strade e poi ripartivano). Per tornare in topic, vedi Pank se trovi traccia dell'esperienza onirica di Ferdi Kubler sul Ventoux nel tour del 1950. Sembra che ando' talmente in acido da perdere completamente l'orientamento e invertire il senso di marcia mentre era in preda ad una specie di delirio.

Offline AlenBoksic

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Re:Una gita sul Mont Ventoux
« Risposta #24 : Martedì 16 Luglio 2013, 14:26:04 »
Di quell'epoca è pure Antonin Magne,
poi DS di Poulidor.
Celebre l'aneddoto di Adriano De Zan che raccontò di come Poulidor avesse staccato Anquetil sul Restefond: il bretone era in difficoltà e, visto aveva in mano tutto il giro dei circuiti a invito post Tour che dispensavano bei quatrini, via via tutto il gruppo si fermò per aiutarlo.
Poulidor in fuga venne raggiunto dall'ammiraglia con questo Magne che gli disse "guarda che hai forato",
Poulidor non sentì ragioni per fermarsi e quindi Magne gli tagliò la strada e lo buttò fuori
 :D

(sempre sia lodato il mitico Adriano De Zan)

P.S.: Non mi stupirei che visto il sospetto suscitato dalla vittoria di domenica la maglia gialla in queste tappe perdesse un paio di minuti, tanto per dimostrarsi umano e allontanare i dubbi
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ThomasDoll

Re:Una gita sul Mont Ventoux
« Risposta #25 : Martedì 16 Luglio 2013, 15:00:49 »
Dalle cronache in mio possesso risulta che Charly sia arrivato dopo Henri e Francis, e che almeno lui andasse d'accordo con H.D.; non so se sia capitato che tutti e tre i fratelli fossero in gara insieme. L'episodio di Kubler 1950 non viene riportato, ma visto che Kubler ha vinto quel Tour probabilmente non si tratta del 1950. Si parla di una vicenda Simpson-style nel 1955, con il francese Jean Mallejac che si riprende a stento, dopo che qualcuno l'aveva dato per morto, sempre a pochi passi dalla vetta del monte calvo. Quanto a Henri Pélissier, famosa la sua invettiva rilasciata ai giornali sulle condizioni in cui si correva. La riporto in francese:

Citazione
« Vous n'avez pas idée de ce qu'est le Tour de France, dit Henri, c'est un calvaire. Et encore, le chemin de Croix n'avait que quatorze stations, tandis que le nôtre en compte quinze. Nous souffrons du départ à l'arrivée. Voulez-vous voir comment nous marchons ? Tenez… (de son sac, il sort une fiole).

Ça, c'est de la cocaïne pour les yeux, ça c'est du chloroforme pour les gencives…

– Ça, dit Ville, vidant aussi sa musette, c'est de la pommade pour me chauffer les genoux.

– Et des pilules ? Voulez-vous voir des pilules ? Tenez, voilà des pilules. »

Ils en sortent trois boîtes chacun.

« Bref ! dit Francis, nous marchons à la “dynamite”. »

Henri reprend :

« Vous ne nous avez pas encore vus au bain à l'arrivée. Payez-vous cette séance. La boue ôtée, nous sommes blancs comme des suaires, la diarrhée nous vide, on tourne de l'œil dans l'eau. Le soir, à notre chambre, on danse la gigue, comme saint Guy, au lieu de dormir. Regardez nos lacets, ils sont en cuir. Eh bien ! ils ne tiennent pas toujours, ils se rompent, et c'est du cuir tanné, du moins on le suppose… Pensez ce que devient notre peau ! Quand nous descendons de machine, on passe à travers nos chaussettes, à travers notre culotte, plus rien ne nous tient au corps…

– Et la viande de notre corps, dit Francis, ne tient plus à notre squelette. »

ThomasDoll

Re:Una gita sul Mont Ventoux
« Risposta #26 : Martedì 16 Luglio 2013, 15:22:21 »
(credo l'intervista risalga al Tour in cui ci fu lo screzio con Desgrange e il ritiro del francese che agevolò la vittoria di Bottecchia, quindi 1924).
Interessanti le cronache degli scontri tra italiani e francesi e del ritiro polemico della squadra italiana, con Magni in giallo, proprio nel 1950, dopo che sull'Aspin Bartali era stato assalito dai tifosi francesi.

Offline benvolio

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Re:Una gita sul Mont Ventoux
« Risposta #27 : Mercoledì 17 Luglio 2013, 09:06:07 »
Corretto Pancrazio, scusa. L'episodio Kubler/Ventoux e' del '55, ho trovato un articolo poi posto il link. Dei fratelli Pellissier non so, andavo a memoria con i racconti dell'infanzia. Erano tempi pioneristici e a leggere le dichiarazioni di Henri Pellissier mi e' ventuo in mente Prefontaine con le sue lotte contro i signori dell'atletica...

Offline AlenBoksic

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Re:Una gita sul Mont Ventoux
« Risposta #28 : Venerdì 19 Luglio 2013, 09:07:18 »
Tappa godibile ieri con la doppia scalata all'Alpe che spero verrà riproposta in edizioni meno cloroformiche di questa.
Da sottolineare la continua proliferazione di questi dementi urlanti e correnti che hanno il solo effetto di rovinare calore, colore e folklore della marea di appassionati: il giorno in cui qualche corridore fracasserà la bicicletta in testa ad uno di costoro, stappo.
La fortuna giustamente arride ai fuggitivi di giornata che riescono nel loro tentativo a lunga gittata: Riblon, dopo un'uscita a cercar funghi nel bosco, riesce a raggiungere e staccare il generosissimo e sfortunato TGV,
uno dei più combattivi di questo Tour.
Terzo un vispo ma troppo verde Moreno Moser.

I big si annusano senza sferrarsi colpi micidiali, visto che ormai la classifica è abbastanza cristallizzata: l'attacco in discesa del duo Saxo è più velleitario che altro non potendo disporre di gregari pronti ad immolarsi.
Nell'ascesa finale Quintana si conferma la rivelazione di questa edizione con a fianco un ritrovato Rodriguez.
Quanto alla maglia gialla e alla crisetta di fame pare tutta una pantomima già prevista

P.S.: Non mi stupirei che visto il sospetto suscitato dalla vittoria di domenica la maglia gialla in queste tappe perdesse un paio di minuti, tanto per dimostrarsi umano e allontanare i dubbi
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Offline benvolio

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Re:Una gita sul Mont Ventoux
« Risposta #29 : Sabato 20 Luglio 2013, 11:01:13 »

Quanto alla maglia gialla e alla crisetta di fame pare tutta una pantomima già prevista

...e mi sa di si, mi sa. Comunque le tappe alpine, aldilà delle perversioni da baraccone, conservano un fascino notevole. L'Alpe d'Huez è sempre un bella università del ciclismo.

ThomasDoll

Re:Una gita sul Mont Ventoux
« Risposta #30 : Lunedì 22 Luglio 2013, 16:10:22 »
Insomma, il Tour riconcilia sempre col ciclismo. Se la classifica finale è vera lo sapremo tra qualche anno... intanto mi consolo con la simpatia di Quintana, ventitreenne che me pare mi nonno.

Offline benvolio

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Re:Una gita sul Mont Ventoux
« Risposta #31 : Lunedì 22 Luglio 2013, 19:26:58 »
Nairo Quintana sembra un idolo di pietra precolombiano. Comunque sabato vederlo allungare insieme a Rodriguez e vederlo mandare (apparentemente) fuori soglia Froome e' stato divertente. Ma quello che e' stato esteticamente di livello e' la tappa di ieri col sole che indorava i corridori e la volata finale nella luce grigia del dopo tramonto. Giusto TD: il Tour riconcilia col ciclismo anche se la tappa alle Tre Cime del Giro non e' stata da meno.
Pancrazio se sei interessato farei volentieri uno scambio in uso del tuo libro sul Tour col mio su Fignon (la sua biografia scritta quasi in punto di morte).

ThomasDoll

Re:Una gita sul Mont Ventoux
« Risposta #32 : Lunedì 22 Luglio 2013, 22:16:45 »
mucho gusto, l'ho quasi finito, poi te lo passo