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Per far tornare il sereno fra Lazio e Juventus la partita potrebbe giocarsi all'Olimpico. E con una piccola rinucia economica dei bianconeri la Lazio avrebbe i suoi introiti.Ieri la Lega ha preso una prima decisione: la Supercoppa italiana si giocherà il 18 agosto nella penisola. Niente Cina, dunque, né Canada. Su tutte le furie il presidente della Lazio Claudio Lotito, che avrebbe preferito, per questioni economiche, che la sfida con la Juventus si giocasse all'estero, e a caldo ha commentato in maniera alquanto pepata.
"In un sistema quello che conta sono le regole, - ha tuonato il patron biancoceleste - quando c'è prevaricazione c'è malcontento. Mi rimetto all'organismo preposto, che è il Consiglio di Lega".
La Juventus ha invece appreso con serenità della data della partita, nonostante in quella settimana molti calciatori bianconeri saranno di rientro dagli impegni con le Nazionali. In attesa della decisione finale sulla sede, che potrebbe essere presa il 27 giugno, a margine di un Consiglio e di un Assemblea di Lega convocati su altri punti, il clima fra i due club restano tuttavia surriscaldati.
La Lazio, per giocare la Supercoppa, rinuncerà infatti a una tournèe in Sudamerica, e dalla disputa della gara a Pechino avrebbe ricavato introiti per 1,8 milioni di euro e ora il club biancoceleste pretende un guadagno di almeno 1 milione e mezzo. La diplomazia è tuttavia al lavoro per ricomporre lo strappo e arrivare alla data del 27 giugno con un accordo verbale già condiviso.
L'ipotesi che sta prendendo piede è infatti quella della disputa della partita all'Olimpico di Roma. In questo modo, infatti, si ipotizza un incasso di almeno 2 milioni (nella finale di Coppa Italia fu di 2 milioni e 900 mila euro) più 300 mila euro di proventi pubblicitari. Sommando e dividendo per due la cifra per accontentare tutti non è lontana.
Ma se si considera che per venire incontro al club biancoceleste, la Juventus sarebbe inoltre disposta a concedere alcune centinaia di migliaia di euro al club capitolino, il cerchio si chiude. Tutto volge dunque verso la designazione di Roma come sede della Supercoppa, scelta che appare come quella decisiva per ricomporre in extremis un mosaico rivelatosi più difficile del previsto.
