Autore Topic: Supercoppa, Juve-Lazio: perché ha ragione Lotito  (Letto 780 volte)

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Offline Daniela

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Supercoppa, Juve-Lazio: perché ha ragione Lotito
« : Sabato 15 Giugno 2013, 12:10:44 »
corrieredellosport.it



Spesso abbiamo messo in discussione scelte, comportamenti e atteggiamenti del presidente biancoceleste, anche a livello di politica sportiva. Stavolta, però, ci sembra evidente che, nella battaglia del grano, qualcuno sia stato decisamente più arrogante di lui

di Stefano Agresti
ROMA - È la battaglia del grano e i contendenti mostrano denti e muscoli: guai cercare di portar via una manciata (in questo caso una montagna) di soldi a Lotito o Agnelli. Al centro della lite, diventata sguaiata, la sede della partita tra Juve e Lazio che, ad agosto, assegnerà la Supercoppa: i bianconeri non vogliono disputarla a Pechino, perché impegnati in una tournée ben remunerata dall’altra parte del mondo; i biancocelesti pretendono invece di giocarla in Cina, là dove gli organizzatori con gli occhi a mandorla garantiscono una quantità di denaro che nessun altro può avvicinare (1,8 milioni a ciascuna società, più o meno). Le schermaglie vanno avanti da un po’ (all’inizio la Lazio si era detta disposta a cambiare sede, a patto giustamente di non rimetterci soldi), ieri si è arrivati a toni accesissimi. Lotito si sente preso in giro e lancia accuse pesantissime, la Juve ribatte mostrando una lettera, inviata alla Lega a marzo, nella quale dichiarava la propria indisponibilità a disputare la Supercoppa all’estero. La società bianconera, in aggiunta, cita un punto del contratto con gli organizzatori cinesi, che a suo avviso le dà ragione: in questo punto si sostiene che «la Lega, a suo insindacabile giudizio», può decidere di non disputare in Cina un’edizione della Supercoppa entro il 2014; in tal caso, ha la facoltà di recuperare l’evento nei due anni successivi. Denunciato l’immobilismo colpevole della stessa Lega, ci pare evidente che nelle argomentazioni della Juve ci sono due crepe grosse così. Innanzitutto, non si capisce a quale titolo un club possa comunicare, in modo assolutamente autonomo, di non voler rispettare un accordo firmato dalla Lega (al massimo dovrebbe chiedere, e non pretendere, di modificare i programmi: peraltro questa scelta costa denaro anche all’altro club finalista). E poi, nel testo citato dalla Juve si dice espressamente che è sì possibile rinviare la partita in Cina, ma «a insindacabile giudizio» della Lega. Della Lega, non della Juve. Spesso abbiamo messo in discussione scelte, comportamenti e atteggiamenti di Lotito, anche a livello di politica sportiva. Stavolta, però, ci sembra evidente che, nella battaglia del grano, qualcuno sia stato decisamente più arrogante di lui.

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