Da la Gazzetta dello Sport a cura di cittaceleste.itL’ultimo passo per entrare nella storia. Lazio e Atalanta si giocano stasera a Gubbio lo scudetto Primavera. La Lazio di Bollini ha il miglior attacco del campionato, con 64 reti nella regular season e 4 in due partite in queste finali; ha perso una sola volta in stagione, chiudendo al primo posto il girone C con 59 punti, gli stessi dell’Atalanta vincitrice del girone B.
Asso nella manica
La Lazio è alla seconda finale consecutiva. Dopo il k.o. con l’Inter, c’è voglia di rivincita. Bollini in semifinale ha ritrovato l’estro di Keita Balde Diao. Classe 1995, cresciuto nelle giovanili del Barcellona fino a che, nel 2010 in Qatar, uno scherzo a un compagno di squadra (ghiaccio nel letto) non gli costò l’allontanamento. Fu spedito in una squadra satellite, il Cornellà, con un’opzione. Segnò 47 gol, il Barça decise di riportarlo a casa, lui si rifiutò. Real e Juve erano sulle sue tracce, ma la spuntò Lotito, che pagò 300 mila euro di indennizzo. La Lazio ha atteso quasi due anni prima di tesserare Keita, nato in Spagna da genitori senegalesi, per non occupare un posto da extracomunitario. Ora è a disposizione di Bollini. Dopo il Chievo ha garantito: «Il gol me lo sono tenuto per la finale». L’Atalanta è avvisata.
Pezzi pregiati
I nerazzurri di Bonacina sono stati i primi a conquistare il pass per Gubbio. Leader carismatico è Antonio Palma, play, unico del gruppo ad aver debuttato in A. Ha lasciato lunedì il ritiro per tornare a Milano e svolgere una verifica di latino, saltata per gli impegni con l’U19. Occhio anche a Cais, 14 reti e fiuto del gol alla Inzaghi, e Varano, talento che il d.g. Marino ha paragonato a «un giovanissimo Baggio». E poi c’è Doudou Mangni, «mister simpatia» come riporta il profilo Facebook. È appena rientrato da un infortunio muscolare. Forza fisica e tecnica, può essere l’arma a sorpresa.
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