Autore Topic: QUANDO CE VO' CE VO'... RISPOSTA A DOTTO  (Letto 3726 volte)

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Offline giangoverni

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QUANDO CE VO' CE VO'... RISPOSTA A DOTTO
« : Mercoledì 5 Giugno 2013, 22:30:06 »

 La Lazio è storia, la Roma un parto di fascista abruzzese

Giancarlo Dotto che ha definito i biancocelesti Nessuno. Ma se la tua squadra è stata umiliata da Nessuno, allora la consideri meno del Nulla.
da Globalist


di Giancarlo Governi

Giancarlo Dotto mi ha fatto pensare a Omero, l'Odissea, Ulisse e Polifemo. Ricordate? Il ciclope Polifemo ha imprigionato nella sua grotta Ulisse e i suoi compagni con l'idea di mangiarseli con comodo, ma il furbo Ulisse, mentre il ciclope dorme, con un palo infuocato lo acceca nell'unico occhio.

Poi riesce a scappare approfittando della cecità di Polifemo nascondendosi sotto il ventre di una pecora. A Polifemo il furbo Ulisse dice di chiamarsi Nessuno e quando il ciclope si mette a urlare e a chiedere aiuto ai suoi fratelli che gli domandano il nome del colpevole lui grida: "Nessuno... è stato Nessuno". I fratelli ciclopi si mettono di nuovo a dormire pensando che Polifemo a forza di stare solo con le sue pecore è andato giù di testa. Così Dotto, a forza di stare solo con il suo dolore di romanista che ha subito la più sanguinosa sconfitta della storia del calcio romano sembra entrato in uno stato di allucinazione.

Infatti immagina che a infliggergli un così grande dolore sia stato Nessuno, una Nullità un qualcosa che non esiste e non è mai esistito e mai esisterà. Chissà forse pensa che Totti e compagni siano stati sconfitti da fantasmi, da entità astratte, da idee cartesiane, o da monadi che stanno soltanto nella testa dei filosofi o che Totti e compagni si sono figurati di avere come avversari in campo delle ombre senza volto e senza nome.

Soltanto così si giustificano i guerrieri piangenti applauditi da coloro che li hanno sconfitti e che vedono poi alzare la coppa felici, mentre le loro mogli e i loro bambini son preda della disperazione più cupa, inferiore soltanto a quella che sta attanagliando coloro che avevano già preparato le magliette celebrative con la stella d'argento e un giornalista colto e preparato (in)Dotto a scrivere cose che sicuramente in momenti di lucidità e di razionalità non può scrivere, perché probabilmente neppure i tifosi romanisti più ostici sarebbero in grado di pensare. Lo scrittore dalla penna leggera è stato appesantito dal macigno del tifo irrazionale.

Ora, lo so, lui potrà rispondermi, e sicuramente lo farà, che il tifo abbrutisce, e ti fa perdere il senno e finanche il lume della ragione e ti fa dire e scrivere cose di cui poi magari ti vergogni. E soprattutto, e qui ritorno nella fattispecie, non ti fa pensare che se riduci al rango di una nullità la squadra che ti ha umiliato davanti a tutto il mondo calcistico, consideri la tua squadra meno del Nulla.

A Dotto che mi legge a mente fredda, posso soltanto dire che la storia è storia e non si cancella perché, se fosse possibile, il popolo tedesco cancellerebbe Hitler e le sue malefatte, il popolo italiano cancellerebbe le leggi razziali, il popolo russo cancellerebbe Stalin e così via verso il ritrovamento di una verginità perduta. Così i romanisti non possono cancellare che la Lazio ha più storia di loro, essendo nata dalla volontà di nove giovanotti colti e sportivi che seguivano gli ideali della fratellanza e della universalità impressi nei colori della Grecia, patria delle Olimpiadi, mentre la seconda squadra della Capitale, la As Roma, nasce dalla volontà burocratica di un gerarca fascista nato a Corropoli.

Dico anche che l'aquila Olympia non è affatto spennacchiata ma bella e rigogliosa anche troppo perché ipernutrita, e che io mi sento cugino maggiore di tanti romanisti, dei miei amici che dopo la sconfitta si sono fatti forza e si sono congratulati. Quanto a Lotito, Tare e Petkovic, so che ce li invidiate ma sappia Dotto che noi ce li teniamo ben stretti anche perché vogliamo lasciarvi con i Baldini, i Sabatini, i Pallotta e tutte le nullità che avete messo in panchina negli ultimi anni.

Molti amici laziali mi incitano a dire a Dotto che lui parla così perché gli "abbiamo alzato la Coppa in faccia" ma io non lo farò perché sono un signore, e signore un laziale lo nasce.


Offline Kebab

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Re:QUANDO CE VO' CE VO'... RISPOSTA A DOTTO
« Risposta #1 : Mercoledì 5 Giugno 2013, 22:35:51 »
Caro Gian Governi, sei l'unico volto noto della Lazio che abbia il coraggio di spernacchiare pubblicamente totti prima e la loro storiaccia unta poi.. solo applausi per te che ci metti la faccia! Grande!

Offline sandro

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Re:QUANDO CE VO' CE VO'... RISPOSTA A DOTTO
« Risposta #2 : Mercoledì 5 Giugno 2013, 23:45:18 »
Grande Giancarlo!
Vincere lo scudetto produce solo danni(Lotito)...ma anche andare in Champions...poi aumentano le spese.

Noi siamo gli EAGLES,quella e'la LAZIO:il nostro grande amor!!!!

Offline Sanfatucchio

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Re:QUANDO CE VO' CE VO'... RISPOSTA A DOTTO
« Risposta #3 : Mercoledì 5 Giugno 2013, 23:54:39 »
gran bella risposta, grazie

malacarne

Re:QUANDO CE VO' CE VO'... RISPOSTA A DOTTO
« Risposta #4 : Giovedì 6 Giugno 2013, 00:27:51 »
je l'hai sonate de brutto :D

Offline giangoverni

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Re:QUANDO CE VO' CE VO'... RISPOSTA A DOTTO
« Risposta #5 : Giovedì 6 Giugno 2013, 00:31:55 »
E vabbè, con due B rende meglio l'idea ;D

Significa che era proprio dell'abruzzo interno :D

Il direttore De Paola ha cercato di mettera una pezza sull'articolo di Dotto ("Il derby è anche sfottò") nel quale appare questo gravissimo svarione: "Ricorderete tutti la prolungata pernacchia che Totò prescriveva come una medicina da somministrare due volte al giorno contro il nobile di turno. Forse oggi una moltitudine di maestri impettiti avrebbe spiegato che quella gag non sarebbe stata politicamente e forse nemmeno socialmente corretta con buona pace del grande comico napoletano. La voce della gente percorre strade variegate e mutevoli."  Ho provato a precisare, a fargli capire che il comico del pernacchio non è Totò bensì Eduardo De Filippo invano. Mi sono pure iscritto al loro forum ma non c'è stato niente da fare. Che faccio? gli mando una bella lettera minatoria, cioè al ... minatore, come diceva Totò?

Offline fiDelio

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Re:QUANDO CE VO' CE VO'... RISPOSTA A DOTTO
« Risposta #6 : Giovedì 6 Giugno 2013, 00:36:59 »

Molti amici laziali mi incitano a dire a Dotto che lui parla così perché gli "abbiamo alzato la Coppa in faccia" ma io non lo farò perché sono un signore, e signore un laziale lo nasce.

Mi raccomando Giancarlo non glielo dire...  ;)

#Liberate I Laziali

"Ancora date retta a quegli stronzi dei giornalisti?"

"Se un giorno dovessi fare un trapianto di cervello, vorrei quello di un giornalista sportivo. Perché so che non è mai stato usato"

Offline cartesio

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Re: QUANDO CE VO' CE VO'... RISPOSTA A DOTTO
« Risposta #7 : Giovedì 6 Giugno 2013, 01:53:35 »
spero di riuscire a fare i complimenti a Giangoverni dal cellulare
e ffforza lazzzio

Ai nostri giorni si può scegliere la propria religione, Hadouch, ma non la propria tribù. D. Pennac, La Prosivendola.

Offline zorba

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Re:QUANDO CE VO' CE VO'... RISPOSTA A DOTTO
« Risposta #8 : Giovedì 6 Giugno 2013, 08:02:55 »
(corsport 06.06.2013)

Godiamo dei trionfi in intimità e senza troppi schiamazzi

(di Michele Plastino)

Ho avuto modo, da seguace del Corsport, di leggere l’opinione di Dotto sulla inesistenza della Lazio. Rispondo alla provocazione con garbato sdegno ricordando l’illuminata esistenza di noi laziali. Di quelli che la Lazialità ce l’hanno dentro, e che nulla ha a che fare con moderne degenerazioni. Il Laziale esiste perché soffre ed è vero, perché nella sofferenza e negli errori si ritrova la dignità. E le vittorie non evaporano come scrive Dotto, ma si interiorizzano in una profonda intimità senza schiamazzi. Il Laziale, forse antico, si identifica in eroi, li ama. Fino a perdonarli eccessivamente. E si ribella se non riesce ad identificarsi con nuove figure. Senza neanche badare sempre ai risultati. E’ l’uomo nel film “Titanic” che si mette il frac quando va a morire. Il vero laziale esiste, caro Giancarlo, quando dopo il derby non ti insulta né dileggia. A lui basta guardarti negli occhi. Per poi godere nell’animo.
Là dove torneranno ad osare le aquile (e dal 26.05.2013, ci siamo andati un pò più vicino!!!!)

Offline Eagles71

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Re:QUANDO CE VO' CE VO'... RISPOSTA A DOTTO
« Risposta #9 : Giovedì 6 Giugno 2013, 08:25:03 »
michele chi?
il razzismo ci fa schifo, Forza Lazio è il nostro tifo!

paoletto

Re:QUANDO CE VO' CE VO'... RISPOSTA A DOTTO
« Risposta #10 : Giovedì 6 Giugno 2013, 08:33:48 »

.........
Molti amici laziali mi incitano a dire a Dotto che lui parla così perché gli "abbiamo alzato la Coppa in faccia" ma io non lo farò perché sono un signore, e signore un laziale lo nasce.
epilogo migliore non ci poteva essere
grazie grazie, grazie

Offline cuchillo

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Re:QUANDO CE VO' CE VO'... RISPOSTA A DOTTO
« Risposta #11 : Giovedì 6 Giugno 2013, 09:35:50 »
(corsport 06.06.2013)

Godiamo dei trionfi in intimità e senza troppi schiamazzi

(di Michele Plastino)

Ho avuto modo, da seguace del Corsport, di leggere l’opinione di Dotto sulla inesistenza della Lazio. Rispondo alla provocazione con garbato sdegno ricordando l’illuminata esistenza di noi laziali. Di quelli che la Lazialità ce l’hanno dentro, e che nulla ha a che fare con moderne degenerazioni. Il Laziale esiste perché soffre ed è vero, perché nella sofferenza e negli errori si ritrova la dignità. E le vittorie non evaporano come scrive Dotto, ma si interiorizzano in una profonda intimità senza schiamazzi. Il Laziale, forse antico, si identifica in eroi, li ama. Fino a perdonarli eccessivamente. E si ribella se non riesce ad identificarsi con nuove figure. Senza neanche badare sempre ai risultati. E’ l’uomo nel film “Titanic” che si mette il frac quando va a morire. Il vero laziale esiste, caro Giancarlo, quando dopo il derby non ti insulta né dileggia. A lui basta guardarti negli occhi. Per poi godere nell’animo.

A me spiace darvi questo dispiacere. Ma per me è esattamente così. Trovo seccante dare retta a Plastiko (tra l'altro mio riferimento televisivo, direi unico e incontrastato per gli interi anni '80). Ma io vivo la Lazio così, non ci posso fare nulla.
Invidio tanto Massaccesi. Ossia Jooooooe D'Amato.

Offline CeiZanettiGarbuglia

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Re:QUANDO CE VO' CE VO'... RISPOSTA A DOTTO
« Risposta #12 : Giovedì 6 Giugno 2013, 09:45:34 »
(corsport 06.06.2013)

Godiamo dei trionfi in intimità e senza troppi schiamazzi

(di Michele Plastino)

Ho avuto modo, da seguace del Corsport, di leggere l’opinione di Dotto sulla inesistenza della Lazio. Rispondo alla provocazione con garbato sdegno ricordando l’illuminata esistenza di noi laziali. Di quelli che la Lazialità ce l’hanno dentro, e che nulla ha a che fare con moderne degenerazioni. Il Laziale esiste perché soffre ed è vero, perché nella sofferenza e negli errori si ritrova la dignità. E le vittorie non evaporano come scrive Dotto, ma si interiorizzano in una profonda intimità senza schiamazzi. Il Laziale, forse antico, si identifica in eroi, li ama. Fino a perdonarli eccessivamente. E si ribella se non riesce ad identificarsi con nuove figure. Senza neanche badare sempre ai risultati. E’ l’uomo nel film “Titanic” che si mette il frac quando va a morire. Il vero laziale esiste, caro Giancarlo, quando dopo il derby non ti insulta né dileggia. A lui basta guardarti negli occhi. Per poi godere nell’animo.
Non cambia e non cambierà mai! è proprio un giapponese!
Non sono tifoso di una squadra, sono Laziale!

Offline MagoMerlino

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Re:QUANDO CE VO' CE VO'... RISPOSTA A DOTTO
« Risposta #13 : Giovedì 6 Giugno 2013, 09:56:47 »
Peccato che sul corsport odierno, sia stata pubblicata quella annacquata replica di micheleplastino e non l'articolo di Governi.
E dove, sempre sul numero odierno del quotidiano, il direttore, già colpevole di aver pubblicato ieri l'articolo dell'indotto e oggi una una sua squallida giustificazione, ha permesso nuovamente all'indotto di scrivere altre stronzate.

Complimenti a Governi.
Odio perdere più di quanto ami vincere

#liberalaLazio

Siamo realisti, esigiamo l'impossibile.

"se te senti la forza necessaria spalanca l'ale e viettene per l'aria: se nun t'abbasta l'anima de fallo io seguito a fa l'Aquila e tu er gallo"

Offline Drenai

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Re:QUANDO CE VO' CE VO'... RISPOSTA A DOTTO
« Risposta #14 : Giovedì 6 Giugno 2013, 10:00:29 »
sembra incredibile ma questa volta anche io la penso esattamente come plastino. la lazio è una cosa mia, intima, nelle vittorie e nelle sconfitte. e vado fiero di veverla in questo modo. non ho mai avuto bisogno di sbandierare alcunchè, e non me ne frega nulla se per il resto del mondo sono invisibile. se la visibilità è quella pacchiana dei marciapiedi e le serrande giallorosse, mille volte meglio l'invisibilità e chissenefrega di dotto.
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Larry Bird

ThomasDoll

Re:QUANDO CE VO' CE VO'... RISPOSTA A DOTTO
« Risposta #15 : Giovedì 6 Giugno 2013, 10:07:10 »
Dotto la butta in caciara scimmiottando il Titano di cui è stato esegeta e intervistatore. In realtà (nel senso vero della parola, cioè "nella realtà") a non esistere è il tifoso. Il suo scritto, inutilmente elegante, è una specie di suicidio onanistico. Scelga vie più nobili per passare a miglior vita tifosa: una squadra di calcio agisce sul campo, attraverso i gesti dei calciatori, che giochino o siano giocati, come diceva Lui. Nell'incessante flusso del tempo, c'è stato un fotogramma, un momento, un punto. Lo si ricorda come il settantunesimo minuto della finale di Coppa Italia, disputata allo Stadio Olimpico di Roma, tra la Lazio e la roma. Questo è stato. Il resto, Dotto in testa, non esiste. E' il nulla di cui chiacchiera il dotto, che mi piace immaginare con tonalità e modi sordiani, di quelli che "a me m'ha rovinato 'a malatia". E' un imprecare alla luna che non sorte fora e che lascia la notte buia e popolata di incubi, a Trigoria. 

Quanto a Plastino, ognuno è laziale a modo suo: nella sofferenza tutti i tifosi aprono il cassetto dei sentimenti. Ma niente esalta come le vittorie, pazienza se la vittoria è il momento in cui devi condividere la gioia con chi quando si soffre sparisce...

Offline Eagles71

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Re:QUANDO CE VO' CE VO'... RISPOSTA A DOTTO
« Risposta #16 : Giovedì 6 Giugno 2013, 10:31:24 »
Peccato che sul corsport odierno, sia stata pubblicata quella annacquata replica di micheleplastino e non l'articolo di Governi.
E dove, sempre sul numero odierno del quotidiano, il direttore, già colpevole di aver pubblicato ieri l'articolo dell'indotto e oggi una una sua squallida giustificazione, ha permesso nuovamente all'indotto di scrivere altre stronzate.

Complimenti a Governi.

èhh...ma fra romanisti s'intendono...mò plastino è ridiventato Laziale?...namo, tutti sul carro daje...
il razzismo ci fa schifo, Forza Lazio è il nostro tifo!

Offline MagoMerlino

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Re:QUANDO CE VO' CE VO'... RISPOSTA A DOTTO
« Risposta #17 : Giovedì 6 Giugno 2013, 10:51:02 »
mò plastino è ridiventato Laziale?
Ma lo chiedi a me?
Per quanto mi riguarda Plastino è sempre stato Laziale. Oggi, indubbiamente, molto a modo suo, ma Laziale.
Gli vanno rivole molte critiche, ma non credo si debba arrivare a mettere in dubbio il fatto che sia un tifoso Laziale.
Poi ognuno la vede come je pare, adesso il nemico da combattere ed annientare è quello vero e nella fattispecie ha un preciso nome e cognome: GIANCARLODOTTO. Non distogliamo l'attenzione da questo preciso obiettivo..
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Offline Eaglebirdiepar

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Re:QUANDO CE VO' CE VO'... RISPOSTA A DOTTO
« Risposta #18 : Giovedì 6 Giugno 2013, 10:52:30 »
Dotto la butta in caciara scimmiottando il Titano di cui è stato esegeta e intervistatore. In realtà (nel senso vero della parola, cioè "nella realtà") a non esistere è il tifoso. Il suo scritto, inutilmente elegante, è una specie di suicidio onanistico. Scelga vie più nobili per passare a miglior vita tifosa: una squadra di calcio agisce sul campo, attraverso i gesti dei calciatori, che giochino o siano giocati, come diceva Lui. Nell'incessante flusso del tempo, c'è stato un fotogramma, un momento, un punto. Lo si ricorda come il settantunesimo minuto della finale di Coppa Italia, disputata allo Stadio Olimpico di Roma, tra la Lazio e la roma. Questo è stato. Il resto, Dotto in testa, non esiste. E' il nulla di cui chiacchiera il dotto, che mi piace immaginare con tonalità e modi sordiani, di quelli che "a me m'ha rovinato 'a malatia". E' un imprecare alla luna che non sorte fora e che lascia la notte buia e popolata di incubi, a Trigoria. 

Quanto a Plastino, ognuno è laziale a modo suo: nella sofferenza tutti i tifosi aprono il cassetto dei sentimenti. Ma niente esalta come le vittorie, pazienza se la vittoria è il momento in cui devi condividere la gioia con chi quando si soffre sparisce...

Punto.

Offline kalle

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Re:QUANDO CE VO' CE VO'... RISPOSTA A DOTTO
« Risposta #19 : Giovedì 6 Giugno 2013, 10:55:19 »
La risposta del Presidente Claudio Lotito sempre sul corsport di oggi:



L’articolo di Giancarlo Dotto, pubblicato ieri da questo giornale, mi stimola sentimenti di tenerezza e soccorso al grido, direbbe il nostro Pontefice, di “consolare gli afflitti”. Si nota, nel pezzo, la profonda solitudine di chi non ha più punti di riferimento: è il tifoso romanista di una Roma che non c’è, come club, come squadra, come società. Piange disperato alla ricerca di un club che sia privo degli oltre 100 milioni di euro di debiti che, se non fosse sorretto da una banca a sua volta in difficoltà, sarebbe già fallito. Piange disperato alla ricerca di un club che non vince un derby con la Lazio da anni, che non ottiene un trofeo da anni, che non riesce a raggiungere un traguardo, anche minimale programmato, da anni. Piange disperato alla ricerca di un club che è scomparso da anni dal panorama del calcio nazionale, che non ha più alcuna rappresentanza né in Europa, né in Lega Calcio, né in Figc. Un club che non conta più nulla, in Italia ed a Roma, dove i suoi stessi tifosi hanno chiesto l’annientamento di una dirigenza che ha sbagliato tutto.
Noi laziali, che siamo il primo club della Capitale, che siamo l’unico club che rappresenta Roma in Europa, che siamo l’unico club che rappresenta Roma in Italia e negli organi dirigenti del calcio italiano ed europeo, cosa dobbiamo dire al rappresentante dei tifosi “sull’orlo di una crisi di nervi”? Coraggio, ragazzi, non vi abbattete! Non vi suicidate! Sperate in tempi migliori, liberatevi dei tabù del passato che vi ispirano soltanto rancore isterico! Se avete nella dirigenza qualcuno che viene dalla Lazio, tenetevelo stretto, perché vi può dare una mano nella rinascita! Noi siamo cattolici e romani, come dice Papa Francesco, e vi aiuteremo sempre ad esistere, perché il vostro esistere sarà sempre, per noi, occasione di orgoglio nel riaffermare che Roma è, nel calcio, la Lazio. (Claudio Lotito)