Autore Topic: A Zacinta  (Letto 1901 volte)

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TD

A Zacinta
« : Venerdì 25 Giugno 2010, 23:44:48 »
Né più mai vestirai il sacro colore
che il corpo forte di Gigirriva cinse,
Iaquinta mio, che gemi di dolore
dopo la gara che la Slovacchia vinse

Baggio, Pablito, Piola: quanta classe
con quella maglia, quanto onore
prima che qualcuno te la consegnasse
incurante del tuo poco valore

scelta fatale, e meritato esilio
così finisce la triste avventura
dell’Italia, campione dell’eclisse

attaccanti ce n’era un visibilio
ma con la tua chiamata Lippi scrisse
i primi passi di questa sciagura


All'Italia

saluti eliminati.

jumpingjackflash

Re:A Zacinta
« Risposta #1 : Sabato 26 Giugno 2010, 00:21:03 »

Vittoria chiamò e qualcuno già scrisse
andate fieri contro il cervo ed il canguro
ma quando vedemmo in campo undici clarisse
capimmo subito che la saremmo presa inder....

Offline aquilafelyx

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Re:A Zacinta
« Risposta #2 : Sabato 26 Giugno 2010, 00:45:10 »
Brandelli d'Italia,

l'Italia s'è persa

la spocchia di Lippi,

e la sorte fù avversa,

chiamò la vittoria,

rispose la rioma,

che voi ben sapete,

mai vincer potrà !! :lol:
M'illumino di Lulic

Bajo las águilas silenciosas, la inmensidad carece de significado.


Chi ha paura di perdere non merita di vincere

Iker

Re:A Zacinta
« Risposta #3 : Sabato 26 Giugno 2010, 15:45:25 »
La divina tragedia


Iker  26/06/2010

Canto 1

     Nel mezzo del cammin della partita
     mi ritrovai la situazione dura 
     ché solo una mezz’ora e era finita
     a un pass’ ormai dalla villeggiatura.
5   Esta slovacchia tosta, aspra e forte                                             
     e il cor mi si stringeva di paura                                             
     poi chè n’la panca aveo finì le scorte. 
     Uscir’ al primo turno mai pensai
     non giocatori ma giullar di corte!
10 Al gol di Di Natale m’ afferrai
     ch’ancora mi bastava un solo punto
     ma tant’amaro il terzo fu e crollai
     anche se Quagliarè uno l’ha aggiunto.
     E al terminar minuti e ultime palle
15 il viso mio più moggio e ancor’ più smunto.
    "Mannaggi’alla difesa e alle sua falle,
     e pur’a Pepe scarso assai l’atleta"
     Ai giornalisti spiegherò due calle
     o la vergogna mia sarà completa.
20 Ch’ivi pensando a com’era iniziata
     del calcio divenuto gran profeta
     potei sì risparmiarmi sta stronzata
     e rimirar Viareggio e la sua riva.
     La colpa fu di chi me l’ha gufata
25 poi chè portai l’antica comitiva
     lasciando a casa il nero e pur’il grasso
     tant’era pien di classe e ancora viva,
     convinto che Iaquinta foss’ un asso.
     Volli bissar la splendida vittoria
30 ma al fin me so’ attaccato solo al casso


Offline aquilafelyx

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Re:A Zacinta
« Risposta #4 : Sabato 26 Giugno 2010, 16:00:26 »
Revisited :)

Brandelli d'Italia,

l'Italia s'è persa

la spocchia di Lippi,

e la sorte fù avversa,

chiamò la vittoria,

rispose la rioma,

che stava già prona,

e lì lo pigliò !! :lol:

suona meglio, anche se dinanzi tal parterre poetico ..... :)
M'illumino di Lulic

Bajo las águilas silenciosas, la inmensidad carece de significado.


Chi ha paura di perdere non merita di vincere

jumpingjackflash

Re:A Zacinta
« Risposta #5 : Sabato 26 Giugno 2010, 16:24:39 »
giusto qualche ritocchino al volo...

O patria mia, vedo le mura e gli archi
Ed i pali e le travere e l'erme
al posto dei giocatori  nostri,
Ma la gloria non vedo,
Non vedo il lauro e il ferro ond'eran carchi
I nostri padri antichi. Or fatta inerme,
Nuda la fronte e nudo il petto mostri.
Oimè quante partite,
Che lividor, che schifo ! oh qual ti veggio,
grandissima madonna! Io chiedo al cielo
E al mondo: dite dite;
Chi la ridusse a tale? E questo è peggio,
Che di catenacci ha carche ambe le braccia;
Sì che sparte le chiome e senza velo
Siede in terra negletta e sconsolata,
Nascondendo la faccia
Tra le ginocchia, e piange.
Piangi, che ben hai donde, Italia mia,
Le genti a vincer nata
E nella fausta sorte e nella ria.

Se fosser gli occhi tuoi due fonti vive,
Mai non potrebbe il pianto
Adeguarsi al tuo danno ed allo scorno;
Che fosti donna, or sei povera ancella.
Chi di te parla o scrive,
Che, rimembrando il tuo passato vanto,
Non dica: già fu grande, or non è quella?
Perchè, perchè? dov'è la forza antica,
Dove l'armi e il valore e la costanza?
Chi ti discinse il brando?
Chi ti tradì? qual arte o qual fatica
O qual tanta possanza
Valse a spogliarti la coppa e l'auree bende?
Come cadesti o quando
Da tanta altezza in così basso loco?
Nessun pugna per te? non ti difende
Nessun de' tuoi? L'armi, qua l'armi: io solo
Combatterò, procomberò sol io.
Dammi, o ciel, che sia foco
Agl'italici inetti l'ardore mio.

Dove sono i tuoi figli? Odo suon d'armi
E di calci e di gol e di timballi:
In estranie contrade
Pugnano i tuoi figliuoli.
Attendi, Italia, attendi. Io veggio, o parmi,
Un fluttuar di giocatori ed urogalli,
E fumo e polve, e luccicar di scarpini
Come tra nebbia lampi.
Nè ti conforti? e i tremebondi lumi
Piegar non soffri al dubitoso evento?
A che pugna in quei campi
L'Itala gioventude? O numi, o numi:
Pugnan per altra terra itali acciari.
Oh misero colui che in campo è spento,
Non per li patrii lidi e per la pia
Consorte e i figli cari,
Ma da nemici altrui,
Per altra gente, e non può dir morendo:
Alma terra natia,
La vittoria che mi desti ecco ti rendo.

Oh venturose e care e benedette
L'antiche età, che a morte
Per la patria correan le genti a squadre;
E voi sempre onorate e gloriose,
O tessaliche strette,
Dove la Persia e il fato assai men forte
Fu di poch'alme franche e generose!
Io credo che le piante e i sassi e l'onda
E le montagne vostre al passeggere
Con indistinta voce
Narrin siccome tutta quella sponda
Coprìr le invitte schiere
De' corpi ch'alla Grecia eran devoti.
Allor, vile e feroce,
Serse per l'Ellesponto si fuggia,
Fatto ludibrio agli ultimi nepoti;
E sul colle d'Antela, ove morendo
Si sottrasse da morte il santo stuolo,
Simonide salia,
Guardando l'etra e la marina e il suolo.

E di lacrime sparso ambe le guance,
E il petto ansante, e vacillante il piede,
Toglieasi in man la lira:
Beatissimi voi,
Ch'offriste il petto alle nemiche performance
Per amor di costei ch'al Sol vi diede;
Voi che la Grecia cole, e il mondo ammira.
Nell'armi e ne' perigli
Qual tanto amor le giovanette menti,
Qual nell'acerbo fato amor vi trasse?
Come sì lieta, o figli,
L'ora estrema vi parve, onde ridenti
Correste al passo lacrimoso e duro?
Parea ch'a danza e non a perdere andasse
Ciascun de' vostri, o a splendido convito:
Ma v'attendea lo scuro
Tartaro, e l'onda morta;
Nè le spose vi foro o i figli accanto
Quando su l'aspro lito
Senza baci perdeste e senza pianto.

Ma  senza de' Persi orrida pena
Ed immortale angoscia.
Come lion di tori entro una mandra
Or salta a quello in tergo lo pigliava
Con senza zanne e senza schiena,
Or questo fianco duole or quella coscia;
Tal fra le Perse torme infuriava
L'ira de' l'tiaici inetti i e la virtute.
Ve' cavalli supini e cavalieri;
Vedi intralciare ai vinti
La fuga i carri e le tende cadute,
E correr fra' primieri
Pallido e scapigliato esso tiranno;
Ve' come infusi e tinti
Del italico sangue gli indegni noi,
Cagione agli Azzurri d'infinito affanno,
A poco a poco vinti dalle piaghe,
L'un sopra l'altro cade. Oh viva, oh viva:
disgraziatissimi voi
Mentre nel mondo si favelli o scriva.

Prima divelte, in mar precipitando,
Spente nell'imo strideran le stelle,
Che la memoria e il vostro
Amor trascorra o scemi.
La vostra ombra è una sputacchiera; e qua mostrando
Verran le madri ai parvoli le belle
ad insultarvi . Ecco io mi non prostro,
O disgraziati , al suolo,
E vi lancio  questi sassi e queste zolle,
Che fien mazzate e chiare eternamente
Dall'uno all'altro polo.
Deh foss'io pur con voi fotto , e molle
Fosse del sudore  mio quest'alma terra.
Che se il fato è diverso, e non consente
Ch'io per gli Azzurri  moribondi lumi
Chiuda incazzato  in guerra,
Così l' in vereconda
Fama del vostro vate appo i futuri
Possa, volendo i numi,
davene tante come tamburi.

Offline Baruch

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Re:A Zacinta
« Risposta #6 : Sabato 26 Giugno 2010, 16:39:17 »
Spesso il male di vivere ho incontrato:
era una Nazionale senza voglia,
senza neanche un tiro a foglia
morta, Lippi va a morì ammazzato.
 
Bene non stetti; altro che prodigio
questo Gilardino che pazienza:
era la statua nella sonnolenza
del meriggio, tace l'ugola, e il sorriso che m'hai levato.

Offline Er Matador

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Re:A Zacinta
« Risposta #7 : Sabato 26 Giugno 2010, 17:09:02 »
Tanto mediocre e disonesta pare
l'Italietta nostra che il Mondial saluta,
che col silenzio stampa la lingua divien muta,
e li occhi no l'ardiscon di guardare.

Ella si va sentendosi insultare,
da' dilettanti mazziata e cornuta;
e par che per tutto sia in Africa venuta
tranne che per gioco del calcio mostrare.

Mostrasi sì indifesa a chi ha la mira,
ma anche a colui con pie' da muratore,
che chiunque la sua porta prima o poi la trova:

e par ad ogni gara dare prova
a chi ancora le segue con amore,
che a tifar per certa gente sei un pirla.

Offline DinoRaggio

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Re:A Zacinta
« Risposta #8 : Sabato 26 Giugno 2010, 17:54:45 »
TD, se non fai un altro libro con queste, auguro al Siena cent'anni di 1/2**** :)  :P
E ra gisumin all'ùart!

La serie A è un torneo di limpidezza cristallina, gli arbitri non hanno alcunché contro la Lazio e si distingueranno per l'assoluta imparzialità, non ci saranno trattamenti di favore o a sfavore nei confronti di alcuno. Sarà un torneo di una regolarità esemplare. (19-8-2016)

jumpingjackflash

Re:A Zacinta
« Risposta #9 : Sabato 26 Giugno 2010, 18:14:24 »
Si sta come
Marchetti
Tra i pali
le madonne!!

Iker

Re:A Zacinta
« Risposta #10 : Martedì 29 Giugno 2010, 12:55:51 »

La divina tragedia


Iker  29/06/2010

Canto 2

     Al tornar della mente che si chiuse,
     i ricordi affioraron tormentati
     la tristezza dello scempio mi confuse
     da’slovacchi rimanemmo stritolati.
5   Senza pace,  ripensai “è cosa nova”
     com’ ‘i cori de’ tifosi essi ingrati
     che sbarcati ci tiraror gridi e uova.
     "Partita maledetta, esperienza breve”
     Dissi a uno che misemmi a dura prova,
10 pretendendo  con lo sguardo e voce greve
     le risposte pe’ la gara orrida e persa,
     con la faccia di chi mena se’n riceve.
     “Mucha, portiere crudele  dall’aria perversa
     con sei braccia indifferentemente para
15 sul verde campo tuffássi e riversa
     felino tra i legni con tecnica rara.
     Di Quaglia l’intento di alzar’gli le mani
     d’Iaqui pigliarlo p’el collo, cerca cagnara
     ma ‘mpavido segue guidando i mediani                         
20 de l’un dei lati fan loro da schermo
     dannoso pe’l gioco d’eroici italiani.
     Al veder Mucha su quel prato ermo
     a bocca aperta rimasi a condanna
     non avea membro che ténesse fermo
25 elli degl’altri più forte è una spanna.
     Raso giù in terra, o alto di pugna
     le gittò fuori  , fu pe’ essi una manna”.
     Dinanzi a me seguia il greve colpito
     co’fini parole l’aveo scampata
30 Ma elli co' sdegno“Marcè hai finito?”
    “Quello n’ha fatto ‘na sola parata”

Offline aaronwinter

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Re:A Zacinta
« Risposta #11 : Martedì 29 Giugno 2010, 14:29:54 »
Voto Iker

(e "misemmi" è una perla)
Damose da fa (remix di aaronwinter)
Damose da fa' (feat. Disabitato)

Offline satanasso

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Re:A Zacinta
« Risposta #12 : Martedì 29 Giugno 2010, 19:08:23 »
Marcello, i’ vorrei che tu e Lapo Elkann ed io
fossimo presi per incantamento
e messi in un ottavo di final, ch’ogni fischio
arbitral andasse al voler vostro e mio;

sì che fortuna od altro tempo rio
non ci potesse dare impedimento,
anzi, vivendo sempre in un talento,
di passar il turno crescesse ’l disio.

E monna Sanipoli e monna Ferilli poi
con quella ch’è sul numer de le trenta decine di milioni di euro di buffi
con noi ponesse il buono incantatore Blatter:

e quivi ragionar sempre di italietta,
e ciascuna di lor fosse contenta,
sì come i’ credo che saremmo noi.
Sciarpe rotte eppur bisogna andar