www.gazzetta.itLa squadra di Inzaghi, appesantita dalle fatiche Champions, va sotto di tre gol (Arslan, Pussetto e Forestieri che dedicano le reti a Diego) e poi tenta la rimonta. Ma il rigore trasformato da Immobile non basta Impresa Udinese, tonfo Lazio. Il lunch match della nona giornata regala una grande sorpresa all’Olimpico. Vince l’Udinese, con merito e con un punteggio largo che ci sta tutto. Sprofonda invece la formazione di Inzaghi, apatica e lenta, irriconoscibile rispetto alle ultime uscite. Il parziale turn over deciso dal tecnico (fuori Leiva e Milinkovic) è un’attenuante piccola piccola. Anche perché sono molto più numerose le assenze che deve lamentare la formazione ospite. Che non può disporre di Lasagna, Nestorovski, De Maio, Mandragora e Okaka. Assenze delle quali l’Udinese non ha comunicato i motivi. Ma, nell’emergenza, la formazione friulana tira fuori una prestazione perfetta, aggiungendo alla sua già nota solidità difensiva una capacità di fare gioco e creare occasioni da gol (e capitalizzarle) che fin qui c’era stata solo a fasi intermittenti.
UDINESE PADRONA— Il primo tempo è un monologo dei friulani, con la Lazio assente ingiustificata. I padroni di casa hanno un solo lampo, in avvio, con Correa che non capitalizza come dovrebbe una palla invitante di Luis Alberto (ma è molto bravo pure Musso a dirgli di no con una parata per nulla semplice). La palla-gol probabilmente illude i biancocelesti che, contro un’Udinese in formazione rimaneggiata, la pratica possa essere sbrigata agevolmente. Calcolo sbagliato. Perché alla squadra di Gotti (anche lui assente, in panchina c’è Cioffi) mancano parecchi titolari, ma non la concentrazione. Che viceversa difetta del tutto nella squadra di casa. Un passo alla volta la formazione ospite si impossessa così del centrocampo. La sua linea a cinque funziona molto meglio di quella speculare della Lazio, grazie soprattutto al movimento di De Paul e Pereyra. Il gol che sblocca il risultato nasce proprio da un’iniziativa dell’ex juventino. Che penetra in area aprendo la difesa avversaria poi scaricare per Arslan il cui tiro trova la deviazione determinante di Acerbi e si infila alle spalle di Strakosha. La Lazio è impietrita e non riesce a reagire. E’ così l’Udinese a continuare a menare le danze. I friulani vanno vicini al raddoppio con Samir che con una girata da dentro l’area colpisce la parte alta della traversa. Il raddoppio arriva però lo stesso, all’ultimo dei tre minuti di recupero concessi dall’arbitro Aureliano. La Lazio è tutta nella metà campo avversaria, ma perde palla. Il contropiede impostato da Pussetto, rifinito da De Paul e chiuso dallo stesso Pussetto porta gli ospiti all’intervallo in vantaggio di due gol.
LAZIO SPENTA— Non cambia il copione nella ripresa. Inzaghi prova a rimescolare le carte con i cambi, inserendo subito Marusic, Leiva e Akpa Akpro per Fares, Cataldi e Parolo. Nel corso della ripresa il tecnico inserirà pure Caicedo e Pereira per Luis Alberto e Patric, ma l’inerzia della gara non cambia. La Lazio prova a fare qualcosa, ma l’Udinese è attentissima a chiudere tutti i varchi, lasciando ai padroni di casa solo qualche innocuo tiro da fuori. La Lazio però si sbilancia e concede agli ospiti pericolosi contropiede. Su uno dei quali la formazione friulana trova il terzo gol, grazie ad una bella iniziativa di De Paul che Forestieri trasforma in gol. Qualche minuto più tardi la Lazio prova a rientrare in partita. Jajalo sbaglia il retropassaggio, Immobile si avventa, Musso lo stende ed è rigore che lo steso Immobile trasforma. Ma la rimonta è solo un’illusione, la formazione di Inzaghi si trascina stanca alla fine della partita senza creare grossi problemi alla retroguardia ospite.
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