Autore Topic: Coppa Italia, tensione poi la festa il cuore della città diventa biancoceleste  (Letto 829 volte)

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ROMA - Una città divisa, una parte a festeggiare, l’altra a far finta di non sentire quei caroselli in lontananza. Il tempo di spegnere la tv, riuscire ad allontanarsi dallo stadio, raggiungere le piazze del centro, ponte Milvio, via Cola di Rienzo, poi tutti a piazza del Popolo. Clacson, cori, bandiere, striscioni, trombette, un’onda biancoceleste monta lentamente lungo la capitale, l’appuntamento è al solito posto. Con i romanisti a brontolare: «Se avessimo vinto noi, era tutta un’altra festa». Ci sono i laziali però a saltellare sotto il cielo. Chi in bici, chi in metro, chi in moto; con i cani, i figli, le suocere al seguito. Da viale Marconi, piazza Vescovio, le periferie. Arrivano alla spicciolata, le bandiere sulle spalle, gli occhi lucidi di chi stenta a credere.

«E’ una gran gioia, una partita storica, un calcio alla tristezza»: Fabrizio Vulpiani, «ex irriducibile della curva Nord» è con la moglie Simonetta, le gemelle Chiara e Rachele («soprannominate Bianca e Azzurra»), il figlio Damiano, il cane Wizard. Si godono «un attimo di felicità per noi inusuale»; alle sue spalle armeggia con la bici, Pino Vallecorsa, 57 anni, impiegato, l’abbonamento della Lazio da 40 anni in tasca. A casa lo aspetta la moglie romanista. «La fortuna di Lotito ci assiste, ne abbiamo sempre avuta poca, è un uomo fortunato».

I CUGINI
Si guarda intorno e ammette: «Se c’erano i cugini era uno sfacelo, loro tracimano, il Circo Massimo l’avrebbero dovuto allargare, noi non ce la sappiamo godere la festa, siamo dei signori». Se i romanisti sono corsi a casa, i laziali festeggiano a modo loro. Senza eccessi, «eppure passiamo per quelli più cattivi». La felicità è un attimo: un tuffo nella fontana, una foto con la figlia sulle spalle, il cane con la maglia della Lazio, gli sfottò ai romanisti. Ma «sembra una festa di quartiere, siamo troppo buoni, più tranquilli di come ci descrivono», ancora Vallecorsa. «I romanisti? Se so’ attaccati, ora quel punto sopra in campionato non conta più niente», Giorgia Vetro, 36 anni, casalinga, il marito operaio, le tre figlie al seguito di 10 anni, 4 anni, e 21 mesi ciondolano soddisfatti in piazza del Popolo.

L’IDRAULICO DI MASTERCHEF
Fa festa anche Guido D’Eramo, l’idraulico del Pigneto che ha partecipato a Masterchef 2. Ha cucinato la pizza per i familiari, non volevano vedere la partita per scaramanzia, «abbiamo sofferto, questa vittoria ci voleva proprio», dice la moglie Carla, «a Roma c’è solo la Lazio» grida la figlia sfegatata, «una bella gioia» gongola la suocera. «Per noi è come una coppa del Mondo, è stata un’annata sofferta», dice Emilio Di Già, ispettore stampa alla Litosud. E’ con Rocky, pastore del Caucaso al guinzaglio e la moglie Annamaria Giugno. «Per fortuna abbiamo vinto noi - dice la signora - così non hanno sporcato Roma. Se c’erano loro, ’sti monumenti erano già tutti impiastrati, verniciati. Noi c’abbiamo un’altra cultura».

GLI INCIDENTI
In via Corrado Ricci in serata,lancio di bottiglie di un gruppo di laziali contro la polizia; un giornalista Mediaset è stato aggredito dai romanisti davanti all’Olimpico a fine partita. Il dispiegamento di polizia e probabilmente il risultato hanno convinto i tifosi a seppellire l’ascia di guerra. I poliziotti hanno individuato due giovani che dopo aver abbandonato alcuni zaini sotto il Ponte della Musica lato lungotevere Flaminio, si sono allontanati. Dentro c’erano acchi con bastoni, mazze assemblate artigianalmente, picconi e materiale infiammabile. L’acquisto sospetto era stato segnalato presso un Centro Commerciale.

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