Troppa retorica, mamma mia.
Dài Lazio!
Manco lo ascolto. E' il monologo dei "centimetri", per caso?
Paccotiglia retorica, secondo me. Il solito
fumo che ai tifosi piace tanto farsi spruzzare negli occhi: ti scende qualche lacrima e pensi che siano lacrime di emozione. No, amici, sono lacrime di irritazione: perché questa sulfurea e fumosa retorica alla lunga è irritante.
"Le maglie bagnate di sangue e di sudore", "I mozzichi ar pallone", "Eeeee palle!", "I carci aii stinchi" e tutto l'armamentario retorico di chi pensa che una gara di calcio sia solo agonismo (
solo badate bene. E
anche ma
non è solo) un duello rusticano, una rissa tra bulli di periferia armati di catene e tirapugni) contribuiscono a descrivere un mondo che è diverso da quello reale.
Nella finale ci vorrà agonismo, certo! Nessuno di noi è così ingenuo dall'immaginare che domenica si giocherà solo a pallone come se ad affrontarsi fossero due avversarie 'normali': il fisico e la cattiveria (ammesso che i nostri siano in grado di tirare fuori queste risorse) non dovranno mancare e anzi andranno usati in deciso eccesso rispetto al solito (modello derby di Di Canio del gennaio 2005: un CAPOLAVORO).
Ma alla fine prevarrà chi assieme alla corsa, all'agonismo, alla cattiveria, alle
palle avrà dalla sua tecnica, disciplina tattica, attenzione e cervello.
La ricetta della vittoria esige tutti questi ingredienti, mescolati nelle giuste proporzioni. La storia dei "centimetri" lasciamola a modesti speaker di trasmissioni radio per ultras. Voliamo più alto, noi che possiamo.