Questo calcio mi ha stancato

[ThomasDoll]

La serie A non è una non competitiva, va bene che la differenza si fa domenica prossima, ma io ne ho piene le scatole. Oggi ho visto la tappa del Giro: uno sport ridotto a barzelletta per il doping può regalare emozioni, con vincitori che hanno una storia da raccontare, lacrime, sofferenza estrema nella neve. Il calcio è anestetizzato, non riesce a trovare motivazioni in niente, nemmeno nei soldi. E' una giostrina, una manfrina, un teatrino in cui basta uno spiffero dagli altri campi per giustificare un calarsi le braghe indecente. C'è un risultato da raggiungere e l'unico modo, nello sport, è quello di stringere i denti e provarci. Un miliardario sazio pensa di non averne bisogno. Io penso di non aver bisogno di lui. Domenica per me potrebbe essere un giorno d'addio, sto sport non lo sopporto più, non sopporto quello che ci gira intorno, non sopporto il modo che la maggior parte della gente ha di viverlo, soprattutto non sopporto giocatori, dirigenti, arbitri. L'anno scorso ho preso un anno sabbatico dallo stadio, l'anno prossimo forse prenderò un anno sabbatico dal calcio. Ho visto abbastanza Lazio in vita mia da poterne fare a meno in futuro, forse.

[Pomata]

Forse se cambi il titolo del topic in: QUESTA MANIERA DI VIVERE IL CALCIO (ma sopratutto la Lazio) MI HA STANCATO, saremmo in molti ad essere d'accordo.

FORZA LAZIO

[benvolio]

Per il ciclismo, t'aspetto sul topic del Giro...;.... per il calcio aspettami tu, provo anche io una sensazione mista di stanchezza e di fastidio davanti al rosario di atteggiamenti ora isterici ed ora annoiati da parte di gente miliardaria cui fa da contorno un gallinaio di commentatori, tecnici e non, che lustrano qualsivoglia miseria elevandola al rango di evento irripetibile. In più il pubblico (pagante) sembra completamente asservito a questo carrozzone mediatico che sprizza finzione da ogni poro. Con l'aggravante (parlo per me) che il tifoso pensa di essere immune da ciò (in nome di appartenenze, storie sociali ecc...) ma è stato ampiamente risucchiato nel gorgo della banalità venduta al prezzo dell'inaudito-

[Mazzola]

La serie A non è una non competitiva, va bene che la differenza si fa domenica prossima, ma io ne ho piene le scatole. Oggi ho visto la tappa del Giro: uno sport ridotto a barzelletta per il doping può regalare emozioni, con vincitori che hanno una storia da raccontare, lacrime, sofferenza estrema nella neve. Il calcio è anestetizzato, non riesce a trovare motivazioni in niente, nemmeno nei soldi. E' una giostrina, una manfrina, un teatrino in cui basta uno spiffero dagli altri campi per giustificare un calarsi le braghe indecente. C'è un risultato da raggiungere e l'unico modo, nello sport, è quello di stringere i denti e provarci. Un miliardario sazio pensa di non averne bisogno. Io penso di non aver bisogno di lui. Domenica per me potrebbe essere un giorno d'addio, sto sport non lo sopporto più, non sopporto quello che ci gira intorno, non sopporto il modo che la maggior parte della gente ha di viverlo, soprattutto non sopporto giocatori, dirigenti, arbitri. L'anno scorso ho preso un anno sabbatico dallo stadio, l'anno prossimo forse prenderò un anno sabbatico dal calcio. Ho visto abbastanza Lazio in vita mia da poterne fare a meno in futuro, forse.

Stessa sensazione.
Ma da anni, non da oggi perché la roma ci è arrivata sopra (credo sia così anche per te, non penso sia una cosa del momento).
Ci sono degli aspetti insopportabili per me, a cominciare da quando le squadre entrano in campo, l'arbitro prende il pallone (uguale per tutti) e lo passa al bambino accanto a lui.

Mi manca la spontaneità del calcio.

[ThomasDoll]

è esattamente così.

[pizzeman]

io spero che il calcio mi venga a nausea.
in quanto razionalmente lo so che è un mondo finto.
solo che poi arriva settembre e non ce la faccio.

[Eagles71]

mettere in quel modo il milan in CL , perchè inutile girarci attorno, glielo hanno messo è allucinante come il lunedì mattina sono ancora qua a leggere e scrivere.
Io pure sono stanco, di tutto quello che ruota attorno e da un pò di tempo anche di quello che avviene dentro al terreno di gioco, giocatori che dopo due partite in serie A bussano denari, baci alla maglia poi dopo 2 mesi cambi di maglia come porte girevoli, porte chiuse, tornelli, tdt, tutto ha stufato...ma è una droga sta Lazio e domenica sarò là, a luglio pure...ma sò uno stronzo, perchè non mi meritano.

[DinoRaggio]

Io avrei titolato "Questo wrestling mi ha stancato". 

[Boks XV]

se la Lazio, oggi, fosse quella del 2000, nessuno di noi sentirebbe nausea alcuna.

[NoSurrender]

se la Lazio, oggi, fosse quella del 2000, nessuno di noi sentirebbe nausea alcuna.

La stessa cosa che ho pensato io quando ho letto il topic 

[ThomasDoll]

Per forza, se fosse quella del 2000 non perderebbe con questa sufficienza.
E' come dire che se il calcio non fosse così, ti piacerebbe 

[Boks XV]

Per forza, se fosse quella del 2000 non perderebbe con questa sufficienza.
E' come dire che se il calcio non fosse così, ti piacerebbe 

e allora non è il calcio che ti da la nausea, è questa Lazio.
non sei l'unico, credo.

[ThomasDoll]

ma dai, non è diversa dalle altre.
I fine stagione che si vedono da dieci anni a questa parte prima erano menosvaccati. Saranno le 20 squadre.

[Mazzola]

La mia "nausea" parte da molto prima del 2000.

Ma vi siete scordati, a proposito di sufficienza, il 4-0 in mezz'ora del derby 2000 ?
O il 3-1 che diventa quasi 3-4 del derby 1999 ?

Questa Lazio ci va semplicemente stretta per le nostre aspirazioni.
Tutto qui.

[franz_kappa]

ma dai, non è diversa dalle altre.
I fine stagione che si vedono da dieci anni a questa parte prima erano menosvaccati. Saranno le 20 squadre.

Quanto a 'svacco' nel finale, immagino tu non avrai dimenticato l'ignobile comportamento dei nostri a Siena nell'ultima giornata di un campionato di qualche anno fa (2007-2008? O era l'anno dopo?). Roba assai recente, dunque.

Ciò detto, il tema che introduci (serie A a 20 squadre) è di massimo interesse: ho l'impressione che il livellamento verso il basso che una serie A allargata produce sia un vantaggio e non uno svantaggio per club di seconda fascia come la Lazio. Perchè? Aumentano le squadre inferiori o di pari livello e quindi aumentano le possiblità di far punti. Restano sempre alcune squadre più forti di te, ma i contemporanei impegni in Champions o Europa League sottraggono energie e concentrazioni ad avversari oggettivamente più forti. E così non di rado anche club di seconda fascia battono i top team del campionato.

E alla lunga, nel logorante cammino lungo 38 tappe, una squadra che non parte con i favori del pronostico riesce a conquistare un bel tesoretto di punti, come accaduto quasi sempre alla Lazio degli ultimi otto anni.

[Sanfatucchio]

E' una normale reazione a come poi si è comportata la nostra squadra del "cuore" . Ma che il calcio sia una manfrina non  lo scopriamo oggi, tra Lazio e riomma abbiamo vinto 5 scudetti, uno ogni morte di papa, e l'ultimo si è dimesso per cui........ 

[Kebab]

A me è il calcio in generale che ha stancato, ma forse per motivi diversi dai vostri.

L'unica cosa che seguo ancora con il vecchio fervore (perlomeno nei 90 minuti) è proprio la Lazio, ma per il resto l'interesse per tutto il carrozzone e per il calcio è in me ai minimi storici

[foreverlazio]

e allora non è il calcio che ti da la nausea, è questa Lazio.
non sei l'unico, credo.

ti capisco ma tutto dipende checche se ne dica dai risultati.  anche io sono nauseato ,schifato,arrabiato e chi piu' ne ha piu' ne metta   ma se ieri puta caso si fosse vinto e l'inter avesse fatto il suo oggi avrei il sorriso stampato in faccia!  ma purtroppo e' successo il contrario e da questo viene questo smosciamento e scojonamento da parte di tutti.

[Mazzola]

Non credo siano le 20 squadre.
I finali con partite balneari c'erano pure con 16 squadre, con noi spesso protagonisti.

Credo che uno dei problemi sia il fatto di giocare sempre, il sabato pomeriggio, il giovedì sera, il lunedì sera ecc
Non c'è più lo stacco che derivava dal passaggio di una settimana tra partita e partita. Se ne parlava il lunedì e poi la domenica mattina. Adesso è sempre "calcio" 7 giorni su 7, per cui abbiamo bisogno di credere in qualcosa, lottare per qualcosa.

Nel 1978-79, nel 1979-80, nel 1990-91 sapevi quello che ti aspettava, campionato tranquillo, vittoria nei derby, supremazia sulla roma. Oggi con il "calcio di oggi" non ci basta più.
Dobbiamo lottare per qualcosa, vogliamo lottare per qualcosa.
Altro.

[Er Matador]

io spero che il calcio mi venga a nausea.
in quanto razionalmente lo so che è un mondo finto.
solo che poi arriva settembre e non ce la faccio.

Hai centrato il problema: dipendenza.
Insieme alla partita come passatempo ed elemento di aggregazione - anche nei commenti del dopo -, l'unica motivazione che mi tiene legato al rito dei 90 minuti.
Per ritrovare la passione di un tempo, conosco solo due metodi: parlare del calcio che fu, quando ci credevamo; inseguire sensazioni pionieristiche in contesti pallonari poco esplorati, tipo qualificazioni mondiali dell'Oceania.
La percezione del problema e della sua gravità varia, con sfumature non di poco conto, da un torneo all'altro.
Sabato, per dire, ho seguito con trepidazione infantile la folle altalena della volata salvezza nell'ultima giornata della Bundesliga.
Avrei fatto lo stesso per la nosta serie B se il campo non mi avesse risputato in faccia la miscela di cinismo tattico, qualità infima e isterismo che da anni intossica il calcio italiano.
Un veleno che, unito all'ipertrofia di una A a venti squadre senza play-off e play-out - praticamente un'istigazione a delinquere per partite accomodate e altro, dato l'alto numero di club che finiscono la stagione in anticipo -, fa della massima serie il deposito privilegiato di tutto quanto uccide la passione per questo sport.
Concorrendo a correggere il titolo del topic: questo campionato italiano mi ha stancato.

Credo che uno dei problemi sia il fatto di giocare sempre, il sabato pomeriggio, il giovedì sera, il lunedì sera ecc
Non c'è più lo stacco che derivava dal passaggio di una settimana tra partita e partita. Se ne parlava il lunedì e poi la domenica mattina. Adesso è sempre "calcio" 7 giorni su 7, per cui abbiamo bisogno di credere in qualcosa, lottare per qualcosa.

Altra eccellente osservazione, cui aggiungo la mancanza di stacco ancor più netto durante il periodo estivo.
Un tempo, alle prime amichevoli contro la Valsugana, si andava a sfogliare avidamente i resoconti sui giornali immaginando le prestazioni dei nuovi acquisti e disegnando nella mente le immagini di una partita cui non avevamo assistito.
Oggi si vive l'estate quasi fosse un periodo di pausa da un lavoro stressante; un periodo in cui si cerca di fare altro, borbottando un "che palle, già il campionato" quando le prime propaggini di un calendario incontenibile raggiungono come una sorta di mucillagine le ultime giornate agostane.
Tutto questo si inserisce nel dato di fondo: la perdita della ritualità quasi religiosa che caratterizzava la domenica e il leggendario "mercoledì di Coppe".
Quando un'emozione, un'esperienza diventano così inflazionate sul piano della frequenza e della quantità, diventa sempre più difficile ricostruire l'atmosfera dell'evento.
E quando quest'ultimo si materializza - penso in particolare ai Mondiali -, ecco l'involucro plastificato dello spettacolo, dello "show please" a togliere al prodotto gli ultimi residui di genuinità.

Ciò detto, il tema che introduci (serie A a 20 squadre) è di massimo interesse: ho l'impressione che il livellamento verso il basso che una serie A allargata produce sia un vantaggio e non uno svantaggio per club di seconda fascia come la Lazio. Perchè? Aumentano le squadre inferiori o di pari livello e quindi aumentano le possiblità di far punti. Restano sempre alcune squadre più forti di te, ma i contemporanei impegni in Champions o Europa League sottraggono energie e concentrazioni ad avversari oggettivamente più forti. E così non di rado anche club di seconda fascia battono i top team del campionato.

E alla lunga, nel logorante cammino lungo 38 tappe, una squadra che non parte con i favori del pronostico riesce a conquistare un bel tesoretto di punti, come accaduto quasi sempre alla Lazio degli ultimi otto anni.

Un po' OT, ma assolutamente meritevole di una riflessione.
In teoria, secondo me hai parecchie ragioni.
In pratica, sono convinto che questa Lazio sarebbe quasi da scudetto in un campionato a 16 squadre.
Quali sono, da anni, i nostri limiti? Essenzialmente due: il crollo del livello tecnico quando si passa dagli 11 titolari ai 15-16 indispensabili nel calcio di oggi; la difficoltà nel recuperare le energie - innanzitutto mentali - e nel preparare le partite giocando ogni tre giorni.
In un campionato a 16 squadre, abilità di questo genere verrebbero sollecitate in misura infinitamente minore, lasciando molto più spazio alla qualità degli 11 titolari contati tra i fattori che definiscono la collocazione in classifica di una squadra.
Forse perché, come strategia e concezione gestionale, siamo vecchi quanto i campionati a 16 squadre?