Promozione strameritata - anche se il masochismo del Lecce rimane una sine qua non per il suo raggiungimento - che arriva con un anno di ritardo.
Nella passata stagione i granata di Boscaglia si autoeliminarono due volte da una corsa che li vedeva legittimamente in pole position: prima dilapidando un vantaggio non banale a favore dello Spezia, che centrò così il primo posto e la serie B, poi la sconfitta nella finale play-off contro un Lanciano che non sembrava superiore.
Si disse che quella sorta di rinuncia sul campo dipendesse dalla mancanza di un impianto adeguato alla serie cadetta: si spera che il problema sia stato risolto, perché il Trapani porta in dote qualcosa di interessante sul piano del bel gioco.
Non è la prima situazione in cui i siciliani si trovano a un passo dalla B: nel 1994/'95, con Marco Materazzi in campo e Arcoleo in panchina, raggiunsero la semifinale play-off contro il Gualdo.
All'epoca si giocava col regolamento delle coppe europee, premiando il piazzamento in campionato in caso di parità e senza disputare i supplementari.
L'1-0 incrociato che mandò avanti gli umbri ebbe connotati beffardi perché il gol di Tomassini, senza il quale sarebbe toccato ai siciliani sfidare l'Avellino (poi promosso in B), arrivò al 91' sull'unica distrazione difensiva degli ospiti.
Un ventennio scarso e vicende societarie tribolate dividono il Trapani di oggi da quella fantastica annata.
Rispetto ad allora c'è forse meno qualità, ma anche grande organizzazione e continuità nel segno del bel calcio.