Autore Topic: In Treatment  (Letto 776 volte)

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Offline Clazia

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In Treatment
« : Venerdì 10 Maggio 2013, 22:17:56 »
Non ho visto la versione "originale", ed invece sto seguendo quella nostrana su sky.

Siamo alla 6^ settimana, comincio a farmi qualche idea.

Affascinante, testi, dialoghi ottimi, profondi e sottili al tempo stesso.
Ottimi attori e grande recitazione. Belle anche le ambientazioni (gli studi dei due psicoterapeuti), eleganti e calde, e che sanno di  “vissute”.
Col passare delle puntate/settimane, a stasera, ho queste sensazioni:
il lunedì, Sara, interessante, emotivamente coinvolgente.
Il martedì, Dario, un po’ meno, ma mi piace l’attore.
Il mercoledì, Alice, caruccia stellina, un po’ troppo cantilenante quando parla, ma lo spunto, o meglio quello che sta venendo fuori, è interessante.
Il giovedì, la coppia, non mi ricordo i nomi; la serata più noiosa. Infatti continuo a chiedermi perché sti due continuano a buttare i soldi dallo psicoterapeuta, se era per me da quel dì che li avevo o separati o, che ci si creda o no, riaccoppiati – giuro, l’ho fatto più di una volta, ovviamente rimettendoci (personalmente, dato il lavoro che faccio, che le separazioni me le posso far pagare ma le riconciliazioni no  :) :().
Il venerdì, Anna: la serata più bella, in assoluto. Lo “scontro/incontro” tra i due psicoterapeuti è quanto di più emotivamente e coinvolgente ci si possa attendere.
Perfino "pericoloso" per chi sia portato ad aspettarsi troppo dalla psicoterapia, perchè per  il paziente ipotizzare fragilità in questo speciale interlocutore è di per sè pericoloso.  Che' il paziente tende a dimenticarsi che il suo psicoterapeuta è anch'esso umano.
Lei, Anna, - una Licia Maglietta a dir poco fantastica, grandissima, ai livelli di recitazione di Rossella Falk -, ti trascina dentro i suoi pensieri, i suoi ragionamenti, e commenti, e perfino le sue emozioni, perfino un secondo prima di manifestarle. Amo ogni sua piccola rughetta attorno alle labbra, che sia di sorriso o di tristezza.
Lui, Giovanni, - un grandissimo Castellitto – odioso e tenero, forte e fragile, vero e fasullo, a momenti bello in altri bruttissimo, insomma uno stronzo, speciale come ce ne sono pochi; ma non riesci a non essere solidale con lui.  Anche se, verosimilmente, secondo me, avrebbe dovuto scegliersi un altro mestiere.

Vabbè, stasera sto a sto punto. Poi vedremo.


Se volevo sentimme tranquilla mica che nascevo Laziale.

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