Autore Topic: Toto-Quirinale: dite la vostra!  (Letto 47032 volte)

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baol

Re:Toto-Quirinale: dite la vostra!
« Risposta #460 : Venerdì 26 Aprile 2013, 15:59:32 »
Lo  so che siamo OT ma i discorsi, come dicono i musicisti, non possono terminare "in levare"  :)
...

...si caro Frusta, ma manco "in battere" sempre dalla stessa parte.  ;)
Sono d'accordo con te sulle devastanti riforme dei corsi universitari degli anni '90, peraltro richieste a gran voce da molti (indovina chi?) con la falsa prospettiva di "avvicinarli al mondo del lavoro".
Ma da qui a liquidare i ministeri Gelmini e Moratti come capri espiatori, tutto qui (cit.) di colpe altrui,  mi sembra un po' troppo.

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Re:Toto-Quirinale: dite la vostra!
« Risposta #461 : Venerdì 26 Aprile 2013, 16:02:30 »
La Gelmini avrà pure devastato le elementari, ma è diventata il capro espiatorio di tutto il disastro che ha investito tutta la pubblica istruzione.

E se lo è pure andata a cercare visto che ha demolito l'unica cosa funzionava lasciando intatte le magagne delle scuole superiori e delle università,
anzi accentuandole
http://it.wikipedia.org/wiki/Riforma_Gelmini
Poi chiaramente gli studentui attuali se la prendono con l'ultimo responsabile, anche perchè andare a cercare la Falcucci è un problema.
 :D

Sostanziale differenza: quelli erano tecniciche se ne sono strafottuti dei problemi delle famiglie (reddito, lavoro, precarietà etc); questo è un governo politico.
 

Sostenuto dalla medesima maggioranza.
Mi pare una distinzione da consesso di studiosi si politologia. Mubarak ripeterà la stessa operazione: i danni saranno colpa delle altre forze, i meriti saranno solo suoi, l'ostilità popolare da Monti passerà a Lettino (e ben gli sta, aggiungo pure) e quando gli converrà staccherà la spina.
Questo ragionare in base alla necessità e urgenza e dell'ineluttabile ("Serve un governo! "fate preso!" ecc ecc) non ha mai portato niente di buono.
Ben vengano gli idealisti che sio sottraggono a questo gioco che in nome della realpolitik finisce per avvantaggiare sempre i soliti noti
(e infatti Mubarak s'è salvato due volte negli ultimi 16 mesi con questo giochino)

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Offline Frusta

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Re:Toto-Quirinale: dite la vostra!
« Risposta #462 : Venerdì 26 Aprile 2013, 17:52:46 »
...si caro Frusta, ma manco "in battere" sempre dalla stessa parte.  ;)
Sono d'accordo con te sulle devastanti riforme dei corsi universitari degli anni '90, peraltro richieste a gran voce da molti (indovina chi?) con la falsa prospettiva di "avvicinarli al mondo del lavoro".
Ma da qui a liquidare i ministeri Gelmini e Moratti come capri espiatori, tutto qui (cit.) di colpe altrui,  mi sembra un po' troppo.
Dai, Baol, vabbè che qui è diventata tradizione mettermi in bocca cose che non dico ma da te non me lo sarei mai aspettato.
Dove avrei detto che la Moratti è un capro espiatorio?
Lo è, invece, e lo ripeto, la Gelmini, alla quale, oltre ai danni che evidentemente ha fatto (e che io non ho mai negato), vengono attribuiti tutti i disastri possibili dell' universo munno scolastico, soprattutto quelli ai quali non ha mai partecipato, e che hanno un padre di nome Berlinguer e una madre di nome Moratti.
Lazio, ti amo con tutta la feniletilamina, l’ossitocina, la dopamina e la serotonina che mi circolano nel cervello, che rendono il mio pensiero poco logico e che mi procurano strane sensazioni in tutta l’anatomia e battiti sconclusionati nell’organo principale del mio apparato circolatorio.

baol

Re:Toto-Quirinale: dite la vostra!
« Risposta #463 : Venerdì 26 Aprile 2013, 20:36:53 »
Dai, Baol, vabbè che qui è diventata tradizione mettermi in bocca cose che non dico ma da te non me lo sarei mai aspettato.
Dove avrei detto che la Moratti è un capro espiatorio?
Lo è, invece, e lo ripeto, la Gelmini, alla quale, oltre ai danni che evidentemente ha fatto (e che io non ho mai negato), vengono attribuiti tutti i disastri possibili dell' universo munno scolastico, soprattutto quelli ai quali non ha mai partecipato, e che hanno un padre di nome Berlinguer e una madre di nome Moratti.

 ;) Hai ragione, la Moratti, l'ho inserita io. Ma assolutamente senza alcuna intenzione malevola caro Frusta.
Era solo per sollecitare un giudizio ben ritmato sul battere, con un levare diciamo meno... selettivo.  ;)

...
che hanno un padre di nome Berlinguer e una madre di nome Moratti.

E mi sembra che così siamo d'accordo.
Non sulla Gelmini, cui non concedo nessuna attenuante e preferisco ricordare come quella del "tunnel GranSasso-Ginevra", giusto per ridere.
Ma effettivamente è materiale per altri topic...




TheDoctorNesta

Re:Toto-Quirinale: dite la vostra!
« Risposta #464 : Sabato 27 Aprile 2013, 12:35:04 »
Letta, Grillo, Berlusconi e le dieci bugie oggi di moda

di Andrea Scanzi

“E’ tutta colpa di Grillo”. E’ sempre colpa di Grillo. Se cade il governo, se piove, se c’è il sole. La tesi autossolutoria del Pd – il cui elettorato tende incredibilmente a ingoiare di tutto, passando dalla fregola per l’iper-democrazia al giubilo per l’abbraccio mortale con Berlusconi – è ora quella di ripetere che “il governissimo c’è perché Grillo ci ha portato a farlo”. Sarebbe vero se non ci fosse stata l’apertura Rodotà. Ma quell’apertura c’è stata. Nel gioco delle percentuali, il Pd ha il 70% delle colpe e l’ortodossia di Grillo il 30%. Il M5S ha sbagliato a non fare un nome al secondo giro di consultazioni (non sarebbe cambiato nulla, ma avrebbe tolto alibi al Partito Disastro), ma da Rodotà in poi è stato impeccabile: appoggiate questo nome (più vostro che nostro) e faremo un percorso insieme. A dire no è stato il Pd. Perché? Perché ha sempre voluto – nella maggioranza dei suoi parlamentari – l’inciucio. Infatti è stato scelto Enrico Letta, lo zio di suo zio. Quello che “è meglio votare Berlusconi che Grillo”.

“Su Rodotà non c’era maggioranza”. Bugia a metà. C’era la maggioranza degli elettori del Pd, ma non della maggioranza dei parlamentari piddini. Ciò significa, inequivocabilmente, che tra elettorato e rappresentanti c’è una scollatura drammatica. I Boccia non rappresentano nessuno, se non se stessi. Però decidono.

“Rodotà non è stato eletto Presidente perché scelto solo da 4mila persone”. Macché. Le Quirinarie sono state fantozziane, ma se i modi risultano discutibili non lo sono (stati) i contenuti. Per quanto raffazzonate, hanno portato alla scelta di un nome condiviso da milioni di italiani: la piazza reale, non virtuale (quella piazza che tanto terrorizza i giovani vecchi del Pd, tipo Speranza, uno che non merita quel cognome. Un po’ come se Ghedini si chiamasse Figo). Rodotà è stato il treno del cambiamento perso. Perso dal Pd e solo dal Pd: non da altri. Di questa colpa risponderà alla storia e, per il momento, agli elettori (infatti è un partito morto, che può vincere solo se si affida a ribelli come Serracchiani). Rodotà non è stato votato perché: 1) è stato proposto da Grillo (motivazione-asilo Mariuccia); 2) è troppo di sinistra; 3) è troppo laico (cioè “mangiapreti”); 4) è troppo intelligente, quindi libero e non irreggimentabile; 5) è troppo antiberlusconiano (e questo, per il Pd, è davvero inaccettabile).

“Sì, ma 4mila persone sono proprio poche”. Certo che lo sono. Ma sono comunque molto più delle persone (una) che avevano scelto Marini e poi (seicento) Napolitano.

“Non faremo mai il governissimo”. Per due mesi, o poco meno, Bersani e la sua ghenga tragicomica hanno ripetuto che il governissimo non l’avrebbero mai fatto. Qualche esempio (antologizzato stamani da Civati nel suo blog). «Pensare che dopo 20 anni di guerra civile in Italia, nasca un governo Bersani-Berlusconi non ha senso. Il governissimo come è stato fatto in Germania qui non è attuabile» (Enrico Letta, 8 aprile 2013). «Il Pd è unito su una proposta chiara. Noi diciamo no a ipotesi di governissimi con la destra» (Anna Finocchiaro, 5 marzo 2013). «I nostri elettori non capirebbero un accordo con Berlusconi» (Ivan Scalfarotto, 28 febbraio). «Un governo Pd-Pdl è inimmaginabile» (Matteo Orfini, 27 marzo 2013). Eccetera. Adesso avviene il contrario (e chi osa ricordarlo è un disfattista). Perché? Perché il Pd è bravissimo a sbagliare. E perché senza Berlusconi il Pd non esiste: ne è la più grande polizza assicurativa. Così facendo, il Pd imploderà (e questo tutto sommato è un bene) e regalerà a Berlusconi una nuova vittoria (e questo decisamente è un disastro).

“Letta ha vinto lo streaming”. Questa non è una bugia. E’ la verità. Che non stupisce. Letta fa politica da quando ha sei mesi. E’ nato vecchio, un Benjamin Button che mai diventerà Brad Pitt. Nella supercazzola democristiana (parlare e parlare senza dire nulla) nessuno lo batte. Con Crimi e Lombardi, che continuano a sbagliare tutto, ha usato la Tecnica-Asciugo: li ha intortati con una grandinata di nulla politichese. E li ha storditi. Quando si è trovato in difficoltà (Rodotà), ha detto al Duo Harakiri che “dovevate votare Prodi”. Sarebbe bastato rispondere: “Prodi non l’avete votato neanche voi, forse neanche lei. Con quale faccia incolpate noi?”. Ma non l’hanno detto. Come nulla o quasi hanno detto su conflitto di interessi, leggi ad personam, franchi tiratori, incoerenza sul no-inciucio. E via così. Letta ha vinto per mancanza di avversari. Esaurita tale erezione triste per la vittoriuccia di Pirro di Benjamin Letta, vorrei però che i giubilanti di adesso tenessero bene a mente che il loro hero sta lavorando per un governo con i D’Alema, gli Amato e i Brunetta. Un’apocalisse farebbe meno male.

“Non ci sono alternative”. No. C’erano: bastava votare Rodotà. Ma non è stato fatto. Ora il governissimo – il vero obiettivo di Pd e Pdl, sin dall’inizio – viene spacciato come “governo di salvezza nazionale”. Ma de che? Cosa può fare un governo che contempli contemporaneamente Civati e Mussolini? Al massimo una legge elettorale anti-M5S, atta anzitutto a disinnescarli. Berlusconi sta al senso dello Stato come Robinho alle quadriplette. Opera per salvare se stesso e in questo è un fenomeno. Il governo Letta sarà un tirare a campare. Un ulteriore arroccarsi dei politicanti nel Parlamento-bunker. Mi si dirà: “L’alternativa è andare al voto, ovvero un’oscenità”. No: persino andare subito al voto sarebbe più onesto. Anche con la stessa legge elettorale. Un pareggio non ci sarebbe, non stavolta. Vincerebbe Berlusconi, si ridimensionerebbe Grillo, crollerebbe il Pd. Brutta prospettiva? Sì. Ma è l’Italia, baby. E quantomeno avremmo un governo Berlusconi evidente e dichiarato, senza questa ipocrisia nauseabonda delle “larghe intese”.

“Il Movimento ha abbassato i toni”. Ma figuriamoci. Dopo lo schiaffo in faccia ricevuto su Rodotà, il M5S farà solo e soltanto opposizione. I toni sono stati abbassati unicamente da Pisolo Crimi e Simpatia Lombardi, che ieri dormivano (e un po’ li capisco) mentre parlava Benjamin Letta. Dopo il caso Rodotà, la rottura tra M5S e Pd è definitiva. Insanabile. Eterna.

“Il Movimento 5 Stelle è in calo”. Bugia a metà. In Friuli la tramvata è stata evidente, pur con tutte le attenuanti, ma agli occhi di molti elettori 5 Stelle la trama degli ultimi giorni ha confermato che Pd e Pdl pari sono o giù di lì. I sondaggi (Swg) li danno al 27 percento. Se questo è un calo, il Pd è già allo stadio di decomposizione. E’ però vero che il M5S è percepito da molti come una forza che sa dire solo di no. E questo, per loro, è un male. Aggiungo poi che esiste nel Movimento un problema di rappresentanza. L’anomalia non è che Mastrangeli sia stato (giustamente) espulso, ma che sia stato (clamorosamente) prima scelto e poi eletto. E a proposito di espulsioni, che – secondo quasi tutta la stampa – sono giuste se le decide il Pd e sinonimo di fascismo se le appluica il M5S: caro Civati, prendi atto che nel Pd sei un corpo estraneo e vola altrove. Magari nel “cantiere della sinistra” a cui sta lavorando Vendola, ampolloso e barocco come sempre ma tra i pochi ad essere risultato coerente e coraggioso negli ultimi giorni. Questa “critica dall’interno” è sterile , pleonastica e alla lunga pure noiosa.

“La stampa deve cooperare”. E’ l’ultima trovata di Re Giorgio e dei suoi prodi discepoli (quasi tutti), Scalfari e derivati in testa. L’intoccabilità di Napolitano ha ormai del leggendario. Ho rispetto della persona, e della sua età, come lo ho per la memoria storica. Il migliorista Napolitano è sempre stato un “comunista di destra”. Gaber, quelli come lui, li chiamava “grigi compagni del Pci”. Napolitano è quello che appoggiò i cingolati sovietici contro la rivolta ungherese (salvo poi dire decenni dopo che “Mi sono sbagliato, aveva ragione Nenni”), quello che attaccò Berlinguer (Enrico) sulla questione morale, quello che a fine 2011 ci ha imposto Monti allungando la vita politica di Berlusconi (e rafforzando involontariamente Grillo); è quello del “non ho sentito il boom”, delle telefonate a Mancino, delle firme alle leggi vergogna. Capisco la stima, ma Pertini era un’altra cosa. Come lo è il giornalismo. Che non deve “cooperare”, ma raccontare e talvolta denunciare. L’invito a cooperare di Napolitano, dopo l’orrore dello scorso weekend (tra i più neri nella storia della Repubblica italiana), mi ricorda l’adagio del “ci pisciano in testa e poi dicono che piove”. Si ha la sensazione che qualcuno ci abbia conficcato ben bene l’ombrello di Altan. E che quel qualcuno, adesso, ci dica “Ehi, non lamentarti, altrimenti sei un irresponsabile”. Un po’ troppo, come masochismo.

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Re:Toto-Quirinale: dite la vostra!
« Risposta #465 : Sabato 27 Aprile 2013, 12:42:55 »
Sì, Civati, ma qual è l’alternativa?

Questa è la domanda che mi viene più rivolta in queste ore (la settimana scorsa era «perché non Rodotà?», che sembra passato un secolo).

Ora, le alternative erano molte fino al voto di Prodi, come ormai sapete. I famigerati 101 hanno decimato le speranze degli elettori del Pd e anche le alternative, questo è vero, e lo hanno fatto apposta. Ma qualche alternativa, quella sera, era rimasta ancora.

Se i ‘giovani’ del Pd, invece di dividersi come al solito, chi facendo precipitare la discussione a pochi minuti dal voto, chi rivendicando una posizione di corrente, chi schierandosi per l’ennesima volta dietro al capo (che nel frattempo era cambiato), avessero chiesto di riunirsi per discutere di quello che era accaduto per colpa dei soliti strateghi e avessero fatto una proposta tutti insieme, non ci saremmo trovati a votare il Presidente uscente su nostra insistente richiesta, come se non ci fossero alternative (perché questa storia delle «alternative che non ci sono» è iniziata quella sera).

Se poi, invece di dare la colpa a Twitter e aver discusso di espellere questo o quella, avessimo ragionato su quello che stava accadendo, non avremmo fatto nomi di possibili premier, senza prima chiarirci in che direzione si stava andando, una direzione per altro perfettamente contraria a quello che avevamo sempre detto (quasi) tutti quanti.

Avremmo, per esempio, individuato un percorso più rigoroso e sensato: un governo di pochi mesi, rivolto a tutte le forze politiche e non dichiaratamente al Pdl, con pochissime priorità, una legge elettorale da presentare contestualmente alla presentazione del governo stesso (a meno che non vogliamo credere che quelli che non l’hanno fatta l’anno scorso e l’anno prima e quello prima ancora, la facciano in tre settimane), un premier al di sopra delle parti, ministri che non avessero già fatto i ministri, e un gruppo dirigente del Pd veramente dimissionario. Perché si sono dimessi tutti (tranne il premier incaricato), ma non mi pare che sia cambiato alcunché, nelle dinamiche del Pd. Anzi. E stiamo parlando di un governo di legislatura, con ministri (già ministri) politici, condiviso nel programma con Berlusconi, che sembra quello più ‘tonico’, tra l’altro.

Se me l’avessero chiesto, in una qualche riunione del Pd che non c’è stata, l’avrei detto, e avrei chiesto di votare su questa posizione. Ma in ragione dell’autonomia spesso rivendicata dal partito (sì, ciao), ha deciso tutto Napolitano e non ci sono più state alternative.

Peccato che le alternative le avessimo distrutte noi, e poi abbiamo semplicemente deciso che la brutta notizia da dare agli elettori era meglio se toccava a Napolitano, perché per noi era un po’ dura spiegarla di persona.

Certo, c’era il rischio di non vederlo varare, quel governo che non abbiamo provato a fare. E c’era il rischio di andare a votare prestissimo. Un rischio che ci saremmo assunti, se fossimo stati davvero ‘giovani’. E invece si sono ‘posizionati’ quasi tutti. E i risultati li vediamo. E anche il fatto che in pochissimi minuti tutti si siano allineati, come sempre.

Le alternative nella vita ci sono: se però si escludono una dopo l’altra e volutamente, poi non ce ne sono più.


http://www.ciwati.it/2013/04/27/si-civati-ma-qual-e-lalternativa/#comment-225630
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« Risposta #466 : Sabato 27 Aprile 2013, 13:46:57 »
Letta, Grillo, Berlusconi e le dieci bugie oggi di moda

di Andrea Scanzi

“E’ tutta colpa di Grillo”. E’ sempre colpa di Grillo. Se cade il governo, se piove, se c’è il sole. La tesi autossolutoria del Pd – il cui elettorato tende incredibilmente a ingoiare di tutto, passando dalla fregola per l’iper-democrazia al giubilo per l’abbraccio mortale con Berlusconi – è ora quella di ripetere che “il governissimo c’è perché Grillo ci ha portato a farlo”. Sarebbe vero se non ci fosse stata l’apertura Rodotà. Ma quell’apertura c’è stata. Nel gioco delle percentuali, il Pd ha il 70% delle colpe e l’ortodossia di Grillo il 30%. Il M5S ha sbagliato a non fare un nome al secondo giro di consultazioni (non sarebbe cambiato nulla, ma avrebbe tolto alibi al Partito Disastro), ma da Rodotà in poi è stato impeccabile: appoggiate questo nome (più vostro che nostro) e faremo un percorso insieme. A dire no è stato il Pd. Perché? Perché ha sempre voluto – nella maggioranza dei suoi parlamentari – l’inciucio. Infatti è stato scelto Enrico Letta, lo zio di suo zio. Quello che “è meglio votare Berlusconi che Grillo”.

“Su Rodotà non c’era maggioranza”. Bugia a metà. C’era la maggioranza degli elettori del Pd, ma non della maggioranza dei parlamentari piddini. Ciò significa, inequivocabilmente, che tra elettorato e rappresentanti c’è una scollatura drammatica. I Boccia non rappresentano nessuno, se non se stessi. Però decidono.

“Rodotà non è stato eletto Presidente perché scelto solo da 4mila persone”. Macché. Le Quirinarie sono state fantozziane, ma se i modi risultano discutibili non lo sono (stati) i contenuti. Per quanto raffazzonate, hanno portato alla scelta di un nome condiviso da milioni di italiani: la piazza reale, non virtuale (quella piazza che tanto terrorizza i giovani vecchi del Pd, tipo Speranza, uno che non merita quel cognome. Un po’ come se Ghedini si chiamasse Figo). Rodotà è stato il treno del cambiamento perso. Perso dal Pd e solo dal Pd: non da altri. Di questa colpa risponderà alla storia e, per il momento, agli elettori (infatti è un partito morto, che può vincere solo se si affida a ribelli come Serracchiani). Rodotà non è stato votato perché: 1) è stato proposto da Grillo (motivazione-asilo Mariuccia); 2) è troppo di sinistra; 3) è troppo laico (cioè “mangiapreti”); 4) è troppo intelligente, quindi libero e non irreggimentabile; 5) è troppo antiberlusconiano (e questo, per il Pd, è davvero inaccettabile).

“Sì, ma 4mila persone sono proprio poche”. Certo che lo sono. Ma sono comunque molto più delle persone (una) che avevano scelto Marini e poi (seicento) Napolitano.

“Non faremo mai il governissimo”. Per due mesi, o poco meno, Bersani e la sua ghenga tragicomica hanno ripetuto che il governissimo non l’avrebbero mai fatto. Qualche esempio (antologizzato stamani da Civati nel suo blog). «Pensare che dopo 20 anni di guerra civile in Italia, nasca un governo Bersani-Berlusconi non ha senso. Il governissimo come è stato fatto in Germania qui non è attuabile» (Enrico Letta, 8 aprile 2013). «Il Pd è unito su una proposta chiara. Noi diciamo no a ipotesi di governissimi con la destra» (Anna Finocchiaro, 5 marzo 2013). «I nostri elettori non capirebbero un accordo con Berlusconi» (Ivan Scalfarotto, 28 febbraio). «Un governo Pd-Pdl è inimmaginabile» (Matteo Orfini, 27 marzo 2013). Eccetera. Adesso avviene il contrario (e chi osa ricordarlo è un disfattista). Perché? Perché il Pd è bravissimo a sbagliare. E perché senza Berlusconi il Pd non esiste: ne è la più grande polizza assicurativa. Così facendo, il Pd imploderà (e questo tutto sommato è un bene) e regalerà a Berlusconi una nuova vittoria (e questo decisamente è un disastro).

“Letta ha vinto lo streaming”. Questa non è una bugia. E’ la verità. Che non stupisce. Letta fa politica da quando ha sei mesi. E’ nato vecchio, un Benjamin Button che mai diventerà Brad Pitt. Nella supercazzola democristiana (parlare e parlare senza dire nulla) nessuno lo batte. Con Crimi e Lombardi, che continuano a sbagliare tutto, ha usato la Tecnica-Asciugo: li ha intortati con una grandinata di nulla politichese. E li ha storditi. Quando si è trovato in difficoltà (Rodotà), ha detto al Duo Harakiri che “dovevate votare Prodi”. Sarebbe bastato rispondere: “Prodi non l’avete votato neanche voi, forse neanche lei. Con quale faccia incolpate noi?”. Ma non l’hanno detto. Come nulla o quasi hanno detto su conflitto di interessi, leggi ad personam, franchi tiratori, incoerenza sul no-inciucio. E via così. Letta ha vinto per mancanza di avversari. Esaurita tale erezione triste per la vittoriuccia di Pirro di Benjamin Letta, vorrei però che i giubilanti di adesso tenessero bene a mente che il loro hero sta lavorando per un governo con i D’Alema, gli Amato e i Brunetta. Un’apocalisse farebbe meno male.

“Non ci sono alternative”. No. C’erano: bastava votare Rodotà. Ma non è stato fatto. Ora il governissimo – il vero obiettivo di Pd e Pdl, sin dall’inizio – viene spacciato come “governo di salvezza nazionale”. Ma de che? Cosa può fare un governo che contempli contemporaneamente Civati e Mussolini? Al massimo una legge elettorale anti-M5S, atta anzitutto a disinnescarli. Berlusconi sta al senso dello Stato come Robinho alle quadriplette. Opera per salvare se stesso e in questo è un fenomeno. Il governo Letta sarà un tirare a campare. Un ulteriore arroccarsi dei politicanti nel Parlamento-bunker. Mi si dirà: “L’alternativa è andare al voto, ovvero un’oscenità”. No: persino andare subito al voto sarebbe più onesto. Anche con la stessa legge elettorale. Un pareggio non ci sarebbe, non stavolta. Vincerebbe Berlusconi, si ridimensionerebbe Grillo, crollerebbe il Pd. Brutta prospettiva? Sì. Ma è l’Italia, baby. E quantomeno avremmo un governo Berlusconi evidente e dichiarato, senza questa ipocrisia nauseabonda delle “larghe intese”.

“Il Movimento ha abbassato i toni”. Ma figuriamoci. Dopo lo schiaffo in faccia ricevuto su Rodotà, il M5S farà solo e soltanto opposizione. I toni sono stati abbassati unicamente da Pisolo Crimi e Simpatia Lombardi, che ieri dormivano (e un po’ li capisco) mentre parlava Benjamin Letta. Dopo il caso Rodotà, la rottura tra M5S e Pd è definitiva. Insanabile. Eterna.

“Il Movimento 5 Stelle è in calo”. Bugia a metà. In Friuli la tramvata è stata evidente, pur con tutte le attenuanti, ma agli occhi di molti elettori 5 Stelle la trama degli ultimi giorni ha confermato che Pd e Pdl pari sono o giù di lì. I sondaggi (Swg) li danno al 27 percento. Se questo è un calo, il Pd è già allo stadio di decomposizione. E’ però vero che il M5S è percepito da molti come una forza che sa dire solo di no. E questo, per loro, è un male. Aggiungo poi che esiste nel Movimento un problema di rappresentanza. L’anomalia non è che Mastrangeli sia stato (giustamente) espulso, ma che sia stato (clamorosamente) prima scelto e poi eletto. E a proposito di espulsioni, che – secondo quasi tutta la stampa – sono giuste se le decide il Pd e sinonimo di fascismo se le appluica il M5S: caro Civati, prendi atto che nel Pd sei un corpo estraneo e vola altrove. Magari nel “cantiere della sinistra” a cui sta lavorando Vendola, ampolloso e barocco come sempre ma tra i pochi ad essere risultato coerente e coraggioso negli ultimi giorni. Questa “critica dall’interno” è sterile , pleonastica e alla lunga pure noiosa.

“La stampa deve cooperare”. E’ l’ultima trovata di Re Giorgio e dei suoi prodi discepoli (quasi tutti), Scalfari e derivati in testa. L’intoccabilità di Napolitano ha ormai del leggendario. Ho rispetto della persona, e della sua età, come lo ho per la memoria storica. Il migliorista Napolitano è sempre stato un “comunista di destra”. Gaber, quelli come lui, li chiamava “grigi compagni del Pci”. Napolitano è quello che appoggiò i cingolati sovietici contro la rivolta ungherese (salvo poi dire decenni dopo che “Mi sono sbagliato, aveva ragione Nenni”), quello che attaccò Berlinguer (Enrico) sulla questione morale, quello che a fine 2011 ci ha imposto Monti allungando la vita politica di Berlusconi (e rafforzando involontariamente Grillo); è quello del “non ho sentito il boom”, delle telefonate a Mancino, delle firme alle leggi vergogna. Capisco la stima, ma Pertini era un’altra cosa. Come lo è il giornalismo. Che non deve “cooperare”, ma raccontare e talvolta denunciare. L’invito a cooperare di Napolitano, dopo l’orrore dello scorso weekend (tra i più neri nella storia della Repubblica italiana), mi ricorda l’adagio del “ci pisciano in testa e poi dicono che piove”. Si ha la sensazione che qualcuno ci abbia conficcato ben bene l’ombrello di Altan. E che quel qualcuno, adesso, ci dica “Ehi, non lamentarti, altrimenti sei un irresponsabile”. Un po’ troppo, come masochismo.

Non potendo applaudire A. Scanzi applaudo te
Lazio, ti amo con tutta la feniletilamina, l’ossitocina, la dopamina e la serotonina che mi circolano nel cervello, che rendono il mio pensiero poco logico e che mi procurano strane sensazioni in tutta l’anatomia e battiti sconclusionati nell’organo principale del mio apparato circolatorio.

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« Risposta #467 : Sabato 27 Aprile 2013, 15:50:01 »
“La stampa deve cooperare”. E’ l’ultima trovata di Re Giorgio e dei suoi prodi discepoli (quasi tutti), Scalfari e derivati in testa. L’intoccabilità di Napolitano ha ormai del leggendario.

Bisognerebbe cominciare a riscrivere del settennato accolto da applausi quasi unanimi (da sx perchè sentito come proprio presidente contro ogni evidenza, da dx perchè gli ha fatto grandi favori),
non c'è solo la nomina di Monti senatore a vita smentita poi dalla di lui parabola, c'è il mancato scioglimento anticipato delle camere che ci ha portatoc in questa palude che poi è quella c'era prima che gli piaceva tanto, c'è la gambizzazione del tentativo Bersani, silenziata dai giornaloni che appunto cooperavano in tal senso, c'è la nomina di 11 saggi tutti uomini dopo aver fatto tante belle parole sulle donne,
c'è il sacrificio di accettare l'elezione quando il vero sacrificio sarebbe stato rinunciarvi,
c'è il salvataggio di Mubarak 2 volte in un anno e mezzo,
c'è la distorsione totale del ruolo svolto con il discorso davanti alle camere,
e questo per rimanere agli ultimi 16 mesi.
Più che de Gaulle ricorda Hindenburg
Voglio 11 Scaloni

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« Risposta #468 : Sabato 27 Aprile 2013, 17:34:54 »
Ora s'è pure permesso di dire che questo era l'unico governo possibile...
Voglio 11 Scaloni

Offline Whistle

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Re:Toto-Quirinale: dite la vostra!
« Risposta #469 : Sabato 27 Aprile 2013, 17:45:55 »
Ecco le foto di due nuove ministre...
Tra le più agguerrite discepole del Berluska.





L'unica di cui sono contento è lei:


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Re:Toto-Quirinale: dite la vostra!
« Risposta #470 : Sabato 27 Aprile 2013, 17:48:50 »
Ecco l'elenco:
Al ministero dell'Interno Angelino Alfano, che è anche vicepremier.
All'economia Fabrizio Saccomanni, finora direttore generale di Bankitalia.
Agli Esteri Emma Bonino.
Alla Difesa Mario Mauro.
Alla Giustizia Annamaria Cancellieri.
Agli affari europei Enzo Moavero.
Agli Affari regionali Graziano Delrio (Pd), attuale presidente dell'Anci.
Maurizio Lupi alle Infrastrutture.
Enrico Giovannini al Lavoro.
Alla Coesione territoriale Carlo Trigilia.
Rapporti con il Parlamento Dario Franceschini.
Pari opportunità Iosefa Idem.
Alla Semplificazione va Giampiero D'Alia.
Sviluppo economico Zanonato.
Politiche agricole Nunzia De Girolamo.
Università e ricerca Mariachiara Carrozza.
Salute Beatrice Lorenzin.
Gaetano Quagliariello agli Affari costituzionali.
Ministro dell'ambiente Andrea Orlando.
Cecile Kyenge è ministro dell'Integrazione.
Massimo Bray ai Beni culturali.

Offline AlenBoksic

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Re:Toto-Quirinale: dite la vostra!
« Risposta #471 : Sabato 27 Aprile 2013, 17:57:51 »
Giovannini è quello dell'ISTAT che fece la commissione sui costi della politica senza riuscire a parametrare i compensi dei deputati con quelli degli altri paesi...

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Offline benvolio

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Re:Toto-Quirinale: dite la vostra!
« Risposta #472 : Sabato 27 Aprile 2013, 18:08:33 »
Non vorrei sembrare monotono ma l'impronta del PD su questo governo è ferrea...;)
Comunque è inutile che vi affannate, il Presidente della Repubblica ha chiarito che si tratta di governo politico e che non c'è bisogno di alcuna altra definizione...ah! si...ha detto pure che è fresco...beh allora tutto a posto.

Offline Whistle

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Re:Toto-Quirinale: dite la vostra!
« Risposta #473 : Sabato 27 Aprile 2013, 18:12:21 »
Da Micromega (in grassetto i nomi di quattro nuovi ministri):

Incarico a Letta, ecco perché
Una rete di rapporti strettissimi. Intessuta pazientemente negli anni. Con i poteri economici, con Washington, con il Vaticano. Ecco come "il giovane Enrico" è arrivato alla chiamata del Quirinale.

di Alessandro Gilioli e Luca Sappino, da l’Espresso on line

La scelta di Enrico Letta per il governo delle 'larghe intese' è dovuta a un incrocio di motivi diversi tra loro.

Prima di tutto – e questa è cronaca delle scorse ore – per il veto su Matteo Renzi.
Veto dovuto a sua volta a due concause.
La prima si chiama Silvio Berlusconi: il Cavaliere ha avuto paura che, una volta diventato premier, il sindaco fiorentino conquistasse una visibilità mediatica troppo alta. In altre parole, che riuscisse a far smottare verso di lui una parte dell’elettorato Pdl. Sondaggi alla mano, Berlusconi è tranquillo sul presente: il Pdl è in testa, il Pd in calo. Ma con Renzi premier, la tendenza si sarebbe potuta invertire presto. Di qui il suo ‘no’, dopo qualche incertezza.

La seconda concausa è il gruppo dirigente del vecchio Pd, ormai orfano di Bersani. I vari Fioroni, Finocchiaro, Bindi, D’Alema e così via.
Tre mesi fa questi erano abbastanza sicuri di tornare nella stanza dei bottoni – cioè al governo o su altre poltrone, magari europee – con la vittoria elettorale. Poi le cose sono andate diversamente. Hanno sperato comunque in un governo Bersani, poi si sono spostati verso le ‘larghe intese’. Ma sapevano benissimo che in un eventuale esecutivo guidato da Renzi non avrebbero trovato posto. Troppo deciso, il sindaco di Firenze, nel volerli ‘rottamare.’ E troppo bisognoso di una acquistare credibilità come uomo nuovo. Loro, i vecchi capi del Pd, sanno benissimo di essere all’ultimo giro. Dopo questa legislatura per loro c’è il nulla. Appoggiare Renzi significava quindi il prepensionamento.

Dunque, niente Renzi. Ma Amato, perché no?
Il nome dell’ex presidente del Consiglio è girato moltissimo nella serata di ieri. Uomo gradito alla Ue, già ben conosciuto in tutti gli ambienti internazionali. Ma pur sempre un reperto della Prima Repubblica. Un uomo di 75 anni entrato in Parlamento trent’anni fa esatti, sul carro di Bettino Craxi di cui era suggeritore e stretto collaboratore. Uno che è stato (Palazzo Chigi a parte), sottosegretario, ministro del Tesoro e ministro degli Interni. Uno di cui gli italiani non più ragazzini hanno memoria per il raid notturno sui conti in banca. Uno che i più giovani invece conoscono per la mostruosa sommatoria di pensioni e vitalizi di cui gode.

Insomma, oltre ogni ”accettabilità mediatica” perfino per l’attuale Pd. Toppo lontano, per immagine e passato, da quel «governo di rinnovamento» che i democratici hanno tanto sbandierato, indipendentemente dalle alleanze. Tra l’altro Amato a questo giro non è stato eletto da nessuno – nemmeno in un listino bloccato.
Di qui la convergenza sul ‘giovane’ Enrico Letta, 47 anni ad agosto. Altrettanto gradito ai ‘poteri forti’ nazionali e internazionali – dal Vaticano e da Washington – per non parlare di quelli economici, mediatici e finanziari.

Una rete di rapporti molto vasta e articolata che il vicesegretario piddino ha intessuto soprattutto attraverso VeDrò, il ‘think tank’ da lui fondato che mette insieme personalità di diversa provenienza politica e che si ritrova ogni estate, in salsa pop.
L’evento prende il nome dal paesino di Drò, appunto, sul lago di Garda. Qui negli ultimi giorni d’agosto si riuniscono in plenaria per tre giorni di presentazioni, feste e dibattiti, i «“vedroidi”», come dice il sito dell’evento: «Gente originale, creativa, intraprendente e animata da un po’ di sana incoscienza». Bipartisan. Esattamente come richiesto per il governo dal presidente Napolitano.

A VeDrò si parla, si lavora, si tessono relazioni e si gioca a calcetto. Sono assidui frequentatori e pronti ad indossare i calzoncini per allegre partitelle i giornalisti Antonello Piroso, Antonio Polito, Oscar Giannino e Andrea Vianello, il direttore di Raitre. Poi ci sono Myrta Merlino e Gaia Tortora di La7, tra gli altri.
Sono «vedroidi» anche Mauro Moretti, numero uno delle Ferrovie, Corrado Passera, poi diventato Ministro dello sviluppo, Chicco Testa, e Nicola Maccanico, direttore generale della Warner Bross. Tra gli imprenditori, Luisa Todini, Gian Luca Rana e Domenico Procacci.

Due anni fa, in una memorabile esibizione, Fedele Confalonieri allietò i presenti suonando il pianoforte.
VeDrò però è inevitabilmente anche il luogo dei direttori delle relazioni esterne. Ne trovi per ogni gusto: Gianluca Comin, dell’Enel, Andrea Prandi, dell’Edison ed Enrica Minozzi, dell’Eni. Impossibili, insomma, cali d’energia.
Poi, ovviamente, ci sono i politici.

Sul sito della fondazione sono presentati come «parte del nostro network» Angelino Alfano, Giulia Bongiorno, Ivan Scalfarotto, Paola De Micheli, Benedetto Della Vedova, Mariastella Gelmini, Giancarlo Giorgetti, Roberto Gualtieri, Maurizio Lupi, Marco Meloni, Alessia Mosca, Andrea Orlando, Renata Polverini, Laura Ravetto, Flavio Tosi e Matteo Renzi. Poi ci sono Francesco Boccia (un lettiano di ferro, onorevole Pd) e Nunzia De Girolamo (onorevole Pdl), marito e moglie: il simbolo più chiacchierato delle larghe intese.

Lo schema è quello insegnato dal maestro Nino Andreatta che già nel 1976 mise insieme – sempre con spirito bipartisan – politici e imprenditori (Umberto Agnelli e Urbano Aletti, tra gli altri), nell’Arel, l’Agenzia Ricerche e Legislazione: una VeDrò per nulla pop, ancora in attività, e di cui Enrico Letta è oggi Segretario generale.

Le larghe intese, sia chiaro, sono anche internazionali. Rapporti tenuti alla luce del sole rivendicando tutto – con appositi eventi, “Visti da fuori”, a cui partecipano uomini e donne delle ambasciate, delle università e degli istituti di cultura esteri, soprattutto di Francia e Stati Uniti.
Enrico Letta è anche membro della Trilateral e nel 2012 ha partecipato alla riunione del gruppo Bildelberg a Chantilly, in Virginia.

Letta junior, disse al ‘Corriere’ il suo amico Lapo Pistelli, nel lontano 2006, «è l’Amato del Duemila» perché «al pari di Giuliano è dentro tutti i giochi. In quelli di Prodi e in quelli di Walter 'giornalista ex politico italo-sloveno che copia canzoni altrui (e che porta iella)', in quelli di Massimo D’Alema e in quelli di Pierferdinando Casini. Addirittura in quelli di Giulio Tremonti». Mai ritratto fu più azzeccato.
Sponsor dell’ultima convention “vedroide” sono stati Enel, Eni e Telecom. Nonostante questo, il prezzo rende molto esclusiva la festa: per partecipare si paga caro.

La rete in cui ci si tuffa, però, è buona per ogni occasione, che vinca la destra o la sinistra. Se vincono entrambe, figurarsi.


Offline AlenBoksic

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Re:Toto-Quirinale: dite la vostra!
« Risposta #474 : Sabato 27 Aprile 2013, 18:20:27 »
Letta, Alfano, Mauro, Lupi, Delrio, Franceschini, Cancellieri, Quagliariello, Moavero...

È nata la nuova DC?
Voglio 11 Scaloni

Offline benvolio

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Re:Toto-Quirinale: dite la vostra!
« Risposta #475 : Sabato 27 Aprile 2013, 18:27:54 »
Civati ha detto che lui non vuole morire...democristiano...

Offline AlenBoksic

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Re:Toto-Quirinale: dite la vostra!
« Risposta #476 : Sabato 27 Aprile 2013, 18:36:09 »
Non so se essere contento o meno di aver pensato la stessa cosa...
Voglio 11 Scaloni

zorba

Re:Toto-Quirinale: dite la vostra!
« Risposta #477 : Sabato 27 Aprile 2013, 19:36:17 »
http://www.massimobray.it/

Il sito del nuovo ministro della Cultura.

Così per conoscerlo e per sapere di chi si tratta....

Dal sito, una chicca che, credo, faccia onore al nuovo ministro.

(...)
Presiede il consiglio d’amministrazione della Fondazione La Notte della Taranta, che organizza il più grande festival europeo di musica popolare, dedicato al recupero della pizzica salentina e alla sua fusione con altri linguaggi musicali, dalla world music al rock, dal jazz alla sinfonica. Grazie al lavoro del gruppo di competenze che gestisce la Fondazione e soprattutto alla straordinaria coralità dei talenti musicali coinvolti nell’Ensemble Notte della Taranta, il festival è divenuto, negli anni, un riconosciuto modello culturale che, di edizione in edizione, non cessando di produrre nuove forme di elaborazione artistica, ha cominciato a produrre interessanti economie per il territorio

Offline benvolio

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Re:Toto-Quirinale: dite la vostra!
« Risposta #478 : Sabato 27 Aprile 2013, 19:46:16 »
http://www.massimobray.it/

Il sito del nuovo ministro della Cultura.

Così per conoscerlo e per sapere di chi si tratta....


Da quanto ho letto lui è bravo ma ce ne sono anche altri di ministri dai profili interessanti. Altro è l'indirizzo e il profilo dei ministri chiave...

Offline aquilafelyx

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Re:Toto-Quirinale: dite la vostra!
« Risposta #479 : Sabato 27 Aprile 2013, 20:14:01 »
Da quanto ho letto lui è bravo ma ce ne sono anche altri di ministri dai profili interessanti. Altro è l'indirizzo e il profilo dei ministri chiave...

è chiaro che alla fine della fiera hanno soltanto dato una "romanella"* al governo Monti, sono entrati politici dei tre partiti che già appoggiavano il precedente esecutivo ma con Saccomanni all'Economia le decisioni saranno sempre sotto tutela e condizionate da Bruxelles e Francoforte 

* romanella (per i non nativi) = una leggera e frettolosa mano di tinta su pareti che avrebbero invece bisogno di un radicale intervento
M'illumino di Lulic

Bajo las águilas silenciosas, la inmensidad carece de significado.


Chi ha paura di perdere non merita di vincere