Toto-Quirinale: dite la vostra!

[Teo]

Il PD si sciolga, ponendo fine a questa traversata del deserto... in tondo, iniziata ormai quasi un quarto di secolo fa.

[satanasso]

Ci sono dei momenti nella storia di un Paese nei quali si condensano interi decenni e si concretizza, per così dire, una verifica immediata degli eventi. Il quarto scrutinio per l’elezione del Presidente della Repubblica è senz’altro uno di questi momenti.
Il breve e travagliato viaggio del PD si chiude, qui e ora. E si chiude nel peggiore dei modi, con la vera e propria implosione di un partito nato in fretta e furia con l’ambizioso – un po’ troppo? – compito di portare a sintesi due culture e due storie politiche che hanno segnato quasi un secolo e mezzo di vicende italiane. Un’implosione innescata dalle tensioni e dai conflitti – ideologici e di potere, culturali e politici, tattici e strategici – tra le varie correnti (cordate) del partito.
Prendiamo atto oggi, insieme alla loro incommensurabilità, dell’esistenza di chi guarda al Movimento 5 Stelle, chi alle larghe intese e di chi vorrebbe tornare il prima possibile alle elezioni. Nel mezzo di queste opzioni si mischiano e si contorcono in una presa mortale cattolici d’apparato e laici movimentisti, rottamatori liberali e conservatori laburisti, giovani vecchi e finti giovani. E viceversa.
Un esperimento tragicamente fallito, insomma. Di più e peggio: destinato a fallire, nel segno di parole (d’ordine) spacciate per elisir di lunga vita e rivelatesi – col senno di adesso – inservibili, comiche, portatrici di ferale sventura; prime tra tutte: governabilità, bipolarismo perfetto.
Il Partito Democratico finisce così con lo scambiare l’elezione del presidente della Repubblica con un congresso di partito. Il congresso è iniziato ieri. Si mormora che le correnti più accreditate per l’affermazione finale siano tre: i defunti (con i parenti in lutto), i becchini (in uniforme), gli avvoltoi (che volano basso).
Poi ci sarebbero anche i franchi tiratori, che però proprio in giornata hanno terminato le pallottole e che peraltro, lo si sa, proprio non amano essere incardinati dentro schemi prestabiliti.

[AlenBoksic]

Vale la pena di rileggere quanto scriveva ieri l'altro in prima su LaStampa Marcello Sorgi
(ex direttore del TG1)

[...]E con il suo attacco frontale contro la Finocchiaro e lo stesso Marini, Renzi ha sortito l’effetto opposto. Quanto a Berlusconi, avrebbe votato chiunque, l’ha detto fin dal primo momento, pur di non andare all’opposizione. 

Servirgli su un piatto d’argento il candidato Marini, legato a Gianni Letta dalle comuni radici e da una consuetudine inossidabile, è stato un altro capolavoro del leader Pd, che oggi rischia di essere contraddetto dai suoi parlamentari[...]

http://www.lastampa.it/2013/04/18/cultura/opinioni/editoriali/il-peso-del-fattore-vecchia-dc-xqCtmj3xEzzSJXySy3MX1L/pagina.html

Una vaccata di proporzioni storiche venduta come capolavoro...
La crisi del paese è tale anche e soprattutto perchè chi fa informazione non aiuta nessuno a capire, spacciando le proprie convinzioni per realtà e/o mettendosi al servizio del padrone di turno

[Frusta]

Comincia a prendere corpo questa ipotesi qui:

Uno normale no, eh?

[Boks XV]

bene, questo equivoco chiamato PD è finito.
visto che milioni di italiani continuavano, votandolo, a non rendersi conto di come questo partito, costruito solo per otteneri i numeri necessari a conseguire e gestire il Potere, non fosse assolutamente in grado di governare nemmeno il condominio del palazzo della sede nazionale, gli eletti hanno ben pensato di mettere in piedi il più squallido spettacolo mai visto tra le mura di Montecitorio.
un congresso di partito camuffato da elezione del Presidente della Repubblica.
ma non era più dignitoso affittare una sala?
si sciogliessero definitivamente nell'acido e la smettessero di assillare gli italiani.

[benvolio]

Le idi di aprile...
Quello che si sta consumando e' un tragico epilogo e non salva nessuno dei leader storici ed aspiranti Blair (parlo di Renzi) di questo partito. C'e' una cosa pero' che va detta. Un passaggio del documento di Barca e' (per me) molto illuminanate; e' quello dove dice che i partiti (ma in particolare il PD) si sono passivamente orientati e modellati culturalmente ed elettoralmente sui ceti medi delle grandi metropoli italiane ereditandonoe, anzi assimilindanoe in tragica osmosi, cinismo, materialismo e arrivismo spicciolo, e lasciando da parte molto da parte i valori di critica del reale, di trasformazione sociale, di messa in discussione delle proprie posizioni (e rendite) in un contesto sociale in cui queste venivano via via negate e sottratte a giovani, anziani, immigrati, gente del sud ecc.. ecc....
Ecco, voglio dire, in fondo lo sfascio del PD e' un po' la tragicomica fine del modello culturale di cui molti di noi si sono nutriti (piu' o meno consapevolmente): il cinismo, la falsa ironia da pastiche, il relativismo, la falsa satira, la supponenza e anche un egoismo spacciato per diritto e competenza. Non c'e' niente da ridere e se e' vero che chiunque e' stato o e' di sinistra non puo' che osservare con lucida serenita' la fine di questo banale e catastrofico equivoco chiamato PD e' anche vero che tutti dovremmo interrogarci su quanto patrimonio storico e ideale e' stato svenduo a prezzi di saldo nei salotti tv e nelle chiacchiere da bar spacciate per cultura di molti quotidiani. Io mi sento tristemente confermato in una previsione ma non ci trovo niente di confortante. E ora se il PD arriva a subire la Cancellieri mette anche la croce sulla propria fossa. E tu Teo avrai un Presidente che consegna la coppa ed un baffetto che dispensa salvacondotti...Amen!

[Il lodolaio]

http://www.ciwati.it/2013/04/20/perche-non-rodota/

Come sapete, ho votato tre volte Rodotà e ieri, alla quarta, Romano Prodi. Come me, hanno fatto molti parlamentari del Pd eletti con le primarie, a prescindere dagli schemi correntizi. E sulla base dello stesso principio, tanto che qualche giorno fa parlavo della linea Prodotà contrapposta alla linea D’Amato (che sono le due vere opzioni in campo).

Sono intervenuto l’altra sera per dire che Marini non era una soluzione, e non sono stato franco tiratore, ma solo franco. I tiratori, come si è dimostrato ieri, sono altri.

Ho proposto, insieme a Renzi e a tanti altri, che il candidato alla quarta fosse Romano Prodi, perché credevo che sarebbe stato un ottimo Presidente della Repubblica e che avrebbe potuto trovare i voti del Pd, quelli di Monti (trovo incredibile che Monti non abbia votato Prodi, o forse no) e aprire un dialogo con il M5S sul futuro di questa legislatura. Ho parlato con decine di deputati del M5S per spiegare loro che ci avrebbe consentito di fare le cose che in queste pagine abbiamo sempre scritto, ma non c’è stato verso, perché loro avevano Rodotà. Inutile ragionare. Nemmeno del fatto che l’elezione di Prodi avrebbe potuto spostare l’attenzione dall’asse Pd-Pdl a quello del Pd-M5S, che era il vero obiettivo. Mi hanno detto che è vecchia politica. Infatti sarà eletto un presidente che non è Prodi, e nemmeno Rodotà. All’insegna della coerenza, chiaramente.

Non abbiamo ‘abbandonato’ Rodotà, come scrivono molti commentatori che la sanno lunga: abbiamo solo cercato di mantenere uno schema non inciucista (per capirci) che avesse anche i voti. E Prodi era la persona giusta, credevamo, per tenere insieme questi due principi.

Ora, molti chiedono: “perché non Rodotà?”. E si incazzano anche con me, che Rodotà l’ho pure votato. Tre volte. La risposta la trovate qui sotto: Rodotà non ha i voti, in quell’aula. Se il Pd non ha votato Prodi, è un po’ difficile immaginare che voti Rodotà. Perché c’è una parte del Pd che non guarda al M5S ma a destra. Spero sia chiaro a tutti. Ed è questo il vero problema.

Possiamo anche andare avanti con Rodotà, ma rischiamo di bruciare definitivamente anche lui. Potremmo chiedere di votare nel gruppo, e anche se passasse a maggioranza, nessuno potrebbe prevedere poi che cosa succederebbe in aula. Ai commentatori scatenati sottopongo questa riflessione: se ci sono stati 100 franchi tiratori per Prodi, quanti ce ne sarebbero per Rodotà?

Non sono le primarie, né un Congresso. C’è il voto segreto e bisogna avere una maggioranza altissima. Spero sia chiaro anche questo.

E, da ultimo, vorrei aggiungere una cosa: che è bellissimo tifare, ma preferirei trovare una soluzione che passi, non solo un bel nome da ricordare. Perché con la gestione della candidatura di Rodotà, che ieri per altro tutti dicevano sarebbe stata ritirata da Rodotà stesso, non si sono aperti spazi di condivisione. Per colpa di quella parte del Pd, certamente, ma anche di qualcun altro. E ve lo dice uno che ci sta lavorando, a quello schema del famoso cambiamento (quello vero), dal primo giorno.

La domanda corretta, quindi, non è “perché non Rodotà?”, ma la seguente: “Rodotà può diventare Presidente della Repubblica, raggiungendo i 505 voti necessari?”.

[ThomasDoll]

Un epilogo tragico, ma scritto nell'insipienza di un gruppo dirigente. Un partito nato male che però poteva evolversi, se la confusione avesse partorito una leadership. I segnali erano chiari fin dalle primarie, dove lo sfascio si è rimandato perché Renzi aveva perso, altrimenti se ne sarebbero viste di peggiori. Chi pensa che il sindaco di Firenze sia la svolta per il futuro si faccia bene i conti. Intanto si va a cominciare una legislatura dove la maggioranza assoluta alla camera è di un partito che sta per sparire. Bisognerà tornare al voto prima possibile. D'alema presidente? Sicuri che possa prenderne più di Prodi?

[Frusta]

...Ecco, voglio dire, in fondo lo sfascio del PD e' un po' la tragicomica fine del modello culturale di cui molti di noi si sono nutriti (piu' o meno consapevolmente): il cinismo, la falsa ironia da pastiche, il relativismo, la falsa satira, la supponenza e anche un egoismo spacciato per diritto e competenza. Non c'e' niente da ridere e se e' vero che chiunque e' stato o e' di sinistra non puo' che osservare con lucida serenita' la fine di questo banale e catastrofico equivoco chiamato PD e' anche vero che tutti dovremmo interrogarci su quanto patrimonio storico e ideale e' stato svenduo a prezzi di saldo nei salotti tv e nelle chiacchiere da bar spacciate per cultura di molti quotidiani...

Ma guarda che stecose i Frusta che sostanzialmente vi stavano sulle palle proprio perché ve le dicevano, ve le hanno SEMPRE dette, eh?
Il fatto che ORA le si notino anche a sinistra non ribadisce altro che la vostra attitudine ad arrivare secondi. Anche per quel che riguarda voi stessi.
N.B.
il vi e il voi non vuole avere nulla di personale, quindi non ritenerlo rivolto personalmente a te, ma a chiunque si sia infastidito nel vedere evidenziate QUI, le cose che hai appena dette.

[feiez]

Aridateme Pertini

[hidalgo]

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[geddy]

Vale la pena di rileggere quanto scriveva ieri l'altro in prima su LaStampa Marcello Sorgi
(ex direttore del TG1)

[...]E con il suo attacco frontale contro la Finocchiaro e lo stesso Marini, Renzi ha sortito l’effetto opposto. Quanto a Berlusconi, avrebbe votato chiunque, l’ha detto fin dal primo momento, pur di non andare all’opposizione. 

Servirgli su un piatto d’argento il candidato Marini, legato a Gianni Letta dalle comuni radici e da una consuetudine inossidabile, è stato un altro capolavoro del leader Pd, che oggi rischia di essere contraddetto dai suoi parlamentari[...]

http://www.lastampa.it/2013/04/18/cultura/opinioni/editoriali/il-peso-del-fattore-vecchia-dc-xqCtmj3xEzzSJXySy3MX1L/pagina.html

Una vaccata di proporzioni storiche venduta come capolavoro...
La crisi del paese è tale anche e soprattutto perchè chi fa informazione non aiuta nessuno a capire, spacciando le proprie convinzioni per realtà e/o mettendosi al servizio del padrone di turno

Prodotà
di Marco Travaglio
Aquesto punto, con tutto il rispetto che si deve agli infermi, chi vuol bene a Pier Luigi Bersani dovrebbe mettergli accanto un pool di infermieri e di sanitari per assicurargli le cure e le assistenze del caso. Il pover’uomo, dopo aver perso le elezioni già vinte regalando agli avversari una dozzina di punti in due mesi, anziché dimettersi all’indomani del voto è rimasto al suo posto fino a ieri notte per propiziare un’altra ragguardevole serie di catastrofi. Prima s’è accaparrato le presidenze di due Camere senz’avere nemmeno un terzo dei voti. Poi ha preteso di guidare il governo senz’avere i numeri al Senato.
Infine ha mandato al macello due fondatori del Pd, Marini e Prodi, senza preoccuparsi di garantire loro neppure l’appoggio dei suoi (figurarsi quello di altri). Intanto, nel breve volgere di 50 giorni, ha tentato di allearsi con tutti i partiti: M5S, Lega, Monti, Pdl (manca solo Casa Pound, ma solo perché non è in Parlamento) e ha preso pesci in faccia da tutti. Così ha spappolato il suo partito. Ha regalato un trionfo al rivale Renzi che, a lungo accusato di essere la quinta colonna di B., ora può intestarsi il merito di aver fatto saltare l’inciucio con B. Ha fatto di Grillo un idolo di una parte dei suoi elettori, che preferiscono di gran lunga i candidati al Colle di 5Stelle ai nomi partoriti dagli strateghi del Nazareno. E, non contento, ha gettato alle ortiche l’offerta (finalmente generosa) di Grillo, che gli avrebbe consentito di sciogliere in un colpo solo i nodi del Quirinale e del governo con un asse del rinnovamento che avrebbe messo nell’angolo B. e soddisfatto i desideri dei due terzi degli italiani. Al suo posto, qualunque persona di buonsenso avrebbe appoggiato Rodotà, che piace ai 5Stelle e a buona parte degli elettori ma anche degli eletti del Pd, e possiede un forte serbatoio in Parlamento (250 al terzo scrutinio, 213 al quarto), ben oltre i voti pentastellati. Basterebbe il 50% del centrosinistra per mandarlo al Quirinale e, subito dopo, aprire le trattative con Grillo per un governo presieduto da una figura extra-partiti. Il principale ostacolo a questa soluzione ideale fin dall’inizio, e cioè Napolitano, è stato infatti rimosso con la sua meravigliosa discesa dal Colle. È vero che Prodi è il migliore della vecchia guardia. Ma proprio per questo
la sua candidatura andava preparata e protetta con cura: invece è stata gettata in pasto al mattatoio dell’aula, dove i cecchini dalemiani, mariniani, bersaniani e forse renziani hanno massacrato non solo lui, ma tutto il Pd. Anche un bambino tonto avrebbe capito, dopo lo tsunami anti-Marini, che in questo Parlamento non passa nessun simbolo dell’Ancien Régime. E che occorre un colpo di reni per un’idea nuova. Bersani e i geni che lo circondano non l’hanno capito. Né l’han capito alcuni D’Alema boys, che ancora sperano di arraffare il Colle, come se nulla fosse accaduto. O forse l’hanno capito benissimo, ma sono già d’accordo con B., che è un modo come un altro per suicidarsi. A questo punto, a meno che questi dementi capaci soltanto di spararsi sui piedi non vogliano mandare al massacro altri agnelli sacrificali, le soluzioni sono solo due.
La prima (in tutti i sensi): il Pd, o quel che ne resta, vota Rodotà e si riprende per i capelli a un millimetro dalla tomba, ma soprattutto salva l’Italia dal caos, andando a parlare coi 5Stelle per un governo Zagrebelsky o Settis. La seconda (ai limiti dell’impossibile): il Pd insiste su Prodi, convincendolo a ritirare il ritiro; e chiede a M5S
i 110 voti che gli mancano, promettendo in cambio di indicare subito Rodotà premier. L’alternativa è l’abbraccio mortale al Pdl su Cancellieri o Amato o D’Alema o Grasso o
ri-Marini o ri-Napolitano, che garantirebbe a B. il trionfo eterno. Chi, nel Pd, pensa che votare Rodotà sia la fine del Pd non vede che il Pd è già finito. Anzi, vien da domandarsi che diavolo avrebbe combinato al governo, visto che non governa neppure se stesso.
Fate la carità: arrendetevi. Almeno al buonsenso.

L'elezione del PDR secondo Travaglio. Messa così sembra facile.

[AlenBoksic]

La fine del Partito democratico non è un giorno di festa, neanche per chi ha sempre ironizzato su quell’accozzaglia di accoltellatori narcisisti, tenuti insieme soltanto dal mastice del potere. Bello o brutto che fosse, ed era diventato particolarmente brutto, il Pd rappresentava l’ultimo partito. 

L’ultima struttura politica in grado di organizzare congressi e di eleggere un segretario, anziché un padrino o un padrone. Magari un segretario senza carisma e con uno staff mediocre. Ma pur sempre una leadership provvisoria e rovesciabile o, come va di moda dire adesso, contendibile. Pure troppo. Il Pd muore di troppe contese. Non si dissolve per mancanza di dialogo, ma per babelica sovrapposizione di voci. 

Alla sua caotica scomparsa fa da contraltare, in queste ore di conclave quirinalizio, la compattezza granitica dei movimenti personali. Non un grillino, un leghista o un berlusconiano hanno finora votato contro gli ordini dei rispettivi capi. E’ questo che vogliamo, in nome della rapidità e della coerenza delle decisioni? Le voci diverse, che negli esecrati partiti della Prima Repubblica raggiungevano in qualche modo l’armonia di un coro, devono lasciare il podio agli assolo dei tenori con claque al seguito? Le colpe dei partiti sono enormi, ma nel momento in cui l’ultimo di essi si inabissa fra gli sberleffi collettivi, permettetemi di riadattare a futura memoria il celebre paradosso di Churchill. La democrazia dei partiti è il sistema peggiore che l’uomo abbia escogitato, esclusi tutti gli altri.
http://www.lastampa.it/2013/04/20/cultura/opinioni/buongiorno/partito-participio-passato-XKJ4vboQQ0hRvMvPJb4BrK/pagina.html

[feiez]

Nota a margine:

facile prendersela con gli Aldrovandi, gli Uva, i Sandri, i Cucchi, gente del popolino, ma perchè a questa m. patentata, con l'aggravante di essere un tifoso dei vermi intestinali 1927, non gli è stato tirato un cazzottone in faccia ?
Sai, la concitazione del momento lo avrebbe ampiamente giustificato 

Fine della nota a margine.

[AlenBoksic]

Chi ci sta nel PD deve tentare di fprzare su Rodotà.
Se non arriva a 505 si potrebbe ragionare col M5S sul nome di una signora che è nella loro rosa che ha esperienza politica e dinternazionale, e potrebbe pure prendere qualche voto tra LC e PDL.
Chi non ci sta venga cacciato a cacli dal partito tanto, visto porterebbe via il suo voto e basta: gli elettori son tutti per Rodotà

 I segnali erano chiari fin dalle primarie, dove lo sfascio si è rimandato perché Renzi aveva perso, altrimenti se ne sarebbero viste di peggiori.

L'esito delle elezioni (Monti e Ichino KO) e il fatto che ttti siano imbufaliti per la mancanza di sostegno a Rodotà mostra come Renzi fosse la medicina contraria da somministrare all'elettorato
(cosa peraltro che si era già capita all'epoca del NO al referendum sull'acqua)

[benvolio]

Mi accodo ad Alen per una precisazione a Frusta (che ringrazio per il distinguo): il PD muore di overdose del male minore, ossia muore della voglia di (far finta di) vincere, muore della incapacita' politica di capire che arrivare secondi e avere idee, programmi e progetti e' immensamente piu' importante che spuntare un ministero, muore in breve per essersi accodato a questa enorme falsita' del berlusconismo e del leaderismo di plastica. Muore infine per non aver capito che ora qui e subito la critica del liberismo e del darwinismo sociale e' urgente, necessaria e inevitabile. Quindi il partio azienda o il partito del demiurgo non sono che l'altra faccia della medaglia, ossia la cancrena della democrazia italiana cui occorre mettere riparo. E francamente ora chiunque venga eletto Presidente dovram spalmarsi quintali di cerone per apparire presentabile e rappresentativo.

[feiez]

La seconda (ai limiti dell’impossibile): il Pd insiste su Prodi, convincendolo a ritirare il ritiro; e chiede a M5S i 110 voti che gli mancano, promettendo in cambio di indicare subito Rodotà premier. L’alternativa è l’abbraccio mortale al Pdl su Cancellieri o Amato o D’Alema o Grasso o
ri-Marini o ri-Napolitano, che garantirebbe a B. il trionfo eterno. Chi, nel Pd, pensa che votare Rodotà sia la fine del Pd non vede che il Pd è già finito. Anzi, vien da domandarsi che diavolo avrebbe combinato al governo, visto che non governa neppure se stesso.
Fate la carità: arrendetevi. Almeno al buonsenso.

L'elezione del PDR secondo Travaglio. Messa così sembra facile.

Forse il Travaglio ancora non ha capito che dopo due tranvate come quelle prese da Marini e Prodi il pd, a mio avviso, non ha più diritto ad esprimere una sua candidatura. Poi presentarsi da Grillo col cappello in mano, Colla del Sistina style, certificherebbe la fagocitazione del pd stesso ad opera del M5S.
La solita spocchia di una certa sinistra, che ha a capo il gruppo editoriale l'Espresso e cha ha  fallito in ogni dove, distante anni luce dai bisogni della gente ma sempre pronta ad alchimie politiche, le più astruse.
Stesso discorso per civati, pare che il disastro non lo riguardi.

[feiez]

Nota a margine:

facile prendersela con gli Aldrovandi, gli Uva, i Sandri, i Cucchi, gente del popolino, ma perchè a questa m. patentata, con l'aggravante di essere un tifoso dei vermi intestinali 1927, non gli è stato tirato un cazzottone in faccia ?
Sai, la concitazione del momento lo avrebbe ampiamente giustificato 

Fine della nota a margine.

Parlavo di questo:
http://video.repubblica.it/dossier/quirinale-elezione-presidente-repubblica/montecitorio-tensione-fra-gramazio-e-un-poliziotto/125972?video=&ref=HRESS-4

[Boks XV]

Mi accodo ad Alen per una precisazione a Frusta (che ringrazio per il distinguo): il PD muore di overdose del male minore, ossia muore della voglia di (far finta di) vincere, muore della incapacita' politica di capire che arrivare secondi e avere idee, programmi e progetti e' immensamente piu' importante che spuntare un ministero, muore in breve per essersi accodato a questa enorme falsita' del berlusconismo e del leaderismo di plastica. Muore infine per non aver capito che ora qui e subito la critica del liberismo e del darwinismo sociale e' urgente, necessaria e inevitabile. Quindi il partio azienda o il partito del demiurgo non sono che l'altra faccia della medaglia, ossia la cancrena della democrazia italiana cui occorre mettere riparo. E francamente ora chiunque venga eletto Presidente dovram spalmarsi quintali di cerone per apparire presentabile e rappresentativo.

no amico mio.
il PD muore -te lo dice uno che per motivi di lavoro osserva il fenomeno dall'interno- perchè è nato malato.
il PD nasce ed esiste solo e unicamente per conquistare e gestire Potere.
credimi -sempre osservando dall'interno- la DC magnava, il PSi lo faceva addirittura con le mani.
questi arrivano a sporcasse fino ai gomiti.
il PDL, al netto dei cazzi del satrapo, è composto nella maggior parte dei casi di mezze tacche che, una volta che so' invitati al banchetto, iniziano a mettese le salsicce al collo e gli spaghetti in tasca.
i Fiorito insomma.
il PD no, lì si vola alto. quando mettono le mani su un'istituzione, un'azienda, non si limitano a rubare nella cassa come gli altri. no, loro si spandono come un gas, come un blob e se pigliano tutto. succhiano fino all'ultima goccia, fino all'ultimo posto da usciere, fino all'ultimo scatto di livello, fino all'ultimo posto in un CDA.
che cazzo c'entra un povero elettore di sinistra in buona fede, che crede a cose come solidarietà, condivisione, equità, giustizia sociale bla bla bla, con questo cancro della politica italiana?

ah, aggiungo per la precisione: la spina dorsale di questa macchina arraffatutto è la componente ex PCI-DS naturalmente.
quella più strutturata, più radicata. quelli che se comprano le banche, insomma.

[benvolio]

@ Boks
Appunto espliciti quello che ho espresso in metafora. Perche', diciamola tutta senno' non ci capiamo, a fronte delle scalate bancarie del PD  e della gestione di MPS, dall'altra parte non c'e' solo Fiorito con la salsiccia al collo a c'e' pure Verdini, c'e' pure la new town dell'Aquila, c'e' pure il G8 ecc...
Perfettamente d'accordo sul fatto che gli ex colonnelli di Berlinguer si sentono accreditati per diritto naturale divino a gestire banche come casse rurali pro domo loro, ma il mercimonio della cosa pubblica consta di tutta una vasta gamma di affarsimo spicciolo e non. Il PD muore di questo e cioe' di aver aderito allo scempio culturale e sociale ed ecoonomico, aderito e partecipato ma certo non monopolizzao. Questo per verita' storica.
Certo e' il caso di chiedersi cosa abbia a che fare tutto cio' con la sinistra ma non e' che esiste un male minore. E' questo che dimostra lo scatafascio del PD.