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Lazio.
Inzaghi lo ha chiesto
urbi et orbi, prima di indulgere in un sorriso fraterno nei confronti del vittorioso
Filippo. Si incontrano da anni: dagli Allievi alla Primavera, una volta ricordo eravamo in un albergo di Milano (noi per la Coppa Italia contro l'Inter, con la Primavera). Ricordo che parlarono a lungo di calcio, e Filippo mi impressionò: studiava in maniera maniacale il settore giovanile, ragazzo per ragazzo. Simone non aveva bisogno di impressionarmi: chiunque ci lavora farebbe qualsiasi cosa per lui. Che ora siamo in Serie A tutti e due è giusto, bello, e un premio meritato anche per i genitori, essenziali, solidi e partecipi e
forse veri artefici del successo dei figli. LE CERTEZZE DELLA LAZIO - Ma al di là di questa parentesi di famiglia, Inzaghi ieri ha dimostrato di saper ripartire dal gioco, dalle idee,
da verticalizzazioni veloci e costruzione dal basso moderna. Sembrava la tesi di Pirlo, di certo il nostro l'avrà ricopiato da quel distillato di originale sapienza (non viceversa, non sia mai che disturbiamo la narrazione del Maestro in barba e cravatta). Contro un Cagliari molto simile alla Samp sempre del DiFra - non fortunata come coincidenza - serviva una prestazione seria, e serietà si è vista. Servivano certezze e risposte, le solite, da Immobile e soci.
E hanno risposto: loro ci sono, la società?MERCATO FINO AD ORA SUBITO IN CAMPO - Ma questo nostro allenatore, Simone Inzaghi ha messo subito dentro i nuovi acquisti, frutti avari di un raccolto per ora scarno. B
ene Escalante, saggio e intelligente (un po' luciferino, fisicamente e di ferocia), bene Akpa Akpro, super mobile e dinamico (pregevole per tunnel e kilometri). Ora però tocca alla società: credo che Inzaghi davvero non sappia più come dirlo. E mi rivolgo agli Immortali di Lotito, la sua guardia eterna: qui nessuno mette in dubbio che l'ambiente debba andare dalla stessa parte, remare insiem
e, o che il valore negli 11 di questi ragazzi sia assoluto. E lo dico anche ai tifosi con cui parlo spesso anche sui social: questo è sacrosanto.
LE INCERTEZZE DELLA LAZIO - Ieri la Lazio doveva mettere nuova intensità, e ha inserito i due nuovi acquisti. Ma se avesse dovuto recuperare, al netto di Caicedo le prospettive offensive sarebbero state poche.
Altro che i 5 cambi di Conte contro la Fiorentina: Inzaghi non li ha, quei 5 da mettere per innalzare il tasso offensivo. Serve un Sanchez, un colpo grosso, qualcuno che ci dia un sacrosanto entuasiasmo.
IL MESSAGGIO DI INZAGHI A LOTITO - Ma lasciatemi dire:
le parole di Inzaghi sono pietre. Sono chiare, hanno due soli destinatari:
Tare e Lotito. A loro dobbiamo chiedere un altro sforzo, una tensione positiva, un ulteriore assalto. Questa squadra ne ha bisogno, questi ragazzi vanno aiutati.
Se non volete dargli i 5 cambi di Conte (con Fares e Muriqi si allargano le chance), però almeno dategli un Sanchez, un Ribery. Perché in campo dobbiamo sempre frustarli negli 11 e poi fare la fine della Fiorentina appena iniziamo a fare cambi? Noi non siamo la Fiorentina: siamo in Champions meritiamo di meglio.
AIUTATE LA LAZIO - Facciamolo per le incursioni a velocità folle di Lazzari e per Marusic che si prende la copertina in un ruolo non suo, per la suola di Milinkovic e i lanci paesaggistici di Luis Alberto. Facciamolo per Acerbi e la crescita di Patric, per Immobile che ogni volta che sembra fuori fase poi segna.
Aiutate questa squadra. E aiutate Inzaghi: è stato un signore, il mancato rinnovo sarebbe colpa dei troppi impegni di Lotito. Aiutate Inzaghi, ora. Questo messaggio è un ultimatum, o un penutimatum a Lotito:
guardali, come giocano. Perché non li aiuti? Poco importa - Inzaghi non fa questo - che sul piatto ci sia il rinnovo: contano loro, i ragazzi.
IL RINNOVO SI FARA' SE - E per il rinnovo, magicamente, una slot sul calendario vedrete che si troverà. Aiutate la Lazio, dobbiamo chiederlo tutti. E poi, dopo il 5 ottobre, qualunque sia il raccolto,
ci godremo le nostre certezze, questo gruppo di amici, questa splendida banda di tecnica e abbracci e siamo noi, lo capite? È il nostro, sono le nostre partite, le nostre vite da Champions, frenetiche ogni 3 giorni con quel chiodo fisso, quell'appuntamento indimenticabile, quel calcio e quel gol che sa tornare sempre appassionante come la prima volta.
Aiutiamoci, chiediamo sempre di più, il massimo. E poi godiamoci questa Lazio. Non sia mai, che alla fine di questo mercato storico e unico del nostro ritorno in Champions, dobbiamo dirci l'un l'altro e al mister, alla De Gregori:
l'avevi creduto davvero, o l'avevi sperato soltanto?