Autore Topic: Hall of fame  (Letto 3391 volte)

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ThomasDoll

Hall of fame
« : Martedì 26 Marzo 2013, 23:41:29 »
Giorgio Chinaglia (1947/2012)



Il guerriero biancoceleste. Quello che mette i romanisti all'angolo. Alza il dito verso la curva, li sfida, li cogliona. Alla Lazio resta per sette campionati che lasciano il segno. Uno scudetto, una coppa delle Alpi, una promozione, due titoli di capocannoniere. La nazionale e lo sgarbo a Valcareggi. Poi attraversa il grande mare per insegnare il soccer agli americani. Con Pelé e Beckenbauer, tanto per dire del livello. Ogni ritorno, una macchia: da presidente o peggio. Ma quando manca ci si sente perduti.

ThomasDoll

Re:Hall of fame
« Risposta #1 : Martedì 26 Marzo 2013, 23:49:46 »
Tommaso Maestrelli (1922/1976)



L’allenatore del primo scudetto. Costruisce la sua squadra con pochi scarti delle grandi e la rende invincibile. Promozione il primo anno, scudetto sfumato all’ultima giornata il secondo, scudetto vinto il terzo, e per la Lazio è la prima volta. Poi il quarto posto ma la malattia lo ha già preso. La salvezza a Como l’ultimo regalo, poi il triste cammino verso un’ingiusta fine prematura. Che lascia attoniti tutti, ma soprattutto l’uomo che più di ogni altro gli era legato, Giorgio Chinaglia, che senza di lui non sarebbe mai diventato sé stesso. Impossibile dimenticarlo.

ThomasDoll

Re:Hall of fame
« Risposta #2 : Mercoledì 27 Marzo 2013, 00:04:04 »
Roberto Lovati (1927/2011)



Bastano cinquantasette anni di Lazio a descriverlo? Portiere di  valore, che arriva fino in nazionale e vince con la Lazio la prima Coppa Italia nel 1958. Poi resta in società, ricoprendo qualunque incarico: allenatore dei portieri, delle giovanili, vice allenatore, tecnico della prima squadra più volte, da subentrante o da incaricato. La Lazio cucita sul cuore, l’eleganza che gli deriva dal fisico (alto e slanciato, da vero portiere) e si esprime attraverso i modi affabili. Con lui alla guida la Lazio conquista la Coppa delle Alpi (1971).

Offline Aquilatina

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Re:Hall of fame
« Risposta #3 : Mercoledì 27 Marzo 2013, 00:19:33 »
Come direbbe titty "non parlateme in latino, che non ce capisco niente" ma, che significa "Hall of fame?"
Io tifo due squadre: la Lazio e chi gioca contro la riomma

ThomasDoll

Re:Hall of fame
« Risposta #4 : Mercoledì 27 Marzo 2013, 00:22:42 »
Silvio Piola (1913/1996)



L’attaccante più prolifico della storia del campionato italiano. Campione del mondo nel 1938, ha giocato per nove anni nella Lazio, dal 1934 al 1943, segnando gol a grappoli e vincendo due volte la classifica dei cannonieri. Vanta anche il record di gol segnati in una singola partita: sei, in coabitazione con Sivori che li segnò, però, all’Inter “primavera”. Una carriera penalizzata dalla guerra, che gli ha impedito di realizzare il record di reti segnate in nazionale. Il primo giocatore di classe mondiale della Lazio.

ThomasDoll

Re:Hall of fame
« Risposta #5 : Mercoledì 27 Marzo 2013, 00:23:58 »
da wikipedia:
Citazione
L'espressione inglese Hall of Fame, che significa letteralmente "sala della fama" (in italiano talvolta Arca di gloria; lo stesso senso è alla base di famedio), viene usata per indicare un insieme di soggetti che si sono particolarmente distinti in uno specifico campo di attività, per esempio in uno sport o in un genere musicale.

In alcuni casi si tratta di un museo, o altro luogo, che celebra le personalità inserite nella Hall of Fame, con una raccolta di cimeli o altre forme di tributo. In altri casi, la Hall of Fame è intesa in senso figurativo, e consiste semplicemente in una lista di nominativi.

La prima Hall of Fame fu la Hall of Fame for Great Americans (la Hall of Fame dei grandi americani), creata dall'Università di New York nel 1900. In Italia, la prima società di calcio a presentare la propria Hall of Fame è stata la Fiorentina il 6 ottobre 2012,[1][2] anticipando di un solo giorno la Roma.[3]

Concetto analogo alla Hall of Fame è la Walk of Fame (la "camminata della fama"), un marciapiede o altro percorso pedonale su cui sono presenti targhe celebrative. La più nota è la Hollywood Walk of Fame con le stelle delle celebrità del cinema, della radio, della televisione, del teatro e della musica.

Concetto opposto, è invece la Hall of Shame (la "sala della vergogna"), riservata a coloro che si sono distinti in modo particolarmente negativo.

E' la seconda volta che provo a fare una "Hall of fame" biancoceleste. La prima fu un tentativo di far eleggere i "meritevoli" dal forum (era Lazionet) e di scriverne poi un profilo per consegnarli alla gloria. Il primo eletto fu Maestrelli, il secondo Lovati, poi la cosa si fermò. La riprendo ora scrivendo un piccolo testo per ogni figura che per me merita un posto d'onore nella storia della Lazio. Ognuno contribuisca come vuole.

Offline Aquilatina

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Re:Hall of fame
« Risposta #6 : Mercoledì 27 Marzo 2013, 00:30:28 »
Grazie per la spiegazione e per l'apertura di questo fantastico topic.
Io tifo due squadre: la Lazio e chi gioca contro la riomma

ThomasDoll

Re:Hall of fame
« Risposta #7 : Mercoledì 27 Marzo 2013, 00:40:09 »
Lucidio Sentimenti (IV) - 1920



Detto “Cochi”. Per molti il più grande portiere che abbia mai militato nella Lazio. Arrivò dalla Juventus a 29 anni, nel 1949. Due anni prima il più grande onore: difese la porta della nazionale da unico giocatore non appartenente al Grande Torino, giocando al posto di Bacigalupo. Restò alla Lazio per cinque stagioni, in cui regalò grandi emozioni e guidò la squadra verso le zone nobili della classifica. Fatto raro, Sentimenti IV era anche un ottimo rigorista e con la Lazio realizzò tre reti calciando dal dischetto.

ThomasDoll

Re:Hall of fame
« Risposta #8 : Mercoledì 27 Marzo 2013, 00:56:29 »
Luigi Bigiarelli (1875/1908)



L’uomo che immaginò la Lazio e le diede vita. Podista di grandi qualità, era sopravvissuto alla battaglia di Adua. Ho sempre pensato che abbia scelto i colori della Lazio per ricordare la divisa dei bersaglieri di quella battaglia, ma la versione ufficiale è più accreditata e assai più affascinante. La bandiera della Grecia, culla delle Olimpiadi appena rinate. Un secolo di fermenti che finiva per lasciare spazio alla modernità definitiva. Noi c’eravamo, grazie a lui. Migrò subito dopo in Belgio, dove morì tragicamente.

ThomasDoll

Re:Hall of fame
« Risposta #9 : Mercoledì 27 Marzo 2013, 01:07:50 »
Roberto Mancini (1964)



L’uomo del destino. Quello che con il suo tocco magico cambia la storia della Lazio di Cragnotti, che profonde investimenti per arrivare in cima al mondo. L’arrivo di Roberto e del clan degli ex doriani segna una svolta senza ritorno: conquisterà 7 trofei da calciatore, poi comincerà la sua fortunata carriera di allenatore e ne aggiungerà un ottavo. Giocatore di classe mondiale, che ha incontrato poca fortuna in nazionale, come altri laziali. Un addio con qualche incomprensione. Ma era amatissimo. Normale.

ThomasDoll

Re:Hall of fame
« Risposta #10 : Mercoledì 27 Marzo 2013, 01:19:29 »
Sergio Cragnotti (1940)



Nato il 9 gennaio, come la Lazio. La prese dalle mani risanatrici di Calleri e la lanciò nel calcio di vertice: gli investimenti miliardari, la quotazione in borsa, il centro sportivo, il secondo scudetto, le coppe internazionali, i campioni. Un innovatore in un mondo restio al cambiamento, che ha attraversato il calcio come una cometa luminosa, prima di mollare per il default del suo gruppo imprenditoriale. La Lazio ha però mantenuto una sua dimensione internazionale, anche grazie a quanto fatto durante la sua gestione dorata.

ThomasDoll

Re:Hall of fame
« Risposta #11 : Mercoledì 27 Marzo 2013, 01:30:56 »
Giuseppe Signori (1968)



Grande protagonista nell’era di Cragnotti, è stato alla Lazio per sei stagioni, vincendo tre volte la classifica dei cannonieri. Formidabile tiratore di punizioni, contropiedista implacabile, veloce, agile ma anche potente, Signori arrivò sull’onda zemaniana, dando il meglio proprio negli anni laziali. Nazionale con Sacchi, mancò l’occasione mondiale negli Stati Uniti, dove il CT preferiva utilizzarlo come centrocampista esterno. Ha lasciato la Lazio per un punto d’orgoglio, proprio quando stava per cominciare a vincere. Ma segnava sempre lui.

ThomasDoll

Re:Hall of fame
« Risposta #12 : Mercoledì 27 Marzo 2013, 01:51:34 »
Alessandro Nesta (1976)



Il giocatore-simbolo. Cresciuto nel vivaio, esordisce a 18 anni con Zoff, guadagnandosi subito spazio e considerazione. Un grave infortunio lo ferma nei mondiali parigini, costringendolo a un lungo stop che costa, forse, uno scudetto alla Lazio. Capitano da subito, guida la squadra alla conquista di sette trofei. Lascia la Lazio in circostanze amare, per approdare al Milan. Cragnotti dirà di essere stato costretto a cederlo. Indimenticabile il suo sguardo nel giorno della presentazione in rossonero. Da allora l’attesa di un ritorno che non c’è stato.

Offline Rupert

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Re:Hall of fame
« Risposta #13 : Mercoledì 27 Marzo 2013, 08:41:29 »


Claudio Lotito (1957)

L'uomo che ci ha permesso di essere ANCORA la SS Lazio 1900

p.s. NON SONO IRONICO!
"...e gente giusta che rifiuti di esser preda
di facili entusiasmi e ideologie alla moda!"

LOTITO VATTENE!

Errare è umano, perseverare è da Lotito!

ThomasDoll

Re:Hall of fame
« Risposta #14 : Mercoledì 27 Marzo 2013, 09:12:56 »
Felice Pulici (1945)



Portiere molto forte, di grande affidabilità. Arrivò dal Novara e difese la porta biancoceleste per cinque anni indimenticabili, conquistando lo scudetto e vantando numeri da record: solo 16 gol subiti nella stagione 1972/73. Memorabili alcune sue giornate: dal Milan-Lazio 0-0 del 1973/74, che gli valse un 10+ nelle pagelle del Messaggero, al derby d’andata 1976/77, vinto per 1-0, in cui giocò una partita straordinaria, sapendo morente il suo allenatore. Nella scia di Lovati per limpidezza, attaccamento e varietà di ruoli interpretati.

ThomasDoll

Re:Hall of fame
« Risposta #15 : Mercoledì 27 Marzo 2013, 09:28:03 »
Diego Pablo Simeone (1970)



Detto “El Cholo”. Inserito nella trattativa-monstre per il passaggio di Vieri all’Inter, arrivò senza suscitare particolari entusiasmi, ma diventò ben presto un idolo, per il coraggio e la grande sostanza di calciatore e sportivo vero. Ebbe un ruolo centrale nella rimonta-scudetto del 2000, segnando molti gol (su tutti quello che valse la vittoria nel decisivo confronto diretto contro la Juve a Torino) e spronando la squadra a una sensazionale rimonta. Alla Lazio fino al 2002. Ha lasciato un segno. Ora è un grande allenatore in Spagna. Un giorno tornerà.




ThomasDoll

Re:Hall of fame
« Risposta #16 : Mercoledì 27 Marzo 2013, 09:52:09 »
Vincenzo D’Amico (1954)



Talento sconfinato. Viene proiettato in prima squadra da Maestrelli nell’anno del primo scudetto ed è, pur giovanissimo, tra i protagonisti di quella grande impresa. Genio e sregolatezza, rimane un calciatore fondamentale per i destini della Lazio per tutta la carriera. In biancoceleste fino al 1986, a parte una parentesi al Torino nel 1980/81 che gli vale la convocazione in nazionale. Qualche infortunio e una certa pigrizia ne limitano la carriera di atipico. Divide con Beccalossi l’ostracismo di Bearzot, che gli preferisce Bruno Conti.

ThomasDoll

Re:Hall of fame
« Risposta #17 : Mercoledì 27 Marzo 2013, 10:29:09 »
Una chiosa su Beppe Signori: tre gol su punizione in una gara io non li avevo mai visti.


Offline Er Matador

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Re:Hall of fame
« Risposta #18 : Giovedì 28 Marzo 2013, 02:06:29 »
Una chiosa su Beppe Signori: tre gol su punizione in una gara io non li avevo mai visti.
Li avremmo rivisti grazie a Mihajlović contro la Sampdoria: bersaglio d'occasione fu il povero Ferron, che in un'altra occasione e sempre con la maglia blucerchiata incassò da Bokšić un gol - pallonetto di sinistro, non il suo piede, da fermo e da distanza superiore ai 25 metri - fra i più belli cui mi sia capitato di assistere.
Opinione condivisa dallo stesso portiere, che applaudì quell'inverosimile traiettoria mentre il pallone stava entrando in rete senza lasciargli possibilità di intervento.

Per la Hall of Fame: Pavel Nedvěd (1972)


prima incompreso nel 4-3-3 zemaniano, dove lui stesso ammise di aver commesso parecchi errori nei movimenti richiesti dal suo connazionale; poi liberato da Zoff ritagliandogli un ruolo su misura, che ne sancì - con l'eccezione di una fase involutiva all'inizio del 1998/'99 - il definitivo decollo.
Ambidestro di rara efficacia - solo Andreas Brehme lo ha uguagliato in questo negli ultimi decenni - nelle conclusioni dalla distanza, devastante negli inserimenti, presente e decisivo nei momenti che contano, capace di coniugare le doti del fuoriclasse e quelle del gregario sorrette da una professionalità persino maniacale.
Così forte e serio da rendersi determinante anche in tarda età, in un ruolo tatticamente più limitato e condizionato da problemi fisici ormai cronici.
Il tutto, purtroppo, con un'altra maglia: raggiunta in seguito a una squallida vicenda che rimane fra i peggiori traumi nella storia biancoceleste.
Ma quello che ha fatto nella Capitale rimane in eterno.
Il più completo di sempre dopo Alfredo Di Stefano e pochi altri.
Il più forte di sempre alla Lazio dopo... nessun altro.

Offline BobLovati

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Re:Hall of fame
« Risposta #19 : Giovedì 28 Marzo 2013, 11:52:03 »
Una chiosa su Beppe Signori: tre gol su punizione in una gara io non li avevo mai visti.

la Scarnati già masticava fiele, poverina    ;D
Laziale, Ducatista e fiumarolo

Siamo noi fortunati ad essere della Lazio, non la Lazio ad avere noi

“LA MOGLIE DI CESARE DEVE NON SOLO ESSERE ONESTA, MA ANCHE SEMBRARE ONESTA.”