www.lalaziosiamonoi.itRiecco Klose. Nel momento più caldo della stagione. Come l’anno scorso un infortunio l’ha tenuto fermo a lungo. A differenza dello scorso anno, però, Miro rientra nella fase clou. Catania, Fenerbahce, derby e Juventus. Sei partite decisive, tre settimane di fuoco, ma a guidare la Lazio ci sarà di nuovo il suo bomber, il campione in grado di cambiarne i destini. Non è un caso che senza Klose il rendimento biancoceleste sia crollato, non è un caso che senza i gol del tedesco, Petkovic non sia più riuscito a mantenere il rendimento monstre del girone d’andata. 10 gol in 20 presenze di campionato: i numeri –seppur freddi- non mentono mai. Klose è l’anima della Lazio, è la punta di diamante senza la quale non si brilla. Klose sta forzando, si è presentato a Formello anche ieri –domenica- per correre e riprendere la forma. Vuole la convocazione contro il Catania, ha ancora cinque giorni per mettere benzina nelle gambe. Catania, Fenerbahce e derby. La partita del destino, quella che ha consacrato Klose a idolo indiscusso del popolo biancoceleste, quella che lo esalta più di ogni altra. Due gol e un rigore (con espulsione di Stekelenburg) procurato in tre derby giocati. Tutti vinti. E’ un campione e un amuleto –riporta l’edizione odierna del Corriere dello Sport-, non vuole spezzare l’incantesimo. L’8 aprile è più vicino di quanto s’immagini, ormai è alle porte e Miro scalpita. Difficile –se non impossibile- che parta titolare contro il Catania, si accomoderà in panchina e forse tornerà ad assaggiare il clima partita nel finale. A distanza di pochi giorni ecco l’impegno contro il Fenerbahce: Petkovic potrebbe continuare a dar fiducia a Kozak, bomber europeo, almeno dall’inizio. Poi, finalmente, il derby. L’8 aprile Klose tornerà in campo da titolare. Era questa la tabella di marcia stilata dopo l’infortunio, sarà rispettata. Riecco Klose. Nel momento più caldo della stagione, con il terzo posto non ancora sfumato ed le due coppe da giocare al massimo. Sorride Petkovic, è quasi una liberazione. Senza Miro è stata un’altra la Lazio. Ora il Panzer è tornato.
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