Autore Topic: Lazio, Carica Petko: «Non siamo in crisi, la squadra è viva»  (Letto 702 volte)

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Giglic

Lazio, Carica Petko: «Non siamo in crisi, la squadra è viva»
« : Mercoledì 13 Marzo 2013, 15:17:39 »
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Domani lo Stoccarda, poi il Torino: «È il momento di stringere i denti»




ROMA Petkovic si trasforma, attacca e dà la scossa. Per la prima volta il tecnico della Lazio abbandona il suo aplomb e, sia pure solo metaforicamente, alza la voce nell’intervista rilasciata a Lazio Style. Ammette che la situazione non è semplice, mette subito le cose in chiaro, ma respinge al mittente polemiche e critiche di ogni genere. «Qualcuno dice che abbiamo mollato? Ma non scherziamo, neanche per idea. Siamo in finale di coppa Italia, vogliamo andare avanti il più possibile in Europa League e in campionato; non solo vogliamo arrivare sopra la Roma, ma sopra a tante altre squadre. Le possibilità sono ancora intatte. L’unica cosa è non guardarsi troppo intorno perché la negatività tira più della positività e poi c’è qualcuno che vuole creare casini», la premessa dell’allenatore.
PAROLE FERME
 Il tono di Petkovic è quello di sempre. Pacato, ma le parole sono ferme. Pronunciare da un uomo stanco di sentire che le cose non vanno bene: «In giro ci sono troppe polemiche, invece di una visione positiva. Siamo in lotta su tutti e tre i fronti e la società sta facendo bene nonostante i mezzi ridotti rispetto ad altre». Petko, poi, analizza l’attuale momento, respingendo di nuovo l’idea di una Lazio in crisi: «Fino adesso, sinceramente, non ho visto una squadra in difficoltà. Forse c’è qualche carenza nei risultati in campionato, questo sì, ma ho sempre visto una formazione volenterosa, un gruppo di ragazzi che quando scendono in campo sono propositivi. Credo possano fare bene anche in futuro anzi ne sono certo».
C’è un ruolino di marcia nelle coppe che è strepitoso: su quindici partite giocate, nove vittorie e sei pareggi, con ventotto gol fatti e nove incassati. Un andamento decisamente opposto a quello del campionato, soprattutto quello tenuto nelle ultime nove partite, on appena due vittorie, cinque sconfitte e due pareggi. L’allenatore tenta di dare una spiegazione: «In Europa il gioco è diverso, l’impostazione tattica delle avversarie è differente. In Italia è più difficile ottenere continuità, non è un caso che ci siano cinque-sei squadre in così pochi punti. Noi stiamo giocando tanto, stiamo portando avanti l’Europa League e siamo in finale di Coppa Italia, ma è arrivato il momento di stringere i denti e andare avanti. Il calo con la Fiorentina? Con loro abbiamo fatto fatica nei primi minuti dei due tempi e questo dipende dalla testa. La Lazio deve aiutarsi, i giocatori non devono mai mollare e provare sempre a fare risultato. Sempre».
LE PORTE CHIUSE
 Il rammarico più grande è quello di dover andare avanti in Europa senza avere l’appoggio del pubblico. Domani, ma soprattutto nell’eventuale sfida dei quarti di finale: «È un gran peccato. Per noi, ma soprattutto per i tifosi che non possono assistere a una partita importante. Per me, poi, è la prima volta che succede, vediamo come sarà. Proprio perché non avremo i tifosi al nostro fianco, in campo dovremo essere ancora più pronti e reattivi».
 La Lazio domani sera sarà di scena all’Olimpico, contro i tedeschi dello Stoccarda nella gara di ritorno dell’ottavo di finale d’Europa League; domenica, invece, la squadra andrà a Torino per giocare un match che è stato spostato alle 20,45. Sono due partite delicate e forse anche decisive: «Dobbiamo vincere a tutti i costi già con lo Stoccarda, una gara che nasconde delle insidie. Non voglio vedere una squadra che difende il risultato, ma che aggredisce l’avversario. Per questo metterò in campo la miglior formazione possibile. Poi c’è il Torino, e sappiamo quanto sia importante avere tempo per recuperare. Non è un caso che la maggior parte delle sconfitte sia arrivata dopo le coppe». Sul suo futuro, Petkovic si dimostra ottimista: «A me fa molto piacere essere qui e sono felice di far parte di questo progetto. Le cose ora non vanno bene, ma dobbiamo riparttire alla svelta».


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