www.gazzetta.itMilano, 02 marzo 2013
Lo spareggio Champions finisce 3-0 per i rossoneri a S. Siro: decisiva l'espulsione di Candreva al 16'. La squadra di Allegri sorpassa in classifica e ora è terza
MISSIONE COMPIUTA: il Milan batte la Lazio e la sorpassa in classifica. Un 3-0 che al fixing di oggi significa terzo posto Champions. Una vittoria che non fa una piega viste le occasione capitate ai rossoneri, ma quanto pesa sul conto l’espulsione di Candreva dopo soli 16 minuti di gara, per un fallo che interrompe una chiara occasione da rete su El Shaarawy. Mettiamola così: la Lazio regge all’assalto, poi buca una gomma, riesce a mantenere il controllo, ma alla fine subisce il sorpasso. Incidente di percorso che innesca le reti di Boateng e Pazzini, autore di una doppietta che vale quota 12 nella classifica dei cannonieri. Ma al di là della superiorità numerica, va dato atto ad Allegri di avere costruito una inarrestabile macchina perfetta che si presta a più soluzioni e una fruttuosa rivalità, soprattutto in attacco.
LINEA DI CONFINE — Senza pezzi da novanta come Balotelli, Constant, Mauri e Klose, Milan e Lazio si mettono subito alla prova: 24 sono i secondi che i biancocelesti impiegano a conquistare il primo angolo; 2’ e 52” ci mette il Milan per sfiorare il vantaggio prima con El Shaarawy (palla ribattuta da Marchetti che chiude sul primo palo) e poi con Pazzini, con salvataggio sulla linea di porta di Biava, dopo un intervento osé di Marchetti sul Faraone. Non si fa attendere la risposta dei romani, che al 5’ vanno al tiro con Floccari che conclude centralmente. All’11’ Pazzini difende caparbiamente la palla e poi la crossa in area, dove El Shaarawy di testa alza troppo la mira, confermando che il gesto tecnico è il limite dei rossoneri. Insomma, spettacolo a tutto campo. Al 15’ l’evento-linea di confine: Candreva stende El Shaarawy sulla linea dell'area di rigore. Proteste infinite. Il Milan chiede il rigore, ma il fischietto bolognese indica la punizione al limite, spedendo però il laziale negli spogliatoi anche se Dias pareva in recupero in scivolata. Calcio piazzato di Montolivo che, per la cronaca, si perde a lato.
DI TAP-IN IN TAP-IN — Pur penalizzata, la Lazio non si tira indietro. Indicazioni precise quelle di Petkovic: corsa e pressing. Col rischio però di sbilanciarsi troppo e spalancare scenari al Milan. Al 26’ infatti la parabola carica di effetto di De Sciglio - straordinario sulla fascia -, mancata da Pazzini e Boateng, sfiora il palo alla sinistra di Marchetti. Il difensore si ripete al 38’ servendo di barba e capelli Pazzini, la cui bella girata sorvola di poco la traversa. Ma il centravanti non può fallire al 40’ quando con un tap-in infila la palla generata dal contrasto tra El Shaarawy e Pereirinha dopo una corta respinta di Marchetti. Il numero 1 della Lazio al 44’ compie un miracolo scacciando dalla porta la palla deviata di testa dall’impagabile Pazzini, ma sui piedi di Boateng che, altro tap-in, ribadisce in rete per il 2-0.
E’ PROPRIO PAZZO — La ripresa ha volti nuovi: Zaccardo che rileva Zapata (problemi muscolari) e Cana che prende il posto di Pereirinha. Non c’è la tensione dei primi 45 minuti, e al Milan fa comodo tenere basso il ritmo, scatenando di tanto in tanto il contropiede. C’è la morbida punizione all’11’ di Hernanes che Abbiati addomestica sul fondo. E al 14’ c’è il 3-0 di Pazzini, scagliato alla sinistra di Marchetti dalla distanza, approfittando di un disimpegno scellerato di Radu. Al Pazzo viene concessa la standing ovation al 22’ quando lascia a Niang, altro formidabile cavallo dell’attacco rossonero. Dal canto suo El Shaarawy prova in tutti i modi a firmare il poker, ma il suo diagonale al 25’ accarezza solo il palo. Allegri lo tiene in campo, rinunciando a Boateng che lascia a Robinho; attestato di stima nei confronti del profeta rossonero, molto più incisivo di quello laziale, Hernanes, mai visto all’opera. Un esempio? La palla perfetta regalata a Niang al 41’, col francesino che colpisce la parte alta della traversa. Ma il 3-0 basta e avanza. Utile e rotondo per proiettare il Milan verso nuovi orizzonti, sulla scia del Napoli. Ma non ditelo ad Allegri.
Gaetano De Stefano