Autore Topic: E intanto in Grecia...  (Letto 29350 volte)

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Offline Frusta

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Re:E intanto in Grecia...
« Risposta #40 : Martedì 30 Giugno 2015, 09:03:45 »
Il dramma è paradossle: stanno spremendo le ultime gocce di sangue dalla grecia perché paghi GLI INTERESSI di un debito che non potrà MAI PAGARE. Stiamo nel campo dello strozzinaggio più becero: la morte diventa l'unica via di scampo per uscire dalle grinfie del cravattaro
Stessa fine faranno più o meno lentamente i PIGS.
Negli ultimi quattro anni le misure di austerità imposte dall'Europa per "risanare" l'economia greca ne hanno ridotto il pil del 27%.
La soluzione ideale sarebbe in realtà un'altra: un'azione congiunta fra Grecia, Italia, Spagna e Portogallo - magari con la Francia, ammesso che non si riveli un Cavallo di Troia - per un assai più consistente Medexit.
Prima ci liberiamo da questa aberrazione e meglio è.
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Offline Er Matador

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Re:E intanto in Grecia...
« Risposta #41 : Martedì 30 Giugno 2015, 11:58:25 »
http://www.ansa.it/sito/notizie/topnews/2015/06/30/greciacremlinoda-noi-non-soluzione_a93f4445-3622-48f3-9715-d71c2fff06e3.html

Grecia:Cremlino,da noi non soluzione
Peskov: è una questione tra Atene e i suoi creditori

Redazione ANSA MOSCA 30 giugno 2015 11:20

 (ANSA) - MOSCA, 30 GIU - Trovare una soluzione alla crisi del debito greco non è una questione per la Russia ma per Atene e i suoi creditori: lo ha detto Dmitri Peskov, portavoce di Putin, in una conference call. ''Questo e' un problema della Grecia. E' una questione di relazioni della Grecia con i suoi creditori'', non e' una questione per noi'', ha dichiarato.

Offline Frusta

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Re:E intanto in Grecia...
« Risposta #42 : Martedì 30 Giugno 2015, 12:39:51 »
(ANSA) - MOSCA, 30 GIU - Trovare una soluzione alla crisi del debito greco non è una questione per la Russia ma per Atene e i suoi creditori: lo ha detto Dmitri Peskov, portavoce di Putin, in una conference call. ''Questo e' un problema della Grecia. E' una questione di relazioni della Grecia con i suoi creditori'', non e' una questione per noi'', ha dichiarato.
;D Grandi! Un debito che la Grecia non potrà MAI pagare, e di cui in caso di default non pagherà nemmeno gli interessi.   
E intanto firmano con la Grecia l'accordo (a spese zero) sul gasdotto che aggira l’Ucraina.
Mai sfidare a scacchi un russo. :D
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Re:E intanto in Grecia...
« Risposta #43 : Giovedì 2 Luglio 2015, 14:41:41 »
A considerare la situazione in cui versa l' UE c'è da pretendere un processo di Norimberga per i criminali che hanno voluto che fosse in questo modo.
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Offline Il frigorifero

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Re:E intanto in Grecia...
« Risposta #44 : Sabato 4 Luglio 2015, 09:25:29 »


Un pensionato piange davanti alla sua banca a Salonicco



SOLDI FINITI. UN MILIARDO IN CASSA FINO A LUNEDI'
Un’ulteriore batosta sull’economia del Paese, che nello stesso giorno entra ufficialmente in default con il Fondo Salva stati europeo, atto dovuto dopo il mancato pagamento della rata da parte della Grecia. Il board dell’istituto ha però fatto sapere che non richiederà ad Atene «il pagamento immediato dei prestiti concessi». La mancanza di liquidità e la paura ormai condizionano pesantemente anche l’industria più florida del Paese, quella turistica: nelle isole delle Cicladi si registrano problemi di scorte. Mancano carne e medicine, perché si è interrotto il controllo imposto ai capitali dal governo ha interrotto ill flusso di liquidità verso i fornitori.
Ieri è caduto anche l’ultimo ostacolo al referendum: il Consiglio di Stato Greco ha infatti bocciato i due ricorsi contro la consultazione popolare. Il vulnus di incostituzionalità, era l’ultimo scoglio da superare perché il quesito referendario, fortemente voluto dal premier ellenico Alexis Tsipras ed organizzato in pochi giorni, avesse effettivamente luogo. Adesso il destino del Paese è ufficialmente appeso al voto.
La vittoria del no è un elemento chiave nella strategia di Tsipras. Il «no», spiega, permette una «soluzione sostenibile» per la Grecia. Se dovesse vincere il «sì», lascia intendere, l’esecutivo si dimetterebbe. A partire dal Premier stesso, che aveva già in più occasioni detto di non «essere uomo per tutte le stagioni». Nemmeno il ministro delle finanze greco, Yanis Varoufakis resterebbe in sella. «Rassegnerò le dimissioni se dovesse vincere il sì», dichiara apertamente.
Il voto, chiarisce dunque Tsipras dalla tv greca, non «decide la permanenza o meno della Grecia nell’euro. La vittoria del no significherà avere più forza al tavolo dei negoziati».
Che continuano, anche se in maniera non ufficiale ed obliqua, anche prima del referendum. Soprattutto da parte del premier greco, che avanza una nuova proposta all’Europa: un taglio unilaterale del 30% del debito ed un periodo di grazia di vent’anni. L’unico modo, spiega, per permettere al Paese di riprendersi. Sulla questione dell’insostenibilità del debito ellenico è tornato anche l’FMI che, in un rapporto, spiega che se non verrà ristrutturato, il Paese non riuscirà mai ad onorarlo. «Non firmeremo alcun accordo senza la ristrutturazione del debito», torna a ripetere Varoufakis.
Juncker è tornato ad ammonire i cittadini: «Se i greci voteranno "no" al referendum di domenica, la posizione della Grecia sarà drammaticamente indebolita», risponde a distanza a Tsipras e Varoufakis. «Anche nel caso» in cui il risultato del referendum greco «sarà sì, il negoziato sarà difficile, sottolinea Juncker». Fanno pressione anche gli industriali greci. Che avvertono che il Paese rischia di rivivere l’incubo vissuto dall’Argentina dieci anni fa.
Ad Atene, intanto, la tensione si fa esplosiva. Il fronte del «sì» ha manifestato allo stadio Panathinaiko, mentre quello del «no» è sceso nella centralissima Piazza Syntagma. Nel tardo pomeriggio, un gruppo di 300 persone in passamontagna ha tentato di rompere un cordone di poliziotti per raggiungere il corteo a favore del «no», ed è stato disperso con i lacrimogeni. Entrambe le manifestazioni vedono la partecipazione di migliaia di persone.
"E' NORMALE BATTERE LA ROMA...."  - Senad Lulic  26 - 5 -2013

Offline Er Matador

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Re:E intanto in Grecia...
« Risposta #45 : Sabato 4 Luglio 2015, 10:06:31 »

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Re:E intanto in Grecia...
« Risposta #46 : Sabato 4 Luglio 2015, 10:44:24 »
Intanto si tira la volata al "Sì", non solo in Grecia.

http://www.minimaetmoralia.it/wp/perche-la-stampa-italiana-racconta-la-grecia-in-modo-apocalittico/

Aria di colpo di stato.
Il governo legittimamente eletto sta per essere sostituito da un governo nominato dalla troika.

Tirare la volata al "Sì" significa volersi scrollare di dosso il democraticamente eletto Tsipras e consegnare la Grecia nelle mani di un qualche ascaro alla Monti, provvisto di tutta la dotazione di coltelleria da macellaio che sappiamo.
Nel frattempo un' altra prova di pistola puntata alla tempia la stanno dando le multinazionali farmaceutiche: hanno già fatto sapere che in caso di vittoria del no non garantiranno la presenza dei loro prodotti negli scaffali delle farmacie.

Per quel che mi riguarda non posso far altro che dire:
 FORZA GRECIA E FORZA NO.
Lazio, ti amo con tutta la feniletilamina, l’ossitocina, la dopamina e la serotonina che mi circolano nel cervello, che rendono il mio pensiero poco logico e che mi procurano strane sensazioni in tutta l’anatomia e battiti sconclusionati nell’organo principale del mio apparato circolatorio.

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Re:E intanto in Grecia...
« Risposta #47 : Sabato 4 Luglio 2015, 10:45:27 »
Ad Atene, intanto, la tensione si fa esplosiva. Il fronte del «sì» ha manifestato allo stadio Panathinaiko, mentre quello del «no» è sceso nella centralissima Piazza Syntagma
Scusate se mi autocito

A proposito di Ucraina, una piccola ma significativa spigolatura che mi era sfuggita in un primo momento.
Il luogo simbolo delle proteste a pagamento contro il deposto e legittimo Presidente Janukovyč si chiama in ucraino Majdán Nezaléžnosti: Piazza dell'Indipendenza, nome verosimilmente attribuito dopo quell'ultimo bimestre del 1991.
Peccato che sia la seconda parola a significare "Indipendenza": quindi le pensose corrispondenze degli scribacchini occidentali hanno imposto all'immaginario collettivo piazza Maidan, vale a dire... "piazza piazza".
Cosa che chiunque può verificare non consultando qualche ponderoso tomo di filologia slava, ma semplicemente con l'assai più accessibile Google Translate.
Credo sia indicativo del livello di cialtroneria e infima professonalità di quella che viene spacciata per informazione libera.

ma il livello dei nostri addetti all'informazione non è migliorato.
Come sa chiunque si prenda la briga di verificarlo, la piazza più nota di Atene viene spesso indicata col nome di Sìndagma, forma abbreviata di Πλατεία Συντάγματος.
Peccato che, persino nel trascrivere una nozione così elementare, i corifei della stampa libera commettano due errori dettati da evidente sciatteria.
Nella pronuncia, che non è quella dell'italiano "sintagma", ma con l'accento sulla prima e la sonorizzazione della "tau".
Nell'aggiunta, chiarificatrice per il loro pubblico, dell'indicazione "piazza": assente, in quanto ovvia, nell'originale.
Come nel caso di Maidan, basterebbe attenersi a una tra le due forme corrette.
O si utilizza la dicitura Sìndagma, ma citandola correttamente.
O si traduce "Piazza della Costituzione", rinunciando a esotismi toponomastici da villaggio vacanze.
Pignolerie, si dirà: peccato siano indicative in merito al livello medio e all'attendibilità delle corrispondenze nel loro insieme.
Come anticipato da Frusta, sembra che si profili all'orizzonte un'altra e più inquietante analogia con Maidan: l'ipotesi di un colpo di Stato, a maggior ragione se i Greci non dovessero votare "bene" nell'ottica di UE, Usa e FMI.
Si oscilla anche geograficamente fra l'opzione italiana, con un rimpasto forzato che allineerebbe il governo Tsipras a quelli precedenti, e quella ucraina con una connotazione militare molto più diretta.
Kissinger è vivo e lotta. Insieme a loro, ovviamente.

Per quel che mi riguarda non posso far altro che dire:
 FORZA GRECIA E FORZA NO.

Offline Il frigorifero

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Re:E intanto in Grecia...
« Risposta #48 : Sabato 4 Luglio 2015, 11:02:35 »
Intanto si tira la volata al "Sì", non solo in Grecia.

http://www.minimaetmoralia.it/wp/perche-la-stampa-italiana-racconta-la-grecia-in-modo-apocalittico/


Secondo me la volata e le minacce denotano una certa paura e non solo di perdere i soldi.
E se la Grecia, una volta fuori dall'euro, dopo un pò ricominciasse a crescere?
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Offline Er Matador

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Re:E intanto in Grecia...
« Risposta #49 : Sabato 4 Luglio 2015, 11:16:13 »

Secondo me la volata e le minacce denotano una certa paura e non solo di perdere i soldi.
E se la Grecia, una volta fuori dall'euro, dopo un pò ricominciasse a crescere?
Ma infatti la posta in palio è esattamente questa.
La Grecia sta al mostro europeista come la Cecenia alla Russia: territorio marginale da ogni punto di vista, ma che sottratto al controllo centrale innescherebbe un incontrollabile effetto domino.
Con una differenza: l'esplosione della Federazione Russa avrebbe generato un caos geopolitico dalle proporzioni catastrofiche, anche rispetto al collasso dell'URSS.
La fine dell'Unione Sovietica Europea riporterebbe invece verso l'ordine destabilizzato da manovre criminali, restituendo almeno la speranza di sfuggire a un destino di morte.

Offline Frusta

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Re:E intanto in Grecia...
« Risposta #50 : Sabato 4 Luglio 2015, 13:33:24 »

Dal blog https://postpank.wordpress.com/ del nostro amico TD

"...Quando si insediò il governo greco Varoufakis al primo incontro con i commissari europei disse che i greci sono come i canarini che i minatori portavano in gabbietta nelle viscere della terra: i canarini morivano all’istante inalando grisou, il gas letale delle gallerie. Dopo, inevitabilmente i minatori sapevano di essere in procinto di fare la stessa fine.

Ecco il derby, accedendo alla metafora del nostro sagace premier, è fra i canarini ed i padroni della miniera, anzi del vapore, che però, come spesso accade in economia, sono anche arbitri auto-nominati – ma questo è un dettaglio.

E i popoli europei sappiano che morto un canarino, se ne trova sempre un altro… Le miniere sono riaperte… anzi non hanno mai chiuso.

Certo l’Italia è fuori dalla linea di fuoco… "
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CP 4.0

Re:E intanto in Grecia...
« Risposta #51 : Sabato 4 Luglio 2015, 16:06:12 »
l'uscita della Greacia potrebbe essere per l'Europa quello che fu la Polonia di Solindarnosc per l'Unione Sovietica e l'inizio di una perestroika di qua degli Urali.

visto come e' andata a finire li, e la storia e' sempre maestra, c'e' il rischio che la Germania rimanga la nazione forte ed il resto il 'satellite fantoccio' di qualcuno. Germania, US, Cina o Russia.

considerato pero' che non ci sono granche' risorse energetiche o minerarie, e anche come consumatori stiamo alquanto retrocedendo, avranno poco da porre sul tavolo di qualsiesi trattativa, al contrario ad esempio di un Azerbaijian.

Offline chemist

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Re:E intanto in Grecia...
« Risposta #52 : Sabato 4 Luglio 2015, 18:37:37 »
Onestamente tutta questa criminalizzazione dell'Europa unita però non la capisco.
È vero certamente che l'Unione soffre di una burocrazia eccessiva, è vero che la moneta unica non è nata perfetta e soffre di ingenuità che i creatori non avevano previsto. Ma ricordiamoci sempre che il nostro continente è sempre stato afflitto da guerre intestine continue fin dall'antichità arrivando fino all'orrenda devastazione della seconda guerra mondiale.
Ricordiamoci sempre che un continente unito al netto delle giuste autonomie culturali rispettose delle varie nazionalità sarà sempre garanzia di pace. Aver passato 70 anni senza guerre e di sviluppo economico collettivo in Europa occidentale è probabilmente un record che si deve all'unione.
Dobbiamo far si che questa unione sia più giusta, funzioni e sia meno dipendente dagli stati uniti, ma questa deve essere la strada per il futuro.

Offline Er Matador

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Re:E intanto in Grecia...
« Risposta #53 : Sabato 4 Luglio 2015, 19:43:22 »
è vero che la moneta unica non è nata perfetta e soffre di ingenuità che i creatori non avevano previsto. Ma ricordiamoci sempre che il nostro continente è sempre stato afflitto da guerre intestine continue fin dall'antichità arrivando fino all'orrenda devastazione della seconda guerra mondiale.
Ricordiamoci sempre che un continente unito al netto delle giuste autonomie culturali rispettose delle varie nazionalità sarà sempre garanzia di pace. Aver passato 70 anni senza guerre e di sviluppo economico collettivo in Europa occidentale è probabilmente un record che si deve all'unione.
In breve:

1) ho letto recentemente di una conversazione, risalente ai primi anni '90, fra Giorgio La Malfa e Tommaso Padoa-Schioppa.
Il primo: "Guarda che l'Euro così non può funzionare".
Il secondo: "E cosa credi, che non lo sappiamo?".
Altro che ingenuità, era tutto pianificato con precise finalità: la distruzione degli Stati nazionali e un furto senza precedenti di ricchezza privata.
Con l'Italia destinata già allora a pagare il prezzo più alto in questa trappola

2) Purtroppo una guerra è in corso. Tant'è che l'impatto della crisi sul tessuto socio-economico viene paragonato, e in ambito scientifico, a quello provocato da un conflitto

Se ha avuto un senso, l'Europa lo ha avuto nel periodo 1945-1989: dopo si è ridotta, come tutto ciò che rimaneva di quel mondo sul versante atlantico, a strumento degli Usa, della finanza che ruota attorno ad essi, del loro delirio di onnipotenza ormai senza limiti.
Ma anche prima le avvisaglie non erano mancate, come nella faccenda delle quote latte a metà anni '80: quando il governo italiano, su indicazione di Bruxelles, pagò migliaia di allevatori per abbattere i capi bovini e cessare l'attività.
Perché una decisione del genere, fra il criminale e il folle?
Semplice: ciascun Paese membro dell'allora CEE risultava autosufficiente sotto questo profilo.
Si sarebbe potuto evitare un commercio inutile, valorizzando filiera corta, controllo della qualità, riduzione dell'impatto ambientale dovuto ai trasporti: quella sì sarebbe stata un'Europa capace di guardare più in là delle realtà nazionali e non solo.
Invece si impose agli Stati di rinunciare alla suddetta autosufficienza, in modo che scambi a quel punto forzati continuassero a ingrassare gli intermediari del caso e ad alimentare un'interdipendenza coatta, artificiale, malata.
Lì si capì in via definitiva cosa fosse l'Europa: una mafia di parassiti, nutriti col sangue dei popoli europei.

Offline Frusta

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Re:E intanto in Grecia...
« Risposta #54 : Sabato 4 Luglio 2015, 23:28:22 »
Aver passato 70 anni senza guerre e di sviluppo economico collettivo in Europa occidentale è probabilmente un record che si deve all'unione.
Chem,  più leggo questo tuo intervento e meno ne trovo il senso.
A parte il fatto che stiamo assistendo esattamente al contrario, (vedi l'economia greca ridotta ad una situazione da dopoguerra e vedi la nostra tornata a livelli pre-boom senza però la speranza di averne un altro) vuoi dire che senza l' UE ora ci sarebbero dei carrarmati europei in giro per le strade europee o dei cacciabombardieri europei a sganciare bombe su città europee?
P.s.
Piuttosto ora, se fossi un greco*, vorrei chiedere a chi fino al 2010 andava ripetendo agli euroscettici che se la Grecia non fosse entrata nell’ Euro sarebbe sicuramente andata in default e che, proprio per esservi entrata, avrebbe avuto nell'euro un efficacissimo “paracadute” in caso di crack, che fine ha fatto il loro dio adesso.

*Ovviamente, da italiano, per l' Italia, la domanda è la stessa.
Lazio, ti amo con tutta la feniletilamina, l’ossitocina, la dopamina e la serotonina che mi circolano nel cervello, che rendono il mio pensiero poco logico e che mi procurano strane sensazioni in tutta l’anatomia e battiti sconclusionati nell’organo principale del mio apparato circolatorio.

Pomata

Re:E intanto in Grecia...
« Risposta #55 : Domenica 5 Luglio 2015, 09:38:49 »
L'unione è servita solo a loro x muovere capitali senza controlli, noi non possiamo partire con 10.001 euro in saccoccia...

Sul lavoro? Baggianate, lavora nei paesi europei chi ha un completo bagaglio di cultura e di dominio della lingua altrimenti stai a fare il lavapiatti a 600 euro (stipendio Spagnolo...) a volte anche meno perchè c'è chi si offre in nero...

Sui vantaggi della moneta unica? L'uno gennaio del 2002 il prezzo della vita è aumentato di botto un 66%...al popolo hanno detto: Ma vuoi mettere la comodità di viaggiare da un paese all'altro senza dover andare in banca a cambiare i soldi?

FORZA GRECIA E FORZA NO!

Dimenticavo: Le guerre le organizzano sempre i politici, non la gente...

CP 4.0

Re:E intanto in Grecia...
« Risposta #56 : Domenica 5 Luglio 2015, 12:31:00 »
sempre facile dire cosa si e' fatto di sbagliato, impossibile essere sicuri che l'alternativa piu' alla moda possa essere stata la migliore.

l'Europa Unita e' stato un processo lungo e complicato, nata probabilmente sulla base concettuale di una frase credo di Eisenhower, 'se telefoni gli Stati Uniti Washington risponde, se chiami l'Europa chi risponde?' che negli anni 50 fece partire questo progetto.

negli anni ovviamente molte idee ed interessi si sono accavallate, basti pensare alla grande alleanza Franco-Tedesca che veniva definita la spina dorsale dell'unione negli anno ottanta ed il comportamente della Germania stessa durante la costruzione del caso per la seconda guerra in Iraq, quando la Francia fu il grande oppositore all'attacco, ovviamente per motivi meramente economici, meno di 20 anni dopo.

ma anche all'atteggiamento USA ed il cambiamento nella politica estera dall'amministrazione Clinton, che ha sempre supportato la creazione dell'Unione, anche qui i motivi non erano certo 'idealistici', a quella Bush, quando la politica estera USA divento' di gran lunga piu' aggressiva nei confronti soprattutto dell'Unione stessa, l'attacco in Iraq fu un modo per prevenire che il petrolio iraqeno arrivasse direttamente in Europa, ma anche le famosi 'tariffe d'importazione' che colpirono soprattutto proprio l'esport europeo in US.

In questo caso l'Europa non fu immobile  a guardare ma mise in atto anch'essa una serie di 'attacchi' soprattuto nella forma delle famose multe imposte da SuperMario Monti.

Nello stesso periodo, la Russia si stava riprendendo dalla caduta di Berlino e il post Yeltsin, mentre la Cina prendeva sempre piu' un ruolo di prevalenza nell'economia US, attraverso uan serie di 'prestiti', e nel mondo, con l'inizio di contratti con paesi in via di sviluppo soprattutto in Africa.

tutto cio' ha portato, in linea di massima, alla situazione geo-politica attuale con gli US, la Russia e la Cina le tre superpotenze post guerra fredda e l'Europa incapace di mantenere il ruolo avuto nei secoli che seguirono la scoperta dell'america e la colonizzazione mondiale che l'aveva posta al centro del mondo.

qualora la comunita' europea non fosse mai stata, difficilmente avrebbe influito sulle dinamiche che hanno portato a questo 'virtuale' triunvirato, ed i giacimenti del mare del nord si sarebbero comunque lentamente esauriti come e' accaduto finora.

ma e' in questo contesto che andrebbe valutata l'alternativa delle varie Italie, Spagne, Grecie ecc.ecc. e del loro destino qualora si sarebbe appunto optato per l'arternativa che si presume sarebbe stata meglio per ognuno di questi paesi e molti altri.

PS: e non dimentichiamo il comportamento proprio di questi paesi durante il caso per la guerra in Iraq e a chi diedero supporto incondizionato.

Offline AlenBoksic

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Re:E intanto in Grecia...
« Risposta #57 : Domenica 5 Luglio 2015, 15:02:34 »
Finisca come finisca temo proprio che a rimetterci saranno i greci.
Non ho ben capito la mossa di indire il referendum su un accordo che non c'è.
Se la mossa di Tsipras serviva a ridare voce al popolo poteva ben farlo nei mesi precedenti invece di scegliere un momento che affossa del tutto il turismo,
settore che vale quasi il 20% del PIL greco.

Voglio 11 Scaloni

ThomasDoll

Re:E intanto in Grecia...
« Risposta #58 : Domenica 5 Luglio 2015, 15:30:30 »
la situazione in Grecia non può peggiorare: più che impedirti di prelevare i tuoi soldi in banca e non pagarti lo stipendio che altro possono fare? Le conseguenze di un no sono già qui, il sì potrebbe prolungarle ancora, fino alla prossima crisi. Fossi un greco sceglierei di uscire.

Offline Ceres

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