Autore Topic: Giorno del ricordo  (Letto 24160 volte)

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Re:Giorno del ricordo
« Risposta #60 : Martedì 10 Febbraio 2015, 13:33:20 »
La storia è assai più complessa degli schemi in cui la vorrebbero inquadrare le rivendicazioni di parte.

Per come la vedo io, nessuno tra quelli che si guarderebbe bene dal torcere un capello al prossimo dovrebbe essere coinvolto in vicende in cui altri hanno preteso di decidere chi fosse meritevole di vita e di morte.

Offline AlenBoksic

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Re:Giorno del ricordo
« Risposta #61 : Martedì 10 Febbraio 2015, 13:39:04 »
Sembrerebbe facile,
ma purtroppo non è.

"Il giorno dedicato al ricordo delle vittime delle foibe e dell’esodo giuliano-dalmata, è una data che va rispettata, con dignità ed evitando politicizzazioni. Il 10 febbraio vanno ricordate tutte quelle persone che hanno vissuto una grande ingiustizia e che sono state vittime di una tragedia provocata dalla guerra”.
Così il deputato della CNI e presidente dell’Unione Italiana, Furio Radin.
 Nella sua dichiarazione rilasciata all’agenzia Hina, Radin ha confermato così che anche quest’anno la Comunità Nazionale Italiana sarà rappresentata alle cerimonie organizzate in occasione del Giorno del Ricordo.


Voglio 11 Scaloni

Offline Davide

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Re:Giorno del ricordo
« Risposta #62 : Martedì 10 Febbraio 2015, 13:48:29 »
Sono stato anni fa a visitare delle foibe....mi sono scese le lacrime....

roma merda


Offline MCM

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Re:Giorno del ricordo
« Risposta #63 : Martedì 10 Febbraio 2015, 14:21:36 »
Trovo divertente che si facciano distinguo sulle foibe, mentre per altri morti se fai dei distinguo sei un negazionista.
Detto questo, ovviamente vanno condannate le barbarie di chiunque.
Mi si permetta di dire tuttavia che si può dire tutto sulla storiografia tranne che non abbia ampiamente discettato sulle "barbarie nazifasciste"(cit.).
Lasciateci quindi ricordare le vittime delle foibe.

Offline BobLovati

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Re:Giorno del ricordo
« Risposta #64 : Martedì 10 Febbraio 2015, 16:02:45 »
Assolutamente. Mi inchino di fronte a Norma Cossetto, vittima della barbarie titina.
Mi inchino anche di fronte a costoro che, vittime della barbarie fascista, fecero sì che vi fossero le foibe:
Bilancio delle vittime slovene in 29 mesi di terrore fascista, nei 4.550 Km quadrati di questo territorio:
Ostaggi civili fucilati .............................….. n. 1.500
Fucilati sul posto........................................ n. 2.500
Deceduti per sevizie................................... n. 84
Torturati e arsi vivi………………………. n. 103
Uomini, donne e bambini morti nei campi
di concentramento…………………………. n. 7000

Totale ……………………………………… n. 13087

I criminali di guerra che ordinarono ed eseguirono questa carneficina non furono neppure differiti ad un tribunale del nostro paese. Non un solo processo.

preso atto di quanto sopra, spero non significhi che, dopotutto, le foibe ci sono state per colpa dei gerarchi fascisti; anche perché la storia passa sempre fattura alla fine.
Vedi disgregazione della ex-Jugoslavia 
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Offline franz_kappa

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Re:Giorno del ricordo
« Risposta #65 : Martedì 10 Febbraio 2015, 16:15:51 »
Ciccio Franco era un demente ma sei OT
Nel leggere questo vecchio post, pur OT, mi sento di intervenire. Scusandomi per la breve deriva OT che contribuirò ad alimentare.
Da appassionato di cinema 'di genere' trovo francamente ingenerosa, superficiale e financo offensiva (per tacere di quello che voglio considerare un refuso: "demente" al posto di "dementi". Certo... anche il verbo essere andrebbe meglio coniugato: non "era" ma "erano". Diciamo che Rupert era un po' distratto, quando ha scritto) una così netta stroncatura di due artisti (sissignori!, si trattava di artisti) come Ciccio e Franco.

Va bene, non stiamo certo parlando di capolavori della cinematografia, ma i film di Ingrassia e Franchi hanno allietato generazioni di nostri connazionali.
E fatemi evocare, con una punta di malinconia data dall'età che avanza, anche alcune loro mirabili esperienze televisive, con quello show "Drim" che un piccolo Franz ammirava dallo schermo tondeggiante del tv a colori a casa dei nonni, segnato dall'orecchiabile sigla 'E mi pareva strano'.  ^-^

Insomma... Non aveva davvero senso denigrare Ingrassia e Franchi, tanto più che in un topic sul Giorno del ricordo mi domando - e questo vale anche per Giglic, che sprezzante definisce le loro farse "italiote". Era comicità "italiana", per Dio! - cosa diamine c'entrasse evocare Ciccio e Franco.
Forse il fatto che il buon Rupert dimori nell'antico Bruttium può meglio spiegare la genesi del suo post, nel senso di una qualche faida regionale tra Calabria e Sicilia (i due comici erano sicilianissimi, entrambi di natali palermitani) che noi ignoriamo. Ma resta sempre da capire l'attinenza di una tale affermazione con l'oggetto del topic.
Boh...  ???
Buon viaggio, caro Piero.

Offline Frusta

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Re:Giorno del ricordo
« Risposta #66 : Martedì 10 Febbraio 2015, 17:26:26 »
Nel leggere questo vecchio post, pur OT, mi sento di intervenire. Scusandomi per la breve deriva OT che contribuirò ad alimentare.
Da appassionato di cinema 'di genere' trovo francamente ingenerosa, superficiale e financo offensiva (per tacere di quello che voglio considerare un refuso: "demente" al posto di "dementi". Certo... anche il verbo essere andrebbe meglio coniugato: non "era" ma "erano". Diciamo che Rupert era un po' distratto, quando ha scritto) una così netta stroncatura di due artisti (sissignori!, si trattava di artisti) come Ciccio e Franco.

Va bene, non stiamo certo parlando di capolavori della cinematografia, ma i film di Ingrassia e Franchi hanno allietato generazioni di nostri connazionali.
E fatemi evocare, con una punta di malinconia data dall'età che avanza, anche alcune loro mirabili esperienze televisive, con quello show "Drim" che un piccolo Franz ammirava dallo schermo tondeggiante del tv a colori a casa dei nonni, segnato dall'orecchiabile sigla 'E mi pareva strano'.  ^-^

Insomma... Non aveva davvero senso denigrare Ingrassia e Franchi, tanto più che in un topic sul Giorno del ricordo mi domando - e questo vale anche per Giglic, che sprezzante definisce le loro farse "italiote". Era comicità "italiana", per Dio! - cosa diamine c'entrasse evocare Ciccio e Franco.
Forse il fatto che il buon Rupert dimori nell'antico Bruttium può meglio spiegare la genesi del suo post, nel senso di una qualche faida regionale tra Calabria e Sicilia (i due comici erano sicilianissimi, entrambi di natali palermitani) che noi ignoriamo. Ma resta sempre da capire l'attinenza di una tale affermazione con l'oggetto del topic.
Boh...  ???

 ;D Vabbè stai a scherzà.
P.s.
Per i più giuiovini: Ciccio Franco era un dirigente reggino del MSI e Giglic si riferiva ai moti di Reggio del 1970.
Che col topic solo lui sa cosa c'entrassero.
Lazio, ti amo con tutta la feniletilamina, l’ossitocina, la dopamina e la serotonina che mi circolano nel cervello, che rendono il mio pensiero poco logico e che mi procurano strane sensazioni in tutta l’anatomia e battiti sconclusionati nell’organo principale del mio apparato circolatorio.

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Re:Giorno del ricordo
« Risposta #67 : Martedì 10 Febbraio 2015, 17:37:14 »
preso atto di quanto sopra, spero non significhi che, dopotutto, le foibe ci sono state per colpa dei gerarchi fascisti; anche perché la storia passa sempre fattura alla fine.
Vedi disgregazione della ex-Jugoslavia

sto rileggendo ora, 90 minuti dopo averlo scritto, questo mio intervento; vorrei chiarire che non era assolutamente un intervento atto ad escludere responsabilità dei gerarchi fascisti, assolutamente.

Solo che alle loro delinquenziali malefatte in quelle zone hanno risposto altri che, un po´ d´anni dopo hanno mostrato di non essere inferiori, in quanto a scelleratezze.

Credo fosse doveroso chiarire   ;)     
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Re:Giorno del ricordo
« Risposta #68 : Martedì 10 Febbraio 2015, 17:40:56 »
Mi si permetta di dire tuttavia che si può dire tutto sulla storiografia tranne che non abbia ampiamente discettato sulle "barbarie nazifasciste"(cit.).

In Italia certo che ne ha discettato, ma in forma del tutto parziale.
Perchè il problema è proprio quello, ossia che per tutti gli italiani, di dx come di sx, la guerra esiste solo nel biennio 1943 - 1945,
il triennio 1940 - 1943 non esiste, completamente rimosso
(per tacer del resto, tipo i gas sugli etiopi).
E quando si ritrovano gli "armadi della vergogna" non ci si chiede mai perché ci convenne che rimanessero chiusi.
Quindi è giusto e sacrosanto ricordar quanti nelle foibe perirono,
ma senza dimenticarci tutto il resto ossia che, come dice Radin,
"sono state vittime di una tragedia provocata dalla guerra".
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Offline Ceres

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Re:Giorno del ricordo
« Risposta #69 : Martedì 10 Febbraio 2015, 19:23:14 »
Oggi è il giorno del ricordo, in cui i fascisti strumentalizzano l'orrore delle foibe per coprire la pulizia etnica che facemmo in Jugoslavia.
Per la Lazio, Giordano!

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Re:Giorno del ricordo
« Risposta #70 : Martedì 10 Febbraio 2015, 19:55:38 »
Oggi è il giorno del ricordo, in cui i fascisti strumentalizzano l'orrore delle foibe per coprire la pulizia etnica che facemmo in Jugoslavia.
Quindi non bisogna parlarne?
Lazio, ti amo con tutta la feniletilamina, l’ossitocina, la dopamina e la serotonina che mi circolano nel cervello, che rendono il mio pensiero poco logico e che mi procurano strane sensazioni in tutta l’anatomia e battiti sconclusionati nell’organo principale del mio apparato circolatorio.

Offline Ceres

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Re:Giorno del ricordo
« Risposta #71 : Martedì 10 Febbraio 2015, 20:05:24 »
Non ho detto questo!

La mia era un'amara riflessione.
Per la Lazio, Giordano!

Offline AlenBoksic

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Re:Giorno del ricordo
« Risposta #72 : Mercoledì 11 Febbraio 2015, 08:29:39 »
Oggi è il giorno del ricordo, in cui i fascisti strumentalizzano l'orrore delle foibe per coprire la pulizia etnica che facemmo in Jugoslavia.

Vero.
Tale tradizione si coniugava poi alla perfezione con il mito "italiani brava gente", mentre la parte accademica conformista non vedeva l'ora di accreditarsi come nazionale dopo aver taciuto per anni.
Il 10 febbraio è il giorno in cui furono firmati i trattati con tutti gli alleati, dovrebbe essere un giorno di festa.
Il giorno del ricordo andrebbe spostato al 10 giugno, per ricordare l'incoscienza con cui l'Italia entrò in guerra e tutte le tragedie che ne sono seguite: lutti e bombardamenti, fame e distruzione, prigionia e deportazioni, occupazioni e guerra civile, regolamenti di conti e odi che son arrivati ai giorni nostri.
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Offline aquilafelyx

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Re:Giorno del ricordo
« Risposta #73 : Mercoledì 11 Febbraio 2015, 12:35:27 »
Se dobbiamo spostare la data del Giorno del Ricordo potremmo benissimo prendere il 4 novembre o il 24 maggio, oppure il 17 marzo, di date ce ne stanno tante e tutte significative, se si conoscesse con precisione la più adatta sarebbe quella dell'omicidio di Abele da parte di Caino, quale giornata migliore per condannare la sopraffazione la violenza e il sangue versato?
 
Il giorno del Ricordo è stato strumentalizzato dai "fascisti"? Può darsi, ma secondo me non perché volevano coprire i crimini commessi dagli "italiani" - il Regio Esercito nella quasi totalità dei casi - quanto piuttosto per denunciare l'oblio che era calato sui crimini dei comunisti di Tito appoggiati spesso da quelli di Togliatti, stesso oblio calato su scomode vicende immediatamente post belliche.
 
Il filo che lega la storia assume colori diversi e cambia dal punto di osservazione, il rispetto per le vittime ci dovrebbe essere sempre e non dovrebbe mai essere negato, cosa che invece è accaduta nel corso dei decenni alle migliaia di sventurati gettati, da morti o ancora vivi, nelle cavità naturali dell'Istria e della Dalmazia. 
M'illumino di Lulic

Bajo las águilas silenciosas, la inmensidad carece de significado.


Chi ha paura di perdere non merita di vincere

Offline MCM

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Re:Giorno del ricordo
« Risposta #74 : Mercoledì 11 Febbraio 2015, 12:43:33 »
Ceres ha copiato un twitter di un fenomeno poi ripreso da SEL.
Non è farina del suo sacco, lo perdoniamo.

Ricordo strumentalizzato...è divertente come nessuno abbia nulla da dire se una categoria politica (la falsa sinistra italiota serva del capitale, contro il popolo e contro i lavoratori, tutta canne e coop rosse) monopolizza e strumentalizza eventi trasversali come la Liberazione dal nazifascismo o la festa della Repubblica, mentre si indigna se una parte ricorda eccidi e stupri di gruppo.
Più che divertente direi che è vergognoso.
Il nuovo nazifasciamo in Italia è la violenza dell'intellighenzia sinistrata.
Da decenni.
Prima estirpiamo il cancro, meglio stiamo.

ThomasDoll

Re:Giorno del ricordo
« Risposta #75 : Mercoledì 11 Febbraio 2015, 12:47:09 »
"barbarie nazifasciste"(cit.).

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Offline Davide

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Re:Giorno del ricordo
« Risposta #76 : Mercoledì 11 Febbraio 2015, 13:27:58 »
Ragazzi,scusate,ma non si potrebbe lasciare libero questo spazio per eventuali messaggi di commemorazione e basta? chi ha voglia di polemiche e di discussioni su foibe,olocausto,gulag,delta del niger,campo di nueva vida,apra un topic apposito e ne discuta mettendoci dentro politica,rossi,neri,verdi,gialli e tutto quello che si vuole,ma un topic dove si commemora non e' bello sporcarlo con le solite frasi pro e contro,a seconda del credo politico,del colore o di che cazzo ne so io........strumentalizzare il dramma di civili inermi per dare sfogo alle proprie frustrazioni pseudopolitiche é tra le cose piú schifose che si possano fare(discorso generico non riferito a nessuno).....e non solo sulle foibe,ma su tutto......mi sono permesso di scrivere questo senza nessun secondo fine,non vi conosco neanche e sono iscritto da due minuti,ma mi ha dato fastidio tutto qua.Amici come prima......

Offline AlenBoksic

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Re:Giorno del ricordo
« Risposta #77 : Mercoledì 11 Febbraio 2015, 14:04:00 »
Una ricerca basata su fonti in diverse lingue e una buona dose di coraggio intellettuale". Pubblichiamo la recensione di Gorazd Bajc al libro di Federico Tenca Montini: "Fenomenologia di un martirologio mediatico.
Le foibe nella rappresentazione pubblica dagli anni Novanta ad oggi"
Negli ultimi anni si sente spesso parlare delle violenze subite dagli italiani lungo il confine italo-jugoslavo: per mano dei partigiani jugoslavi dopo l’8 settembre 1943 in Istria e per responsabilità delle autorità jugoslave dopo il primo maggio 1945 nella Venezia Giulia – “foibe” e ”esodo”.
Si dice che la gente in Italia non ne abbia saputo nulla e che solamente nell’ultimo periodo, dopo l’approvazione nel 2004 del cosiddetto Giorno del ricordo, vi sia stata finalmente a livello nazionale quella presa di coscienza necessaria e doverosa su questi temi; la grande congiura del silenzio sarebbe finalmente finita. Tale assunto risulta non del tutto esatto. Se a Trieste, Gorizia e lungo il confine, in particolare dalla parte italiana e molto meno da quella slovena (e/o croata), questi temi erano stati sempre molto presenti – e questo è indiscutibile –, dobbiamo rilevare che anche a livello nazionale non ci fosse poi quel totale oblio.

«Quello che avete davanti non è l’ennesimo libro sulla questione delle cosiddette “foibe”, ma un libro che ci voleva. Per il semplice motivo che è il primo testo che si occupa di analizzare approfonditamente, anche attraverso confronti e paragoni, quello che è stato l’aspetto principale dell’assunzione della questione delle “foibe” tra i temi fondanti di un nuovo mito nazionale italiano, di un nuovo senso comune storico degli italiani, in sostanza di una storia “nazionale” italiana: come tale questione è stata raccontata al grande pubblico e celebrata da “artisti”, media, istituzioni. L’autore lo fa con uno sguardo molto più aperto ed ampio di quello usuale tra gli autori degli ormai innumerevoli testi sull’argomento, che non riescono ad uscire da orizzonti limitatamente regionali e/o nazionali.»

Lo testimonia per esempio il copioso volume curato nel 2008 da Antonio Maria Orecchia per i tipi della Insubria University Press (La Stampa e la Memoria. Le foibe, l’esodo e il confine orientale nelle pagine dei giornali lombardi agli albori della Repubblica, Varese, 439pp.) che raccoglie una gran mole di articoli su “foibe”, “esodo” e questione triestina apparsi sulla stampa lombarda nell’immediato dopoguerra.
Nel volume possiamo trovare le trascrizioni di una selezione di numerosi articoli apparsi sulle pagine dei giornali della regione più importante dell’Italia settentrionale sul problema del confine tra l’Italia e la Jugoslavia, negli anni cruciali 1945-1954. Nei 266 articoli (39 nel 1945, di cui tre apparsi prima della Liberazione; 58 nel 1946; 58 nel 1947; 25 nel 1948; 11 nel 1949; 17 nel 1950; 10 nel 1951; 12 nel 1952; 12 nel 1953; 24 nel 1954) i temi delle “foibe” e dell’ ”esodo” sono molto frequenti, anzi prevalgono su altre  questioni. Altri giornali nazionali scrissero spesso delle “foibe” (per esempio La Stampa, dalla fine del gennaio 1944 in poi; facilmente verificabile grazie all’aiuto dell’archivio storico on-line del giornale). Né si può affermare che il tema si sia del tutto eclissato a seguito della restituzione di Trieste all’Italia, perché a livello nazionale si continuava a parlarne.
Per esempio alla fine del 1959 ci furono in merito due interrogazioni parlamentari da parte di esponenti del Movimento Sociale Italiano, e sul tema delle “foibe” scrissero poi alcuni giornali e settimanali nazionali (per esempio Il Borghese), nel 1983 il tema venne trattato in due numeri della rivista di divulgazione storica Storia illustrata, e negli anni successivi pure in trasmissioni dal grande impatto mediatico, come nel febbraio del 1987, quando la RAI dedicò all’argomento un lungo approfondimento radiofonico, e nel 1991, nella celebre puntata televisiva sulle “foibe” del format Mixer.

È vero invece che negli ultimi anni, a seguito della legge del 2004 che istituisce il “Giorno del ricordo”, si sia verificato un autentico memory boom, un’ondata di notorietà che però ha portato, assieme ad una grande attenzione mediatica ed istituzionale agli episodi di violenza al confine orientale dell’Italia, una escalation di errori e semplificazioni. Inoltre, a livello nazionale, si è incominciato a parlare molto di “foibe” ed “esodo” a costo di tralasciare altre questioni altrettanto spinose (e forse per qualcuno anche oggettivamente più importanti) per la storia del paese.
Non c’è insomma in Italia quasi altro tema della storia recente frequentato quanto quello delle “foibe”. Si ha l’impressione che alcuni storici o non-storici (da qualcuno chiamati pseudostorici), che non si sono mai occupati in maniera approfondita della storia molto complessa e intricata del confine orientale, si siano sentiti quasi in dovere di dire la propria sull’argomento, aggiungendo però spesso quelle semplificazioni o esagerazioni che solitamente non possono contribuire a far chiarezza, anzi. Infine, molti, o forse troppi, mass media hanno fatto quasi a gara tra loro nel presentare la questione al grande pubblico, senza contestualizzare quelli eventi tragici, presentando spesso immagini e/o filmati d’epoca senza una necessaria spiegazione.

Dopo dieci anni di “Giornate di ricordo” non è facile stabilire un vero e proprio bilancio, tranne, ovviamente, nella constatazione generale che si è fatta veramente molta confusione. Se da una parte abbiamo avuto il volume (di Jože Pirjevec e alcuni coautori, tra cui anche l’autore di questa recensione), pubblicato dalla Einaudi nel 2009 e tre anni dopo in forma ampliata in lingua slovena dalla Cankarjeva založba, dall’altra ci si può ora avvalere, in particolare per quello che riguarda come la storia intorno alle “foibe” venne presentata attraverso i media e gli spettacoli negli ultimi 25 anni, del libro Fenomenologia di un martirologio mediatico. L’autore, il giovane studioso Federico Tenca Montini, affronta questi temi con un’apertura singolare. L’opera ha il pregio di mostrare in maniera molto chiara le esagerazioni e le manipolazioni nel discorso pubblico sulle “foibe”, unendo alla chiarezza delle interpretazioni una forma agile e leggibile (anche se, in verità, il volume potrebbe essere molto più copioso).
Il libro comincia con un’analisi degli antecedenti storici delle “foibe”. Vi si riassumono (pp. 19–72) gli esiti più convincenti delle storiografie italiana, slovena e croata, riferimenti che spesso in Italia vengono trascurati per la scarsa dimestichezza linguistica. Da rilevare purtroppo in questa parte storico-introduttiva alcune imprecisioni non tali da intaccare l’interesse dell’opera.
Nella seconda parte (pp. 73–180) si passa alla politica della memoria. Quella “riscoperta” delle foibe negli anni ’90, identificata come l’esito della fine del socialismo in Jugoslavia, delle guerre jugoslave e della profonda crisi del sistema politico italiano, trova uno dei suoi presupposti nel progressivo addolcimento del giudizio sul fascismo (p. 83).
Si passa poi agli antecedenti della legge che istituisce il “Giorno del ricordo”, risalenti al 2001 con la presentazione di un primo Disegno di Legge (p. 90), alle interessanti circostanze dell’approvazione nel 2004 del provvedimento e infine si dedica ampio spazio all’accostamento, in larga parte voluto, tra foibe e Shoah, di cui si analizzano anche certi effetti di distorsione percettiva altrimenti raramente indagati in letteratura.
Con la descrizione della simbologia che inevitabilmente circonda l’immaginario collettivo delle “foibe” incomincia la parte più originale del libro. L’autore la analizza minuziosamente (p. 95), mette in risalto l’importanza di quel “locus horridus” della voragine nella sua abbondanza di elementi archetipici e topoi leggendari (p. 96), come pure la persistenza della cultura del martirio (p. 97). Vengono inoltre indagati i motivi reconditi di alcune scelte lessicali alla base della narrativa delle “foibe”, tra cui il termine “genocidio”– cioè l’uso indiscriminato della terminologia (p. 97).
L’ormai celebre fiction Il cuore nel pozzo è poi presentata in modo molto originale in comparazione con altri sceneggiati simili, il tedesco Die Flucht e il polacco Katyn. L’autore mette anche in risalto alcuni errori grossolani nella menzionata fiction (pp. 109, 118). Si dedica inoltre spazio allo spettacolo teatrale Magazzino 18 e al celebre discorso del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano del 2007, da cui emerge, nella reazione del Presidente croato Stjepan Mesić, la contraddizione tra la celebrazione di una visione nazionalista della storia e l’integrazione europea.
L’ultima parte è dedicata al travagliato iter di intitolazione di un riferimento toponomastico “alle vittime delle foibe” nella città di Udine, infine ci sono alcuni esempi di sfruttamento della figura femminile martirizzata nella propaganda nazionalista e di utilizzo di immagini artefatte come materiali d’epoca nei media.
La ricerca di tutte le pagine della storia, dolorose o meno, non è solo un fatto di civiltà. Per fare un’operazione degna, che non falsifichi il passato ferendo con ciò in primis coloro che subirono violenze, ci si deve avvalere tra l’altro dell’interpretazione delle fonti in diverse lingue – queste non mancano – e di una buona dose di coraggio intellettuale.
Si tratta indubbiamente di caratteristiche che l’autore del libro, Federico Tenca Montini, possiede.
Il libro è dunque un testo importante e ci dà l’opportunità di fare alcune riflessioni serie sui problemi di storia che hanno caratterizzato le memorie in un territorio mistilingue e multiculturale. Appare oggi evidente che ci sia bisogno di promuovere ricerche simili.


http://www.balcanicaucaso.org/aree/Italia/Le-foibe-nella-rappresentazione-pubblica-158888
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Re:Giorno del ricordo
« Risposta #78 : Mercoledì 11 Febbraio 2015, 14:16:10 »
apporre virgolette su Sant'Anna di Stazzema o sulle Fosse Ardeatine è da infami.

è una citazione di un termine introdotto da un utente sopra pirlone

Offline MCM

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Re:Giorno del ricordo
« Risposta #79 : Mercoledì 11 Febbraio 2015, 14:19:55 »
Ragazzi,scusate,ma non si potrebbe lasciare libero questo spazio per eventuali messaggi di commemorazione e basta? chi ha voglia di polemiche e di discussioni su foibe,olocausto,gulag,delta del niger,campo di nueva vida,apra un topic apposito e ne discuta mettendoci dentro politica,rossi,neri,verdi,gialli e tutto quello che si vuole,ma un topic dove si commemora non e' bello sporcarlo con le solite frasi pro e contro,a seconda del credo politico,del colore o di che cazzo ne so io........strumentalizzare il dramma di civili inermi per dare sfogo alle proprie frustrazioni pseudopolitiche é tra le cose piú schifose che si possano fare(discorso generico non riferito a nessuno).....e non solo sulle foibe,ma su tutto......mi sono permesso di scrivere questo senza nessun secondo fine,non vi conosco neanche e sono iscritto da due minuti,ma mi ha dato fastidio tutto qua.Amici come prima......

Non è possibile coi sinistrati quanto tu auspichi.
Solo a loro è permesso ricordare o mettere in pratica i propri diritti civili.
Vogliamo ricordare quando volevano impedire ai giovani del blocco studentesco di manifestare a roma contro la stessa riforma contro la quale manifestavano loro?
E' violenza vera, violenza pura. Non gliene frega niente dell'altro. E' solo propaganda per difendere un privilegio.

Io ho tirato su un topic per commemorare una martire seviziata e stuprata e poi uccisa.
E' colpa dei "fassisti" (cit.)