Autore Topic: Giorno del ricordo  (Letto 24773 volte)

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Offline Rupert

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Re:Giorno del ricordo
« Risposta #20 : Giovedì 14 Febbraio 2013, 08:32:21 »
Ti rispondo io, per quel che ne penso:
Non si fanno paragoni con altre tragedie, si fa notare che questa faccenda é stata negata fino a qualche anno fa, perché "scomoda". Tutto qua.

Ed aggiungo.
Scomoda perchè il monopolio della cultura in Italia è sempre stato in mano agli intelletualoidi di sinistra.
Ed essendo i portatori della giustizia ASSOLUTA non si poteva certo dire che loro avessero fatto del male.
Il male stava tutto da una parte.
L'altra....
"...e gente giusta che rifiuti di esser preda
di facili entusiasmi e ideologie alla moda!"

LOTITO VATTENE!

Errare è umano, perseverare è da Lotito!

Offline AlenBoksic

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Re:Giorno del ricordo
« Risposta #21 : Giovedì 14 Febbraio 2013, 09:08:22 »
« La Repubblica riconosce il 10 febbraio quale "Giorno del ricordo" al fine di conservare e rinnovare la memoria della tragedia degli italiani e di tutte le vittime delle foibe, dell'esodo dalle loro terre degli istriani, fiumani e dalmati nel secondo dopoguerra e della più complessa vicenda del confine orientale .

Allora per me non ci sono morti di serie A e B,
figuriamoci, anzi,
ma la parte evidenziata racchiude tutto il perchè dell'oblio del dopoguerra che va a braccetto con quello che è stato definito l'armadiodellavergogna. Detta in modo brutale: il chiudere un occhio sulle altrui responsabilità ha fatto si che l'Italia potesse evitare di consegnare uno solo dei suoi circa 1000 cittadini e militari accusati di crimini di guerra in ogni dove, dall'Etiopia alla Francia, dalla Yugoslavaia all'URSS passando per l'Albania e la Grecia.

Ancora oggi - a non ricordo quanti anni dall'istituzione della Giornata - si ricorda solo e soltanto le vittime italiane, senza contestualizzarle nella parte evidenziata, e così ci ritroviamo con una memoria zoppa dall'altra parte.
Boris Pahor è stato pubblicato in Italia solo da pochi anni perchè ricordava le tragiche vicende del confine orientale tra le due guerre, tra cognomi cambiati anche sulle lapidi, cacciate dai posti di lavoro e proibizione assoluta di parlare lo sloveno in ogni luogo.
Si omette di parlare che non solo la Yugoslavia venne invasa dalle truppe tedesche per soccorrere l'esercito italiano in Grecia,
con tanto di bombardamento terroristico di Belgrado,
ma che tale invasione, occupazione, smembramento e annessione provocò un numero di vittime superiore al milione in un paese che non arrivava ai 20 milioni di abitanti.
Nessun, non dico ministro, ma neanche parlamentare della Repubblica nata dalla Resistenza si è mai recato al campo di Rab/Arbe dove, in condizioni disumane, perirono migliaia di sloveni e croati deportati.
Chi si rechi a Lubiana potrà fare un giro lungo il percorso di 40 km dove un reticolato chiudeva l'intera città, di cui venne deportato il 7% dell'intera popolazione, dalle truppe agli ordini del generale Mario Robotti, celebre autore di frasi come"qui si ammazza troppo poco" e "Non dente per dente,ma testa per dente".
Ante Pavelić, per anni foraggiato e ospitato in Italia, ricevette Curzio Malaparte avendo sulla scrivania una cesta contenente 20 kg di occhi serbi,
ma questi sono dettagli lasciati alla conoscenza di una ristrettissima minoranza di cittadini.

Di fronte a questa immane tragedia gli esuli dalmati e istriani hanno avuto la stessa funzione di capro espiatorio nazionale svolta nella penisola dagli appartenenti alla RSI: caricare sulle loro spalle tutte le infamie del ventennio precedente e della guerra a fianco dell'alleato nazista, per assolvere il resto della popolazione che in tali avventure si imbarcò partecipe quando non entusiasta.
Non si può riscrivere e rappresentare la Storia in questo modo, ricordando sempre solo e soltanto quanto gli italiani abbiano dovuto soffrire per mano di nazisti come Priebke o di comunisti come Tito senza mai,
MAI
parlare del male che come italiani hanno inferto.

P.S.: In una trasmissione televisiva dello scorso anno il Vespa(siano) è arrivato addirittura a mostrare la foto di partigiani uccisi dai militari italiani come esecuzioni di civili italiani da parte dei feroci infoibatori titini...
Il 16 febbraio ricorre il 70ennale della starge di Domenikon: nessuno in Italia ne sa niente e nessuno probabilmente ne parlerà.
Voglio 11 Scaloni

ThomasDoll

Re:Giorno del ricordo
« Risposta #22 : Giovedì 14 Febbraio 2013, 09:25:18 »
fallo tu, è dopodomani

Offline AlenBoksic

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Re:Giorno del ricordo
« Risposta #23 : Giovedì 14 Febbraio 2013, 09:31:50 »
Nema problema,
ma dubito che riusciremo a raggiungere il numero di pubblico di una puntata di morta-a-morta o di quella bella fiction che anni fa riuscì a mettere d'accordo tutte le repubbliche dal Triglav al Vardar

Voglio 11 Scaloni

Offline Centurio

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Re:Giorno del ricordo
« Risposta #24 : Giovedì 14 Febbraio 2013, 09:38:30 »
Alen, la guerra é stata terribile per tutti. Ma qui si parla di un genocidio che con la guerra centrava una mazza. Si uccidevano donne e bambini solo per ché italiani e per far spazio alla grande jugoslavia titina.
E questo é sempre stato negato vilmente dal '45 ad oggi. Ognuno ha i suoi morti da piangere, ma questi, purtroppo, l'hanno ammazzati due volte.
sine pennis volare haud facile est

Frusta

Re:Giorno del ricordo
« Risposta #25 : Giovedì 14 Febbraio 2013, 09:45:21 »
Ciao, ti aspettavo! Senti, le tende le metto beige o bianche? COme mi devo lavare i denti?
Non è benaltrismo, purtroppo, tanto è vero che c'è l'"ad esempio". E' che tutta la storia è - se non la si studia - selettiva per definizione. La tragedia delle foibe era da studiare. Ma non solo a scuola. La scuola insegna a studiare, ma studiare, poi, lo devi fare tu. Visto che ogni santo anno invece che ricordare la tragedia giuliana (ed ho persone a me vicinissime che l'hanno vissuta) si ricorda di più il fatto che la sinistra ha obliterato la cosa (cioè, sembra l'anniversario del ricordo di quanto la storiografia "de sinistra" era brutta sporca e cattiva) io comincio a scocciarmi. Questo si che è usare quei poveri morti per "ben altro". Il topic è stato aperto da uno di sinistra, coe mai non lo hai aperto tu?
Poi sei intervenuto come al solito insultandomi per un esempio che non è OT. E' OT insultare tutti quelli che non la pensano come te, ed in questo tu sei a livelli di CL.
Ecco, quello che insulta sono io.
Tu dai del berlusconiano a chi non la pensa come te, sali in cattedra invitando spocchiosamente a  studiare (ma questo è un classico dell'intellettualoide desinistra: la cultura ce l'ha solo lui) chi esprime una opinione "che ti scoccia", tiri fuori Ciccio Franco in un discorso che non c'entra una straminchia di niente e ti ritieni pure insultato!
Il discorso lo ha aperto uno che aveva intenzione di aprirlo, punto.
Non l'ho aperto io per gli stessi motivi ai quali (guarda un pò!) in parte ha appena accennato AlenBoksic, e sono intervenuto non tanto sul merito del topic, ritengo scontato rinnovare la memoria di qualsiasi tragedia, quanto sui fatti oggettivi esposti da Rupert: il PCI dell'epoca, e nella persona di Togliatti non di pincopalla, non solo ha osteggiato il rientro dei profughi aizzando loro contro i propri simpatizzanti, ma ha operato del vero e proprio negazionismo rispetto alla tragedia che li ha spinti all'esodo.
Ti scoccia che quei fatti (ripeto: oggettivi) vengano riproposti? E' un problema tutto tuo, magari tuo e di qualche rifondino che si fa venire l'orticaria (lo leggerai il manifesto, immagino) ogni volta che appare.
Mio non di certo, e non è nemmeno un problema di Napolitano o di Violante o di Bersani, tanto per parlare di chi lo ha affrontato serenamente riconoscendo gli errori passati e volendo, immagino come chi ha aperto il topic, manifestare il proprio cordoglio per delle vittime rimaste per troppo tempo nascoste nell'armadio.
Per quel che riguarda me, se la cosa dovesse per caso interessarti, penso che quelle vittime abbiano come primo colpevole chi ha trascinato l'Italia in quella guerra e che trovo la strumentalizzazione che da qualche anno se ne fa da destra altrettanto schifosa del negazionismo che se ne è fatto da sinistra, e che mi sono fracassato i coglioni di vedere gli uni o gli altri appropiarsi sia di "verità" che di "bugie" storiche.
Beh... certo, poi ci sarebbe anche il problema di Ciccio Franco... Bisognerebbe proprio aprirci un topic! Ecco, fallo tu che a me mi viene de ridere.

ThomasDoll

Re:Giorno del ricordo
« Risposta #26 : Giovedì 14 Febbraio 2013, 09:50:56 »
la guerra é stata terribile per tutti.

inutile aggiungere altro.

Offline AlenBoksic

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Re:Giorno del ricordo
« Risposta #27 : Giovedì 14 Febbraio 2013, 10:02:10 »
Alen, la guerra é stata terribile per tutti. Ma qui si parla di un genocidio che con la guerra centrava una mazza. Si uccidevano donne e bambini solo per ché italiani e per far spazio alla grande jugoslavia titina.

Se si fossero uccisi donne e bambini solo perchè italiani, stessa sorte sarebbe toccata ai circa 3000 operai che da Monfalcone si trasferirono, oppure verso quelle decine di migliaia che decisero di rimanere.
Lasciamo stare la propaganda, per favore.
La guerra con quanto accaduto dopo c'entra molto, è anzi determinante, come lo è stata nell'espulsione forzata di 10 milioni di tedeschi dai territori orientali.
Voglio 11 Scaloni

mrmoto

Re:Giorno del ricordo
« Risposta #28 : Giovedì 14 Febbraio 2013, 10:03:46 »
Allora per me non ci sono morti di serie A e B,
figuriamoci, anzi,
ma la parte evidenziata racchiude tutto il perchè dell'oblio del dopoguerra che va a braccetto con quello che è stato definito l'armadiodellavergogna. Detta in modo brutale: il chiudere un occhio sulle altrui responsabilità ha fatto si che l'Italia potesse evitare di consegnare uno solo dei suoi circa 1000 cittadini e militari accusati di crimini di guerra in ogni dove, dall'Etiopia alla Francia, dalla Yugoslavaia all'URSS passando per l'Albania e la Grecia.

Ancora oggi - a non ricordo quanti anni dall'istituzione della Giornata - si ricorda solo e soltanto le vittime italiane, senza contestualizzarle nella parte evidenziata, e così ci ritroviamo con una memoria zoppa dall'altra parte.
Boris Pahor è stato pubblicato in Italia solo da pochi anni perchè ricordava le tragiche vicende del confine orientale tra le due guerre, tra cognomi cambiati anche sulle lapidi, cacciate dai posti di lavoro e proibizione assoluta di parlare lo sloveno in ogni luogo.
Si omette di parlare che non solo la Yugoslavia venne invasa dalle truppe tedesche per soccorrere l'esercito italiano in Grecia,
con tanto di bombardamento terroristico di Belgrado,
ma che tale invasione, occupazione, smembramento e annessione provocò un numero di vittime superiore al milione in un paese che non arrivava ai 20 milioni di abitanti.
Nessun, non dico ministro, ma neanche parlamentare della Repubblica nata dalla Resistenza si è mai recato al campo di Rab/Arbe dove, in condizioni disumane, perirono migliaia di sloveni e croati deportati.
Chi si rechi a Lubiana potrà fare un giro lungo il percorso di 40 km dove un reticolato chiudeva l'intera città, di cui venne deportato il 7% dell'intera popolazione, dalle truppe agli ordini del generale Mario Robotti, celebre autore di frasi come"qui si ammazza troppo poco" e "Non dente per dente,ma testa per dente".
Ante Pavelić, per anni foraggiato e ospitato in Italia, ricevette Curzio Malaparte avendo sulla scrivania una cesta contenente 20 kg di occhi serbi,
ma questi sono dettagli lasciati alla conoscenza di una ristrettissima minoranza di cittadini.

Di fronte a questa immane tragedia gli esuli dalmati e istriani hanno avuto la stessa funzione di capro espiatorio nazionale svolta nella penisola dagli appartenenti alla RSI: caricare sulle loro spalle tutte le infamie del ventennio precedente e della guerra a fianco dell'alleato nazista, per assolvere il resto della popolazione che in tali avventure si imbarcò partecipe quando non entusiasta.
Non si può riscrivere e rappresentare la Storia in questo modo, ricordando sempre solo e soltanto quanto gli italiani abbiano dovuto soffrire per mano di nazisti come Priebke o di comunisti come Tito senza mai,
MAI
parlare del male che come italiani hanno inferto.

P.S.: In una trasmissione televisiva dello scorso anno il Vespa(siano) è arrivato addirittura a mostrare la foto di partigiani uccisi dai militari italiani come esecuzioni di civili italiani da parte dei feroci infoibatori titini...
Il 16 febbraio ricorre il 70ennale della starge di Domenikon: nessuno in Italia ne sa niente e nessuno probabilmente ne parlerà.


Grazie Alen. Mio padre, del '36, è un vecchio Jugoslavo, dalmata di etnia serba, ha vissuto quasi tutta la vita a Zagabria. L'ho conosciuto solo 5/6 volte in vita mia. Due anni fa sono andato a visitarlo a Umago, in Istria e li ho conosciuto un suo caro amico Pino De Grassi, italiano jugoslavo (uso questo termine perché entrambi si riconoscono poco negli stati nazionalisti di adesso), presidente dell'associazione italiana di Umago. Ho passato uno splendido fine settimana con loro in cui mi hanno raccontato tante cose. Non ho resistito e gli ho chiesto delle foibe. La loro storia li colloca, come dici tu, dentro ad una trama più grande. La prima cosa che mi ha detto è stata che i primi a gettare persone nelle foibe sono stati gli italiani. Non mi va di entrare in un dibattito di muro contro muro, ma volevo solo raccontare che il signor De Grassi e la sua famiglia sono rimasti in Istria, hanno vissuto bene sotto a Tito e solo ora sotto ai nazionalisti croati sono diventati vittime di episodi di razzismo e intolleranza da parte delle nuove leve.

Offline Centurio

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Re:Giorno del ricordo
« Risposta #29 : Giovedì 14 Febbraio 2013, 10:07:58 »
Se si fossero uccisi donne e bambini solo perchè italiani, stessa sorte sarebbe toccata ai circa 3000 operai che da Monfalcone si trasferirono, oppure verso quelle decine di migliaia che decisero di rimanere.
Lasciamo stare la propaganda, per favore.
La guerra con quanto accaduto dopo c'entra molto, è anzi determinante, come lo è stata nell'espulsione forzata di 10 milioni di tedeschi dai territori orientali.

propaganda? Siamo corretti, per favore. È come se io ti dicessi che la propaganda la stessi facendo tu parlando di Domenikon. Non sarebbe bello né giusto.
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Offline AlenBoksic

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Re:Giorno del ricordo
« Risposta #30 : Giovedì 14 Febbraio 2013, 12:03:51 »
Scusa,
tu hai scritto che gli italiani venivano uccisi in quanto tali.
Se fosse vero, sarebbero stati uccisi tutti e quelli arrivano da Monfalcone sarebbero stati gettati nelle foibe e prima di essi vi sarebbero finiti le decine di migliaia di militari che si unirono ai partigiani di Tito dopo l'8 settembre e che al loro rientro in Italia a fine guerra il Governo Jugoslavo decorò con ”l’Ordine per i meriti verso il popolo con la stella d’oro” e con l’“Ordine della fratellanza ed unità con corona d’oro”.
http://www.anpi.it/la-resistenza-dei-militari-italiani-a-montenegro/
(altri reparti parteciparono alla liberazione di Belgrado)

Siccome così non è stato,
evidentemente tale affermazione non ha riscontri storici.
Gli italiani venivano perseguitati in quanto l'Italia aveva invaso, annesso e occupato quei territori alcuni dei quali avevano in precedenza subito un processo di italianizzazione forzata.
Nel 1927 Giuseppe Cobolli Gigli, poi ministro, scriveva:
“Il paese sorge sul bordo di una voragine che la musa istriana ha chiamato Foiba, degno posto di sepoltura per chi, nella provincia, minaccia con audaci pretese, le caratteristiche nazionali dell'Istria .”
Se la Giornata deve ricordare,
che si ricordi tutto.
Voglio 11 Scaloni

Offline AlenBoksic

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Re:Giorno del ricordo
« Risposta #31 : Giovedì 14 Febbraio 2013, 12:09:30 »
Grazie Alen.

Ringrazio io te.

Un ottimo libro sul periodo e su quelle vicissitudini, è Esilio di Bettiza.
Tra i testi di storici i più leggibili sono quelli di Gianni Oliva.
Voglio 11 Scaloni

Offline BobLovati

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Re:Giorno del ricordo
« Risposta #32 : Giovedì 14 Febbraio 2013, 12:16:30 »
vorrei solo ricordare che tutto quello che si scrive, da qualsiasi parte, risponde, necessariamente, al principio del " Cicero pro domo sua ".

Non un esempio di onestà, ma il modo che da sempre nel mondo ha guidato storici, scrittori e testimoni.
Non ci scandalizziamo e pensiamo che ognuno ha il diritto di piangere i propri morti, rispettando, però, quelli altrui.
Laziale, Ducatista e fiumarolo

Siamo noi fortunati ad essere della Lazio, non la Lazio ad avere noi

“LA MOGLIE DI CESARE DEVE NON SOLO ESSERE ONESTA, MA ANCHE SEMBRARE ONESTA.”

Offline Centurio

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Re:Giorno del ricordo
« Risposta #33 : Giovedì 14 Febbraio 2013, 13:20:18 »
Scusa,
tu hai scritto che gli italiani venivano uccisi in quanto tali.
Se fosse vero, sarebbero stati uccisi tutti e quelli arrivano da Monfalcone sarebbero stati gettati nelle foibe e prima di essi vi sarebbero finiti le decine di migliaia di militari che si unirono ai partigiani di Tito dopo l'8 settembre e che al loro rientro in Italia a fine guerra il Governo Jugoslavo decorò con ”l’Ordine per i meriti verso il popolo con la stella d’oro” e con l’“Ordine della fratellanza ed unità con corona d’oro”.
http://www.anpi.it/la-resistenza-dei-militari-italiani-a-montenegro/
(altri reparti parteciparono alla liberazione di Belgrado)

Siccome così non è stato,
evidentemente tale affermazione non ha riscontri storici.
Gli italiani venivano perseguitati in quanto l'Italia aveva invaso, annesso e occupato quei territori alcuni dei quali avevano in precedenza subito un processo di italianizzazione forzata.
Nel 1927 Giuseppe Cobolli Gigli, poi ministro, scriveva:
“Il paese sorge sul bordo di una voragine che la musa istriana ha chiamato Foiba, degno posto di sepoltura per chi, nella provincia, minaccia con audaci pretese, le caratteristiche nazionali dell'Istria .”
Se la Giornata deve ricordare,
che si ricordi tutto.

Una puntualizzazione, e poi chiudo. L'istria era italiana dal tempo dei romani, cosí come la Dalmazia. Questa "occupazione forzata" a chi la si dovrebbe attribuire, a Giulio Cesare, console dell'Illiria?
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mrmoto

Re:Giorno del ricordo
« Risposta #34 : Giovedì 14 Febbraio 2013, 13:42:14 »
Una puntualizzazione, e poi chiudo. L'istria era italiana dal tempo dei romani, cosí come la Dalmazia. Questa "occupazione forzata" a chi la si dovrebbe attribuire, a Giulio Cesare, console dell'Illiria?

Si, e Israele è israeliani da tre mila anni. E l'irlanda è irlandese dai tempi dei romani. Non è così semplice.

Teo

Re:Giorno del ricordo
« Risposta #35 : Giovedì 14 Febbraio 2013, 13:48:17 »
Sono morti di serie C per questo qui dentro nessuno aveva aperto il topic.

Te compreso, mi pare.

Offline Andre

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Re:Giorno del ricordo
« Risposta #36 : Giovedì 14 Febbraio 2013, 14:44:59 »
Ed aggiungo.
Scomoda perchè il monopolio della cultura in Italia è sempre stato in mano agli intelletualoidi di sinistra.

non mi risulta che gli intellettualoidi di destra non possano partecipare alla vita culturale di questo paese ... quindi delle due l'una, o l'intellettualoide medio è gasparri, o gli intelletualoidi di destra semplicemente se ne fregano

e concordo con Teo, potevi aprirlo tu il topic, sicuramente sarebbe stato apprezzato
da qualche parte la Lazio è in vantaggio (V.)

Giglic

Re:Giorno del ricordo
« Risposta #37 : Giovedì 14 Febbraio 2013, 15:48:54 »
Ecco, quello che insulta sono io.
Tu dai del berlusconiano a chi non la pensa come te, sali in cattedra invitando spocchiosamente a  studiare (ma questo è un classico dell'intellettualoide desinistra: la cultura ce l'ha solo lui) chi esprime una opinione "che ti scoccia", tiri fuori Ciccio Franco in un discorso che non c'entra una straminchia di niente e ti ritieni pure insultato!
Il discorso lo ha aperto uno che aveva intenzione di aprirlo, punto.
Non l'ho aperto io per gli stessi motivi ai quali (guarda un pò!) in parte ha appena accennato AlenBoksic, e sono intervenuto non tanto sul merito del topic, ritengo scontato rinnovare la memoria di qualsiasi tragedia, quanto sui fatti oggettivi esposti da Rupert: il PCI dell'epoca, e nella persona di Togliatti non di pincopalla, non solo ha osteggiato il rientro dei profughi aizzando loro contro i propri simpatizzanti, ma ha operato del vero e proprio negazionismo rispetto alla tragedia che li ha spinti all'esodo.
Ti scoccia che quei fatti (ripeto: oggettivi) vengano riproposti? E' un problema tutto tuo, magari tuo e di qualche rifondino che si fa venire l'orticaria (lo leggerai il manifesto, immagino) ogni volta che appare.
Mio non di certo, e non è nemmeno un problema di Napolitano o di Violante o di Bersani, tanto per parlare di chi lo ha affrontato serenamente riconoscendo gli errori passati e volendo, immagino come chi ha aperto il topic, manifestare il proprio cordoglio per delle vittime rimaste per troppo tempo nascoste nell'armadio.
Per quel che riguarda me, se la cosa dovesse per caso interessarti, penso che quelle vittime abbiano come primo colpevole chi ha trascinato l'Italia in quella guerra e che trovo la strumentalizzazione che da qualche anno se ne fa da destra altrettanto schifosa del negazionismo che se ne è fatto da sinistra, e che mi sono fracassato i coglioni di vedere gli uni o gli altri appropiarsi sia di "verità" che di "bugie" storiche.
Beh... certo, poi ci sarebbe anche il problema di Ciccio Franco... Bisognerebbe proprio aprirci un topic! Ecco, fallo tu che a me mi viene de ridere.

Senti domani ho un colloquio: che cravatta metto? E che profumo? O è meglio un virile afrore?

Bella la cosa del berlusconiano come insulto: se lo ritieni un insulto, però, il problema non è di certo mio. per me è il tuo modo di vedere il mondo. Si, invito a studiare. Non spocchiosamente, invito proprio a farlo. A STUDIARE, non ad imparare da altri. Quello che si deve imparare è come studiare. Chiaro il concetto? O è troppo di intellettualoide de sinistra (che tu usi come insulto e che invece a me fa onore?). A me non scoccia che vengano riproposti. Ripeto, me li sono studiati, e su queste cose mi picco di saperne un poco più di te. Il topic è stato aperto - giustamente - da TD (io purtroppo quel giorno ero a litigare per il mio stipendio ed ho momentaneamente abdicato ai doveri civici), mentre altri hanno usato il topic per ricordare il negazionismo della storiografia "de sinistra" (così negata che abbiamo una giornata a ricordo, nata nello stesso periodo di quella della memoria: negazionismo pure quello?). Se vuoi criticare il negazionismo (e ce ne sarebbe, e non solo su questo aspetto) ci si apra un topic: sarò felice di parteciparvi.

Sull'ultima tua frase sono invece d'accordo, ma stai dicendo le stesse cose mie: ossia che i fatti vanno studiati, i commenti analizzati, e poi ci si fa un quadro personale: è questa la cultura, ed è questo che fa progredire l'uomo. Ti faccio un esempio: ritengo Risorgimento e Resistenza i due unici aspetti realmente popolari che hanno fatto questa nazione. Bene, proprio perchè si sono troppo resi imbalsamati nel loro eroismo da film western, sono stati adesso distrutti come e peggio che se fossero state tragedie. E' ovvio che ci furono episodi cruenti, e che sia i risorgimentalisti sia i resistenti non erano tutti buoni. Ma il troppo indorare ha reso chi voleva vedere anche la parte grigia di queste cose "antiitaliano" (e guarda che da questo punto di vista ci sono esempi a bizzeffe). Fino al rimpianto del regno delle due sicilie, o al bipolarismo di Pansa. Studiare rende liberi, liberi di dire le proprie idee, che saranno proprie e non di altri. La cultura non è di destra o di sinistra: è cultura. E non è solo libri, è scambio di idee, di interpretazioni, è fare esperimenti per vedere cosa succede. QUESTA è cultura. Piantiamola con la pantomima dell'intellettuale arido nella torre d'avorio. Questa è proprio la malattia dell'Italia: la cultura vista come elite


(a supercazzole non ti batte nessuno, comunque: complimenti!)

Frusta

Re:Giorno del ricordo
« Risposta #38 : Giovedì 14 Febbraio 2013, 16:54:10 »
E' un classico del vademecum del seguace di Berija: spara una qualsiasi fesseria e poi mettila in bocca agli altri accusando loro di quello che hai detto.
Mah. Io le conoscevo pur essendo imbevuto di cultura intellettualoide di sinistra. Ripeto, basta studiare, oltre a quell'orrore poi se ne conoscono tanti altri. Ad esempio, anche se non fu orrore, ma farsa italiota non si parla mai di Ciccio franco. È non credo fosse di sinistra
Ergo intellettualoide di sinistra te lo sei detto da solo, io l'ho semplicemente ripreso.
Hai ragione: sei proprio imbevuto di cultura intellettualoide di sinistra. E poi che cavallo di battaglia..!
Certo che per cavalcare un purosangue come il benaltrismo studiare non basta, bisogna essere proprio dei geni.
Questo è quanto, e a casa mia di chiama disonestà intellettuale.
----------------------
Senti domani ho un colloquio: che cravatta metto? E che profumo? O è meglio un virile afrore?
Adesso tu mi dici come, dove e quando ho consigliato a qualcuno come comportarsi. Se non lo fai non sei intellettualmente disonesto, sei semplicemente disonesto.
----------------------
Si, invito a studiare. Non spocchiosamente, invito proprio a farlo. A STUDIARE, non ad imparare da altri. Quello che si deve imparare è come studiare. Chiaro il concetto?
Grazie per il consiglio, o Maestro di Vita, a proposito, domani ho un colloquio: che cravatta metto? E che profumo? O è meglio un virile afrore?
-----------------------
Bella la cosa del berlusconiano come insulto: se lo ritieni un insulto, però, il problema non è di certo mio. per me è il tuo modo di vedere il mondo.
Non considero affatto un insulto il termine berlusconiano. Però quando, ad una vignetta su Berlusconi da me pubblicata su "coprologia" mi consigli (a proposito, di che colore deve essere la cravatta?) "di essere coerente" votandolo, l'intenzione è evidente: Berlusconi rappresenta (per te) quanto di più disprezzabile vi sia al mondo ed io (coerentemente, quindi il giudizio riferito alla mia persona è intrinseco all'avverbio) dovrei votarlo. E siccome, malgrado io abbia sempre sostenuto il contrario, per te lo voterei, sarei un ipocrita perché lo farei nascondendomi :
...X fa una suo discorso che non mi trova per nulla d'accordo, ma che ha una sua coerenza. Molto peggio chi si nasconde...

E poi quello che insulta sono io.
-----------------------
Giglic, è inutile girarci intorno, niente di personale, eh? Ma quando mi imbatto in un prodotto di quello che è stato il disastro culturale più grosso della nostra storia, e sto parlando del sessantotto, mi cascano le braccia. Un mio amico vi chiama gli allievi di Etarcos e suggerisce pure come riconoscervi: il primo che ti dice studia perché ne so più di te è uno di loro  :D

Offline Er Matador

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Re:Giorno del ricordo
« Risposta #39 : Giovedì 14 Febbraio 2013, 17:06:42 »
@ AlenBoksic Capisco il tuo discorso, che però si presta a qualche precisazione:

1) le foibe si inseriscono in un quadro più complesso, e fin qui ti seguo. Ma il quadro non è solo quello dei crimini di guerra, dei quali neppure un personaggio come Rodolfo Graziani è stato chiamato a rispondere.
Le foibe rappresentano l'ultimo atto di uno strisciante attacco all'italianità di quelle terre, che andava avanti da tempo e sempre ad opera dei soliti: sloveni e croati.
Hai citato discriminazioni, nomi cambiati e simili: ti sembra che tutto questo sia avvenuto a senso unico?
La croatizzazione di cognomi italiani, con interventi del mefitico clero locale direttamente sui registri battesimali, data a ben prima del fascismo.
Un'accentuazione del fenomeno si ebbe dopo l'Unità d'Italia quando l'Austria, con la stessa lungimiranza e comprensione della realtà dimostrata dagli angloamericani in Medio Oriente, prese a sobillare sempre più scopertamente la componente slavofona.
A Vienna ritenevano il "Piemonte dei Balcani" - vale a dire la Serbia - un polo di attrazione assai più debole rispetto al neonato Stato sabaudo, e pensarono bene di controbilanciare in tal modo le spinta centrifuga al momento più temuta.
Fu, inutile dirlo, un cerino gettato in una polveriera già attiva da tempo

2) Il bilancio di tot milioni di morti jugoslavi in seguito all'occupazione fu strumentalizzato da Tito per presentare il Paese come vittima, ma non può più essere riproposto ignorando la realtà: che almeno due terzi di quei poveretti perirono in faide interetniche.
Prendiamo Ante Pavelić, che tu ricordi come protetto dalle Potenze dell'Asse. Vero. Ma, se solo di quello si fosse trattato, la suddette Potenze si sarebbero limitate ad estendere a quei territori le politiche naziste nei confronti degli ebrei.
Cosa che accadde, sia pure con cifre meno spaventose rispetto a contesti analoghi: ma nel lager di Jasenovac - altra clamorosa "amnesia" della storiografia ufficiale - venne annientato quasi un milione di Serbi.
Lo si può attribuire alla paranoica slavofobia del Führer, che in tal caso se la sarebbe presa anche con le altre popolazioni, nella sua ottica altrettanto "inferiori"? No di certo.
Quel genocidio è il punto d'arrivo di un'altra storia, che riguarda l'odio, le vessazioni, i crimini ai danni delle popolazione serba, trasformati in un massacro su scala industriale alla prima occasione utile.
Il che fa di Jasenovac un crimine CROATO, e solo secondariamente nazista.
La conferma di quanto vado dicendo è giunta una ventina d'anni fa, quando l'occasione è ricapitata con l'intromissione dei soliti yankee in una guerra che Belgrado, finché si era trattato di un conflitto esclusivamente balcanico, si apprestava a stravincere.
L'arrivo di Hollbrooke (possa bruciare all'Inferno), gli accordi di Dayton e... oplà! Centinaia di migliaia di Serbi spariti magicamente dalla Krajina, nella più colossale e misconosciuta pulizia etnica di quegli anni.
"Venduti" da Slobo nel contesto di qualche torbido accordo, si disse. Ma di certo non fu lui a dividerli tra morti e profughi.
Questo per dire che l'odio interetnico nei Balcani è stato attizzato, strumentalizzato, infuocato dall'interno e dall'esterno, senza dubbio.
Ma la favoletta degli innocenti agnellini jugoslavi, gettati in un lago di sangue solo da interventi altrui, ha fatto ampiamente il suo tempo

3) Boris Pahor, dicevi. C'è un però: qual era la posizione degli sloveni di Trieste sull'appartenenza all'Italia, che la città aveva rivendicato con rara convinzione?
Non mi risulta che l'avessero digerita con molta disinvoltura: e la cosa li poneva in una situazione di dubbia lealtà (eufemismo) nei confronti del Paese che, sia pure con comprensibile riluttanza, li ospitava.
Non vado fiero di episodi come il rogo della Narodni Dom, sia ben chiaro.
E riconosco il torto di fondo che accomuna gli autori di quel gesto a tante decisioni mussoliniane in Istria e in Dalmazia: il tentativo di "purificare" terre che da secoli erano genuinamente multietniche e multilinguistiche quanto erano genuinamente, tenacemente e legittimamente italianissime.
Una contraddizione difficile da inserire negli schemi nazionalisti, e che infatti non capirono.
Ma loro sbagliarono per riaffermare un dato storicamente sacrosanto, vale a dire l'appartenenza all'Italia di quei territori.
Chi gettò gli Italiani nelle foibe lo fece per affermare un'appartenenza nazionale che, quando a fondamenti storici e giuridici, rivaleggia con la criminale e farneticante secessione del Kosovo.
Non sono e non saranno mai la stessa cosa

4) Quanto al fatto che i nostri connazionali non siano stati uccisi e cacciati in quanto tali, ti ricordo solo le parole con cui il presidente croato Franjo Tuđman (che bruci all'Inferno anche lui) festeggiò l'invenzione tedesco-vaticana del suo stato-fantoccio su territori altrui: "Italiani, nelle foibe c'è ancora posto per voi".
"Italiani". Non "fascisti", "occupanti" o chissà che altro. "Italiani".
Da questa parte della frontiera nessuna reazione. Ovviamente

5) C'è una domanda che rimane sempre sullo sfondo quando si affronta l'argomento: perché problemi di questa portata solo con sloveni e croati, e mai ad esempio coi Serbi che pure hanno convissuto per secoli coi nostri in Dalmazia?
Provo a rispondere: la loro pochezza culturale, e il divorante, patologico complesso di inferiorità che ne deriva nei confronti di Italiani e Serbi.
I genocidi commessi nei loro confronti hanno quasi il sapore di un'antropofagia rituale, quella in cui si mangiava il cuore di un defunto per acquisirne le qualità.
Del resto, se per riempire una sala di "arte croata" devono saccheggiare vestigia veneziane, significa che di loro hanno lasciato poche tracce nella Storia.
A parte, appunto, le foibe e Jasenovac

6) La strage di Domenikon? Non sapevo, e sono interessato a saperne di più.
Purché non si prenda spunto da quell'episodio per trarne un giudizio d'insieme sulla nostra presenza in Grecia, seguita a una delle guerra più insensate, vigliacche e controproducenti di cui si abbia memoria.
Quando si va sull'argomento, la prima preoccupazione dei Greci consiste nel distinguere fra i due occupanti: i nazisti diedero in quella circostanza una fra le loro peggiori prove di violenza gratuita; il rapporto fra i nostri soldati e la popolazione civile, pur nelle inevitabili brutture di un'invasione, riscattò in gran parte agli occhi degli ellenici la pietosa figura rimediata mettendo piede dalle loro parti.
Prova ne sia che ancor oggi, proprio in Tessaglia, chi ha memoria di quei fatti cerca il dialogo coi nostri connazionali di passaggio: ricordando anche fatti meno commendevoli, ma con un atteggiamento positivo di fondo.
Quanto ai tedeschi, è meglio per loro se non passano da soli in zone troppo isolate...