La Triestina è retrocessa in C1, perdendo in casa 3-0 contro il Padova.
Indovinate chi è l'allenatore ? Quel Daniele Arrigoni (a un certo punto sembrava che mancasse solo la firma) che avrebbe dovuto sostituire Ballardini a febbraio
M'hai letto nel pensiero...
Non ho seguito la partita di ieri sera (ero su Inghilterra-Usa), ma ho all'attivo da spettatore la gara d'andata e i play-off che l'anno scorso portarono il Padova in B con rimonta dopo un pareggio in casa sia in semifinale (Ravenna) sia in finale (Pro Patria).
Premesso che Sabatini e i suoi sembrano nati per partite del genere, il modo in cui Arrigoni ha gestito la propria esperienza con gli alabardati offre parecchi spunti a suo carico.
Primo fra tutti, la Triestina non è mai uscita dal tunnel mentale della nobile decaduta, convinta di trovarsi per sbaglio nella zona calda anche quando la classifica scottava e inconsciamente sicura di non poter retrocedere. Vi ricorda qualcosa, a proposito di brividi?
Secondo capo d'accusa, un tatticismo di stampo sacchiano particolarmente ottuso e robotizzato. Non che Arrigoni sia impreparato, e infatti anche all'andata ha tolto ai patavini ogni spazio su azione manovrata.
Ma a Sabatini è bastato buttare dentro Bonaventura (fantasista in prestito dall'Atalanta, tenere d'occhio), con l'unica consegna di fiondarsi in area a palla di cannone sperando in qualcosa, per togliere sicurezza psicologica ai difensori giuliani: ai quali evidentemente non era stato spiegato che ogni tanto ci si può arrangiare sull'uomo o con qualche rinvio, senza cercare ossessivamente l'applicazione dello schema.
Terzo, l'irrigidimento sull'approccio di partenza alla gara a discapito della capacità, fondamentale nel calcio moderno, di cambiare in corsa.
Ad inizio ripresa della gara d'andata, il Padova arrancava in preda alla sterilità della manovra offensiva e alla crescente sensazione di non farcela, col risultato di osare qualcosa di troppo scoprendosi le spalle.
C'era lo spazio per colpire in contropiede, come Godeas ha tentato di fare in un paio di circostanze, ma Arrigoni non se n'è accorto: la partita era stata impostata per il pareggio e così è andata avanti.
I risultati si sono visti ieri, in un altro incontro preparato per il punticino: gol di Vantaggiato dopo due minuti e gli alabardati che non sapevano più quale partita giocare.
Nulla contro Arrigoni, ma dopo questa sua "esperienza virtuale" sulla nostra panchina lo aggiungo alla lista di quelli cui auguro ogni fortuna. Purché alla massima distanza dalla Lazio.