Parlez-vous français?

[carpelo]

E ti ritrovi all'improvviso a scoprire che la tua Lazio non è argentina o brasiliana, ma francese!
Infatti, con l'acquisto di Saha e le cessioni di Scaloni, Carrizo e Matuzalem, il gruppo di transalpini è il più numeroso nella nostra rosa.

Francia 4 (Saha, Ciani, Diakitè, Konko)
Brasile 3 (Hernanes, Dias, Ederson)
Argentina 3 (Ledesma, Bizzarri, Zarate)
Uruguay 2 (Gonzalez, Barreto)
Albania 2 (Cana, Strakosha)
Lituania 1 (Stankevicius)
Belgio 1 (Cavanda)
Bosnia Erzegovina 1 (Lulic)
Portogallo 1 (Pereirinha)
Cechia 1 (Kozak)
Germania 1 (Klose)
Romania 1 (Radu)
Nigeria 1 (Onazi)
Senegal 1 (Keita)

Si parla tanto delle 8 lingue conosciute da Petkovic, ma quali sono precisamente? E c'è il Francese? 

[Andre]

sono tutti "assimilati francesi" però, se non sbaglio ...

[cuchillo]

E' da un po' di anni che c'è molta franzosità nella Lazio. E la cosa mi inorgoglisce non sapete quanto.
Peccato non veda bandiere transalpine sugli spalti così come mi spiace che nessun capotifoso abbia mai pensato di intonare la Marsigliese o di dedicare un coro a uno dei nostri galletti sulle note, non necessariamente del loro inno nazionale, ma di un bel brano popolare...Non so, sulle note di "Boum!" di Charles Trenet o di "Milord" di Georges Moustaki/Marguerite Monnot o altro a loro scelta...
Pensate se fosse andata bene con Cisse e se Dabo avesse avuto 7/8 anni di meno...Oggi avremmo una colonia nutritissima di fratelli francesi...

...E se Governato non avesse considerato Zidane un Marcolin più lento...Zidane alla Lazio...Madòòòòòòòòòòòòòòòòòòòòòò...

[carpelo]

Bhe diciamo che solo Cisse aveva le caratteristiche per poter esaltare una tifoseria, tanto da far comparire una bandiera francese, nazione con cui abbiamo una rivalità calcistica non indifferente.
Io per primo li detesto, calcisticamente. Gli unici che ho amato sono Platini e Cantona.

[AlenBoksic]

Si parla tanto delle 8 lingue conosciute da Petkovic, ma quali sono precisamente? E c'è il Francese? 

Srpskohrvatski, italiano, francese, inglese, spagnolo, tedesco, turco e russo.
(penso)

P.S.: Keita se è senegalese va tra i francofoni

[cuchillo]

Io per primo li detesto

Pensa che io trovo di una simpatia inaudita Raymond Domenech...

[mazzok]

Pensa che io trovo di una simpatia inaudita Raymond Domenech...

mi stava simpatico sulla panchina della Francia, addirittura lo adorerei semmai dovesse sedere su quella della roma

[carpelo]

P.S.: Keita se è senegalese va tra i francofoni

Che c'avrei da scrivere piccolino? 
Ho qualche dubbio sulla francofonia (si dice?) di Keita, perchè è nato e cresciuto in Spagna.

[carpelo]

Pensa che io trovo di una simpatia inaudita Raymond Domenech...

Ma tu hai detto mille volte di adorare la Francia in tutto e per tutto (grande mazzok)!

Io ho sempre detestato invece Zidane, da subito ed in maniera feroce.
Aneddoto: mi trovavo nel 2006 ad Istanbul, subito dopo il mondiale. Una sera a ristorante sedevamo con la mia ragazza accanto ad un uomo con cui fu inevitabile iniziare a chiacchierare. Era un diplomatico canadese (se non ricordo male) che era scappato appena in tempo da una Beirut su cui impazzavano i bombardamenti.
Ben presto la chiacchierata si concentrò sul mondiale appena concluso e lui mi chiese, molto interessato, un parere su Zinedine. Io partì con uno sproloquio furioso, ne dissi peste e corna, parlando di quanto fosse violento già ben prima dell'episodio con Materazzi. Ne dissi veramente di tutti i colori.
Finii, presi fiato e guardai il mio interlocutore che con gli occhi lucidi mi confessò garbatamente di essere nato in Algeria, nel villaggio da cui viene la famiglia di Zidane. E che mi chiedeva di lui perché lo considerava un semidio! 

[Teo]

Srpskohrvatski, italiano, francese, inglese, spagnolo, tedesco, turco e russo.
(penso)

P.S.: Keita se è senegalese va tra i francofoni

Ricordo che due erano bosniaco e sloveno.

[CiPpiripi]

ci avemo gia' un franzoso de meno

[ammiraglio]

bruciato.

[aquilafelyx]

Voulez vous coucher avec Saha ?

[carpelo]

bruciato.

Les jeux sont faits 

[diepa]

"Oui, je suis Catherine Deneuve"

Ok, vado.....

[NoSurrender]

Tanto Petko parla 8 lingue...   

[AlenBoksic]

Ricordo che due erano bosniaco e sloveno.

Mi era venuto il sospetto che serbo e croato fossero stati conteggiati separati.
Lo sloveno in effetti fa un pò storia a se, ma il bosniaco rispetto al serbocroato è un dialetto, son praticamente uguali, tanto più per uno che ha fatto la scuola e vissuto nei bei tempi della Yugo.
Ma gliel'ha mai chiesto nessuno quali siano queste 8 lingue?

[carpelo]

Serbo, Croato, Sloveno, Macedone, Montenegrino, Bosniaco, Jugoslavo e qualcosina di Italiano! 

[zorba]

Mi sembra l'occasione giusta per 'riuppare' questo topic, viste le tutt'altro che velate critiche mosse dopo la sconfitta di ieri al mister biancoceleste.

Ecco il pezzo a lui dedicato pubblicato sull'ultimo numero del Guerin Sportivo (febbraio) attualmente in edicola e firmato da Tucidide (a proposito qualcuno di voi sa chi si celi dietro questo pseudonimo?).

INDISCRETO (di Tucidide)

VLADO PETKOVIC E’ DI UN ALTRO PIANETA

L’ultima scommessa vinta da Lotito – il presidente che prima ha salvato la Lazio dal fallimento e poi l’ha portata stabilmente nei piani alti della classifica – si chiama Vladimir Petkovic. “Ma chi è ‘sto Petkovic?”, si sono chiesti i tifosi a fine maggio quando s’era diffusa la notizia del suo arrivo a Roma. Per settimane lo scetticismo ha avvolto la scelta che più controcorrente non poteva essere. Poi i risultati strepitosi, impreziositi dalla vittoria nel derby, hanno cancellato perplessità, prese di distanza, perfino rancori. Igli Tare, il responsabile dell’area tecnica laziale, ci ha visto giusto anche stavolta, grazie al gruppo di scout e informatori che già gli avevano permesso di ingaggiare Klose. Ma quanti presidenti, di fronte alla proposta di ingaggiare Petkovic, avrebbero accettato? Siamo sinceri: tutti meno uno. D’altra parte ci voleva un kamikaze come Lotito, che sa di organizzazione aziendale e finanza, per prendere in mano, era il 19 luglio 2004, un club affogato nei debiti. Non è che Petkovic, detto Vlado, avesse fatto chissà cosa nei 15 anni di carriera vissuti quasi tutti in Svizzera. Per la cronaca neanche un titolo, solo un secondo posto. “Ma si tratta di una persona capace, equilibrata, brava a sfruttare al meglio gli uomini. E quel che non guasta, aziendalista” venne riferito a Tare e Lotito. Da quanti anni, il popolo laziale non viveva un capodanno così felice? Con i beniamini secondi in campionato, fra i migliori in Coppa Italia e nei sedicesimi di Europa League? Ai tempi di Cragnotti la squadra andava benissimo, ma viveva sulle sabbie mobili di un deficit pauroso. Questa è più modesta, però non ha problemi di sopravvivenza, anzi: sotto il profilo gestionale non c’è di meglio in circolazione. Nella strategia s’inserisce la presenza di Vladimir Petkovic, nato a Sarajevo il 15 agosto 1963, in possesso di tre cittadinanze: bosniaca, croata e svizzera. Soprannominato il Dottore, e non solo perché parla la bellezza di otto lingue: oltre al serbo-croato e bosniaco, inglese, francese, spagnolo, tedesco, russo e italiano. Il fatto che poi sia alto 190 centimetri lo porta a sovrastare tutti gli interlocutori e gli conferisce d’acchito una leadership non indifferente. E’ cortese con tutti, anche se manifesta una certa insofferenza nei confronti di chi gli pone domande ruffiane. Al suo arrivo a Roma ha chiesto ai calciatori di assumersi le loro responsabilità: “Solo così diventerete grandi, entrerete in sintonia con i compagni e sarete rispettati dagli avversari”. Allenatore e psicologo assieme. A un collega che gli domandava in Svizzera il modulo preferito, lui rispose che non lo sapeva. “Dipende dai tuoi giocatori e da quelli che incontri”, la chiosa. Nella Lazio usa il 4-1-4-1. Ma è solo un modo come un altro per semplificare la visione sul campo. A questo sistema è arrivato dopo aver apprezzato le qualità dei centrocampisti (“Tutti piedi buoni, facciamoli giocare assieme”) e le caratteristiche di Klose, attaccante unico. E’ riuscito così a dare equilibrio senza indebolire la fase offensiva: settimo attacco e terza miglior difesa al giro di boa natalizio. Obiettivi da pragmatismo puro. Del genere: “Non siamo all’altezza degli juventini, quelli sono di un altro pianeta, ma con gli altri ce la battiamo. E in Europa non dobbiamo avere paura del Borussia Mönchengladbach, che l’anno scorso stava per entrare in Champions, incideranno i dettagli”. Giusto l’opposto dei personaggi caricaturali, un po’ spacconi e un po’ ignoranti, che tanto piacevano ad Alberto Sordi. Al contrario la filosofia di Petkovic risponde appieno a un aforisma di Luciano Bianciardi (illustre firma del Guerin Sportivo breriano) che scrisse: “Le idee sono tali in quanto tu possa comunicarle agli altri, se le tieni per te non servono a nulla, anzi, non sono nemmeno idee”. E’ lui, proprio lui, Vlado.

[cuchillo]

Quindi Petko sa il francese?
Vorrei proprio vedere, anzi sentire, come lo parla.
Se lo parla come parla l'italiano, allora vuol dire che lo parla.

Per restare agli Italiani noti, solo a uno ho sentito parlare un francese clamoroso: Bernardo Bertolucci.
Altri sono davvero da brividi.
Mi è capitato di ascoltare un'intervista in francese di Luca Cordero di Montezemolo. Una roba inaudita, manco Sordi all'esame di francese in "Guardia, guardia scelta, brigadiere e maresciallo".
Una volta, invece, alla mediateca Federico Fellini di Montpellier scorrendo i titoli, scopro che c'è un documentario su Pasolini e me lo metto a vedere. Beh, c'è Pier Paolo che parla in francese. Manco il flying circus dei Monty Python m'ha strappato tante risate. In confronto Carlo Ancelotti (un anno che sta lì e fa davvero pietà il suo francese) è Jean Baptiste Le Rond d'Alembert.