Pomeriggio indimenticabile, in tutti i sensi.
Andreazzoli si presenta con tre centrali in difesa, Lamela e Marquinho inventati a presidiare per intero le fasce e i soli Osvaldo e totty in avanti.
Netta supremazia territoriale nella prima frazione di gioco e squadra all'apparenza più quadrata, ma è un'illusione che si dissolve nella ripresa sotto i colpi di un duplice uno-due di episodi sfavorevoli.
Il primo nasce dalla sommatoria del gol annullato a Lamela e del contropiede mortifero di Estigarribia, fra parentesi non certo un
habitué del tabellino marcatori.
Attenzione alle moviole proposte dalle varie trasmissioni di “approfondimento”: mostreranno l'argentino in posizione regolare (ed è vero) ma forse dimenticandosi di documentare che Marquinho, prima di servire il compagno, riceve il pallone quando si trova in chiaro offside.
L'azione, in sostanza, non sarebbe neppure dovuta arrivare a quel punto.
La seconda doppietta ruota attorno a due calci da fermo: il rigore, prima scippato coricandosi su un avversario poi calciato a tutti i costi di persona, da Osvaldo; la trasformazione dal limite di Sansone.
Quando Lamela (il migliore dei suoi) ha riaperto la gara, arriva la definitiva tegola dell'infortunio di Castán e del frettoloso rimescolamento di carte cui costringe il reparto arretrato.
Neppure il tempo di arretrare De Rossi al centro della difesa a tre, la stessa posizione in cui rischiò di provocare disastri contro la Spagna nell'esordio azzurro agli Europei, ed ecco che la sua penosa marcatura su Icardi libera la strada al definitivo 3-1 dell'argentino.
Come ammazzacaffé arriva, poi, l'uscita trionfale di Delio Rossi dopo lo scontro a brutto muso con lo schiocchino.
In questi casi, se si prende un provvedimento disciplinare, non lo si fa in maniera salomonica sanzionando entrambi?
Invece il tecnico viene espulso, mentre nulla rimane sul taccuino in merito al suo interlocutore che, diffidato, avrebbe saltato la sfida contro la Juventus.
Meglio così, da un lato: la sua assenza avrebbe precostituito un alibi per la sconfitta, che invece rischia di arrivare in maniera comunque rovinosa ma senza attenuanti.
La giornata passerà alla cronaca stagionale per le numerose fiammate accese nella polveriera dello spogliatoio di trigoria.
Il rigore tolto da Osvaldo all'intoccabile capitano ha già notevoli potenzialità pirotecniche, soprattutto considerando come è stato calciato.
I coltelli con cui i giocatori rischiano di scannarsi fra di loro vengono, però, soprattutto dalle prestazioni di chi più soffriva la precedente gestione.
Aver promosso Goicoechea perché gioca bene coi piedi rimane una fra le più divertenti barzellette di Zemanlandia: ma lo stesso Sterchelenburg, lasciandosi uccellare in quel modo sul suo palo, non ha dimostrato fondamentali molto più solidi, e la ruggine per il lungo accantonamento c'entra poco.
Il martire di Ostia è rientrato nel ruolo preferito, dove ha avviato l'azione dell'1-0 con un errore in disimpegno per poi perfezionare il tutto con la già citata marcatura da oratorio su Icardi.
Del Johnny Depp della mutua si è detto, e l'atteggiamento neppure troppo turbato dopo un errore del genere completa il quadro.
Che scemo il boemo, insomma, ma forse non aveva solo torti e colpe: e la reazione dei residui pretoriani, al cospetto di cotanta dimostrazione da parte dei suoi ex contestatori, promette di avviare uno sciame sismico.
Poi dicono che i terremoti non si possono prevedere...