noi, ex juventini

[ammiraglio]

facciamo outing, mi sembra la giornata giusta.

ero juventino e divenni laziale gradualmente.
tutto merito di tania (italo australiana) e del suo fidanzato, un po' più grandicelli di noi minorenni e con gli  orari ancora da coprifuoco.
le prime partite allo stadio, regolarmente acocmpagnati da tania e le prime discussioni sui cross di podavini.
il passaggio ad una nuova vita avvenne grazie alla lazio del meno nove.
abbarbicato in curva nord sentivo quei colori sempre più vicini.
decisivo fu un lazio triestina, gol di fiorini che praeggiò un  match divenuto complicato col passare dei minuti.
la salvezza si avvicinava, ma poi ci volle l'urlo di giuliano in quell'afoso lazio vicenza.
intrapresi in pulman i due viaggi napoletani.

la mia zona era nuova, a ridosso dell'eur, piena di verde e con tanti campi per giocare tra un'irrigazione e un'altra.
tante famiglie sopraggiunte da fuori roma, altre che invece si erano mosse da quartieri più storicizzati della capitale.
ricordo che della juve ervamo parecchi, poi c'erano anche un buon numero di napoletani.
la conversione ebbe un alto tasso d'attecchimento, passammo alla lazio in tanti.
i due fratelli carpentieri dell'omonima cartolibreria, i due fratelli paglia (uno divenne attore).
e poi maurizio, dario e vincenzo.
senza contare il clan degli africani che giocava a pallone sui prati con noi, tutti figli di dirigenti fao eo  di diplomatici.
ricordo benissimo chris della tanzania, laziale perso e gran giocatore a centrocampo e james del ghana.
omar, sudanese, invece rimase fedele alla sua fiorentina.
una grande famiglia laziale della zona erano i colaianni, avevano  qualcosa come 5 o 6 figli (tra cui marco e claudio). tutti della lazio e contribuirono all'opera di proselitismo.
la sponda giallorossa era rappresentata dalla famiglia gallotta, 4 figli tutti sfegatati.
mi portai appresso il soprannome pallonaro di "brady" per un po'  di tempo anche se oramai avevo sposato la causa laziale.

[cuchillo]

Non posso fare outing non essendo mai stato juventivo, né di altra squadra prima della Lazio.
Però, ho un caso a me molto molto vicino. Cioè, mio fratello.

E' diventato laziale tardi tardi, a 20 anni.
Voi mi direte, ma si può cambiare squadra a 20 anni? Evidentemente sì.

Per carità, parliamo di un tifoso juventino abbastanza tiepido. Come oggi è tiepidamente laziale.
Però c'è stato un periodo che dai suoi 20 ai suoi 30 anni circa che ha seguito la Lazio anche abbastanza, con almeno 7 anni di abbonamento.

La molla che lo fece diventare laziale credo sia stato l'acquisto di Gascoigne e le prime partite viste allo stadio con una certa continuità, appunto nell'anno 1992-'93, quello, appunto, di Gascoigne, Signori, Fuser e Winter. Oltre ai già presenti Doll e Riedle.

Oggi non è proprio un grande tifoso...Non credo che conosca più di 5/6 giocatori della Lazio, però quando la Lazio gioca a Torino (lui vive là) ci va. Magari anche da solo. Lo scorso anno andò da solo alla semifinale di Coppa Italia. 
Un po' come gli emigranti in Svizzera o in Germania che andavano a vedere le partite dell'Italia. Insomma, più un rito da campanile per tenere saldo il cordone ombelicale con l'amata Città Eterna che non altro. 

[Skorpius]

Io non sono mai stato juventino ma devo fare una confessione:
A 7 anni (1977) vivevo a milano e tutti i miei compagni avevano una maglietta di calcio.. all'epoca li a milano trovavi solo le strisciate (mica è come adesso) e così comprai quella bianconera

[sassoxsasso]

io a 5 anni dicevo: io sono della giuve!

ma c'èra un amichetto più grande che m'imboccava sta frase.

il resto del cortile, eccetto un'altro ragazzino, era giallorosico.

poi papà e zio con tanto amore mi hanno fatto capire dove stava la ragione 

[franz_kappa]

A sei anni, incapace di intendere e volere, simpatizzavo per la juventus. Il fascino della signora (eravamo tra anni Settanta e Ottanta) si faceva sentire. Ma del calcio non mi interessava quasi nulla, a dire il vero.  Non facevo neanche l'album, mi piacevano le figurine degli animali, i libri con le favole Disney illustrate a colori, i 'Micronauti' e i cartoni animati.

A sette anni, dopo aver cambiato scuola (sempre a Roma) sono diventato della Lazio. Blandamente per i primi due tre anni, col veleno dal 1985-86 in poi.

Mi leggevo pure il Messaggero l'estate sotto l'ombrellone per cercare di capire qualcosa dei nostri movimenti di mercato. Ho un flash, a tal proposito: estate 1985, stabilimento di Santa Marinella, credo primo pomeriggio. Un solo nome, evocativo: FONTE.

Non so dirvi altro.

[Andre]

sempre stato biancoceleste

ma se la vicenda Paparelli fu la pietra angolare del mio antiromanismo, i clacson a percussione dopo la finale di Coppa Campioni ad Atene costruirono il muro portante ... non tanto perchè perse la juve ma perchè fu sconfitta una squadra italiana ...

[giggio]

A me lo ha confessato dopo parecchi anni mio padre, pieno di vergogna, tifoso juventino fino ai 6-7 anni per boniperti ancora lo prendo in giro

[Ataru]

no, juventino per convenienza (mio padre seguiva molto poco il calcio, quindi mi aggregavo ad un amico di famiglia per andare allo stadio: ho fatto diverse "trasferte" a torino, pur di vedere giocare a pallone) fino a 17 anni. Cominciai a seguire la Lazio nell'89-90, prime due partite allo stadio i due derby, trascinato da un amico di mio fratello: stesso risultato, stessi marcatori (e due rigoripaarioma, come te sbagli?), poi qualche partita all'olimpico e due anni dopo signori e gazza mi hanno fatto innammorare veramente di questi colori.

[bak]

Sono stato un anno del Cagliari, prima ancora del Toro. Diventai Laziale nel 71, quando la squadra era ancora in B, più che altro per ripicca verso i comportamenti della torpedo1927 che ci lanciarono contro ogni ben di Dio, quando andai a avedere un pezzenti-Toro.
C'è un mio carissimo amico tifoso juventino, gradualmente ed ineluttabilmente avvicinatosi alla Lazio, nonostante padre e fratello tifino i parassiti.
Anche mio padre, da sempre Laziale aveva grandi simpatie juventine.

[Ataru]

sempre stato biancoceleste

ma se la vicenda Paparelli fu la pietra angolare del mio antiromanismo, i clacson a percussione dopo la finale di Coppa Campioni ad Atene costruirono il muro portante ... non tanto perchè perse la juve ma perchè fu sconfitta una squadra italiana ...

figurati che all'epoca ero juventino, l'anno dopo risi per una settimana, mai vendetta fu consumata meglio

[ammiraglio]

proprio ieri, con franz, ci ha raggiunto phil woods, noto juventino di questi fora e ameno bassista.
ci ha raccontato della sua opera di facilitazione dei due figli verso i colori laziali.
il rischio di veder crescere, in questa città, i due pargoli con i vessilli giallorotti c'era, eccome.
il tutto è stato scongiurato.

[sassoxsasso]

io a 5 anni dicevo: io sono della giuve!

ma c'èra un amichetto più grande che m'imboccava sta frase.

il resto del cortile, eccetto un'altro ragazzino, era giallorosico.

poi papà e zio con tanto amore mi hanno fatto capire dove stava la ragione 

perdonateme...... m'è scappato l'apostrofo

[NV]

sono del '70, andavo allo stadio da prima di nascere (in pancia di mia madre), l'ondata del '74 per me è stata lunga, interrotta solo dal maledetto scandalo scommesse.
sempre andato con papà in sud, poi primo abbonamento in nord a 12 anni, battesimo Lazio - como 0-0.
ho avuto solo uno sbandamento, il Lanerossi Vicenza di filippi, cerilli, guidetti e paolorossi, sanato poi in modo inequivocabile:

Lazio - L.R. Vicenza    4-3    
3' Giordano, 18' P. Rossi (LR) rig., 21' Giordano,
40' Guidetti (LR), 41' P. Rossi (LR),
47' Garlaschelli, 87' Giordano rig.

per il resto, solo affetto per il toro e per il genoa, ammirazione per la samp.

[bak]

ho avuto solo uno sbandamento, il Lanerossi Vicenza di filippi, cerilli, guidetti e paolorossi, sanato poi in modo inequivocabile:

Di gran lunga la squadra più bella che vidi giocare all'Olimpico. Per Giambattista Fabbri, dopo quella partita, ho una venerazione

[ammiraglio]

a proposito di bruno giordano.
lo vidi allo stadio in un lazio juventus finito 3 a 3 se non erro.
la laizo era già retrocessa da un bel po'.

fui contento di averlo  visto dal vivo, straordinario talento e un calcio verso la rete velocissimo per esecuzione.
stavo in curva sud e in quella zona c'erano sia laziali che juventini tutto abbastanza mischaiti.

[Iker]

Io sono diventato laziale per merito di mio fratello maggiore, a sua volta influenzato da uno zio acquisito e dai due figli - i miei cugini- lazialissimi . Unici in una famiglia molto estesa, mio padre ha 7 fratelli, di peperoni ; la maggior parte dei quali tiepidissimi. Di quelli che só daaa roma perchè so' de roma.
Ci fu un momento in cui , all'etá di 7/8 anni in cui, investito da un bambino con la bicicletta della Lazio, divenni di quella che all'epoca consideravo, ma non mi chiedete perchè, la mia seconda squadra : l'Atalanta.
Fui neroazzurro per una stagione buona anche se a quell'età, a dire il vero, il calcio lo seguivo molto poco. Tornai in me l'anno successivo; di lì poco ci fu la stagione degli spareggi per non retrocedere in C che ricordo come fosse ieri; poi il mio primo abbonamento allo stadio nell'anno della promozione.
Da allora vedo solo biancoazzurro. Nessuna simpatia per nessun altra squadra. Ho provato ad affezionarmi a qualche equipo qui in Spagna - il Valencia in particolare visto che arrivai più  o meno nel periodo di Corradi e Fiore- , ma ho capito subito che non me fregava una mazza.
 


 

[FirUds]

ci ha raccontato della sua opera di facilitazione dei due figli verso i colori laziali.

 
E, da quando ho loro concesso il turpiloquio selettivo (del genere che, nel caso di martellata sul dito, la parolaccia è non solo ammessa, ma necessaria) dovreste sentire come parlano dei riommòli, da stare ad ascoltarli per delle ore...

[mrmoto]

Irlandese, cresciuto a Roma, a sei anni tifavo Juve per via di un certo Liam Brady (81-82). Gradualmente mi sono innamorato della squadra per cui simpatizzavo, e viceversa ho iniziato a detestare gli juventini. Per natura vado un po' contro corrente, odio i prepotenti e adoro i deboli (inteso come quelli che hanno le spalle contro il muro). E poi vogliamo parlare del celeste?

[ammiraglio]

non ho capito, ma tu sei veramente irlandese? e di dove? tks.

[Centurio]

 
E, da quando ho loro concesso il turpiloquio selettivo (del genere che, nel caso di martellata sul dito, la parolaccia è non solo ammessa, ma necessaria) dovreste sentire come parlano dei riommòli, da stare ad ascoltarli per delle ore...

Si, ma tu quando sei diventato Laziale?