Autore Topic: Integralismo in Kosovo  (Letto 6383 volte)

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Offline AlenBoksic

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Re:Integralismo in Kosovo
« Risposta #40 : Lunedì 11 Marzo 2013, 09:00:51 »
In merito alla richiesta dei bosniaci di America che sia annullato il dibattito nell’ONU sul Tribunale penale internazionale dell’Aja, il presidente dell’Assemblea generale dell’ONU, Vuk Jeremići ha dichiarato che sta crescendo il nervosismo fra le persone che non vorrebbero che venisse a galla tutta la verità.
 Jeremić ha fatto sapere che è iniziata la fase finale di preparativi per il dibattito pubblico sulla giustizia penale internazionale il 10 aprile, e che lui non bada alle pressioni. “La prima parte del dibattito al quale parteciperanno i membri dell’ONU, sarà una buona occasione per tutti per esporre le posizioni dei loro stati, e quindi anche per la Bosnia ed Erzegovina”, ha dichiarato Jeremic.
L’Associazione di bosniaci nell’America settentrionale ha chiesto alla rappresentante statunitense nelle Nazioni Unite, Susan Rice, di censurare d’urgenza il presidente dell’Assemblea generale dell’ONU Vuk Jeremić e di annullare il dibattito sul Tribunale dell’Aja, indetto per aprile
http://voiceofserbia.org/it/content/jeremic-cresce-il-nervosismo-causa-della-verit%C3%A0
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Re:Integralismo in Kosovo
« Risposta #41 : Lunedì 11 Marzo 2013, 09:08:17 »
Il premier serbo Ivica Dacic ha dichiarato che a Bruxelles non si aspetta pressioni, ma di chiarire se sia possibile trovare una soluzione per il nord del Kosovo. Alla vigilia del colloquio di domani a Bruxelles, lui ha ribadito che, se Pristina non accetterà la proposta di Belgrado per l’Unione di comuni serbi, nemmeno la parte serba accetterà altre soluzioni. “È arrivato il momento di parlare apertamente con i partner europei delle nostre integrazioni europee. La Serbia non cambierà la posizione per ricevere in estate la data per l’inizio delle trattative sull’associazione all’Unione europea, ma questo non significa che rinunciamo alla strada europea”, ha evidenziato ancora una volta Dacic.
Nell’intervista rilasciata al quotidiano Blic, il premier ha rilevato che domani la delegazione serba ripeterà ancora una volta che la proposta di Belgrado è accettabile e che Pristina non ha alcun motivo per rigettarla perché anche in altri statati europei ci sono regioni autonome.
http://voiceofserbia.org/it/content/dacic-non-mi-aspetto-pressioni
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Offline Il lodolaio

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Re:Integralismo in Kosovo
« Risposta #42 : Mercoledì 13 Marzo 2013, 14:25:21 »
Bella foto, 'fanculo al nazionalismo.

Oh vivacchiare...

Offline AlenBoksic

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Re:Integralismo in Kosovo
« Risposta #43 : Lunedì 18 Marzo 2013, 09:09:40 »
Anche dopo nove anni dopo la violenza in Kosovo, la Serbia continua a mettere in guardia la comunità internazionale sulla costante presenza del pericolo della popolazione serba nella provincia meridionale e sulla costante campagna di intimidazione condotta dagli albanesi kosovari. Il premier Dačić così, l’ultima volta che si era rivolto al Consiglio di Sicurezza, ha evidenziato che gli incidenti in Kosovo, elencati anche nella relazione del segretario generale dell’ONU, fanno parte di una campagna bene organizzata diretta sull’intimidazione dei serbi dal Kosovo, con l’obiettivo di attuare la pulizia etnica e di distruggere il patrimonio culturale serbo. In tale occasione Dačić ha ricordato che più di 200mila non albanesi furono scacciati dal territorio del Kosovo dal giugno del 1999, e che l’anno scorso solo 45 serbi sono tornati nella provincia. Nell’ondata di violenza in Kosovo e Metochia, dal 17 al 19 marzo del 2004, furono uccise 19 persone, di cui 8 serbi, mentre 11 albanesi morirono scontrandosi contro le forze internazionali di sicurezza. Sono rimaste ancora due dispersi, e dalle case furono scacciati più di 4mila serbi, furono attaccati anche i monumenti culturali e i beni della Chiesa serbo-ortodossa. In Kosovo e Metochia furono distrutti nel pogrom 35 monasteri della Chiesa, tra cui anche 18 monumenti culturali, come ad esempio il tempio della Vergine Ljeviška a Prizren del XIV secolo. Secondo i dati dell’Eparchia raško-prizrenska della Chiesa serbo-ortodossa, dell’aprile del 2004, il numero complessivo di edifici della chiesa distrutti si aggira intorno ai 100. In Kosovo nei tre giorni del pogrom vennero ferite 954 persone, tra cui 143 di etnia serba e decine di appartenenti delle forze internazionali, i quali si scontrarono con gli albanesi nel tentativo di difendere i serbi e i loro beni.

http://voiceofserbia.org/it/content/nove-anni-di-distanza-dal-pogrom-sui-serbi-kosovo-e-metochia
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Re:Integralismo in Kosovo
« Risposta #44 : Lunedì 25 Marzo 2013, 08:52:26 »
Il premier della Serbia, Ivica Dačić, ha posto la ghirlanda sul Monumento ai defunti appartenenti dell’Esercito di Serbia sul colle Straževica, nel comune belgradese di Rakovica, in occasione del 14° anniversario dell’inizio del bombardamento della NATO nel 1999. Il primo vice premier del Governo, Aleksandar Vučić, ha posto la ghirlanda commemorativa sulla Statua commemorativa ai membri dell’Aviazione di guerra e della difesa aerea di fronte al Comando dell’Aviazione e della difesa aerea nel comune di Zemun, mentre il sindaco di Belgrado, Dragan Đilas, ha reso onore ai defunti impiegati della Radio-televisione di Serbia (RTS) accanto alla Statua commemorativa “Zašto” (Perché), al parco belgradese “Tasmajdan”.
Oggi in Serbia si segna il 14° anniversario dell’inizio dell’aggressione della NATO sull’allora Jugoslavia, quando nell’arco di 79 giorni vennero uccise 2500 e ferite 12500 persone, tra cui 2700 bambini. La decisione sull’aggressione alla Jugoslavia du adottata, per la prima volta nella storia contemporanea, senza l’approvazione del Consiglio di Sicurezza dell’ONU, e l’ordine fu dato all’allora comandante americano delle forze alleate, Wesley Clark, dall’ex segretario generale della NATO Xavier Solana. La Repubblica Federale di Jugoslavia fu aggredita con il pretesto di essere il colpevole per l’insuccesso dei negoziati di Rambouillet e Parigi sul futuro status della provincia del Kosovo e Metochia.
Nel bombardamento vennero distrutte e danneggiate 25mila abitazioni, resi inusabili 470 chilometri di strade e 595 chilometri di ferrovia. Furono danneggiati 14 aeroporti, 19 ospedali, 20 centri sanitari, 18 asili, 69 scuole, 176 monumenti culturali e 44 ponti, mentre 38 furono completamente distrutti. Durante l’aggressione furono eseguiti 2300 attacchi aerei su 995 edifici. Fu distrutto l’un terzo delle capacità elettriche del paese, furono bombardate due raffinerie, quelle di Pančevo e Novi Sad, e le forze della NATO utilizzarono per la prima volta le cosiddette bombe blackout, per la disattivazione del sistema energetico. Il danno complessivo è stato stimato a decine di miliardi di dollari

http://voiceofserbia.org/it/content/14%C2%B0-anniversario-del-bombardamento-della-nato
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Re:Integralismo in Kosovo
« Risposta #45 : Giovedì 4 Aprile 2013, 09:11:14 »
Dacic: l’accordo non c’è, ma non è la fine

Cosciente della gravità del problema, Dacic ha sottolineato che il vicepremier Aleksandar Vucic gli ha offerto le dimissioni, che lui, a quanto ha fatto sapere, ha naturalmente rifiutato. La delegazione della Serbia era unita, e il dialogo era difficile ed estenuante, ha dichiarato Dacic aggiungendo che questa però non è la fine dei negoziati.
Rispondendo alla domanda se l’esodo dell’ottavo girone sarà un ostacolo per la Serbia nell’assegnazione della data per l’inizio delle trattative sull’associazione all’Unione europea, Dacic ha dichiarato che la data non è la cosa più importante, ma che sia diventata una parte del problema, e che quindi dopo i colloqui di ieri la Belgrado ufficiale difficilmente può contare sulla data.
Il premier kosovaro Hasim Taci ha confermato che l’accordo non è stato raggiunto, però ha altrettanto detto che il nuovo girone potrebbe essere organizzato già all’inizio della settimana prossima, se la Serbia accetterà i principi di Pristina.
L’alta rappresentante dell’Unione europea Catherine Ashton, che era l’intermediario nel dialogo, ha comunicato che nell’ottavo girone c’erano diverse proposte sul tavolo, ma che la spaccatura tra Belgrado e Pristina è stretta ma profonda, ed ha fatto sapere che questa era l’ultima volta che lei si incontra ufficialmente con le due delegazioni. La Ashton ha evidenziato che i leaders delle due delegazioni la informeranno nei prossimi giorni, dopo le consultazioni a Belgrado e a Pristina, sulle future decisioni.

Janjic: è stato realizzato il progresso e sono state aperte nuove questioni Ai colloqui di ieri a Bruxelles è stato realizzato il progresso e sono state chiarite numerose questioni, e giudicando dalle dichiarazioni dopo il dialogo sono state aperte alcune nuove questioni, soprattutto quali sono i comuni che fanno parte del nord del Kosovo. Questo significa che sono iniziati i colloqui sul transito nel nord del Kosovo, ha dichiarato per la nostra radio il direttore del Forum per i rapporti etnici Dusan Janjic. Con lui ha parlato la nostra inviata Sladjana Pavic.

Secondo Janjic, Pristina ha già accettato l’unione di comuni.
“A quanto ne so io è stata accettata l’unione di comuni, è problematica la questione della corte d’appello di secondo grado e dell’unità speciale di polizia, su tutto il resto è stato raggiunto il compromesso. L’ostacolo principale è in che modo applicare per il nord del Kosovo l’esperienza dell’Accordo di Erdut con cui la regione serba – Slavonia orientale, è stata pacificamente integrata nella Croazia. È evidente che il nord del Kosovo non può accettare in un giorno la costituzione kosovara”, evidenzia Janjic.

Nella costituzione di Pristina, secondo lui, non esiste l’unione di comuni, e quindi accettando l’unione di comuni Pristina ha fatto un grosso passo. La seconda questione, però, rileva Janjic, è che cosa si intende con potere esecutivo. “La Città di Belgrado è altrettanto un’unione di comuni, e a quanto ne so io, l’Unione di comuni serbi avrà competenze simili a quelle di Belgrado. Quindi il Consiglio esecutivo o un coordinamento non sono contestabili nemmeno secondo la costituzione kosovara”, ha constatato Janjic.

Lui ha valutato che sono inesatte le informazioni che Pristina non ha fatto alcuna concessione. “Al contrario, questo era molto doloroso per Taci, non soltanto nel Parlamento, ma doveva addirittura organizzare una chiamata telefonica pubblica in cui il Dipartimento di Stato lo appoggia e lo convince di accettare il compromesso, assicurandogli la sopravvivenza a capo del governo”.

Il nostro interlocutore è convinto che i colloqui Belgrado – Pristina al livello di esperti, sarà continuato presto, e che sarà trovato un accordo sulle cosiddette istituzioni parallele sull’unione di comuni.

“Quello che Catherine Ashton lascerà in autunni al commissario europeo per l’allargamento Stefan Fule e a Stefano Sannino, direttore generale per l’Allargamento, è l’accordo sulla normalizzazione e il monitoraggio dell’applicazione dell’accordo”, ha fatto sapere Janjic.

Lui non condivide l’opinione della maggior parte di politici che collega la data per le trattative con l’Unione europea esclusivamente con i risultati del dialogo.
“Ci sono tante altre condizioni, prima di tutto il progresso nella lotta contro la criminalità organizzata e la corruzione. Come secondo, la Commissione veneziana insiste sulla modifica della legge sui tribunali. Dunque, molte altre cose sono in gioco oltre il Kosovo”.

Janjic ricorda che nessuno a Bruxelles contesta il grande progresso della Serbia nei negoziati con Pristina, per questo si aspetta che Belgrado riceva una valutazione positiva.

“Non dipende tanto dal Kosovo se la data sarà assegnata. Secondo le informazioni che ho a disposizione, nell’Unione europea è stato raggiunto il consenso politico dieci giorni fa, di dare alla Serbia a giugno l’opinione positiva e l’annuncio della data, che sarà precisata a dicembre. Quindi mi aspetto già a giugno l’inizio dei preparativi per le trattative”, ha sottolineato Janjic

USA: spetta a Pristina determinare autonomia dei serbi

Gli Stati Uniti ritengono che Pristina deve prendere la decisione sulla forma dell’autonomia per i serbi che vivono al nord del Kosovo. Belgrado deve dire chiaramente ai serbi kosovari che è arrivato il tempo che queste questioni siano risolte, ha dichiarato ieri sera la rappresentante per i media del Dipartimento di stato Victoria Nooland.

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Re:Integralismo in Kosovo
« Risposta #46 : Domenica 7 Aprile 2013, 10:51:10 »
Montgomery: UE ha condotto la Serbia verso una scelta impossibile
06. 04. 2013. - 18:31 -- MRS
 
L’ex ambasciatore degli Stati Uniti d’America a Belgrado, William Montgomery, ha valutato che l’Unione europea ha condotto la Serbia dinanzi a una scelta impossibile nel proseguimento del processo d’integrazione all’Unione, imponendole un ultimatum, che è abbastanza sfavorevole per la comunità serba in Kosovo. Indicando che l’UE non ha dimostrato neanche un po’ di comprensione per la Serbia, che si aspetta la data per i negoziati sull’adesione, Montgomery ha valutato che l’accettazione e la reiezione dell’ultimatum porteranno a delle nuove divisioni, agitazioni e instabilità nella maggioranza, al partito più grande e al paese come insieme. Questo non dovrebbe essere il modo in cui l’UE si dovrebbe comportare con un futuro paese membro dell’Unione, ha detto Montgomery nell’intervista al quotidiano “Blic”. Valutando che la data per l’inizio delle trattative con l’UE sia del tutto arbitrario e che serve solo come strumento di pressione nella tattica di negoziazione, Montgomery ha indicato che se la Serbia dovesse ottenere a giugno quella data, non avrà alcuna garanzia di poter essere invitata in futuro ad aderire all’UE. Parlando del ruolo degli USA nelle trattative di Bruxelles, egli ha messo in evidenza che Washington, purtroppo, ha continuato la sua lunga politica di appoggio a Priština. La conseguenza di tale accesso unilaterale è che il leader delle istituzioni albanesi Hasim Tači non era mai messo veramente sotto la pressione di fare delle concessioni maggiori.

http://voiceofserbia.org/it/content/montgomery-ue-ha-condotto-la-serbia-verso-una-scelta-impossibile

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Re:Integralismo in Kosovo
« Risposta #47 : Martedì 9 Aprile 2013, 10:08:24 »
Comunità internazionale deve reagire

 I rappresentanti dei serbi che vivono al nord del Kosovo hanno chiesto alla comunità internazionale di esprimersi chiaramente riguardo alle ultime minacce del premier kosovaro Hashim Taci, il quale ha annunciato che il nord del Kosovo, abitato dai serbi, sarà reintegrato con l’uso della forze e che le istituzioni dello Stato serbo saranno abolite. Dopo la riunione dei rappresentanti delle autorità comunali, di tutti i partiti politici e dei comitati comunali del nord de Kosovo, il capo del distretto di Kosovska Mitrovica Radenko Nedeljkovic ha dichiarato che Taci vuole destabilizzare la comunità serba con mezzi psicologici e propagandistici e costringere i serbi ad abbandonare il Kosovo. Noi pensiamo che se non sarà raggiunto un acordo tra Belgrado e Pristina, la questione del nord del Kosovo e del suo intero territorio possa essere risolta soltanto con mezzi pacifici e con le trattative, sotto il patrocinio dell’Unione europea o delle Nazioni Unite, ha dichiarato Nedeljkovic.
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Re:Integralismo in Kosovo
« Risposta #48 : Giovedì 11 Aprile 2013, 08:44:13 »
Nikolic: il Tribunale senza giustizia, ha aggravato la riappacificazione nella regione

 Il presidente della Repubblica Tomislav Nikolic ha criticato severamente il Tribunale penale internazionale dell’Aja al dibattito nelle Nazioni Unite, valutando che quel tribunale non ha aiutato, ma ha solo ostacolato la riappacificazione nell’ex Jugoslavia. Nikolic ha rilevato che il Tribunale ha provocato in un popolo la sensazione che gli è stata resa l’ingiustizia, e in altri il trionfalismo. Dal punto di vista della scienza e dell’etica, i processi dell’Aja sono al livello dell’Inquisizione, e dei processi di Parigi e Mosca, ha valutato Nikolic. Lui ha evidenziato che i processi contro i serbi sono motivati dalla punizione e dalla vendetta, e che la vendetta non può mai essere giustizia. Servizio di Cmilja Vitorovic.

Parlando per primo di 50 rappresentanti di stato che hanno annunciato il discorso, Nikolic ha ricordato che l’intera altezza delle condanne finora espresse ai serbi davanti al Tribunale è di 1.150 anni, mentre i rappresentanti degli altri popoli condannati per i crimini commessi sui serbi hanno ricevuto in tutto 55 anni. Il presidente ha ricordato che i generali croati Mladen Markac e Ante Gotovina sono stati assolti, anche se le truppe croate hanno scacciato più di 300mila serbi dalle terre sulle quali vissero per secoli. Più di 2mila vittime nella Bosnia orientale dove erano attive le forze bosniache sotto il comando di Naser Oric, aspettano la punizione di almeno un aggressore, ha dichiarato Nikolic. Il presidente ha ricordato che i serbi kosovari erano sequestrati in modo organizzato e che gli sono stati estratti gli organi, venduti in seguito sul mercato nero. Sono crimini mai visti nella storia e il Tribunale dell’Aja invece di processarli, ha distrutto le prove. Centinaia di migliaia di scacciati e migliaia di uccisi e sequestrati in Kosovo e Metochia non erano un motivo sufficiente per il Tribunale dell’Aja per punire i comandanti e i membri della cosiddetta UCK, ma durante il processo ha addirittura permesso a Ramus Haradinaj di occuparsi la politica, che è inammissibile e senza precedenti, ha sottolineato Nikolic.
Secondo lui, i verdetti del Tribunale sono deludenti e deprimenti per i serbi, e nei croati e nei bosniaci risvegliano il trionfalismo. I processi dell’Aja, pare, in genere non fanno luce sulla verità e quindi anche la riappacificazione è imposta e insincera. Non si può essere giusti verso gli uni e ingiusti verso gli altri, ha rilevato Nikolic. Lui ha dichiarato che il Tribunale dell’Aja non ha realizzato il fondamentale scopo proclamato – riappacificazione nella regione, e quindi la giustizia internazionale non può avere il futuro, ma soltanto il suo brutto passato. L’unica cosa positiva legata al Tribunale dell’Aja è che adesso è assolutamente chiaro che il modo in cui è stato fondato e il suo lavoro, hanno dimostrato che non si deve mai più fare così, ha rilevato il presidente. Ricordando la cooperazione di Belgrado con il Tribunale, Nikolic ha fatto sapere che la Serbia ha estradato 46 accusati, tra cui diversi alti funzionari politici e militari. Lui ha evidenziato allo stesso tempo, che i serbi come vittime non compaiono quasi mai nei processi del Tribunale dell’Aja. Qualcuno sta tentando di creare le basi per la costatazione che la parte serba ha commesso crimini bestiali, mentre gli altri stavano con le mani in mano, e facevano opere umanitarie, ha rilevato Nikolic. Come un esempio della più grave trasgressione dei diritti umani degli accusati, il presidente della Serbia ha sottolineato il caso del leader del Partito radicale serbo Vojislav Seselj il quale è in detenzione da ormai 11 anni, senza precedenti nella storia mondiale, e il processo non inizia perché la procura non era in grado di procurarsi delle prove per un accusa inventata e infondata. Nikolic ha lanciato un appello al Tribunale e alle Nazioni Unite di permettere ai condannati di scontare la pena nei loro paesi. La Serbia garantisce che i serbi condannati nel Tribunale dell’Aja non avranno benefici, ed è pronta ad accettare il monitoraggio internazionale, ha evidenziato il presidente della Serbia
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Re:Integralismo in Kosovo
« Risposta #49 : Martedì 16 Aprile 2013, 10:26:05 »
Il trentatrenne serbo Aleksandar Petrovic ha dichiarato all’agenzia Tanjug che oggi alle ore 13 nel suo villaggio Grabac, nei pressi di Klina nel Kosovo occidentale, 1e persone ignote hanno sparato contro di lui dalle armi da fuoco. L’incidente è accaduto sul pascolo, vicino alla pompa che usano i profughi serbi che vivono in questo villaggio. Contro di me è stato sparato dal bosco nel quale precedentemente ho sentito albanesi che gridavano. Per fortuna non sono stato colpito, ha detto Petrovic. Nel villaggio di Grabac vivono 25 profughi serbi. Questo è il secondo incidente di questo tipo negli ultimi cinque giorni a Metochia. Giovedì scorso a Istok, nei pressi di Pec, le persone ignote hanno sparato dal mortaio contro la casa di Zarko Djuric.
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