Autore Topic: Essere Laziale e' un'eccitante trasgressione (dal Corriere dello Sport del 26.01  (Letto 2513 volte)

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Offline AlenBoksic

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Essere Laziale e' un'eccitante trasgressione (dal Corriere dello Sport del 26.01.2013 - edizione romana)

di Alessandro e Filippo Piperno
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Il "Corriere dello Sport-Stadio" mi ha chiesto di farti qualche domanda sulla Lazialità. Non vorrei ti montassi la testa, siamo qui più per le tue glorie letterarie (si fa per dire), che non per le competenze calcistiche.

«Dopotutto la Lazialità è un'esperienza letteraria, non certo calcistica».

Nel senso?

«Neanche Dumas si sarebbe sognato, scrivendo il romanzo della Lazio del primo scudetto, di far morire Maestrelli e Re Cecconi (in quel modo poi), far partire Chinaglia per l'America, implicare la società nel calcio-scommesse, mandarla in B. Far sbagliare a Stefano Chiodi il rigore decisivo per la risalita in A, neanche a dirlo, all'ultimo minuto».

Già, proprio quel Chiodi che veniva da un'incredibile striscia positiva di rigori realizzati. Quella volta il cecchino sbagliò: il nostro primo nitido ricordo calcistico.

«Sì abbiamo esordito allo stadio con un rigore sbagliato all'ultimo minuto per tornare dalla serie B alla serie A».

Di sicuro la nostra generazione di laziali si è formata tra i cadetti. Come a West Point.

«Non c'è dubbio. Ancora oggi la formazione della Lazio del mio cuore è quella del primo ritorno in A. Campionato 82-83: Orsi, Podavini, Saltarelli, Velia, Miele, Perrone, Ambu , Manfredonia, Giordano, D'Amico, Badiani».

Hai detto: primo ritorno. Perché negli anni '80 ve ne fu anche un secondo con Fascetti, dopo aver sfiorato la catastrofe dei -9.

«Gli anni '80 sono lo scotto che la Lazio paga per aver osato sfidare gli dei con la vittoria di Maestrelli e della sua incredibile picaresca banda di buoni giocatori trasformati per incanto in campioni. Tutto questo ti forma il carattere. Un laziale impara che vivere significa camminare a pochi centimetri dall'abisso. Nel caso specifico, noi fummo salvati sull'orlo del precipizio da figure leggendarie come Fabio Poli o Giuliano Fiorini che oggi mi appaiono come Eroi dello Sport. Commoventi come Dorando Pietri. E, se mi consenti la tirata puritana, decisamente più onesti di Armstrong e soci».

D'altra parte, per restare all'epica, gli Eroi sono quasi sempre figure tragiche...

«Be', in quegli anni gli Eroi non erano solo i calciatori».

Stai parlando di noi, dei tifosi?

«Magari Eroi è un po' troppo. Ma di certo, per un adolescente, essere Laziale a Roma è un'esperienza estrema. Un'eccitante trasgressione. Un'ostentazione di originalità. Lo è oggi, ma lo era soprattutto negli anni '80. Ero il solo laziale in una classe di trenta ragazzi. Ricordo il derby pareggiato con doppietta di D'Amico: uno scontro tra Davide e Golia. Immagino che ancora oggi, che le cose vanno decisamente meglio, uscire indenni dalle forche caudine di una scuola elementare, dove vige il pensiero unico, non sia semplice. Eppure, per quel che mi riguarda, la Lazialità è stata un'esperienza formativa straordinaria. E' una delle poche cose di cui sono orgoglioso. E la sola su cui mi sento di fare della retorica».

Be', dai, quale tifoso non è orgoglioso della propria squadra...

«A dispetto di quel che normalmente si pensa, l'orgoglio ha senso solo se coltivato privatamente. Se lo ostenti diventa triviale e insincero: come certe forme un po' grottesche di patriottismo. Del resto, i veri libertini non vanno in giro a raccontare le loro scopate. Questo vale anche per l'orgoglio di essere laziali. Che è parte integrante della mia interiorità. Uno state of mind, direbbero gli inglesi. Ecco perché non vado pazzo per la Lazio "stile Di Canio". La mia Lazio è una squadra signorile e autoironica. E' sobria e un po' blasé. Aristocratica anche nei suoi colori sociali. Hai presente certe giornate romane d'inverno: terse, gelide, soleggiate».

Ebbene?

«Quella per me è la Lazio. Una squadra felpata e serafica, mai arrembante o preda di trance agonistica tipo la Juve di Antonio Conte. Prendi Hernanes o Ledesma, lo stesso Klose: persino fisicamente sembrano giocatori anni Cinquanta. Quei tennisti che piacciono tanto a Gianni Clerici. Sono riservati, nessuna cresta variopinta, pochi tatuaggi. Non fanno pubblicità in tv. Credo di averli sentiti parlare un paio di volte in tutto. Non protestano platealmente per un rigore negato, a volte arrivano persino a confessare di aver fatto un fallo».

A proposito di autodenunce, quest'anno stanno persino esagerando con il fair play...

«In effetti!»

Anche la Lazio di Eriksson era un po' così

«lo vedo una linea ideale che lega Maestrelli a Eriksson passando per Mancini fino a Petkovic. E non sto parlando di tattica. E neppure di temperamento. Ma di stile».

Finalemte siamo arrivati al "Generale" Petko. Praticamente Henry Fonda doppiato da Boskov. Un'alchimia perfetta.

«Ma che ti devo dire? Sono pazzo di lui. Mi ricorda certi intellettuali mitteleuropei. Sembra uscito da un romanzo di Joseph Roth. Non mi sorprende che si chiami Vladimir e che sia poliglotta, come Nabokov, uno dei più grandi scrittori del '900».

A parte queste menate letterarie...

«Mi piace la flessibilità tattica e il riserbo nei commenti postpartita».

Per esempio?

«Non cerca scuse per le sconfìtte: tipo lo stato del campo, le avverse condizioni atmosferiche, i rigori negati. A Firenze, nell'ultima partita contro la Fiorentina, nonostante la Lazio abbia subito diversi torti arbitrali, Petkovic ha fatto i complimenti all'avversario, affermando che ha meritato la partita sul campo. E anche l'altro giorno, contro il Palermo, ha sorvolato sul gol valido annullato a Floccari. Inoltre, per giustificare una sconfitta, Petkovic non dà mai la colpa all'incapacità dei suoi giocatori di capire il suo profetico credo calcistico. Accusa sempre se stesso».

L'autoflagellazione: anche questo è molto laziale?

Direi di sì. Come tutte le minoranze siamo ipercritici, privi di auto indulgenza, eccessivamente severi con noi stessi. Un giocatore impiega almeno due stagioni per convincerci che vale qualcosa. Ma quando ci innamoriamo è per sempre».

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Offline Centurio

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Re:Essere Laziale e' un'eccitante trasgressione (dal Corriere dello Sport del 26.01
« Risposta #1 : Lunedì 28 Gennaio 2013, 12:04:14 »
bellissimo articolo. Bella sorpresa, considerando da quale giornale viene.
sine pennis volare haud facile est

Offline BobLovati

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Re:Essere Laziale e' un'eccitante trasgressione (dal Corriere dello Sport del 26.01
« Risposta #2 : Lunedì 28 Gennaio 2013, 12:06:04 »
Essere Laziale e' un'eccitante trasgressione (dal Corriere dello Sport del 26.01.2013 - edizione romana)

di Alessandro e Filippo Piperno
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«A dispetto di quel che normalmente si pensa, l'orgoglio ha senso solo se coltivato privatamente. Se lo ostenti diventa triviale e insincero: come certe forme un po' grottesche di patriottismo. Del resto, i veri libertini non vanno in giro a raccontare le loro scopate. Questo vale anche per l'orgoglio di essere laziali. Che è parte integrante della mia interiorità. Uno state of mind, direbbero gli inglesi. Ecco perché non vado pazzo per la Lazio "stile Di Canio". La mia Lazio è una squadra signorile e autoironica. E' sobria e un po' blasé. Aristocratica anche nei suoi colori sociali. Hai presente certe giornate romane d'inverno: terse, gelide, soleggiate».


100%
Laziale, Ducatista e fiumarolo

Siamo noi fortunati ad essere della Lazio, non la Lazio ad avere noi

“LA MOGLIE DI CESARE DEVE NON SOLO ESSERE ONESTA, MA ANCHE SEMBRARE ONESTA.”

ThomasDoll

Re:Essere Laziale e' un'eccitante trasgressione (dal Corriere dello Sport del 26.01
« Risposta #3 : Lunedì 28 Gennaio 2013, 12:08:18 »
«Quella per me è la Lazio. Una squadra felpata e serafica, mai arrembante o preda di trance agonistica tipo la Juve di Antonio Conte. Prendi Hernanes o Ledesma, lo stesso Klose: persino fisicamente sembrano giocatori anni Cinquanta. Quei tennisti che piacciono tanto a Gianni Clerici. Sono riservati, nessuna cresta variopinta, pochi tatuaggi. Non fanno pubblicità in tv. Credo di averli sentiti parlare un paio di volte in tutto. Non protestano platealmente per un rigore negato, a volte arrivano persino a confessare di aver fatto un fallo».

Anche questo è vero.

Offline Eagles71

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Re:Essere Laziale e' un'eccitante trasgressione (dal Corriere dello Sport del 26.01
« Risposta #4 : Lunedì 28 Gennaio 2013, 12:10:19 »
ecco.

ecco perchè io ieri mattina a freddo ho scritto "grazie lo stesso maglia biancoceleste" ci vediamo martedì !
ecco perchè quando perde è inutile venire a sbraitare  a dare colpa a quello e a questo...ecco perchè la Lazio adoro vedermela da solo,
la mia Lazialità è questa qui, figlia di quegli anni, quando andavo a vederla mano nella mano a mio padre a Cesena, a Bologna, a Parma, a Rimini e i sabati di Pasqua a Roma, all' Olimpico l' abbacchio de nonna e allo Stadio...

Lazio, grazie di esitere.

PS
non vuole essere un' accusa a nessuno, per carità, le patenti non le ho mai date...ma questo articolo è strepitoso per quanto mi raffigura.

il razzismo ci fa schifo, Forza Lazio è il nostro tifo!

POMATA

Re:Essere Laziale e' un'eccitante trasgressione (dal Corriere dello Sport del 26.01
« Risposta #5 : Lunedì 28 Gennaio 2013, 12:12:32 »
VINCEMMO SCEGLIENDO DI NON ESSERE LORO... ;)

ThomasDoll

Re:Essere Laziale e' un'eccitante trasgressione (dal Corriere dello Sport del 26.01
« Risposta #6 : Lunedì 28 Gennaio 2013, 12:13:56 »
E' un ritratto fatto da uno scrittore, di artifici se ne possono usare tanti, ma dubito che Piperno assista a una partita come Lazio-Chievo, per fare un esempio recente, senza scomporsi. Io non stento a riconoscermi nelle sue parole e chi mi conosce sa che allo stadio sono una specie di ghiacciolo che se potesse parlerebbe con la erre moscia, ma al gol di Paloschi ho tirato un porcoxxx che si è sentito a tre isolati di distanza. Il tifoso laziale è tutto quello che ha detto Piperno, in prevalenza, ma quando è lunedì. La domenica sera scotta, come tutti i tifosi.

Offline Eagles71

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Re:Essere Laziale e' un'eccitante trasgressione (dal Corriere dello Sport del 26.01
« Risposta #7 : Lunedì 28 Gennaio 2013, 12:18:14 »
E' un ritratto fatto da uno scrittore, di artifici se ne possono usare tanti, ma dubito che Piperno assista a una partita come Lazio-Chievo, per fare un esempio recente, senza scomporsi. Io non stento a riconoscermi nelle sue parole e chi mi conosce sa che allo stadio sono una specie di ghiacciolo che se potesse parlerebbe con la erre moscia, ma al gol di Paloschi ho tirato un porcoxxx che si è sentito a tre isolati di distanza. Il tifoso laziale è tutto quello che ha detto Piperno, in prevalenza, ma quando è lunedì. La domenica sera scotta, come tutti i tifosi.

ma infatti è così caro Th, io quando perde stacco tutto, e il calcio non esiste, è troppo forte e brutto il pensiero che la Lazio ha perso che lo isolo.
Non esiste che la Lazio perda.
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Offline NoSurrender

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Re:Essere Laziale e' un'eccitante trasgressione (dal Corriere dello Sport del 26.01
« Risposta #8 : Lunedì 28 Gennaio 2013, 12:40:21 »
TD, Piperno parla della Lazio, soprattutto, come squadra "felpata". Non dei tifosi.

I suoi laziali (che poi siamo tutti noi) sono quelli che "trasgrediscono" non adeguandosi ad un pensiero unico che a Roma viene quasi indotto a forza di propaganda. E sono così snob da vivere il tutto come una esperienza intima e non urlata o esibita. Essere della Lazio diviene una parte integrante dello psichismo. Siamo individualisti più che massificati come il predatore solitario e difficilmente addomesticabile (basta vedere che ha combinato Olympia l'altra sera  :D ) che ci rappresenta.

Poi certamente urlare, sentirsi male, godere, agitarsi durante una partita ci sta.
Le emozioni sono emozioni, tanto più per chi ha così profondamente interiorizzato una passione.
"No retreat, baby, no surrender"


Offline DinoRaggio

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Re:Essere Laziale e' un'eccitante trasgressione (dal Corriere dello Sport del 26.01
« Risposta #9 : Lunedì 28 Gennaio 2013, 12:54:43 »
L'autoflagellazione: anche questo è molto laziale?

Direi di sì. Come tutte le minoranze siamo ipercritici, privi di auto indulgenza, eccessivamente severi con noi stessi. Un giocatore impiega almeno due stagioni per convincerci che vale qualcosa. Ma quando ci innamoriamo è per sempre».
Questo pure è vero. Mi è piaciuto il riferimento ai giocatori Laziali col fisico anni '50, forse è per questo che corriamo poco.  ;D
E ra gisumin all'ùart!

La serie A è un torneo di limpidezza cristallina, gli arbitri non hanno alcunché contro la Lazio e si distingueranno per l'assoluta imparzialità, non ci saranno trattamenti di favore o a sfavore nei confronti di alcuno. Sarà un torneo di una regolarità esemplare. (19-8-2016)

ThomasDoll

Re:Essere Laziale e' un'eccitante trasgressione (dal Corriere dello Sport del 26.01
« Risposta #10 : Lunedì 28 Gennaio 2013, 12:57:13 »
(è evidente che l'ottimo Piperno non era un rejano...  ;D)

Offline Andre

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Essere Laziale e' un'eccitante trasgressione (dal Corriere dello Sport del 26.01
« Risposta #11 : Lunedì 28 Gennaio 2013, 13:05:44 »
«Quella per me è la Lazio. Una squadra felpata e serafica, mai arrembante o preda di trance agonistica tipo la Juve di Antonio Conte. Prendi Hernanes o Ledesma, lo stesso Klose: persino fisicamente sembrano giocatori anni Cinquanta. Quei tennisti che piacciono tanto a Gianni Clerici. Sono riservati, nessuna cresta variopinta, pochi tatuaggi. Non fanno pubblicità in tv. Credo di averli sentiti parlare un paio di volte in tutto. Non protestano platealmente per un rigore negato, a volte arrivano persino a confessare di aver fatto un fallo».

Anche questo è vero.

Che bello
da qualche parte la Lazio è in vantaggio (V.)

Offline Matita

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Re:Essere Laziale e' un'eccitante trasgressione (dal Corriere dello Sport del 26.01
« Risposta #12 : Lunedì 28 Gennaio 2013, 13:08:27 »
Bellissimo articolo.

Condivido.
Si er papa te donasse tutta Roma
E te dicesse lassa anna’ chi t’ama
 je diresti:  Si sacra corona
Val piu’ l’opinione mia che tutta Roma

Vulgus veritatis pessimus interpres.
Lotito deve fa' come dico io (quito cit.)

Offline Sca

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Re:Essere Laziale e' un'eccitante trasgressione (dal Corriere dello Sport del 26.01
« Risposta #13 : Lunedì 28 Gennaio 2013, 13:11:05 »
Ho letto questa intervista sabato ar bare mentre che me incornettavo con fare e rumori di dubbio gusto.

"A dispetto di quel che normalmente si pensa, l'orgoglio ha senso solo se coltivato privatamente. Se lo ostenti diventa triviale e insincero: come certe forme un po' grottesche di patriottismo. Del resto, i veri libertini non vanno in giro a raccontare le loro scopate. Questo vale anche per l'orgoglio di essere laziali".

Questo per me è il cuore.
Aggiungo io, a dispetto dei tanti appelli a ostentare: "tirate fuori 'ste sciarpe", "mettete le bandiere", ecc.
Ma io faccio quello che la mia sensibilità mi fa fare. Niente tute ufficiali e passeggiate al centro commerciale sabato pomeriggio, "amo', aspetta che entro da tezzzenis... eddaje, du' minuti".
Si scopa, in silenzio.
--> Auditorium --> Zoo

ThomasDoll

Re:Essere Laziale e' un'eccitante trasgressione (dal Corriere dello Sport del 26.01
« Risposta #14 : Lunedì 28 Gennaio 2013, 14:19:05 »
Possiamo raccontarla come un'eccitante trasgressione, ma non è proprio così, anche perché si diventa tifosi da bambini, quando della trasgressione non si sa niente di niente. E' da grandi che si spaccia per trasgressione quello che, per forza di cose, è un gesto anticonformista. Non dettato propriamente da spinte antiomologazione ma dovuto in genere all'imprinting dei parenti o degli amici, salvo il caso, recentemente tornato d'attualità, di una squadra in grado di catturare l'immaginario di un piccolo che si accosta al calcio.

Esiste tutta una geografia di rapporti sociali che entrano in ballo, dunque il fatto di dover gestire la mancata adesione a un modello d'omologazione porta a un cambiamento personale notevole. Al fatto di imparare a sopportare di non essere come gli altri. Vi siete mai chiesti il perché dell'attaccamento alla squadra numericamente molto maggiore tra i laziali? Siamo meno ma allo stadio siamo in proporzione molti di più.

Questo racconta altro, una capacità di resistere ma anche di testimoniare la propria lazialità che ci ha spinto a riempire lo stadio in ogni fessura disponibile per una gara che ci ha fatto conquistare gli spareggi per evitare la serie C. Cosa che non riuscirebbe ad altri ben più numerosi. Questo significa che belli, nobili, felpati, eleganti eccetera, siamo innervati da un grande attaccamento ai valori der clebbe e facciamo di continuo (anche Piperno) riferimento a questi valori.

E' una tifoseria molto identitaria, la nostra, tanto che perde anche interesse a certe dispute interne se vanno oltre un certo livello di virulenza, e non parlo dello scontro tra pro e anti lotitiani quanto delle discussioni, per esempio, sulla politica allo stadio o sul razzismo di parte della curva.

Ci sono valori precisi condivisi da un gruppo consistente di persone, saranno 100-150.000. Questa condivisione viene fuori col tempo, con una crescita graduale, mentre l'adesione ai colori avviene alle elementari. Quindi siamo trasgressivi a valle di questo sistema di scelte, che non vengono fatte per trasgressione. Magari accade il contrario, con le Ferilli che da laziali diventano romaniste per essere mainstream e risultare giuste. Noi siamo dalla parte del torto, ma solo per il fatto di essere di meno. Per il resto, chi onora il calcio a Roma siamo noi, per quel modo di essere felpati e riservati di cui si parlava, con il giusto paragone ai gesti bianchi di Gianni Clerici.

Basta pensare a Bob Lovati, a Nicola Pietrangeli, al povero Ugo Longo, a Renzo Nostini...

Online Breizh

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Re:Essere Laziale e' un'eccitante trasgressione (dal Corriere dello Sport del 26.01
« Risposta #15 : Lunedì 28 Gennaio 2013, 14:29:07 »
Alessandro Piperno dovrebbe essere un "Biancoceleste" (un orger, voglio dire) onorario.

GMar

Re:Essere Laziale e' un'eccitante trasgressione (dal Corriere dello Sport del 26.01
« Risposta #16 : Lunedì 28 Gennaio 2013, 15:41:03 »

Questo articolo mi ha troppo entusiasmato: tre pennellete ed ecco qua il meglio del meglio del sentirsi Laziale: orgoglio, signorilità e sobrietà, eroismo, opposizione al pensiero unico, destino e predestinazione, estasi e disperazione tanto intense quanto intime, la differenza con gli altri (neanche nominati, non ce n’è bisogno), autoironia...
In come si descrive ritrovo tanto di me e dei Laziali che conosco!

PS ... che poi, solo se sei un genio e sei della Lazio puoi scrivere una cosa come questa:
"... Eppure, per quel che mi riguarda, la Lazialità è stata un'esperienza formativa straordinaria. E' una delle poche cose di cui sono orgoglioso. E la sola su cui mi sento di fare della retorica."

OT Avuta la soffiata dell'articolo, sabato ho contravvenuto ad una delle due regole ferree (che riesco ad osservare, peraltro, senza alcuna fatica) che mi impediscono di comprare Repubblica e CdS: AP, se ci leggi ti invito a scegliere un po' meglio le testate su cui pubblicare i tuoi godibili interventi...

darienzo

R: Essere Laziale e' un'eccitante trasgressione (dal Corriere dello Sport del 26.01
« Risposta #17 : Lunedì 28 Gennaio 2013, 16:55:21 »
Ad esempio, dove doveva andare l'intervista?

Mazzola

Francamente...non vedo né ho mai visto tutta 'sta "nobiltà" nell'essere della Lazio.
Mi dà tanto, e sempre, l'idea dello "Stile Juventus"  che non si è mai capito cosa è (forse il fatto che facevano tagliare i capelli ai nuovi acquisti negli anni '70) e che non hanno mai avuto.

Ma forse dipende dal fatto che non ho vissuto da ultimo dei Mohicani, anzi unico dei Mohicani quando ero ragazzo.

POMATA

Francamente...non vedo né ho mai visto tutta 'sta "nobiltà" nell'essere della Lazio.
Mi dà tanto, e sempre, l'idea dello "Stile Juventus"  che non si è mai capito cosa è (forse il fatto che facevano tagliare i capelli ai nuovi acquisti negli anni '70) e che non hanno mai avuto.

Ma forse dipende dal fatto che non ho vissuto da ultimo dei Mohicani, anzi unico dei Mohicani quando ero ragazzo.

Siamo nobili nella radice, poi trovi anche qualche romanista-style tra di noi, ma pochissimi ;D