www.corrieredellosport.itLazio ferma da 53 giorni: sono tutti rimasti a Roma in attesa di tornare a correre verso lo scudetto. Il presidente comincia a vedere la luce Un lavoro duro, faticoso, condotto con la solita ostinazione e altrettanta schiettezza, senza farsi mancare tensioni e confronti, per non dire scontri, con altri presidenti di Serie A. Claudio Lotito, da subito, è stato in prima linea con un chiodo fisso, sino a pochi giorni fa contestato e classificato solo per interessi legati alla classifica. Invece no. Non conterà arrivare al primo posto, al secondo o al terzo. Dentro la ripartenza e il salvataggio del campionato si nascondeva l’integrità del sistema calcio, vicino al default, e di conseguenza il modello rappresentato anche dalla Lazio, figlia delle idee, del merito, di una gestione oculata e con il bilancio sempre vicino al pareggio.
Non a caso
Lotito ha appena cominciato a parlare con la squadra (e ancora deve trattare nell’autentico senso del termine): il possibile (non sicuro) taglio degli stipendi dipenderà e verrà determinato dalle perdite e da quanto le tv non pagheranno rispetto all’importo previsto per l’ultima rata dei diritti. Ecco perché l’unanimità raggiunta martedì dalla
Lega, decisa a ribadire l’esigenza di portare a termine la stagione, martedì lo ha reso raggiante. La
Serie A finalmente compatta e allineata su una posizione che aveva espresso a metà marzo, quando l’epidemia non sembrava concedere spiragli. Ieri si è aggiunta l’apertura del ministro Spadafora, non ancora decisiva, ma significativa. Un passo avanti verso la ripresa, che dovrà passare necessariamente attraverso la caduta dei divieti posti il primo aprile dal Governo. Il prossimo DPCM, in cui si affronterà anche il tema dello sport, è atteso nel week-end.
Lotito confida nel via agli allenamenti a partire dal 4 maggio. La
Lazio, come si sa, è pronta da tempo. Già un mese fa il presidente aveva ipotizzato e disegnato con lo staff medico una strategia relativa a un ritiro nel centro sportivo di
Formello, sanificato dalle sue aziende di pulizie (sono le stesse che operano allo Spallanzani e al reparto Covid del Policlinico di Tor Vergata). La
Lazio, come tutti gli altri club di
Serie A, si atterrà al protocollo stabilito dalla commissione medico scientifica della Federcalcio.