Il poggiaculo

[cuchillo]

Non c’è stadio, non c’è partita, non c’è Lazio senza il Santo Poggiaculo.
30 anni di stadio, da Lazio-Reggiana 3 a 3 che determinò l’esonero di Roberto Clagluna alla prossima che verrà, mai una sola volta l’abbiamo dimenticato.
È il nostro irrinunciabile rito. Nostro, perché quando parlo di stadio non posso che parlarne al plurale: “mio cuggino e io”. Non esiste ipotesi di stadio che non ci veda assieme.
Il rito consiste nell’accaparrarsi due copie a testa del giornalino da stadio. Un tempo era tutto un florilegio di poggiaculo: da “Lancio” a “Momento Lazio” da “Noi laziali” a “La voce della Nord” (ma quest’ultimo temo fosse a pagamento, però).
Oggi, una malinconia infinita. C’è solo “Città celeste” di Stefano Benedetti.
Ci assicuriamo due copie a testa, dicevo. Una copia è destinata a poggiare le natiche. Ovviamente, c’è tutta una preparazione, nel senso che prima di sederci, una volta poggiatolo sul seggiolino, gli diamo forma, dimodoché, una volta seduti, le pagine non volino via o non si disperdano. Insomma, lo plasmiamo come si deve, un po’ come Antonio Ligabue con la creta dei cariolanti.
La copia che ci resta, invece, subisce il seguente trattamento. Dalla copia di “mio cuggino” viene strappata la classifica. La leggiamo assieme prima della partita, poi lui la piega in quattro e la infila nella testa della giacca. Uno sguardo d’intesa, poi la solita frase: “se si vince, la leggiamo”. E, in effetti, è ciò che accade sempre, quando si vince. Se si vince – dicevo - dopo il triplice fischio finale, appena alzati dal seggiolino, prima ancora di avvicinarci all’uscita, si prende la classifica e la si rilegge aggiornata, commentando tutto il commentabile. Se si perde o si pareggia malamente, viceversa, mio cuggino la tira fuori dalla tasca della giacca, la strappa in mille pezzi e la lancia per aria.
Ma torniamo alla copia che non funge da poggiaculo, quella destinata alla pigra lettura.
Per molti anni su “Momento Lazio” c’era l’editoriale del compianto Lino Cascioli (insigne latinista). Per cui, inevitabilmente, per anni, la vicendevole esortazione “andiamo a prendere i poggiaculo”, una volta arrivati in prossimità dell’ingresso, divenne “andiamo a prendere i poggiaculo di Lino Cascioli”…Peccato, però, che una volta dicemmo questa frase accorgendoci un decimo di secondo dopo che accanto a noi, sul vialone, c’era proprio il buon Lino…Avrà sicuramente sentito, ma da galantuomo qual era, avrà finto di non intendere.
Ma ne ricordo altri di editorialisti di quei poggiaculo. Un certo Paolo Biagi, per esempio, che aveva puntato Gascoigne. Il titolo di un suo editoriale, lo ricordo ancora, fu: “Sotto la ciccia, niente”. Capirai, guai a chi glielo toccava, Gascoigne, a mio cuggino. Solitamente ci si ferma lì. Non si va oltre la lettura dell’editoriale. E la scena è sempre la stessa, da 30 anni. Finito l’editoriale, si fa un enorme pallottolone, imprecando e gettandolo con violenza sotto al seggiolino al grido di “Ma vaffanculo a Benede’!” (versione odierna). Anche questa è una spia della degradazione culturale del nostro tempo. Un tempo potevamo permetterci il più alto, eminente e (per questo ancor più) liberatorio: “Ma vaffanculo a Linocasciò!”
Lazio-Stadio-Poggiaculo-Classifica: un intrico inestricabile di riti, emozioni, vita, storia.

[POMATA]

In spagna te lo affittano al costo di un euro, è di gomma e lo puoi lanciare al campo secondo l'incazzatura durante la partita, non è leggibile

[rione 13]

belle parole cuchillo.

Io proveniendo da ambienti sotterranei e nondimeno zozzi ho sempre denigrato il poggiaculo.
Roba da fichetti, da signorine, da chi per la Lazio non è neanche disposto a macularsi leggermente le chiappe dei jeans.
Materiale buono per chi segue la Lazio col freno tirato, pensando forse si stare al teatro.
Lo stadio è sporco, lo è sempre stato, prendere o lasciare, vivere o morire.

Da qualche tempo le cose sono cambiate: tra gli amici di gradinata c'è sempre chi, al mio arrivo, mi offre qualche foglio del giornale e io non ho più la forza di rifiutare, mestamente ringrazio e stendo sul seggiolino.
Vecchi ardori sopiti ma jeans puliti!

[cuchillo]

Lo stadio è sporco, lo è sempre stato, prendere o lasciare, vivere o morire.

Hai santamente ragione. Sono sempre stato una fichetta da stadio e non solo.
E' bello tirar fuori tutta la gamma di anime laziali.
Questo era il fine inconfessabile di questo topic.
Il poggiaculo, solo il pre-testo.

[NoSurrender]

A me lo offrono i signori che occupano i seggiolini davanti.
Solo che io sono negata, non lo so mettere e alla fine della partita, a causa di tutta la mia agitazione, finisce che siedo serenamente sulle cacche dei piccioni 

Per questo ho appositi capi spalla da stadio, piumini vecchi, cappottini economici, giubbini di Oviesse e così via.
I pantaloni, specialmente in estate, dopo il match vanno al lavaggio. Per non parlare delle magliette sudate dopo 3 ore di Tevere col sole in faccia.

A tale proposito, per il sole in Tevere è necessario il cappellino con visiera, pena non vedere nulla o procurarsi un crampo al braccio deputato a tenere un pezzo di "poggiaculo" a mo' di visiera sulla fronte.

Quelli che non sono abbonati, nelle giornate soleggiate in Tevere, li riconosco così 

[Reflexblue]

Spesso mi diverto a contare i refusi. Quello di Benedetti è indubbiamente il poggiaculo più attento e professionale, mentre ce n'è uno, del quale non ricordo il nome (è un quartino con la prima dedicata al calcio e le altre tre a sponzo, cinema e automobili), che è semplicemente micidiale: quattro parole, cinque refusi.

[cuchillo]

Quello di Benedetti è indubbiamente il poggiaculo più attento e professionale

Non c'è dubbio. Il sor Zeppola avrà ingaggiato uno scrupoloso correttore di bozze.
Quello che mi diverte di più di quel poggiaculo sono i pezzi di Alen Boksic. Ce lo vedete che dal suo atollo sull'Adriatico invia settimanalmente via e.mail pezzi a Benedetti su partite che non vede?
Detto questo, confermo il giudizio di RB. Ci stanno attenti.

[NoSurrender]

Me che davero leggete quei "giornali"? 

Eppure lo dovrei sapere che ce n'è di gente strana... 

[Teo]

Fino a quando ho cominciato a portare i pargoli allo stadio, l'idea che allo stadio si potesse stare seduti la trovavo inconcepibile, più o meno come stare in piedi sull'aereo. I giornalini da stadio, dopo una fugace lettura, finivano in genere in coriandoli. Oggi, l'abitudine di prelevare una copia dal mucchio è rimasta, fa parte dei gesti rituali dello stadio. In genere, non metto il foglio sotto il culo, lo tengo a portata di mano perché ci sono i numeri di maglia degli avversari (salvo quando porto il piccoletto che se li ricorda tutti).

[salasso]

fino a poco tempo fa ne girava anche un altro mi sembra "fuoriclasse" ma non ne sono certo il direttore è un riommico AM che è ospite  fisso nelle trasmissione di gol di notte

[darienzo]

Il compianto Paolo Biagi con la sua rubrica Tribuna Tevere. Vecchio leone e decano del giornalismo sportivo

[ammiraglio]

poggiaculo fondamentale, diciamolo apertamente: per ogni giornalino ne prendevo almeno due copie.

altro rito è la pipì pre partita.

[darienzo]

Mi pare fosse fratello del grande Alfeo Biagi, altra grande penna.
Questa la chiedo all'insider Ammiraglio: ti ricordi quale era la testata diretta dall'ottimo Pino Rigido?1

[carpelo]

Spettacolare cuchillo, grande penna!

[ammiraglio]

Mi pare fosse fratello del grande Alfeo Biagi, altra grande penna.
Questa la chiedo all'insider Ammiraglio: ti ricordi quale era la testata diretta dall'ottimo Pino Rigido?1

oddio, fratello caro, per caso è fuoricampo?

[jumpingjackflash]

da piccolo ne avevo uno splendido, imbottito biancazzurro  con l'aquila

[ThomasDoll]

(salvo quando porto il piccoletto che se li ricorda tutti).

Quand'è che si iscrive al forum?

[darienzo]

oddio, fratello caro, per caso è fuoricampo?

Sì.  Fuoricampo, grazie!

[rione 13]

poggiaculo fondamentale, diciamolo apertamente: per ogni giornalino ne prendevo almeno due copie.

altro rito è la pipì pre partita.

la pipì merita una discussione a parte.

[fish_mark]

Si, anche io leggevo gli editoriali prima di mettere il foglio sopra il gradino per preservare la pulizia del mio jeans.
Ricordo anche grandi poesie come "Profumo di serie A" apparso la sera di Lazio-Juventus del 1987.

Il mio rito prepartita preferito rimane il Borghetti. Se non lo trovo prima di entrare divento nervoso e comincio a temere il peggio per la nostra Lazio ...