Autore Topic: Razzisti di Busto, il Milan si ritira...  (Letto 2964 volte)

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ThomasDoll

Re:Razzisti di Busto, il Milan si ritira...
« Risposta #20 : Martedì 8 Gennaio 2013, 08:42:53 »
approfondimento interessante
La svastica sul busto

Se si leggono le dichiarazioni dei dirigenti della Pro Patria e del sindaco di Busto Arsizio, i cori razzisti del 3 gennaio contro Kevin Boateng e i giocatori di colore del Milan sembrano dei fulmini saettati inspiegabilmente da un cielo limpidissimo. La narrativa post-incidente si è infatti concentrata sui Quattro Deficienti Allo Stadio Che Hanno Rovinato Tutto e infangato un’oasi pacifica e civile.

Danilo Castiglioni, dirigente del club dei tifosi della Pro Patria, ha detto: «Quello avvenuto ieri è stato un episodio inqualificabile e spero che i quattro deficienti autori dei cori vengano individuati e puniti come meritano». E ancora: «Gli autori dei cori non fanno parte del tifo organizzato della Pro Patria, non penso siano persone che frequentano abitualmente lo stadio». Opinione condivisa anche da un tifoso del Pro Patria Club: «È un gesto da condannare. Gli autori dei cori non fanno parte dei gruppi di tifosi abituali, ma con il loro gesto hanno messo in cattiva luce tutta la città».

Il patron della Pro Patria, Pietro Vavassori, si è sintonizzato sulla stessa linea d’onda: «Innanzitutto preciso che sono stati isolati quei signori che hanno fatto cori razzisti e non sono ultras della Pro Patria: sono persone che non vediamo mai allo stadio, persone che hanno utilizzato questo grande evento per rovinare la festa a tutti, che hanno rovinato la partita contro una delle squadra più prestigiose al mondo».

E Boateng? In fondo, il giocatore del Milan poteva essere più flessibile: doveva stare muto, non frignare, non scagliare la palla in tribuna a «200 all’ora» e continuare a giocare. Il sindaco di Busto Arsizio, Gianluigi Farioli (Pdl), si è lamentato della scarsa professionalità di arbitro e giocatori: «Se questi professionisti avessero svolto il loro ruolo non sarebbe stata rovinata una festa che a quel punto non poteva più continuare. Boateng ha tirato il pallone a 200 all’ora su di un tifoso, e sappiamo tutti che un fallo di reazione di un professionista è sanzionato molto peggio rispetto a un fallo di gioco e che in qualunque altro stadio d’Italia sarebbe stato espulso. Ma se fosse stato al Bernabeu o a San Siro non avrebbe avuto questa reazione impropria». Già.

Il deputato leghista Marco Reguzzoni ha scritto su Facebook:

Citazione
    Boateng lancia a 200 all’ora la palla su un tifoso perchè infastidito da “buuu” e cori sulla fidanzata. Tutta l’informazione contro il razzismo di Busto ??!! Ma quale razzismo, è il gesto di una “mammoletta” che guadagna milioni l’anno e non sa fare il professionista. Busto non è razzista, e chi aveva pagato aveva il diritto di vedersi la partita. Basta con il “politically correct” ad ogni costo!

In pratica, Boateng dev’essere grato ai tifosi per non essersi beccato una banana, come successe a Roberto Carlos in Russia. Francesco Iadonisi, segretario dell’Udc di Busto, sempre su Facebook se l’è presa con i giocatori del Milan, un presunto complotto digestivo e la lingua italiana:

Citazione
    Cari amici Milanisti, vi invito a stracciare gli abbonamenti nel caso ne abbiate, se questi signori dovessero tornare e spero di no, lo stadio li dovrebbe accogliere vuoto. Ieri hanno colto la “palla al balzo” per evitare di giocare, magari ancora appesantiti dal pranzo natalizio. Si vergognino di aver offeso una città, lo facessero durante Milan – Inter o Milan – Juve.

Dopo la partita, le autorità sportive e comunali di Busto Arsizio si sono fatte prendere da una certa smania solidaristica. Vavassori ha comunicato la decisione di «aprire lo stadio ‘Speroni’ a tutte le persone di colore ospitandole in tribuna d’onore per festeggiare insieme la gioia di una partita di calcio»1. Il Sindaco ha proposto, in successione, la cittadinanza onoraria a Boateng, la costituzione di parte civile del comune di Busto Arsizio nel caso di un procedimento penale e la creazione di un «laboratorio permanente per l’estirpazione del razzismo dentro e fuori dagli stadi», eventualmente presieduto dall’ex calciatore francese Lilian Thuram.

Il messaggio che si vuole lanciare non potrebbe essere più chiaro: Busto Arsizio non è una città razzista. «Non è gente di qui – ha detto il Sindaco – non deve andarci di mezzo tutta la città, qui non siamo a Verona»2. Tuttavia, le prime denunce contro i tifosi della Pro Patria mettono in discussione l’auto-narrazione bustocca. Cito da Repubblica:

Citazione
    Un tifoso della Pro Patria è stato già denunciato a piede libero. E’ un giovane di 20 anni: aveva la tessera del tifoso e l’abbonamento della Pro Patria, anche se non sarebbe legato a gruppi di tifoseria organizzata. Secondo quanto è emerso dalle indagini anche gli altri autori dei cori sarebbero giovani che frequentavano abitualmente lo stadio Speroni.

Il Fatto Quotidiano rende conto del primo identikit degli autori dei cori: «Hanno tutti tra i 20 e i 28 anni, sono tifosi abituali della Pro Patria e non appartengono alle frange estreme del tifo organizzato, sebbene gli elementi raccolti facciano pensare che abbiano quantomeno una marcata simpatia politica per l’ultradestra».

Insomma, la tesi dei Quattro Deficienti/Non-Veri-Ultras Che Sbagliano non sta in piedi. In effetti, dietro i cori razzisti del 3 gennaio si agita un bell’ambientino in camicia scura e braccia spianate al cielo.

Nella stagione 2003-2004, l’ex direttore sportivo della Pro Patria Riccardo Guffanti portò in squadra l’attaccante di colore Ikechukwu Kalu. «La reazione fu agghiacciante», ricorda VareseNews:

Citazione
    I tifosi in questione accolsero l’attaccante Ikechukwu Kalu disertando prima la presentazione della squadra e poi non presentandosi per tutta la stagione 2003-2004 sugli spalti. Nel corso della stagione un numero ristretto di persone non ha lesinato delle minacce nei confronti del dirigente, reo di aver fatto questa scelta.

L’anno precedente (aprile 2002), la tifoseria del Pro Patria si meritò una citazione nel rapporto Racism, Football and the Internet stilato dallo European Monitoring Centre on Racism and Xenophobia:

Citazione
    The Pro Patria supporter group site shows more interest for football, but Fascist symbols and racist references are still abundant. What seems to be really alarming in this site is the area containing songs and chants (presented in a downloadable format). This section contains stadium chants as well as other slogans like “there are no Italian niggers” and the monkey imitation racist supporters make when a black player touches the ball.

Nel 2009, dopo una partita contro il Varese, la Pro Patria venne multata di 5000 euro per gli insulti ai calciatori avversari Osuji e Ebagua; nel novembre 2011, i cori nei confronti di Dimas del Montichiari vennero sanzionati con 7500 euro di multa; e nell’ottobre 2012, le frasi razziste rivolte ai giocatori Kanouté e Jidayi del Valle d’Aosta costarono alla società altri 5000 euro.

Fuori dagli spalti dello stadio “Speroni”, la situazione a Busto Arsizio (città a cui è stata conferita la Medaglia di Bronzo al Valor Militare per i meriti acquisiti durante la lotta di Liberazione) e dintorni non è certamente migliore. Nel settembre del 2007 la Digos fece un blitz contro il Partito Nazionalsocialista dei Lavoratori, fondato nel 2002 dall’albergatore di Castano Primo (Milano) Pier Luigi Pagliuchi. Il movimento neonazista3 aveva presentato dei candidati in occasione delle amministrative del 2006-2007 in alcuni comuni delle province di Varese, Como, Lecco e Milano, riuscendo ad eleggere un consigliere a Nosate.

Dall’indagine spuntarono fuori «volantini di propaganda, quadri con Adolf Hitler, bandiere naziste, manifesti del periodo hitleriano, un pugnale, felpe con simboli», una raccolta fondi per terroristi neri ed una festa di compleanno di Adolf Hitler celebrata il 23 aprile 2007 in una birreria di Buguggiate. Secondo le carte dell’inchiesta, questo è quello che è successo 5 anni fa alla birreria “Centro del lago”:
Citazione
    [...] Quella notte furono storpiate alcune canzoni italiane famose con versi osceni. «Le bionde trecce e gli occhi azzurri e poi» diventò «…la stella gialla sui negozi ebrei». Di male in peggio: la bellissima «Azzurro» cantata da Celentano divenne una strofa crudele contro Anna Frank: «Cerco nel ghetto tutto l’anno e all’ improvviso eccola qua». Mentre l’inno al criminale nazista Erik Priebke fu cantato con la musica del cartone animato Jeeg robot d’acciao e divenne. «Priebke, cuore di acciaio…». Persino la canzone «Donne» di Zucchero divenne un folle ritornello razzista: «Negri du du du…in cerca di guai».

Il 25 ottobre 2012 il pm Luca Petrucci ha notificato 22 avvisi di comparizione ad altrettante persone, indagate per istigazione all’odio razziale. Tra gli indagati, riporta VareseNews, c’è anche il consigliere comunale di Busto Arsizio Francesco Lattuada (ex capogruppo di An, ora Pdl), che all’epoca era il gestore del locale. Repubblica lo descrive così: «un signore che per gli ultrà “neri” della Pro Patria è una specie di totem».

Nel 2007, il partigiano e reduce dei lager nazisti Angioletto Castiglioni (scomparso nel 2011) venne aggredito verbalmente («sporco partigiano») da una ventina di neonazi nel pieno centro della città. Nel 2009, un cittadino segnalò che una bancarella al mercato dell’antiquariato di Busto «esponeva e vendeva esclusivamente oggetti ineggianti al fascismo e nazismo, come coltelli con svastiche, magliette con simboli e scritte nazifasciste, manganelli, busti del duce e quant’altro». Non mancano i raid razzisti: il 2 ottobre 2010, a Gallarate, tre estremisti di destra (armati di fido manganello) entrarono nel circolo Juventus di Sciarè e, al grido di «bastardi extracomunitari dovete andarvene dall’Italia», aggredirono cinque uomini originari del Bangladesh. Infine, negli scorsi mesi sui muri della città sono apparse diverse celtiche accompagnate da scritte concilianti quali «Calci in pancia a compagna incinta».

Dal 2009, inoltre, a Busto Arsizio è molto attiva l’associazione culturale Ardito Borgo («nata per offrire un’alternativa giovanile»), che periodicamente organizza concerti di band RAC (Rock Against Communism), “identitarie”, “non conformi” e qualsiasi altro aggettivo si possa tirare in ballo per non dire nazifasciste. Secondo Paolo Berizzi di Repubblica, molti iscritti all’Ardito Borgo «sono vicini a Forza Nuova, sono collegati con la Skinhouse di Bollate e con i duri di Militia Como, altri due avamposti dell’estremismo nero in Lombardia».

E non solo: il Borgo «è considerato, di fatto, un solo corpo con gli ultrà della Pro Patria». Il 4 giugno del 2011, l’associazione aveva organizzato una festa (intitolata “Avanti le pinte – atto II”) proprio insieme agli ultras della Pro Patria. «Tra sedi chiuse e altre vicende ben note legate alla Pro Patria4 abbiamo deciso di unire le forze e dimostrare che nessuno dei due vuole mollare e continuare a testa alta con lo spirito di aggregazione giovanile che ci accomuna».

Secondo «il ragionamento informale» di un investigatore che segue le tifoserie più estreme e violente della provincia di Varese, i fatti del 3 gennaio fanno parte di una strategia premeditata e non estemporanea: «È vero che si giocava col Milan, ma 200 ultrà della Pro Patria schierati il 3 gennaio in un giorno feriale alle due e mezza del pomeriggio, non si vedevano dal ‘45…» La sensazione, scrive Berizzi
Citazione
    è che il pacchetto-Boateng [...] sia deflagrato, in realtà, in modo tutt’altro che imprevisto da parte dei leader della curva. Un’esibizione organizzata, magari proprio con l’intenzione di «fare casino», sfruttando la visibilità offerta da una squadra blasonata, e seguita in tutto il mondo, come il Milan.

Missione compiuta, non c’è che dire. Con buona pace della consolatoria storiella dei Quattro Pirla che guastano la «festa».

CiPpiripi

Re:Razzisti di Busto, il Milan si ritira...
« Risposta #21 : Martedì 8 Gennaio 2013, 08:52:06 »
non fa altro che evidenziare cio' che e' gia' stato scritto in altre discussioni.

il problema non e' solo 'nostro', Laziale, ma e' sociale.

finche' pero' il dito sara' puntato principalmente a noi, e in cio' aiuta le intenzioni puriste che ci 'contraddistinguono' come Laziali, anche chi punta il dito non fa altro che evitare di affrontare il problema ma solo creare un capro espiatorio.

far notare che anche gli altri lo fanno, che non vuol dire giustificarsi perche' anche gli altri lo fanno, sarebbe un passo avanti.

Offline Er Matador

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Re:Razzisti di Busto, il Milan si ritira...
« Risposta #22 : Domenica 20 Gennaio 2013, 10:08:21 »
Ecco qua

http://milano.corriere.it/milano/notizie/cronaca/13_gennaio_19/razzismo-sospesa-propatria-casale-2113623692618.shtml

Citazione
Ancora guai per la squadra di Busto Arsizio. Che però smentisce l'episodio
Razzismo in campo, Pro Patria ancora nei guai
Berretti, sospesa la gara col Casale. I piemontesi se ne vanno per un insulto a Ribeiro. Ma il dg: «Non toccava a noi decidere»


Ancora razzismo nel mondo del calcio e ancora coinvolta la Pro Patria, dopo i cori e i fischi ai danni dei giocatori di colore, su tutti Boateng, nell'amichevole del 3 gennaio contro il Milan. È stata infatti sospesa la partita fra Casale e Pro Patria, valida per il torneo giovanile Berretti. Al 38' del pt il calciatore di colore Fabiano Ribeiro, accusa il Casale, ha ricevuto un insulto razzista e lo staff tecnico nerostellato ha deciso di non proseguire la partita.

L'EPISODIO CONTESTATO - La Pro Patria era in vantaggio per 2-0, quando «al 38' del primo tempo Ribeiro è stato oggetto di un presunto insulto di carattere razziale, circostanza che ha suscitato un profondo sgomento nei giocatori e nello staff tecnico nerostellato i quali, autonomamente, hanno deciso di non proseguire la partita». L'A.S. Casale Calcio «si riserva di appurare quanto accaduto e la veridicità degli avvenimenti al fine di adottare i provvedimenti necessari. Nel contempo la società stigmatizza l'accaduto e si rimette a quanto sarà deciso dalle autorità federali competenti». Ribeiro, torinese di 19 anni, aveva reagito con un pugno all'offesa ed era stato espulso dall'arbitro con conseguente «parapiglia» che avrebbe lambito anche staff tecnici e accompagnatori. Le accuse razziste vengono smentite dalla Pro Patria, che «si riserva di conoscere le decisioni del Giudice Sportivo prima di rilasciare dichiarazioni in merito».

«FENOMENO DA ARGINARE» - Francesco Latartara, tecnico della formazione giovanile piemontese, a caldo, ha voluto sottolineare il «fatto grave e vergognoso, che va preso nelle sue giuste proporzioni, e lo è ancora di più se si pensa che è avvenuto all'interno di una partita giocata tra ragazzi, molti dei quali minori. È tempo di dare un segnale forte considerato che già ci era capitato in precedenza di sentire insulti di carattere razzista. Un fenomeno che va assolutamente arginato».

CONTROCORRENTE - Controcorrente va Antonio Sorano, direttore generale del Casale, che ricorda come «solo l'arbitro può decidere di sospendere la partita» e «Nessuno era autorizzato a ritirarsi dal campo. Non competeva loro farlo. Se fossi stato presente non l'avrei permesso». Sorano, raggiunto da Sky Sport24, critica la decisione dei suoi giocatori: «Nel caso di Boateng pochi stupidi hanno scatenato la reazione. In questo sono sicuro che la Pro Patria, se sarà acclarato il fatto, saprà intervenire nei confronti di un suo tesserato».

L'INCHIESTA - La Lega Pro ha deciso di trasferire «agli organi competenti (la Procura federale, ndr) gli atti relativi a quanto accaduto» nell'incontro «per poter compiere le indagine necessarie. Se dall'inchiesta risultasse che si è compiuto un atto di razzismo, la Lega Pro prenderà tutti i provvedimenti necessari per condannare l'increscioso gesto». «Tali comportamenti razzisti non possono essere più ammessi e tollerati - afferma Mario Macalli, presidente della Lega Pro - Se realmente dovesse trattarsi di atto di razzismo la Lega Pro si schiererà, ancora una volta, con fermezza contro i comportamenti accaduti. Porteremo avanti una lotta senza quartiere, non sono questi i valori che il calcio e la società devono trasmettere. Andremo fino in fondo all'indagine, il calcio deve essere un veicolo di valori umani e sportivi».

Si è creato il mostro, come se certi episodi accadessero solo in quel contesto, e il popolo bue avvia il linciaggio contro il capro espiatorio che gli è stato dato in pasto.
Esattamente quanto accaduto alla Lazio, il che dovrebbe renderci piuttosto sensibili a certe storture: ma il dato più grave è un altro.
Intendiamoci: un giocatore che gratifica un collega di un epiteto a sfondo razziale va punito con la massima durezza, stante la decisiva e non negoziabile differenza che intercorre fra un insulto e un insulto razzista.
Servono, però, due condizioni giuridiche altrettanto non negoziabili: la certezza della colpa e il rispetto dei ruoli nel rilevare e punire le infrazioni.
Qui, invece, è passato un concetto devastante: arbitrano i giocatori, come se il pallone l'avessero portato loro.
Facile intuirne le conseguenze. Una squadra sta perdendo e non riesce a venire a capo della partita? Basta inventarsi un insulto razzista, possibilmente proferito da un colpevole credibile - la Lazio, ad esempio -, ed ecco che il tavolo su cui si stava giocando viene ribaltato.
A caldo scrissi

Capisco umanamente il gesto di Boateng, ma non lo approvo sul piano professionale

Ora devo essere più preciso: col suo comportamento, il milanista si è dimostrato un pericoloso cialtrone.
Che va squalificato in maniera esemplare, al pari di questi buffoncelli casalesi convinti che la stella sulla loro maglia sia il distintivo da sceriffo anziché il simbolo della società in cui militano.
Combattere duramente le manifestazioni di razzismo, ma fermare questa deriva. Subito.
Unica alternativa, il caos.

Offline MCM

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Re:Razzisti di Busto, il Milan si ritira...
« Risposta #23 : Domenica 20 Gennaio 2013, 19:39:27 »
Capita di vedere Boateng con la Satta al bar dove andiamo coi colleghi.
Un deficiente di categoria maior.
Lui e lei.

Offline disabitato

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Razzisti di Busto, il Milan si ritira...
« Risposta #24 : Domenica 20 Gennaio 2013, 20:00:41 »
Andrebbe data la sconfitta a tavolino al casale.
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POMATA

Re:Razzisti di Busto, il Milan si ritira...
« Risposta #25 : Mercoledì 23 Gennaio 2013, 10:36:40 »
Andrebbe data la sconfitta a tavolino al casale.

Sconfitta 0-3, un punto di penalità e 500 euro di multa al Casale. L'accusa di razzismo non è dimostrabile.



Proporrei ai giocatori Laziali di insultare alle orecchie i romanisti di colore al prossimo derby, loro sospendono la partita e ce danno un tavolino pure a noi ;D ;D ;D

Se scherza eh?

Offline disabitato

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Re:Razzisti di Busto, il Milan si ritira...
« Risposta #26 : Mercoledì 23 Gennaio 2013, 15:02:33 »
finalmente un minimo di serietà.
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