Autore Topic: La Repubblica calca il romanesco di Lotito e l'intervista diventa cojonella  (Letto 7427 volte)

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Giulio

Re:La Repubblica calca il romanesco di Lotito e l'intervista diventa cojonella
« Risposta #80 : Lunedì 24 Dicembre 2012, 11:32:17 »
Magna tranquillo Piè... nella legge di stabilità sono previsti 40 milioni per l’editoria e 15 per l’emittenza locale.

Offline BobLovati

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Re:La Repubblica calca il romanesco di Lotito e l'intervista diventa cojonella
« Risposta #81 : Lunedì 24 Dicembre 2012, 11:34:18 »
Magna tranquillo Piè... nella legge di stabilità sono previsti 40 milioni per l’editoria e 15 per l’emittenza locale.

" torres más grandes han caído (cit) "
Laziale, Ducatista e fiumarolo

Siamo noi fortunati ad essere della Lazio, non la Lazio ad avere noi

“LA MOGLIE DI CESARE DEVE NON SOLO ESSERE ONESTA, MA ANCHE SEMBRARE ONESTA.”

Offline franz_kappa

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Re:La Repubblica calca il romanesco di Lotito e l'intervista diventa cojonella
« Risposta #82 : Lunedì 24 Dicembre 2012, 11:40:10 »
io, di quel foglio ( e già j´è annata bbene ) non voglio nemmeno la " tessera-anti ".
Spero solo che, come per tutti gli altri giornali, sia imminente l´arrivo di una legge che sospenda l´elargizione incondizionata di denaro pubblico per mantenere questa corporazione.
Sono d'accordo.
Il principio dei rimborsi alla stampa (se non erro dovrebbero sostenere l'esoso acquisto della carta) ha nei decenni perso parte della sua, positiva, originaria valenza.
La stampa 'incentivata' non è oggi decisamente né libera né indipendente.

Sempre tenendo presente che lo scenario attorno a noi è repentinamente e irrimediabilmente mutato possiamo concludere che le iniziative economiche nell'editoria dovranno sempre più tendere a un equilibrio economico-finanziario reggendosi sulle loro gambe, senza assorbire direttamente denaro pubblico.

Attenzione! Forme per sostenere il sacrosanto diritto/dovere di cronaca dei giornalisti e il parallelo diritto dei cittadini di essere informati da una stampa critica e autonoma esistono comunque: agevolazioni fiscali alle cooperative di giornalisti che costituiscono una testata, incentivi fiscali per le testate che si finanziano in via privilegiata con i contributi dei lettori (mediante la sottoscrizione di abbonamenti 'premium', per così dire...), ampia deducibilità fiscale delle perdite operative nella fase di start up e, magari, anche quando il business va a regime (ma a valere su non più di un'annualità ogni tre, direi).

Ma credo vadano al contempo rispettate e tenute in somma considerazioni le rimostranze dei contribuenti che lamentano una stampa che non di rado si comporta in maniera decisamente poco etica, scarsamente coerente con i principi dentologici della professione, per nulla professionale e senza rispetto nei confronti dei propri lettori in senso stretto e della comunità nazionale in senso lato.
Buon viaggio, caro Piero.

Offline franz_kappa

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Re:La Repubblica calca il romanesco di Lotito e l'intervista diventa cojonella
« Risposta #83 : Lunedì 24 Dicembre 2012, 11:47:22 »
Magna tranquillo Piè... nella legge di stabilità sono previsti 40 milioni per l’editoria e 15 per l’emittenza locale.
Vedila sotto questo punto di vista, senza preconcetti. Io non ne sono affatto certo, ma tenderei a immaginare che i 40 milioni previsti per l'editoria rappresentino una cifra più o meno in linea con quella stanziata l'anno precedente.

Giusto o sbagliato che sia, si tenga presente che se un business - nel suo complesso - prevede di poter contare su alcune decine di milioni (divisi pro quota tra le varie testate) nell'esercizio corrente, 'parametra' le proprie azioni anche in riferimento alle risorse pubbliche attese.

Discutiamo, anche animatamente, sull'opportunità o meno che danari pubblici finiscano all'editoria e quindi anche ai media ("Romanista" incluso, per dire).
Ma rendiamoci conto, con un po' di sano realismo, che eliminare o financo dimezzare da un anno all'altro i contributi pubblici a un settore industriale, qualunque esso sia, equivale a decretare la morte di quel comparto. Con le inevitabili ricadute occupazionali del caso.

Ecco dunque che est modus in rebus e pretendere - per l'editoria come per la pesca, per la siderurgia come per l'olivicoltura - il taglio brutale dei finanziamenti pubblici rispetto all'esercizio precedente descrive, dal mio punto, una classica posizione avventata, decorrelata dalla realtà e per giunta oscillante tra il velleitario e il populistico.
Buon viaggio, caro Piero.

Offline rione 13

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Re:La Repubblica calca il romanesco di Lotito e l'intervista diventa cojonella
« Risposta #84 : Lunedì 24 Dicembre 2012, 11:52:24 »
La Repubblica di cui oggi ho copia qui accanto è un giornalaccio, a mio parere,  per diverse ragioni. Di contenuto.
Non ultima la faziosità anti Lazio e pro merde.
Tengo a precisare che nonostante (raramente in verità) ne acquisti copia non pippo i calzini di Nela, nè rimpiango il ginocchio di Rocca.

Sull'intervista a Lotito il discorso è sempre lo stesso.
Repubblica 2000 ci sguazza ma Lotito si presta.

Tiriamo avanti.

darienzo

R: La Repubblica calca il romanesco di Lotito e l'intervista diventa cojonella
« Risposta #85 : Lunedì 24 Dicembre 2012, 12:27:16 »
Io lo leggo tutti i giorni lavorativi visto che da almeno un ventennio è il giornale in comune coi miei colleghi di ufficio, lo compriamo a turno, oppure lo rimediamo al nostro ufficio stampa.
Non mi piace eccessivamente, anche se come ho scritto ha un'ottima cronaca locale, ma lo reputo il meno peggio tra i quotidiani omnibus.
Per lo sport soffre il fatto di guardarlo sempre con un brutto snobismo, visto che all'inizio per tanti anni non ne pubblicava nulla
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Offline giangoverni

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Re:La Repubblica calca il romanesco di Lotito e l'intervista diventa cojonella
« Risposta #86 : Lunedì 24 Dicembre 2012, 12:44:17 »
La Repubblica di cui oggi ho copia qui accanto è un giornalaccio, a mio parere,  per diverse ragioni. Di contenuto.
Non ultima la faziosità anti Lazio e pro merde.
Tengo a precisare che nonostante (raramente in verità) ne acquisti copia non pippo i calzini di Nela, nè rimpiango il ginocchio di Rocca.

Sull'intervista a Lotito il discorso è sempre lo stesso.
Repubblica 2000 ci sguazza ma Lotito si presta.

Tiriamo avanti.

Appunto!

POMATA

Re:La Repubblica calca il romanesco di Lotito e l'intervista diventa cojonella
« Risposta #87 : Lunedì 24 Dicembre 2012, 13:05:56 »
Per me è Lotito che ci sguazza...pan per focaccia agli agricoltori che lavorano in quella redazione...

Giulio

Re:La Repubblica calca il romanesco di Lotito e l'intervista diventa cojonella
« Risposta #88 : Lunedì 24 Dicembre 2012, 13:49:17 »
...

Io parto da un altro criterio caro Franz. Bisogna chiarire come si vede l'editoria nel suo complesso: è cioè se essa è da considerare pubblica o privata. In quest'ultimo caso, per me, essa ce la deve fare da sola a reggersi, così come tutte le altre imprese, dalla più piccola a quella più grande adottando quelle misure economiche chiare e che ti permettono di stare sul mercato in concorrenza ed in nome di un sano bilancio.

Non è giusto che sulla scorta di alcuni concetti tipo "non si può mettere il bavaglio alla stampa", che suscita immediata indignazione popolare, i denari pubblici debbano concorrere a sostenere e ripianare le errate politiche economiche delle imprese private. E' la somma di tante cifre come questa che si erogano che crea la necessità di tassazioni sempre più elevate, o di restrizioni/tagli, proprio per dare forza al tuo postulato nel quale affermi che ormai non si possono decurtare importi ad un settore industriale pena ricadute varie. E' questo l'errore di fondo per me.

Se lo Stato vuole continuare ad elargire somme, per quanto attiene il mio modesto parere, allora sarebbe bene che lo facesse in tutti gli ambiti dove si produce, perché non è giusto aiutare un editore e magari non un imprenditore di un qualsiasi altro settore che non beneficia di aiuti statali.

Con i denari pubblici, sempre per me, si devono garantire cose pubbliche e per tali intendo la sanità, la sicurezza et similia. L'aiuto fornito ad imprese private, se proprio lo si vuole dare, deve allora produrre qualcosa di utile alla collettività e non far passare i semplici e soliti ricatti occupazionali.

E' troppo facile spendere e spandere quando poi sai che c'è lo Stato che ti rimborsa. E' troppo facile così.

V.

Re:La Repubblica calca il romanesco di Lotito e l'intervista diventa cojonella
« Risposta #89 : Mercoledì 26 Dicembre 2012, 04:43:55 »
LA REPUBBLICA, SABATO 22 DICEMBRE


peggio non potevano fare.

Teo

Re:La Repubblica calca il romanesco di Lotito e l'intervista diventa cojonella
« Risposta #90 : Mercoledì 26 Dicembre 2012, 09:00:24 »
Niente più denari pubblici per la stampa?

Benissimo.

Si gioca con le regole liberiste. Quindi

- i quotidiani si finanziano solo con il proprio bilancio;
- chi fa l'editore fa l'editore. Non gestisce pubblicità, non ricopre niuna carica pubblica.

In Italia esiste un controllo totale dell'informazione da parte di UN individuo, che controlla attraverso la raccolta pubblicitaria anche le radio e tv "libere", e il problema è qualche milione che lo Stato elargisce alla Stampa?

Io voglio che escano l'Umanità e pure il Popolo d'Italia e il cinegiornale Luce, e sono disposto a finanziarli.

Giulio

Re:La Repubblica calca il romanesco di Lotito e l'intervista diventa cojonella
« Risposta #91 : Mercoledì 26 Dicembre 2012, 11:11:30 »
Io preferisco, invece, che i denari pubblici siano appannaggio di cose pubbliche e cioè per la collettività tutta. I denari pubblici devono permettere il finanziamento di risorse adeguate per la sanità, la pubblica sicurezza, l'istruzione e così via. I propri desideri, seppur legittimi, se non sono considerati di interesse pubblico, te li paghi da solo. Come la pay-tv ad esempio. Ma la fiscalità deve servire ad altro.

Lotito ha ragione da vendere quando dice che lo Stato è paragonabile ad un serbatoio bucato. Il "qualche milione" che tu citi, invece di andare a fondo perduto, potrebbe benissimo essere destinato, ad esempio, a ripianare le buche sulle strade.

Sul problema dell'individuo che controlla tutta la raccolta pubblicitaria, prenditela con quelli che non hanno legiferato in materia quando potevano. Io infatti, con costoro, sono a dir poco inc...to.

Teo

Re:La Repubblica calca il romanesco di Lotito e l'intervista diventa cojonella
« Risposta #92 : Mercoledì 26 Dicembre 2012, 11:40:34 »
La libertà di manifestare il proprio pensiero non vale meno della sanità e dell'istruzione, sempre a mio modestissimo avviso.

Giulio

Re:La Repubblica calca il romanesco di Lotito e l'intervista diventa cojonella
« Risposta #93 : Mercoledì 26 Dicembre 2012, 11:47:25 »
Certamente, chi dice il contrario. Ma se lo fai da privato ti impegni in un'impresa che deve sottostare alle regole del mercato, della concorrenza e del sano conto economico e non sperare che i soldi pubblici ripianino in un modo o nell'altro la tua impresa. Troppo facile.

Si vuole però perpetuare l'erogazione di denaro pubblico? Benissimo, ma allora non ci si lamenti quando chiunque governa, per mantenere le prebende promesse, è costretto a nuove imposte, tasse e tagli.

shaolin

Re:La Repubblica calca il romanesco di Lotito e l'intervista diventa cojonella
« Risposta #94 : Mercoledì 26 Dicembre 2012, 23:36:11 »
Il finanziamento che i partiti fanno ai giornali, credo che sia piu' che sufficiente per ritenerli faziosi di "default" tutti . Poi rep. e cds per lo sport riescono a superarsi.

Offline cuchillo

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Re:La Repubblica calca il romanesco di Lotito e l'intervista diventa cojonella
« Risposta #95 : Giovedì 27 Dicembre 2012, 10:30:06 »
Niente più denari pubblici per la stampa?

A me sta bene il finanziamento pubblico dell'editoria.
Ma vorrei capire perché il direttore di un quotidiano che tira 300 copie al giorno debba guadagnare 6.000 euro al mese.
Dovrebbe esserci un calmieramento degli stipendi. A me l'idea che Polito e Ferrara, che mi stanno pure simpatici, debbano guadagnare 9.000 euro al mese (sostenendo pure che sono cifre modeste) per dirigere quotidiani che non legge nessuno me manda ai pazzi. 

Al Manifesto tutti guadagnano la stessa cifra, dal direttore al tipografo. Fatto X il finanziamento che la testata riceve e fatto Y il costo del personale, si divide Y in parti eguali tra tutti i dipendenti. Così ha un senso il finanziamento pubblico.

Altrimenti, fai come "Il giornale", che il finanziamento non lo riceve - o, perlomeno, così è stato per molto tempo: ora non ho la pazienza di verificare se è così ancora oggi - e, fermi restando i minimi stipendiali previsti dall'autonomia collettiva, decidi di dare quanto vuoi a chi te pare.
Invidio tanto Massaccesi. Ossia Jooooooe D'Amato.