Autore Topic: Calcioscommesse, intervista al magistrato anticamorra Cantone  (Letto 4586 volte)

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oizaL

Calcioscommesse, intervista al magistrato anticamorra Cantone
« : Lunedì 26 Novembre 2012, 07:59:40 »
PUBBLICO, LUNEDI' 26 NOVEMBRE (di Boris Sollazzo e Matteo Patrono)


«Soldi, potere, consenso Ecco perché il calcio è il gioco preferito dei clan»

«Sculli, Mauri, Signori. L’evoluzione della specie è il calciatore affarista»

«Maradona nella vasca dei Giuliano fu una legittimazione  sociale enorme»

«Il problema non è Lavezzi frequenti un boss ma chi fa da tramite»



«Ho più problemi ora che parlo di calcio che quando facevo i superprocessi di Camorra ». Gioca con l’ironia Raffaele Cantone mentre manda giù un caffè mattutino al bar della Suprema Corte di Cassazione dove lavora come giudice all’ufficio del Massimario. Lui che da pm della Direzione distrettuale anti-mafia ha contribuito alla condanna definitiva dei boss casalesi nel processo Spartacus e indagando sui loro affari fuori dal casertano ha svelato il tentativo di scalata criminale a un club di serie A, ha dato alle stampe un libro sui pericolosi rapporti che intercorrono tra il calcio inteso come giocatori, club, tifosi, sistema, e la mafia intesa come mafia. Si intitola Football Clan. Perchè il calcio è diventato lo sport più amato dalle mafie (Rizzoli), sembra un romanzo e Cantone, 49 anni, abbonato in curva A ai tempi del Napoli di Krol prima di entrare in magistratura, l’ha scritto col giornalista dell’Espresso Giulio Di Feo. È un racconto scomodo e coraggioso su come a partire dagli anni ’80 il calcio sia diventato terreno fertile per gli interessi criminali di Camorra, Cosa Nostra, ’Ndrangheta, Basilischi, signori di Singapore. Un pezzo di società civile infiltrato e inquinato dalle cosche al pari della politica e dell’economia nazionale. Una torta troppo grande per non suscitare gli appetiti di lucro, potere e consenso della mafia postmoderna, un’agenzia di servizi in giacca e cravatta che ha scoperto nel calcio un partner ingenuo, bisognoso di soldi liquidi, sempre disposto a chiudere un occhio. Di questo ambiente colluso e connivente, Cantone consegna una radiografia da gelare il sangue ma anche una serie di proposte concrete per provare a disinfestarlo. «Perchè continuando a lasciarsi vampirizzare dalla mafia, il calcio rischia di perdere ogni credibilità e fare la fine dell ’ippica, una vecchia tradizione abbandonata da tutti». Parola di un appassionato che ogni gol del Napoli è un tuffo al cuore e una disquisizione tecnico-tattica col figlio adolescente.

Ecco cominciamo proprio dal Napoli. La settimana scorsa Ezequiel Lavezzi è tornato in città per testimoniare a un processo di Camorra e raccontare come lui, col boss Antonio Lo Russo, ci giocasse alla playstation senza sapere neanche chi fosse. Cosa ne pensa, da tifoso e da magistrato?
Questa storia, lo confesso, la trovo molto inquietante. Ed emblematica. Per un tifoso normale, avvicinare Lavezzi ed entrare in confidenza con lui o farsi una foto con Marek Hamsik come successo al boss degli Scissionisti Domenico Pagano, è proibitivo, praticamente impossibile. Qui invece, per loro, sembra facilissimo. Come si crea questa osmosi? Chi fa da tramite? Nel caso di Lavezzi a metterli in contatto sarebbe stato Marco Iorio, un imprenditore di successo che aveva pizzerie in tutta Italia e aveva capito che il calcio poteva aprirgli le strade dei salotti buoni, che la sola presenza teorica di un calciatore in società con lui (Fabio Cannavaro, ndr), dava un’apparenza diversa alla sua società e all ’intera città. Poi si è scoperto che riciclava denaro per la Camorra e le sue fortune erano legate al barone dell’usura, Bruno Potenza, detto o’ Chiacchierone. Io credo pure alla buona fede di Lavezzi, è argentino, cosa sa della camorra? Magari per lui Lo Russo è un ragazzo un po’ gradasso ma simpatico, che piace alle donne e ha tanti soldi in tasca e belle macchine, proprio come lui. Uno che ha una serie di interessi simili, non si pone il problema di che fa per vivere Lo Russo.

In fondo lo faceva già Maradona, 20 anni prima di lui. Cosa è cambiato da allora?
Frequentando la casa dei Giuliano, facendosi fotografare nella loro celebre vasca a forma di conchiglia, Maradona opera una legittimazione incredibile della Camorra in una città che lo ama alla follia. Non si fa ricevere in una casa lussuosa di Posillipo o a Capri. No, va a Forcella, che all’epoca aveva ancora i tubi innocenti del terremoto, un quartiere degradato con una casa principescamente arredata. Magari i Giuliano erano simpatici e Luigino Giuliano componeva belle poesie e belle canzoni, e per questo piacevano a Maradona, però lui per loro rappresentava una legittimazione sociale enorme. E parliamo di uno che il totonero. E quale legittimazione maggiore poteva esserci per il creatore di quel gioco e di quel sistema che la conoscenza col grande Diego? Manifestare di avere rapporti così ad alto livello era per tutti una garanzia. L’orga - nizzazione mafiosa rispetto alla società civile è ancora più affamata e bisognosa di immagini e simboli, e lui glieli diede. Aver portato Maradona a Forcella ha un effetto clamoroso sul prestigio criminale ed economico del clan. Lo Russo aveva interesse a incontrare Lavezzi per gli stessi motivi.

Ha mai creduto alle rivelazioni dei pentiti sullo scudetto dell’88 venduto alla Camorra per non far saltare il banco del totonero?
Io sono abituato a ragionare sui fatti e certe dichiarazioni non sono suffragate dai fatti, molti di quei pentiti hanno parlato di voci che hanno sentito, nessuno è stato mai in grado di raccontare episodi specifici che potessero dimostrarlo. Da tifoso posso anche ammettere di aver notato delle stranezze, ma invito tutti ad essere molto attenti, perché dar credito a certe voci alimenta il mito. Naturalmente i rapporti di Maradona con certi ambienti possono suffragare certe dicerie, anche perché senza Diego consenziente non si poteva certo perdere uno scudetto. Il pibe piuttosto è l’emblema dell’effetto sanante del successo. Se porti risultati, ti si perdona tutto, un po’ come avvenne per il primo calcioscommesse e poi per Calciopoli, sgonfiati dalle vittorie ai mondiali del 1982 e del 2006. Di fronte a un grande calciatore si può chiudere un occhio. Anzi, tutti e due. Pensate all’associazione «Te Diegum», ancora in piedi: gioca sulla sacralità del Te Deum, e ad essa nell’epoca d’oro partecipava il meglio della classe dirigente partenopea. Era un’associazione nata con un assunto molto semplice: Maradona non si discute, si ama. E «Te Diegum» oggi sostiene che Maradona può venire a Napoli quando vuole, che nessuno se ne frega nulla della storia dell’evasione fiscale. Questo meccanismo mi sembra difficile riscontrarlo in altri campi: è come se i vizi privati di un politico venissero perdonati perché è un vincente. Oddio, forse è successo, ma in modo diverso.

Lei si è occupato in prima persona della scalata dei Casalesi alla Lazio. Una vicenda che comincia con uno sconosciuto industriale di Mondragone, Giuseppe Diana, che propone a Lotito di sponsorizzare la squadra in Europa pagando in contanti.
Non voglio difendere Lotito, ma almeno in questo caso si trovava in una situazione molto complessa, doveva fronteggiare una serie di problemi dovuti alla gestione Cragnotti che aveva affidato merchandising e organizzazione delle trasferte agli ultras: c’era un gruppo di tifosi che lo faceva di mestiere e con interessi economici consistenti. Tanto che per il cambio di rotta Lotito subisce contestazioni e minacce da parte di una tifoseria legata all ’estrema destra e ambienti criminali tipici di un certo milieu romano. Lotito capisce che c’è qualcosa che non torna in quella proposta: Diana distribuisce gas e solo nella provincia di Caserta. Perché spendere un milione di euro per far pubblicità a un prodotto che è pure in via di estinzione sul mercato a causa del metano? La risposta, francamente, sembra solo una. E così deve essere sembrato anche al presidente della Lazio. Che rifiutò ma non denunciò nulla.

E il ruolo di Long John Chinaglia, il volto della fantomatica industria farmaceutica ungherese dietro cui si nascondevano i casalesi per riciclare i loro proventi illeciti nascosti all ’estero?
Credo che Chinaglia sia stato più ingenuo che disonesto. Ricordo ancora uno strano commercialista che tentò di acquistare il Napoli di Ferlaino con dei Cct falsi, poi fu scoperto e la cosa saltó. La verità è che quando entri in questi mondi, esistono meccanismi di sostanziale autofinanziamento: ti rivolgi alle banche, hai un brand particolarmente forte da mettere sul mercato e loro ti finanziano e vai avanti. Certe squadre sono materiale finanziabile e garantiscono rapporti con una serie di mondi che per i più bravi possono portare a un autofinanziamento. Se sei Moratti, certo, non ne hai bisogno, se sei Berlusconi hai bisogno d’altro. Peró è un falso mito che col calcio si perdano soldi. E le mafie lo hanno capito.

Nel vostro libro, c’è un calciatore che è un po’ il simbolo di questa commistione tra calcio e criminalità. L’ex attaccante di Lazio e Genoa, Giuseppe Sculli, nipote del boss calabrese Giuseppe Morabito.
Sculli è paradigmatico di molte cose a partire da una giustizia sportiva che, anche e soprattutto non per colpa sua, funziona male. L’indagine legata a Crotone-Messina è illuminante. Lì si parlava di capicolli per addomesticare alcuni risultati del campionato di serie B. Le prove della frode sportiva sono arrivate solo dopo gli accertamenti penali, quando l’effetto deterrente della squalifica era scomparso perché nel frattempo il calciatore aveva visto la sua carriera impennarsi. Ma anche le vicende successive dimostrano che lui si muove con una logica che dovrebbe inquietare. Prendiamo Genoa-Siena, la gara della scorsa stagione interrotta per volontà degli ultras che costringono i giocatori a sfilarsi le maglie. Sculli si copre la bocca, è l’unico a comunicare con un mondo di una tifoseria complicata. Anche là ci sono soggetti particolari, coinvolti in traffico di droga e altri eventi criminali. Dimostra per lo meno di muoversi con un certo agio in certi ambienti. Ancora, Sculli è coinvolto nelle indagini sull’ultimo calcioscommesse. Che lo vedono allacciare e gestire rapporti anche a Roma, in un giro che comprende ex esponenti della Banda della Magliana. Il che fa pensare che lui sia un elemento che può far da riferimento per certi interessi un po’ovunque, che abbia sponde in tutti i posti in cui gioca. La sua carriera avrebbe avuto un senso diverso con una condanna più severa e tempistica ai tempi dei capicolli. Forse persino a lui, se possibile, avrebbe fatto bene per migliorare.

È un discorso che vale anche per il laziale Mauri, che continua a giocare da mesi nonostante su di lui gravino accuse pesantissime per le scommesse?
In questi casi io ravviso un’enorme ipocrisia, soprattutto nelle società e nei tifosi. Non mi pare che lo considerino un esempio negativo: l’una lo fa capitano, gli altri lo elogiano e lo amano. Si fa finta di non vedere, si giustifica tutto, in nome del tifo e di contratti che sono troppo onerosi per far questioni di principio.

Mauri, Signori, Sculli. Sono i gattopardi del calcio, il terzo livello del pallone?
Il calcio è uno strano ambiente, se ci entri non ne esci più, diventando allenatore, direttore sportivo, osservatore. Ora scopriamo che l’evoluzione in peggio della specie è che puoi rimanerci anche facendo l’affarista. Chi poteva avere il background per entrare in certi mondi, per raccogliere certe voci determinanti nelle scommesse, su chi non si è allenato bene in settimana, chi si è infortunato, chi è indisciplinato o non visto dall’allenatore o chi non prende gli stipendi da un po’, se non un ex calciatore? Il punto è che tutto è collegato a un mondo delle scommesse che non siamo abituati a fronteggiare e finiamo per accontentarci dello stereotipo del calciatore ingenuo e sprovveduto. Invece andrebbero vietati alcuni tipi di scommesse facilmente condizionabili, tutte quelle dalla Lega Pro in giù. Sono criminogene, perché entrano in un mondo in cui gli interessi economici sono ridotti all’osso. Qui spesso i calciatori rischiano di non essere pagati. E se sulle loro partite puoi scommettere somme ingenti, realizzando filotti milionari, allora puoi comprarti mezza squadra senza problemi. Servono interventi legislativi che presuppongono un coraggio che purtroppo faccio fatica a pensare verrà trovato.

Eppure nel vostro libro offrite alcune soluzioni per cambiare le cose.
Sono tante le cose che devono cambiare a partire dalla giustizia sportiva. Possiamo continuare a considerarla pari a qualsiasi altra giustizia privata pari a quella dei probiviri di un circolo del tennis o di un club qualsiasi? Qui parliamo di un mondo che muove milioni di euro ma dove le frodi sportive hanno profili penali assolutamente sottovalutati. Perché non creare gruppi specializzati come successo, ad esempio, per i Nas? Li abbiamo inventati noi per fermare i furti e i traffici di oggetti archeologici, ce li hanno copiati in tutto il mondo e ora perché non usarli per il calcio? È necessario migliorare il coordinamento europeo, creare un’uniformità legale internazionale in materia: abbiamo capito che le scommesse non hanno confini, che attraverso le puntate in rete il denaro viene ripulito e trasferito all’estero senza lasciare traccia e con l’avallo dello Stato che si fa complice delle cosche. È ora di prendere misure impopolari e poco spendibili a livello elettorale ma assolutamente necessarie. Altrimenti faremo la fine dei cavalli.

Boks XV

Re:Calcioscommesse, intervista al magistrato anticamorra Cantone
« Risposta #1 : Lunedì 26 Novembre 2012, 08:49:15 »

È un discorso che vale anche per il laziale Mauri, che continua a giocare da mesi nonostante su di lui gravino accuse pesantissime per le scommesse?
In questi casi io ravviso un’enorme ipocrisia, soprattutto nelle società e nei tifosi. Non mi pare che lo considerino un esempio negativo: l’una lo fa capitano, gli altri lo elogiano e lo amano. Si fa finta di non vedere, si giustifica tutto, in nome del tifo e di contratti che sono troppo onerosi per far questioni di principio.
 

questa cosa è di una gravità sconcertante.
Mauri è colpevole. la società è complice. i tifosi sono conniventi.
mi auguro che Mauri e Lotito facciano partire una querela.

Offline AlenBoksic

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Re:Calcioscommesse, intervista al magistrato anticamorra Cantone
« Risposta #2 : Lunedì 26 Novembre 2012, 08:53:06 »
Un magistrato che parla in questi termini di persone neanche rinviate a giudizio lascia veramente basiti
Voglio 11 Scaloni

sfumatura

Re:Calcioscommesse, intervista al magistrato anticamorra Cantone
« Risposta #3 : Lunedì 26 Novembre 2012, 08:55:44 »
Il passaggio su Mauri è gravissimo, se pensiamo di vivere in un paese democratico.

Per questo magistrato, Mauri sarebbe colpevole, senza che sia stato nemmeno rinviato a giudizio.....

Mi chiedo chi ancora come alcuni Laziali non riescano a capire quanta malafede esiste intorno alla Lazio.

Offline Holly

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Re:Calcioscommesse, intervista al magistrato anticamorra Cantone
« Risposta #4 : Lunedì 26 Novembre 2012, 09:29:21 »
non ho capito, ma un articolo intero oppure un estratto? :o

no, perché parla solo di Lazio, la Diana Gas, i casalesi, Chinaglia, Signori, Mauri, Sculli.... ci dipinge come il club dei traffichini e intrallazzatori, mentre invece fa passare il fu Napoli di Maradona come il mezzo per redimere il popolo, un mezzo di santificazione sociale, e pure Lavezzi su quella china, i calciatori inconsapevoli, desiderosi solo di compiacere il boss di turno....

perché riescono a farmi partire prevenuta nei confronti di questo libro che avrà pure altri "ottimi" argomenti al suo interno, ma sminuito anziché promosso da un articolo di questo genere che mi pare solo un marchettone pubblicitario col mostro in prima pagina per vendere di più? saranno i miei occhi di tifosa?

 ::)

Offline aaronwinter

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Re:Calcioscommesse, intervista al magistrato anticamorra Cantone
« Risposta #5 : Lunedì 26 Novembre 2012, 09:30:24 »
Alé.
Non facciamoci mancare niente.

mi auguro che Mauri e Lotito facciano partire una querela.

Mettiti comodo

Damose da fa (remix di aaronwinter)
Damose da fa' (feat. Disabitato)

Offline Eagles71

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Re:Calcioscommesse, intervista al magistrato anticamorra Cantone
« Risposta #6 : Lunedì 26 Novembre 2012, 09:42:20 »
fra un pò leggeremo che Mauri possiede una villetta a Cogne, una palazzina a Erba e un' appartamento a Novi Ligure...
il razzismo ci fa schifo, Forza Lazio è il nostro tifo!

Offline Drake

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Re:Calcioscommesse, intervista al magistrato anticamorra Cantone
« Risposta #7 : Lunedì 26 Novembre 2012, 09:48:30 »
non ho capito, ma un articolo intero oppure un estratto? :o

no, perché parla solo di Lazio, la Diana Gas, i casalesi, Chinaglia, Signori, Mauri, Sculli.
Non è lui che è interessato solo alla Lazio, lui risponde a delle domande, in verità all'inizio fa un accenno anche alle banche ma evidentemente agli intervistatori quell'argomento non interessa.

E comunque parlando di ipocrisia vorrei accostare questi due brani dell'intervista:
Io sono abituato a ragionare sui fatti e certe dichiarazioni non sono suffragate dai fatti, molti di quei pentiti hanno parlato di voci che hanno sentito, nessuno è stato mai in grado di raccontare episodi specifici che potessero dimostrarlo. Da tifoso posso anche ammettere di aver notato delle stranezze, ma invito tutti ad essere molto attenti, perché dar credito a certe voci alimenta il mito.

In questi casi io ravviso un’enorme ipocrisia, soprattutto nelle società e nei tifosi. Non mi pare che lo considerino un esempio negativo: l’una lo fa capitano, gli altri lo elogiano e lo amano. Si fa finta di non vedere, si giustifica tutto, in nome del tifo e di contratti che sono troppo onerosi per far questioni di principio.



Offline Kebab

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Re:Calcioscommesse, intervista al magistrato anticamorra Cantone
« Risposta #8 : Lunedì 26 Novembre 2012, 09:52:59 »
Schifato e basito..

Non posso credere che un magistrato dica cose del genere  :( .. un'infarcitura di luoghi comuni senza prove, roba che che non mi aspetterei MAI di sentire da un uomo di giustizia..

che tristezza.

Offline Kebab

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Re:Calcioscommesse, intervista al magistrato anticamorra Cantone
« Risposta #9 : Lunedì 26 Novembre 2012, 09:54:51 »
Non è lui che è interessato solo alla Lazio, lui risponde a delle domande, in verità all'inizio fa un accenno anche alle banche ma evidentemente agli intervistatori quell'argomento non interessa.

E comunque parlando di ipocrisia vorrei accostare questi due brani dell'intervista:
Io sono abituato a ragionare sui fatti e certe dichiarazioni non sono suffragate dai fatti, molti di quei pentiti hanno parlato di voci che hanno sentito, nessuno è stato mai in grado di raccontare episodi specifici che potessero dimostrarlo. Da tifoso posso anche ammettere di aver notato delle stranezze, ma invito tutti ad essere molto attenti, perché dar credito a certe voci alimenta il mito.

In questi casi io ravviso un’enorme ipocrisia, soprattutto nelle società e nei tifosi. Non mi pare che lo considerino un esempio negativo: l’una lo fa capitano, gli altri lo elogiano e lo amano. Si fa finta di non vedere, si giustifica tutto, in nome del tifo e di contratti che sono troppo onerosi per far questioni di principio.



Naturalmente, con la sua squadra è garantista al 100%, noi invece su Mauri facciamo finta di non vedere e giustifichiamo.

Indifendibile

Offline Matita

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Re:Calcioscommesse, intervista al magistrato anticamorra Cantone
« Risposta #10 : Lunedì 26 Novembre 2012, 10:13:10 »
Il freelance Boris Sollazzo




Solla' , ma de Gianello che dici ?

Bello andare in CL quando non dovresti eh ??
Si er papa te donasse tutta Roma
E te dicesse lassa anna’ chi t’ama
 je diresti:  Si sacra corona
Val piu’ l’opinione mia che tutta Roma

Vulgus veritatis pessimus interpres.
Lotito deve fa' come dico io (quito cit.)

Offline AlenBoksic

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Re:Calcioscommesse, intervista al magistrato anticamorra Cantone
« Risposta #11 : Lunedì 26 Novembre 2012, 10:18:10 »
Mi aspetterei una smentita di Cantone,
mi metto comodo pure io?
Voglio 11 Scaloni

Offline borges

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Re:Calcioscommesse, intervista al magistrato anticamorra Cantone
« Risposta #12 : Lunedì 26 Novembre 2012, 10:21:13 »
Io so i nomi dei responsabili di quello che viene chiamato calciopoli (e che in realtà è una serie di lotte di mafia istituitasi a sistema di protezione del potere).

Io so i nomi dei responsabili della morte di Giuliano Taccola il 16 marzo 1969.

Io so i nomi dei responsabili delle partite di Parma e di Bologna dei primi mesi del 2010.

Io so i nomi del "vertice" che ha manovrato, dunque, sia i vecchi fascisti ideatori di rigori, sia i neofascisti autori materiali dei cambiamenti di regole in corsa, sia, infine, gli "ignoti" autori materiali degli acchittamenti più recenti.

Io so i nomi che hanno gestito le due differenti, anzi opposte, fasi della tensione: una prima fase antipalazzo (Roma 1999), e una seconda fase accomodante (Palermo e Nizza 2010).

Io so i nomi del gruppo di potenti che, con l’aiuto della Cia (e in second’ordine dei colonnelli greci e della mafia), hanno prima creato (del resto miseramente fallendo) una crociata pro gol de Turone, a tamponare il 1984, e, in seguito, sempre con l’aiuto e per ispirazione della Cia, si sono ricostituiti una verginità antifascista, a tamponare il disastro del dai ciccio.

Io so i nomi di coloro che, tra una messa e l’altra, hanno dato le disposizioni e assicurato la protezione politica a vecchi generali (per tenere in piedi, di riserva, l’organizzazione di un potenziale colpo di Stato), a giovani neofascisti, anzi neonazisti (per creare in concreto la tensione anticomunista) e infine ai criminali comuni, fino a questo momento, e forse per sempre, senza nome (per creare la successiva tensione antifascista).

Io so i nomi delle persone serie e importanti che stanno dietro a dei personaggi comici come quel colonnello dei carabinieri che operava, alquanto operettisticamente, a Casoria (mentre i boschi bruciavano), o a dei personaggi grigi e puramente organizzativi come il generale di Martino.

Io so i nomi delle persone serie e importanti che stanno dietro ai tragici ragazzi che hanno scelto le suicide atrocità fasciste e ai malfattori comuni, corropolesi o no, che si sono messi a disposizione, come killers e sicari.

Io so. Ma non ho le prove. Non ho nemmeno indizi.

Io so perché sono un intellettuale, uno scrittore, che cerca di seguire tutto ciò che succede, di conoscere tutto ciò che se ne scrive, di immaginare tutto ciò che non si sa o che si tace; che coordina fatti anche lontani, che rimette insieme i pezzi disorganizzati e frammentari di un intero coerente quadro politico, che ristabilisce la logica là dove sembrano regnare l’arbitrarietà, la follia e il mistero. Tutto ciò fa parte del mio mestiere e dell’istinto del mio mestiere. Credo che sia difficile che il "progetto di romanzo" sia sbagliato, che non abbia cioè attinenza con la realtà, e che i suoi riferimenti a fatti e persone reali siano inesatti. Credo inoltre che molti altri intellettuali e romanzieri sappiano ciò che so io in quanto intellettuale e romanziere. Perché la ricostruzione della verità a proposito di ciò che è successo in Italia dopo il 1927 non è poi così difficile...
Alla Sensi consiglio un Aulin (S.Siviglia)
Bisogna rinunciare al consenso per la legalità (C. Lotito)
è il calcio pulito, baby (centurio)

Offline nestorburma

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Re:Calcioscommesse, intervista al magistrato anticamorra Cantone
« Risposta #13 : Lunedì 26 Novembre 2012, 10:22:09 »
"Lei si è occupato in prima persona della scalata dei Casalesi alla Lazio. Una vicenda che comincia con uno sconosciuto industriale di Mondragone, Giuseppe Diana, che propone a Lotito di sponsorizzare la squadra in Europa pagando in contanti.
Non voglio difendere Lotito, ma almeno in questo caso si trovava in una situazione molto complessa, [...]"

Non vuoi difendere Lotito???? Ma cosa dici? Ma come ti permetti?
L'unico presidente di serie A che ha avuto il coraggio di rimandare al mittente offerte irrifiutabili da parte di ultras e malavita organizzata e tu "Non voglio difendere Lotito"??

Se non fosse un magistrato, ruolo per il quale il rispetto massimo è doveroso, sarebbe un cazzaro.
E la Storia? La Lazio ha 111 anni, nelle ultime stagioni ha vinto una Coppa Italia e una Supercoppa. Le altre non mi pare. E si è sempre chiamata Lazio, non Napoli Soccer. Facile ripartire dalla C e non sanare i debiti pregressi come ho fatto io. Però la storia, almeno quella, la perdi.

Offline Centurio

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Re:Calcioscommesse, intervista al magistrato anticamorra Cantone
« Risposta #14 : Lunedì 26 Novembre 2012, 10:24:30 »
io non ce la faccio piú.
C'é una chiara strategia di colpire la Lazio. Stanno convincendo l'opinione pubblica che la Lazio sia un covo di camorristi e membri del Ku Klux Klan.

Spaventoso. Il grande fratello di Orwell je fa una sega a questi.

Ma perché? A chi giova tutto ció? (Oddio, la risposta ce l'avrei, ma voglio ancora illudermi che sia solo il tifo riommista delle redazioni a causare tutto ció)
sine pennis volare haud facile est

Offline Kebab

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Re:Calcioscommesse, intervista al magistrato anticamorra Cantone
« Risposta #15 : Lunedì 26 Novembre 2012, 10:34:01 »
La frase su Lotito mi era sfuggita.. VERGOGNOSA..

Anche io ho il massimo rispetto per i magistrati ma quando è troppo è troppo. A maggior ragione da una persona che fa un lavoro come il suo non posso accettare interviste del genere.

Non c'è proprio un modo per difenderci da questi ormai sempre più frequenti attacchi? Cioè, possono tutti permettersi di aprire bocca e sparare a zero!?

en_rui

Re:Calcioscommesse, intervista al magistrato anticamorra Cantone
« Risposta #16 : Lunedì 26 Novembre 2012, 10:35:15 »
ecchene n'antro.
scrive un libro con un giornalista dell'espresso (Espresso e Republica sono ancora dello stesso gruppo editoriale?) e per far publicita' al libro rilascia un intervista dove Lavezzi e' il Messia del terzo secolo e Mauri e' il solito mostro con in piu' un corallario di omertosi che sono la SSLazio ed i suoi tifosi.
Pero' porello Lavezzi che ne sa di Mafia lui e' argentino.
Ma sto cazzone un viaggio a Buenos Aires se l'e' mai fatto? facesse un indagine su chi gestisce la raccolta di rifiuti in quella citta' dove il 50% degli abitanti sono di origini italiane.
Mi fermo qui' perche' il resto sarebbe tutta una sequenza di bip

Offline Whistle

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Re:Calcioscommesse, intervista al magistrato anticamorra Cantone
« Risposta #17 : Lunedì 26 Novembre 2012, 10:46:19 »
Ormai l'attacco alla Lazio sta assumendo proporzioni gigantesche.
Spero che De Martino inizi a fare pulizia degli articoli accumulati sulla sua scrivania e faccia partire le sacrosante querele!

Vogliono distruggerci, ma non ci avranno!

Offline Centurio

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Re:Calcioscommesse, intervista al magistrato anticamorra Cantone
« Risposta #18 : Lunedì 26 Novembre 2012, 10:48:40 »
se qualcuno c'avesse voglia e tempo, forse a De Martino nostro potrebbe interessare questo schifo.

ma me só cosí scojonato, regá. Sono arrivato al punto che ODIO il calcio italiano, ma lo odio de brutto. Ormai tifo contro tutte le squadre, la nazionale de pandelli, tutto. me fanno schifo tutti.

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Offline MagoMerlino

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Re:Calcioscommesse, intervista al magistrato anticamorra Cantone
« Risposta #19 : Lunedì 26 Novembre 2012, 10:53:06 »

questa cosa è di una gravità sconcertante.
Mauri è colpevole. la società è complice. i tifosi sono conniventi.
mi auguro che Mauri e Lotito facciano partire una querela.
La grande assente ingiustificata, in tuyya questa vicenda, è la società, nonostante i continui attacchi che riceve, incomprensibile, almeno per me, il suo comportamento attendista.
Odio perdere più di quanto ami vincere

#liberalaLazio

Siamo realisti, esigiamo l'impossibile.

"se te senti la forza necessaria spalanca l'ale e viettene per l'aria: se nun t'abbasta l'anima de fallo io seguito a fa l'Aquila e tu er gallo"