Autore Topic: Flessibilità  (Letto 4318 volte)

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Offline benvolio

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Re:Flessibilità
« Risposta #20 : Lunedì 19 Novembre 2012, 14:07:37 »
Ringrazio franz kappa per l'estrapolazione di numeri non facilmente reperibili ed interpretabili. Per non andare troppo ot e rimanere nel merito, inviterei a riflettere su due passi illustrati da franz.
1) le imprese italiane chiedono fondi (quasi) solo per ristrutturare il debito in essere o riposizionarlo (allungarlo) nel tempo.
2) i vincoli regolamentari inducono spostamenti inevitabili verso il rafforzamento patrimoniale piu' che verso gli impieghi.

Ora questa tenaglia genera un esito riassumibile col termine recessione e qui ritorna il problema, anzi la domanda: ci stiamo cacciando in un gigantesco, immane e tragico cul de sac?

Dopo la domanda la conclusione.
I recuperi di produttivita' sono un tema che nella contrattazione aziendale va via via acquisendo un posto centrale, come e' giusto che sia del resto. La flessibilita', invece, attiene solo alla speranza di comprimere ad libitum i costi del lavoro. Il che se calato nel paradigma enunciato da franz sui forti ed i deboli che scompaiono, apre il problema dei costi sociali. Voglio dire il dinamismo introdotto nel mercato del lavoro con la flessibilita' in entrata (da Treu in poi, per dire) vi soddisfa? Se si avete il palato fine... Ebbene un'ulteriore dose di flessibilita' in uscita, quale altra taumaturgica spinta darebbe ad un mercato che langue schiacciato dal finanzcapitalismo? Probabilmente zero, o giu' di li', almeno in termini di occupazione e domanda. Quello che resta agghiacciante e' vedere come piu' gli indicatori ed i dati indicano che il paradigma liberista si e' inceppato e piu' si accusano gli stati, le istituzioni e le norme di essere loro il freno, la causa, l'errore.
Mi sembra, a livello ideologico, una cosa pari alla pianificazione sovietica contro i kulaki, alla teoria maoista del grande balzo in avanti, o a quella polpotiana del controesodo forzato nelle campagne.

Offline AlenBoksic

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Re:Flessibilità
« Risposta #21 : Lunedì 19 Novembre 2012, 14:32:24 »
Il paradigma liberista s'è inceppata perchè in realtà non ha mai funzionato: la prima era deregolata si schiantò nel 1929.
Dopo il 1945 si istituì un sistema di controlli, specie sui movimenti finanziari, che casualmente coincise con l'età dell'oro del capitalismo: da quando questo sistema è stato via via più intaccato, fino ad arrivare ad essere quasi del tutto smantellato, siamo tornati indietro tutti.
Purtroppo non c'è piena consapevolezza di questo, perchè non si è verificato quello scarto ideologico che avvenne nel 1929, probabilmente (anche) grazie ai sistemi di informazione che chiaramente propagandano le tesi di chi le foraggia, che poi sono nella quasi totalità appartenenti al famoso 1%.
Voglio 11 Scaloni

Offline franz_kappa

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Re:Flessibilità
« Risposta #22 : Lunedì 19 Novembre 2012, 15:12:19 »
Ringrazio franz kappa per l'estrapolazione di numeri non facilmente reperibili ed interpretabili. Per non andare troppo ot e rimanere nel merito, inviterei a riflettere su due passi illustrati da franz.
1) le imprese italiane chiedono fondi (quasi) solo per ristrutturare il debito in essere o riposizionarlo (allungarlo) nel tempo.
2) i vincoli regolamentari inducono spostamenti inevitabili verso il rafforzamento patrimoniale piu' che verso gli impieghi.

Ora questa tenaglia genera un esito riassumibile col termine recessione e qui ritorna il problema, anzi la domanda: ci stiamo cacciando in un gigantesco, immane e tragico cul de sac?
[...]
Permettimi di soffermarmi maggiormente su questa prima parte del tuo post, aggiungendo qualche elemento che non ho inserito nel precedente - lungo e ponderoso - intervento.

In tema di domanda di credito (l'altra variabile che influenza, assieme all'offerta, l'erogazione dello stesso), va considerato un aspetto fondamentale. Dati - a quanto ne so - non ce ne sono ma è intuitivo e ragionevole ritenere che in presenza di una congiuntura negativa (aggravata dall'allungamento dei tempi di pagamento tra Pa e privati e tra privato e privato) le esigenze di liquidità di molte aziende che in condizioni normali erano in grado di ricorrere meno al canale del credito bancario per gestire la propria quotidianità, 'giocando' sui flussi di cassa, stanno incrementando il bisogno di credito delle imprese. E ciò vale tanto per chi prima non ne chiedeva affatto (caso raro ma non impossibile) ma, soprattutto, per chi è costretto a chiedere extra-credito al di là degli affidamenti in essere.

Tradotto: in un contesto di crisi aumentano le esigenze degli aspiranti prenditori, ossia coloro che chiedono (e ottengono, di solito) denaro nel mercato dei capitali. Chiunque potrà intuire l'effetto di un aumento dei prenditori potenziali (o, per meglio dire, della richiesta di credito di un universo stabile di prenditori) a fronte di una sostanziale STABILITA', quando non leggero arretramento, dello stock di credito effettivamente concesso.

Qualcuno potrebbe obiettare che in tale scenario andrebbe semplicemente creata maggior offerta di denaro, al fine di soddisfare tutta la domanda potenziale. Ma il sistema bancario, da solo, non è in grado di espandere la propria offerta di capitali. Relativamente alla sola Italia, come evidenziato nel mio precedente post, di norma la raccolta annua è inferiore agli impieghi (ovvero all'offerta di denaro). Nel caso di specie il gap si attesta su una cifra superiore ai 200 miliardi di euro annui.
--> L'unico modo per espandere l'offerta di denaro sarebbe quello di iniziare a stampare enormi quantità di moneta e offrirla agli intermediari finanziari sotto forma di prestiti a medio-lungo termine a tassi prossimi allo zero. Ma una tale strategia avrebbe, presumibilmente, conseguenze inflazionistiche. E questo è uno scenario non coerente con il mandato che l'Europa sembra voler affidare - in questo momento storico - alla Bce. E dunque si tratta di uno scenario non percorribile.

Una soluzione? Beh, qui l'atto di arroganza da parte mia è grande, visto che di tali temi ho conoscenza troppo scarsa e frammentaria per ambire a dire qualcosa di sensato. Mi limito a osservare che laddove vi fosse, a livello comunitario, l'enunciazione della disponibilità a fornire garanzie ILLIMITATE al sistema finanziario privato si disinnescherebbero molte delle armi che oggi la speculazione sta utilizzando per mettere sotto pressione alcuni sistemi-Paese dell'Eurozona (l'Italia in primis, costretta a pagare un premio irrealistico e non fondato sui fondamentali per rifinanziare il proprio debito). Perché dal mio limitato punto d'osservazione quella che fronteggiamo attualmente è, principalmente, una crisi di fiducia da parte, in primis, degli stessi operatori finanziari nei confronti dei propri omologhi. E la fiducia è l'architrave che sorregge l'edificio dell'intero sistema finanziario.

C'è poi la malta che tiene legate le pietre dell'edificio. E la malta, nel mio esempio, sono le buone pratiche, i vincoli regolamentari e le leggi. Passiamo così alla questione dei vincoli regolamentari, appena evocata anche dall'intervento di AlenBoksic. Se da un lato non si può non convenire con l'assunto che la finanzia priva di regole è un Moloch che fagocita prima il mondo in cui si muove e poi se stesso, bisogna sempre valutare con ESTREMA ATTENZIONE quali sono gli ambiti da regolare e in che modo.

Veniamo dunque ai parametri di Basilea3, la cui applicazione si sostanzierebbe nel rafforzamento patrimoniale degli intermediari, con la speranza che una maggior copertura degli impieghi finanziari (rappresentata da un patrimonio più cospicuo) potrebbe meglio tutelare il mercato in caso di perdite emergenti.
Tutto vero, in teoria. In pratica, ahinoi, avviene purtroppo il contrario, come evidenziato da benvolio: simili obblighi si risolvono in azioni pro-cicliche, che non alleviano affatti ma anzi aggravano il negativo ciclo economico, sottraendo all'economia reale capitale che viene invece destinato a un'improduttiva immobilizzazione rafforzando il patrimonio degli intermediari finanziari. Come ho scritto prima è oggettivo che, nell'attuale frangente, ogni euro destinato al capitale è un euro sottratto agli impieghi. Più patrimonio equivale, nel breve, a meno credito.

Ecco dunque che ci sono regole e regole. Ad esempio, come mai non si interviene sull'universo, inafferrabile, dei prodotti OTC, ossia "over-the-counter" (scambiati su piattaforme dove non vigono i requisiti regolamentari dei mercati tradizionali)?
Porto un dato alla vostra conoscenza: a fine 2011 (se non erro con la tempistica. Forse il dato è leggermente più aggiornato) il valore nozionale dei derivati negoziati fuori dalle Borse mondiali (e quindi over-the-counter) ammontava a 648 trilioni di dollari. In termini di Pil l’ammontare nozionale dei derivati è dunque pari a quasi 10 volte il valore nominale del Pil globale. Ovviamente, tra 2008 e 2009, ossia dopo lo scoppio della crisi innescata dal fallimento di Lehman, tale valore ha continuato a crescere.
E' evidente che in tale ambito è IMPERATIVO SPERARE che vengano introdotte regole più stringenti. E con la massima celerità, direi.
Buon viaggio, caro Piero.

Offline aquilafelyx

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Re:Flessibilità
« Risposta #23 : Lunedì 19 Novembre 2012, 20:06:36 »
se non si torna a dare valore al lavoro sottraendolo alla finanza ci ritroveremo in un medioevo tecnologico
M'illumino di Lulic

Bajo las águilas silenciosas, la inmensidad carece de significado.


Chi ha paura di perdere non merita di vincere

POMATA

Re:Flessibilità
« Risposta #24 : Martedì 20 Novembre 2012, 14:41:33 »
Sto cacchio de franz, mi mette i brividi ;D sia quando parla della matematica certezza che x la Lazio non ci siano scudetti all'orizzonte, sia quando parla di economia.

Comunque da ignorante in materia, sto diventando ogni giorno di più radicale, contro il sistema...

W Fidel, guarda un pò ;D :D

Offline AlenBoksic

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Re:Flessibilità
« Risposta #25 : Lunedì 26 Novembre 2012, 14:36:25 »
Tornando a bomba uno dei problemi che abbiamo oggi è che il sindacato tutto ragiona secondo schemi vetusti che (casualmente?) coincidono con gli interessi dei propri iscritti.
Ad esempio quando era stata paventata la riduzione dell'IRPEF si è subito posta la questione dell'esclusione del novero dai beneficiari dei cosiddetti incapienti.
Vedo però che quando si parla di sgravi fiscali sulle 13ime non ci sono pone il problema dei precari che tale mensilità non percepiscono, e lo stesso si verifica in sede di rinnovi contrattuali.
Seguitando di questo passo il sindacato conterà sempre meno e tutelerà sempre meno persone, anzi, continuando il trend attuale che vede oltre il 90% dei neoassunti con contratti a tempo, si condanna a sparire dai luoghi produttivi nel giro di qualche lustro.
Voglio 11 Scaloni

Offline Fabio70rm

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Re:Flessibilità
« Risposta #26 : Martedì 27 Novembre 2012, 09:55:38 »
Aspe', non è che i precari non percepiscono le tredicesime, ce le liquidano a fine contratto, che difficilmente dura più di qualche mese....

Mi dirai che i precari non hanno i premi produzione....
Polisportiva SS LAZIO, l'unica squadra a Roma che vince invece di chiacchierare!!

ThomasDoll

Re:Flessibilità
« Risposta #27 : Martedì 27 Novembre 2012, 13:02:37 »
Seguitando di questo passo il sindacato conterà sempre meno e tutelerà sempre meno persone, anzi, continuando il trend attuale che vede oltre il 90% dei neoassunti con contratti a tempo, si condanna a sparire dai luoghi produttivi nel giro di qualche lustro.

Non mi sembra, del resto, che ci tengano molto a fare diversamente...

Offline AlenBoksic

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Re:Flessibilità
« Risposta #28 : Martedì 27 Novembre 2012, 14:26:17 »
Aspe', non è che i precari non percepiscono le tredicesime,

co.co.co. e co.co.pro non percepiscono 13ime ecc ecc
Gli unici precari che hanno la 13ima sono quelli con contratto a tempo determinato.
Ma il mio era un discorso generale: il sindacato critica tanto la precarizzazione poi quando propone qualcosa e/o firma dei rinnovi contrattuali se ne dimentica
SEMPRE
Sicuramente su questo atteggiamento incide il fatto che gli iscritti del sindacato sono nella quasi totalità per metà pensionati e per l'altra occupati a tempo indeterminato,
però così facendo ci si rinchiude in un recinto sempre più piccolo.
Voglio 11 Scaloni

Offline AlenBoksic

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Re:Flessibilità
« Risposta #29 : Venerdì 1 Febbraio 2013, 12:03:23 »
Nei primi 9 mesi del 2012 sono stati attivati complessivamente 7,9 milioni di contratti ma solo 1,36 milioni per rapporto di lavoro a tempo indeterminato.
È quanto risulta dal rapporto sulla vigilanza del ministero del Lavoro


Di fronte a cifre del genere il dibattito sull'Art. 18 mi pare surreale
Voglio 11 Scaloni

ThomasDoll

Re:Flessibilità
« Risposta #30 : Venerdì 1 Febbraio 2013, 12:26:30 »
Vero. Diciamo che è un utile finto fronte, dove magari si può fare qualche concessione affondando strufoli altrove.
Sono tempi gravi al limite dello sconvolgente, in tre mesi di (blanda) ricerca lavorativa mi è capitata un'offerta (una) per un lavoro da amministrativo a sei mesi (sai, in qualunque contratto c'è il periodo di prova ma ormai si assume a tempo determinato per allungare il periodo di prova...). Una, che poi non ha nemmeno chiamato...
Sono tentato di tornare al lavoro manuale abbandonato a 25 anni...

Offline Daniela

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Re:Flessibilità
« Risposta #31 : Venerdì 1 Febbraio 2013, 16:20:08 »
la flessibilità in Italia è stata instaurata
 (con i vari tipi di contratto co.co. a progetto e compagnia cantante...)
SOLO in USCITA dal mondo del lavoro

nisba in entrata
se non si provvede a migliorarla in questo senso, la vedo male, malissimo

(e non si prendano ad esempio gli USA per favore, un mercato in cui c'è una estrewma flessibilità ma da ambo i sensi)
ARZARVI LA COPPA IN FACCIA? NON HA PREZZO!!!!!!

Offline BobLovati

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Re:Flessibilità
« Risposta #32 : Venerdì 1 Febbraio 2013, 16:34:03 »
ricordo, solo per non avere disperazione a senso unico, che nel 2006 o 2007, in Spagna si sollevarono vari scandali; facendo leva sulla legge del PP di Aznar, c´erano dei giovani che, in poco meno di 1 anno, avevano avuto 124 (centoventiquattro ) contratti a tempo determinato.
Al punto che in un caso si trattava di 1 contratto dalle 10.00 alle 14.00 e di 1 dalle 19.00 alle 23.00 nello stesso locale e posto di lavoro.

2 contratti in 1 giorno    :o   :(
Laziale, Ducatista e fiumarolo

Siamo noi fortunati ad essere della Lazio, non la Lazio ad avere noi

“LA MOGLIE DI CESARE DEVE NON SOLO ESSERE ONESTA, MA ANCHE SEMBRARE ONESTA.”

Offline AlenBoksic

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Re:Flessibilità
« Risposta #33 : Venerdì 1 Febbraio 2013, 18:04:20 »
Vero. Diciamo che è un utile finto fronte, dove magari si può fare qualche concessione affondando strufoli altrove.

 ;)
Lo penso pure io.
Però bisogna sbrigarsi, perchè a questi ritmi tra un pò non potrai neanche più metterlo sul piatto della trattativa, essendo abolito de facto.
Voglio 11 Scaloni