Autore Topic: Parma - Lazio commenti  (Letto 9092 volte)

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Offline Wasicu

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Re:Parma - Lazio commenti
« Risposta #60 : Lunedì 10 Febbraio 2020, 07:01:38 »
Ma non le ha giocate 30 partite.

ma lui si riferisce al cognome,  che e' molto noto in fatto di arbitraggio ...

Offline Leòn

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Re:Parma - Lazio commenti
« Risposta #61 : Lunedì 10 Febbraio 2020, 09:40:01 »

Squadra tosta, sempre in partita mentalmente e fisicamente. Grande consapevolezza. Inzaghi che, non dimentichiamolo, fosse stato per qualche fenomeno non sarebbe più qui da ottobre, sta riuscendo a far diventare "titolari" praticamente tutti. Ieri Marusic e Jony assolutamente all'altezza e non era sicuramente scontato visti i precedenti.Luis Alberto mi sta impressionando. Gli manca qualcosa in fase realizzativa ma, per il resto, mi sbilancio e dico che è il più forte visto con questa maglia. Più di Veron.

P.S.
Ecco il pretino che qualcuno vorrebbe addetto stampa della Lazio:

 

Il nulla vestito di niente. Alla larga.

borgorosso

Re:Parma - Lazio commenti
« Risposta #62 : Lunedì 10 Febbraio 2020, 09:46:07 »
Stavolta su Cucchi hai ragione.
Ha insita quella sudditanza che hanno dentro molti Laziali.
Più realisti del re, sempre ad inseguire il consenso degli altri, una specie di sindrome di stoccolma

il rigore per il Parma non c'è: non c'è.
il fallo parte da cornelius

Online Davide

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Re:Parma - Lazio commenti
« Risposta #63 : Lunedì 10 Febbraio 2020, 09:51:24 »
Il problema dei vip o dei giornalisti Laziali e' sempre il solito, hanno talmente la fobia di essere indicati come di parte, che spesso e volentieri fanno il giro opposto, si tengono di manica larga verso gli avversari in modo da essere al di sopra di ogni critica...visto milioni di volte ed atteggiamento assurdo.

Offline Leòn

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Re:Parma - Lazio commenti
« Risposta #64 : Lunedì 10 Febbraio 2020, 10:02:23 »
Ma il cerchiobottismo del soggetto non è tanto sul rigore, quanto sul "Parma che avrebbe meritato il pareggio". Dove, quando, in quale universo parallelo?
 

Offline franz_kappa

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Re:Parma - Lazio commenti
« Risposta #65 : Lunedì 10 Febbraio 2020, 10:53:41 »
Ma il cerchiobottismo del soggetto non è tanto sul rigore, quanto sul "Parma che avrebbe meritato il pareggio". Dove, quando, in quale universo parallelo?
Al di là di quello che tu scrivi (e sono pienamente d'accordo), quello che mi manda ai pazzi è riscontrare la facilità con cui nascono nel nostro fronte - prima ancora di essere originate dai molteplici fronti  avversi - queste inconcepibili esternazioni.

Ma Cristo Santo, ma le partite con reggina e cagliari nell'anno nel nostro ultimo Scudetto (rigori a nostro favore apparsi ai più netti e non assegnati nelle suddette gare, concluse entrambe 0-0) me li ricordo solo io, L'ANIMA DE LI MEJO MORTACCI VOSTRI? Quelle partite ci costarono la testa della classifica, conquistata alla penultima giornata d'andata con la vittoria col bologna nel giorno del centenario.
Per tacere dell'indegna direzione dell'incommentabile bazzoli di Merano, che a breve distanza dalle trasferte in Calabria e Sardegna non assegnò, inspiegabilmente, un rigore solare in Lazio-parma (intervento a forbice di Lassissi su Boksic sotto Curva Sud), terminata 0-0. E così la juventus potè prendere il largo e maturare un sensibile vantaggio, salito sino +9 dopo verona-Lazio 1-0. Non menziono, per carità di patria, quello sciagurato di de santis e il suo assurdo annullamento del pareggio di Cannavaro in juventus-Lazio della penultima giornata.

Posto che il rigore di ieri sera su Cornelius non c'era, pure se ci fosse stato la risposta è quella proverbiale: sticazzi e vaffanculo, visto che siamo ancora clamorosamente in credito con la classe arbitrale per quanto subìto nell'ultimo trentennio di Serie A. Un intervallo assai ampio e puntualmente costellato di torti arbitrali, ora più ora meno gravi.
Quanto al recente passato, monta la rabbia nel ripensare all'incommentabile trend delle direzioni di gara nella stagione 2017-18: uno scientifico killeraggio che ci mise in crisi nel momento cruciale della stagione con l'assurdo rigore alla fiorentina all'ultimo secondo, la dubbia direzione nel successivo samp-Lazio comunque concluso con la vittoria sino all'acme della vergogna con Lazio-torino di giacomelli.
Il laziale flagellante, tipologia di tifoso del tutto insopportabile, nel ricordare quella stagione tende a rimarcare solo l'errore di Caicedo a Crotone come sliding door per l'accesso alla Champions: lo abbiamo messo in croce, quel povero Cristo, per un oggettivo errore sotto porta e che ha senz'altro pesato sul risultato di una gara che, va detto, si poteva comunque vincere anche senza essere passati in vantaggio grazie a Caicedo. Dalli al Caicedo, certo. Ma, come giustamente scritto da molti, alle ultime decisive gare la Lazio sarebbe dovuta arrivare - senza il peso di una serie di decisioni arbitrali avverse - con congruo vantaggio sulla quinta e di fatto già qualificata per la Champions.

Tutto questo passa in cavalleria, ovviamente. E non sia mai che dal fronte laziale, oggi, si levi qualche voce in controtendenza che offre una diversa prospettiva sulla Lazio e le direzioni arbitrali.  >:( >:( >:(

Ma quest'anno sto tranquillo: i nostri hanno buona memoria. C'è Inzaghi che era calciatore l'anno dello Scudetto e quasi tutti i titolari sono gli stessi di due anni fa.
Silenzio e consapevolezza. E tanta tanta rabbia. Da scaricare positivamente sul terreno di gioco.

Avanti Lazio. Da ieri siamo ancora di più - se mai ce ne fosse bisogno - vicini ai nostri ragazzi, che stanno realizzando qualcosa di incredibile.
Buon viaggio, caro Piero.

Offline Holly

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Re:Parma - Lazio commenti
« Risposta #66 : Lunedì 10 Febbraio 2020, 10:57:35 »
La Lazio ieri ha fornito risposte più che confortanti, su tanti fronti.

Tenuta mentale, tenuta fisica, ha retto lo schieramento di più riserve contemporaneamente, ha dimostrato nuovamente grande solidità difensiva, è stata capace di imbastire buone trame di gioco (come dicono quelli bravi) e colpire al momento giusto. Avremmo potuto vincere con risultato più largo, ci siamo andati vicino più noi, al raddoppio, che loro al pareggio, e qui torna in ballo la capacità di non prendere gol, grazie alla solita ottima prestazione di Strakosha e grazie all'estrema concentrazione di tutto il reparto.

Nessun diffidato ammonito, il rientro di due pedine fondamentali come Correa e Cataldi, sono elementi che contribuiscono a una valutazione più che positiva di una trasferta per nulla facile.

Questione rigore sì, rigore no.
Ferme restando due considerazioni, ossia che in altri tempi lo avrebbero fischiato contro di corsa (vedi Pezzella Caicedo due anni fa) e che, sempre in altri tempi, se un rigore così lo avessero negato contro la xxxx staremmo già facendo richiesta di documenti validi per l'espatrio definitivo, detto questo... io credo che Di Bello (aiutato in silent check) abbia valutato giustamente la dinamica del contatto fra i due giocatori, iniziato con Corn(ut)elius che strattona per primo il nostro Acerbi. Io credo, oltretutto, che la valutazione dell'arbitro sia stata anche parzialmente punitiva di un atteggiamento, quello del danese, antisportivo fin dal principio, sempre a terra in area di rigore, in attesa di un provvedimento estremo come appunto il rigore.

La chiave di tutto, ossia del sogno che stiamo coltivando (sogno che ancora NON mi appartiene del tutto, lo dico sinceramente) è il nostro formidabile mister, che sta riuscendo a gestire spiritualmente la situazione come meglio non si potrebbe. Confido in lui, come sempre ho fatto in questi anni.

Offline gentlemen

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Re:Parma - Lazio commenti
« Risposta #67 : Lunedì 10 Febbraio 2020, 11:01:28 »
Partita difficile, una vittoria conquistata e difesa con gli artigli, questi sono i punti che rendono speciale la classifica a fine stagione, punti pesanti su campi difficili, contro squadre che lottano.
Andandola ad analizzare risulta evidente che qualcuno, Ciro Immobile in primis, mi è sembrato un pò "spompato", ma la squadra ha fatto di tutto per vincerla, seconda metà del primo tempo abbiamo dominato, il Parma è sembrato poca cosa, ma anche loro avevano assenze pesanti.
Nel secondo potevamo chiuderla in ripartenza, anzi contriopiede, ma non abbiamo avuto la giusta lucidità...si è rischiato troppo, facendoci coinvolgere dall'irruenza fisica ed emotiva del Parma, ingenuo Marusic sull'abbraccio a Bruno Alves, bravo l'arbitro a notare che, come nel caso Cornelius-Acerbi, ad iniziare a trattanere era stato il giocatore parmense.
Vittoria pesante, 14 punti sopra la quinta, ora dobbiamo solo pensare a goderci la classifica ed al fatto che dopo tanti anni la Lazio torna a giocare per vittoria del campionato, lo scudetto, è un grande successo ed un grande momento.
Inter e Juventus da qui ad Aprile giocheranno ogni 3 giorni, Noi solo il campionato....sogniamo e ce la godiamo....poi si vedrà, intanto dopo aver vinto alla grande un Trofeo, la SuperCoppa Italiana contro la Juventus di CR7, possiamo anche conquistare l'accesso in Champions League....quello che viene è tutto in più....

Anselazio

Re:Parma - Lazio commenti
« Risposta #68 : Lunedì 10 Febbraio 2020, 11:05:27 »
Ha ragione Franz. L’uscita di cucchi é allucinante se correlata con la storia recente della Lazio (da mirri, juliano, treossi,cesari,  tagliavento, morganti, a massa, giacomelli, ecc, ecc,) e del tutto fuoriluogo in relazione alla partita col parma dove si invocano due rigori presunti assolutamente ridicoli (senza peraltro parlare del fallo più importante commesso su Correa come ha ricordato Inzaghi). Il parma avrebbe meritato il pareggio in base a cosa? Due tiri da fuori sulle mani di Strakosha, un diagonale con tre uomini a murare finito in corner e un tiro a giro (unico vero pericolo) ?
Ma veramente siamo al ridicolo...anzi alla disperazione; tra un po’ alla DS si chiederá direttamente a nikki di fermarci. Pezzenti.

Offline Il frigorifero

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Re:Parma - Lazio commenti
« Risposta #69 : Lunedì 10 Febbraio 2020, 11:05:46 »
Squadra tosta, sempre in partita mentalmente e fisicamente. Grande consapevolezza. Inzaghi che, non dimentichiamolo, fosse stato per qualche fenomeno non sarebbe più qui da ottobre, sta riuscendo a far diventare "titolari" praticamente tutti. Ieri Marusic e Jony assolutamente all'altezza e non era sicuramente scontato visti i precedenti.Luis Alberto mi sta impressionando. Gli manca qualcosa in fase realizzativa ma, per il resto, mi sbilancio e dico che è il più forte visto con questa maglia. Più di Veron.

P.S.
Ecco il pretino che qualcuno vorrebbe addetto stampa della Lazio:

 

Il nulla vestito di niente. Alla larga.


Il Parma avrebbe meritato di perdere 0-3 , e il rigore non c’era.

Questo signore vada pure a condire i cheeseburger in qualche McDonald, che questo è il lavoro per lui.

Forza Lazio

 :band1: :band1: :band1:
"E' NORMALE BATTERE LA ROMA...."  - Senad Lulic  26 - 5 -2013

Offline Setteblu

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Re:Parma - Lazio commenti
« Risposta #70 : Lunedì 10 Febbraio 2020, 11:09:12 »
Al di là di quello che tu scrivi (e sono pienamente d'accordo), quello che mi manda ai pazzi è riscontrare la facilità con cui nascono nel nostro fronte - prima ancora di essere originate dai molteplici fronti  avversi - queste inconcepibili esternazioni.

Ma Cristo Santo, ma le partite con reggina e cagliari nell'anno nel nostro ultimo Scudetto (rigori a nostro favore apparsi ai più netti e non assegnati nelle suddette gare, concluse entrambe 0-0) me li ricordo solo io, L'ANIMA DE LI MEJO MORTACCI VOSTRI? Quelle partite ci costarono la testa della classifica, conquistata alla penultima giornata d'andata con la vittoria col bologna nel giorno del centenario.
Per tacere dell'indegna direzione dell'incommentabile bazzoli di Merano, che a breve distanza dalle trasferte in Calabria e Sardegna non assegnò, inspiegabilmente, un rigore solare in Lazio-parma (intervento a forbice di Lassissi su Boksic sotto Curva Sud), terminata 0-0. E così la juventus potè prendere il largo e maturare un sensibile vantaggio, salito sino +9 dopo verona-Lazio 1-0. Non menziono, per carità di patria, quello sciagurato di de santis e il suo assurdo annullamento del pareggio di Cannavaro in juventus-Lazio della penultima giornata.

Posto che il rigore di ieri sera su Cornelius non c'era, pure se ci fosse stato la risposta è quella proverbiale: sticazzi e vaffanculo, visto che siamo ancora clamorosamente in credito con la classe arbitrale per quanto subìto nell'ultimo trentennio di Serie A. Un intervallo assai ampio e puntualmente costellato di torti arbitrali, ora più ora meno gravi.
Quanto al recente passato, monta la rabbia nel ripensare all'incommentabile trend delle direzioni di gara nella stagione 2017-18: uno scientifico killeraggio che ci mise in crisi nel momento cruciale della stagione con l'assurdo rigore alla fiorentina all'ultimo secondo, la dubbia direzione nel successivo samp-Lazio comunque concluso con la vittoria sino all'acme della vergogna con Lazio-torino di giacomelli.
Il laziale flagellante, tipologia di tifoso del tutto insopportabile, nel ricordare quella stagione tende a rimarcare solo l'errore di Caicedo a Crotone come sliding door per l'accesso alla Champions: lo abbiamo messo in croce, quel povero Cristo, per un oggettivo errore sotto porta e che ha senz'altro pesato sul risultato di una gara che, va detto, si poteva comunque vincere anche senza essere passati in vantaggio grazie a Caicedo. Dalli al Caicedo, certo. Ma, come giustamente scritto da molti, alle ultime decisive gare la Lazio sarebbe dovuta arrivare - senza il peso di una serie di decisioni arbitrali avverse - con congruo vantaggio sulla quinta e di fatto già qualificata per la Champions.

Tutto questo passa in cavalleria, ovviamente. E non sia mai che dal fronte laziale, oggi, si levi qualche voce in controtendenza che offre una diversa prospettiva sulla Lazio e le direzioni arbitrali.  >:( >:( >:(

Ma quest'anno sto tranquillo: i nostri hanno buona memoria. C'è Inzaghi che era calciatore l'anno dello Scudetto e quasi tutti i titolari sono gli stessi di due anni fa.
Silenzio e consapevolezza. E tanta tanta rabbia. Da scaricare positivamente sul terreno di gioco.

Avanti Lazio. Da ieri siamo ancora di più - se mai ce ne fosse bisogno - vicini ai nostri ragazzi, che stanno realizzando qualcosa di incredibile.
APPLAUSI SCROSCIANTI.

Offline Leòn

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Re:Parma - Lazio commenti
« Risposta #71 : Lunedì 10 Febbraio 2020, 11:19:10 »
 
Questione rigore sì, rigore no.
Ferme restando due considerazioni, ossia che in altri tempi lo avrebbero fischiato contro di corsa (vedi Pezzella Caicedo due anni fa) e che, sempre in altri tempi, se un rigore così lo avessero negato contro la xxxx staremmo già facendo richiesta di documenti validi per l'espatrio definitivo, detto questo... io credo che Di Bello (aiutato in silent check) abbia valutato giustamente la dinamica del contatto fra i due giocatori, iniziato con Corn(ut)elius che strattona per primo il nostro Acerbi. Io credo, oltretutto, che la valutazione dell'arbitro sia stata anche parzialmente punitiva di un atteggiamento, quello del danese, antisportivo fin dal principio, sempre a terra in area di rigore, in attesa di un provvedimento estremo come appunto il rigore. do in lui, come sempre ho fatto in questi anni.

Sì, credo anche io che Di Bello sia stato "regolamentalmente" impeccabile. Ha reputato la spinta di Cornelius fallosa e ha fischiato. Quello che accade dopo, la strattonata di Acerbi, è assolutamente ininfluente. Dal punto di vista del regolamento semplicemente non esiste.
Ciò non toglie che se domenica non me danno un rigore così me faccio carcera'. E Ataru lo perdiamo definitivamente.

Offline Jim Bowie

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Re:Parma - Lazio commenti
« Risposta #72 : Lunedì 10 Febbraio 2020, 12:15:35 »
Due anni fa quello di quando il "complotto non esisteva" avrebbero fischaito contro il rigore di Marusic e quello di Acerbi.
La Lazio quest'anno sta avendo un trattamento equo, sembra di parte per noi che siamo abituati a sconfitte dichiarate prima ancora di iniziare.
Hanno ragione i riommici, e' il nostro anno, hanno tanto ragione quanto selapianonderculo!
Il rigore c'era e questo me fa tanto gode'!
Di Bello uno di noi!
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Offline paperinik

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Re:Parma - Lazio commenti
« Risposta #73 : Lunedì 10 Febbraio 2020, 12:27:48 »
Goduria!!!
Una partita che conferma ancora una volta il "cambiamento" che Inzaghi ha dato a questa squadra, agli stessi ragazzi che ci sono da 2 anni.
Sia a livello tattico di squadra, sia a livello individuale. Prendiamo ad esempio Straky, fino all'anno scorso aveva il vizio di fare il rinvio calciando di interno destro in direzione del "quinto" di sinistra, ma puntualmente la palla finiva 9 volte su 10 in fallo laterale. Oggi non lo fa più!
Oppure Patrik, che prima sembrava che ad ogni partita volesse spaccare il mondo, irruento, senza freni, sbagliava spesso passo, mentre oggi è molto più riflessivo e concreto nelle sue discese.
Tatticamente credo che la Lazio sia la squadra che più di ogni altra in Italia riesce a verticalizzare con una semplicità notevole. Come faceva il Napoli ai tempi d'oro. E questo si deve appunto ad un cambiamento della visione di gioco inculcata da Inzaghi ai ragazzi, oltre che alle grandi giocate da playmaker di Luis Alberto e Leiva. Quando poi girano bene anche i 2 quinti, la Lazio diventa un imbuto in direzione della porta avversaria.
Detto questo, ieri partita giocata in scioltezza, ma soprattutto con la consapevolezza della propria forza.
Ed ora abbiamo tutto il tempo per preparare la partita contro l'Inter, forti di avere 14 punti sulle merdacce e 11 sulla dea.
Avanti così.
Che goduria!
Come si crea uno juventino?
Fate bollire l'acqua in una pentola, aggiungete un pizzico di pepe, un cucchiaio di sale e una manciata di cacca, ma attenzione a non metterne troppa altrimenti invece che lo juventino esce fuori il riomanista!

Offline Ataru

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Re:Parma - Lazio commenti
« Risposta #74 : Lunedì 10 Febbraio 2020, 14:18:53 »
Sì, credo anche io che Di Bello sia stato "regolamentalmente" impeccabile. Ha reputato la spinta di Cornelius fallosa e ha fischiato. Quello che accade dopo, la strattonata di Acerbi, è assolutamente ininfluente. Dal punto di vista del regolamento semplicemente non esiste.
Ciò non toglie che se domenica non me danno un rigore così me faccio carcera'. E Ataru lo perdiamo definitivamente.

un rigore così non ce l'hanno mai dato. ci hanno fischiato, al contrario, falli in attacco che non sono mai stati commessi.
osa c'è da psicolo propriono capisco.
qui sono un esempio di civilità e non solo per molti

Offline Er Matador

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Re:Parma - Lazio: pagelle
« Risposta #75 : Lunedì 10 Febbraio 2020, 16:25:31 »
La Lazio archivia nel migliore dei modi l’ultimo tour de force, alla vigilia di un ciclo bimestrale senza impegni infrasettimanali: e lo fa innanzitutto con una straordinaria prova di carattere, in assoluto la vera novità della stagione.
Al di là dell’essere tecnicamente più o meno forti di questa, le formazioni scese in campo nelle ultime annate avrebbero probabilmente lasciato punti al Tardini, per i limiti caratteriali a causa dei quali mancava spesso il soldo per fare la lira.
Da Cagliari a Riad – quindi con tipologie di sollecitazioni assai diverse – gli undici in campo e subentranti hanno mostrato una personalità di tutt’altro spessore, soprattutto nel rimanere mentalmente in partita anche nei momenti più sfavorevoli sul piano tecnico-tattico.
Una drastica soluzione di continuità rispetto al crollo psicologico del Milan – di Pioli, of course – nel derby, forse la più credibile istantanea di troppi brutti ricordi.

Parlare solo della garra sarebbe, però, limitativo per una vittoria costruita innanzitutto a livello di calcio-calcio.
E in particolare di un primo tempo stradominato sulle fasce, con raddoppi e sovrapposizioni in serie che sapevano vagamente di Ajax.
Al funzionamento così implacabile delle catene sulle corsie laterali hanno contribuito in maniera decisiva le prestazioni dei due esterni nel terzetto difensivo.
La prova – in particolare nella prima frazione – di Acerbi rimarrà negli annali alla voce “giocare per due, anzi per tre”: prestazione a tutto campo come fonte di gioco inesauribile, superiorità numeriche a ciclo continuo, buona percentuale anche nella riuscita delle giocate.
Per capirci, ai livelli dei migliori Grun e Aldair: e se qualcuno storce il naso per il secondo accostamento, giova ricordare che di quegli altri il buon Pluto aveva davvero solo la maglia.
Quasi allo stesso livello, ma in crescendo, il sempre più sorprendente Patric: privato di qualche riferimento dalla composizione quasi inedita della linea a tre, ha riversato tutta la razionalità del caso nella scelta di soluzioni tecniche a basso rischio.
Arrivando, nel finale, a guadagnare palloni e perdere secondi preziosissimi con esibizioni palla al piede che francamente non gli si conoscevano.

La prestazione dei due ha fisicamente “spinto” quella dei quinti, che sulla carta sapevano piuttosto di “quinto quarto” dati i precedenti stagionali assai scarsi sia per quantità sia per qualità.
Marušić e Jony hanno invece viaggiato con buona sicurezza sul binario tracciato dai colleghi di fascia, in sintonia con le rispettive caratteristiche.
Più affidabile nella fase difensiva il primo; autore di pregevoli cross – con meno danni alle terga avversarie rispetto al solito – il secondo, che ha complessivamente tenuto a dispetto di un’insufficiente consistenza atletica.
A proposito del serbo-montenegrino, lo spezzone di Lazzari ha evidenziato la differenza fra i due.
L’ex spallino è in grado di variare il repertorio temporeggiando, creando lo spazio per la sovrapposizione, rientrando sul sinistro; laddove l’ex Ostenda non conosce alternativa alla percussione a testa bassa con acceleratore a tavoletta.
La scommessa consiste nel migliorare l’assortimento delle sue soluzioni offensive, magari recuperando quei tagli al centro per la conclusione intuiti nella prima stagione in Italia: un potenziale scacco matto, a maggior ragione contro difese schierate.

A rendere ancor più meritorio il quadro appena delineato contribuisce un fatto: in tutte e cinque le caselle, compreso il vertice basso rappresentato dal centrale della difesa a tre, figurava un giocatore diverso rispetto al titolare del ruolo.
Aver trovato la quadratura con naturalezza, di fronte a un turnover così radicale, implica un corollario fondamentale: a parità di giocatori, un organico più “lungo”.
A proposito della quinta casella, Luiz Felipe ha disputato la sua migliore gara in quel ruolo sul piano della concentrazione e della continuità.
Il quid del suo modo di giocare è tutto nella scivolata con cui tampona Cornelius sul vertice destro dell’area piccola.
Da un lato un intervento da manuale, che richiama brividi dimenticati per gli esteti e per chi ricorda altre Lazio.
Dall’altro il rischio che un pallone furbescamente spostato dall’avversario e un arbitro compiacente si risolvano in un disastro, anche in assenza di un fallo vero e proprio.
Il margine di miglioramento per questo ragazzo consiste proprio in un po’ di malizia ed essenzialità nell’evitare certi eccessi scenografici: altrimenti si fa presto a passare da un fisico statuario con movenze elegantissime, dal retrogusto quasi omerico, al foscoliano “bello di fama e di sventura”.
Oltre agli automatismi di cui sopra, il contributo di Inzaghi è emerso anche nei cambi, castrati in partenza dalla necessità di far rifiatare – come titolari o come subentranti – i singoli che meno di tutti avevano i novanta minuti nelle gambe.
Un Cubo di Rubik risolto con buona aderenza alle esigenze e all’andamento del match: forse uno dei due cambi finali poteva essere leggermente anticipato, ma col rischio di esporre Cataldi e Correa a un minutaggio prematuramente elevato.

Rimane una domanda, scomoda quanto ineludibile: perché una serie quasi infinita di notazioni positive ha prodotto una gara aperta fino all’ultimo, con un paio di arresti cardiaci sulla parabola a giro di Kulusevski (anche se Strakosha sembrava sulla traiettoria) e sul non rigore Acerbi-Cornelius (ma con certi arbitri...)?
Prima di rispondere, una notazione relativa al portiere greco-albanese: ottimo riflesso sulla parabola di Caprari, che verosimilmente non aveva visto partire, ma occhio a respinte come quella sul tiro di Kucka.
Una conclusione del genere – potente ma centrale e colpita “piena”, quindi senza effetti ingannevoli – va allontanata il più possibile verso l’esterno, non centralmente lasciandola nei paraggi.
Bravissimi i compagni a fare densità chiudendo lo specchio della porta al destro – peraltro non il suo piede – poco delicato di Gagliolo, altrimenti si sarebbe concesso un rigore in movimento.
Tornando alla domanda posta a inizio paragrafo, l’analisi può essere suddivisa in due tronconi.

Il primo riguarda la concretezza offensiva, che ha risentito della giornata negativa di Immobile: impagabile come sempre nel dare tutto per la squadra, quanto zavorrato nella lucidità e nella precisione dagli impegni senza sosta.
In mezzo a tanti passi avanti, l’assenza di un alter ego per Ciro e l’eccessiva dipendenza dalla sua vena realizzativa, quando si tratta di buttarla dentro, delineano direttrici di crescita da percorrere con urgenza.
Ieri a togliere le castagne dal fuoco ha provveduto ancora una volta Caicedo, fra i meno presenti nel gioco ma puntualissimo sulla palla utile a sua disposizione.
E se qualcuno parla di gol facile, provi a realizzare una soluzione di controbalzo – in assoluto la più esposta a figuracce – col piede sbagliato.
Fermo restando che, per farsi arrivare un pallone sporco con l’alzo giusto, bisogna prima crederci e dimostrare un discreto senso della posizione.
Alla sterilità delle azioni di rimessa ha contribuito anche un Correa ancora appannato; passi per la condizione approssimativa, ma certi errori di misura non sono da lui.
A monte, però, pesa il fatto di non averla chiusa in un primo tempo di dominio assoluto, e anche qui per un limite atavico: un’organizzazione offensiva non all’altezza di quella difensiva.
Produrre gioco sulle fasce in quantità industriale, se poi si distribuiscono cross a caso e trascurando la coordinazione con chi dovrebbe riceverli, rischia di servire solo per le più aride statistiche.

Il secondo riguarda l’atteggiamento tattico nella ripresa, quando la Lazio ha accettato il ritmo imposto dall’avversario – vale a dire l’unica risorsa che potesse mettere sul tavolo – perdendo troppo nettamente campo.
E, se la palla staziona a lungo troppo vicino alla propria area, la pericolosità di un errore o di una circostanza casuale aumenta esponenzialmente.
Si è parlato di atteggiamento tattico perché, pur accusando la minore freschezza rispetto al Parma, gli ospiti hanno retto ampiamente sul piano della corsa.
A fare difetto è stata un po’ di strategia nel distribuire energie e uomini in campo, in particolare nei giocatori-perno delle due linee basse.
Luiz Felipe e Lucas Leiva hanno tenuto botta alla grande sull’uomo e nei contrasti, ma sarebbe servita da parte loro una più solida leadership del reparto nell’imporre un minimo di elastico, di pressing preventivo, di propensione a salire per togliere campo all’offendente.
Un undici che attaccava in maniera quasi rugbystica, portando pressione col pacchetto di mischia ma senza grandi numeri nelle azioni alla mano, ne sarebbe risultato depotenziato in maniera decisiva risparmiando rischi e sofferenze.
In sostanza si è riproposto il peggio di Ledesma (la tendenza quasi parossistica ad abbassarsi sul limite dei propri sedici metri) senza il meglio di Ledesma (l’abilità nello spezzare ritmo e manovra avversari).
D’accordo che prendere falli contro una squadra di fabbri, e con un arbitro che fa da palo, non sia semplice.
Ma andava sfruttato al meglio, anche sotto questo profilo, un Luis Alberto ormai stabilmente promosso a uomo-squadra e giocatore totale a tutto campo.

Tutto è bene quel che finisce bene, comunque, festeggiamenti compresi.
Magari senza immaginare la classifica coi tre punti contro il Verona: altrimenti il fegato, già provato dai brindisi, rischia di cedere.

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Re:Re:Parma - Lazio: pagelle
« Risposta #76 : Lunedì 10 Febbraio 2020, 16:41:38 »
La Lazio archivia nel migliore dei modi l’ultimo tour de force, alla vigilia di un ciclo bimestrale senza impegni infrasettimanali: e lo fa innanzitutto con una straordinaria prova di carattere, in assoluto la vera novità della stagione.
Al di là dell’essere tecnicamente più o meno forti di questa, le formazioni scese in campo nelle ultime annate avrebbero probabilmente lasciato punti al Tardini, per i limiti caratteriali a causa dei quali mancava spesso il soldo per fare la lira.
Da Cagliari a Riad – quindi con tipologie di sollecitazioni assai diverse – gli undici in campo e subentranti hanno mostrato una personalità di tutt’altro spessore, soprattutto nel rimanere mentalmente in partita anche nei momenti più sfavorevoli sul piano tecnico-tattico.
Una drastica soluzione di continuità rispetto al crollo psicologico del Milan – di Pioli, of course – nel derby, forse la più credibile istantanea di troppi brutti ricordi.

Parlare solo della garra sarebbe, però, limitativo per una vittoria costruita innanzitutto a livello di calcio-calcio.
E in particolare di un primo tempo stradominato sulle fasce, con raddoppi e sovrapposizioni in serie che sapevano vagamente di Ajax.
Al funzionamento così implacabile delle catene sulle corsie laterali hanno contribuito in maniera decisiva le prestazioni dei due esterni nel terzetto difensivo.
La prova – in particolare nella prima frazione – di Acerbi rimarrà negli annali alla voce “giocare per due, anzi per tre”: prestazione a tutto campo come fonte di gioco inesauribile, superiorità numeriche a ciclo continuo, buona percentuale anche nella riuscita delle giocate.
Per capirci, ai livelli dei migliori Grun e Aldair: e se qualcuno storce il naso per il secondo accostamento, giova ricordare che di quegli altri il buon Pluto aveva davvero solo la maglia.
Quasi allo stesso livello, ma in crescendo, il sempre più sorprendente Patric: privato di qualche riferimento dalla composizione quasi inedita della linea a tre, ha riversato tutta la razionalità del caso nella scelta di soluzioni tecniche a basso rischio.
Arrivando, nel finale, a guadagnare palloni e perdere secondi preziosissimi con esibizioni palla al piede che francamente non gli si conoscevano.

La prestazione dei due ha fisicamente “spinto” quella dei quinti, che sulla carta sapevano piuttosto di “quinto quarto” dati i precedenti stagionali assai scarsi sia per quantità sia per qualità.
Marušić e Jony hanno invece viaggiato con buona sicurezza sul binario tracciato dai colleghi di fascia, in sintonia con le rispettive caratteristiche.
Più affidabile nella fase difensiva il primo; autore di pregevoli cross – con meno danni alle terga avversarie rispetto al solito – il secondo, che ha complessivamente tenuto a dispetto di un’insufficiente consistenza atletica.
A proposito del serbo-montenegrino, lo spezzone di Lazzari ha evidenziato la differenza fra i due.
L’ex spallino è in grado di variare il repertorio temporeggiando, creando lo spazio per la sovrapposizione, rientrando sul sinistro; laddove l’ex Ostenda non conosce alternativa alla percussione a testa bassa con acceleratore a tavoletta.
La scommessa consiste nel migliorare l’assortimento delle sue soluzioni offensive, magari recuperando quei tagli al centro per la conclusione intuiti nella prima stagione in Italia: un potenziale scacco matto, a maggior ragione contro difese schierate.

A rendere ancor più meritorio il quadro appena delineato contribuisce un fatto: in tutte e cinque le caselle, compreso il vertice basso rappresentato dal centrale della difesa a tre, figurava un giocatore diverso rispetto al titolare del ruolo.
Aver trovato la quadratura con naturalezza, di fronte a un turnover così radicale, implica un corollario fondamentale: a parità di giocatori, un organico più “lungo”.
A proposito della quinta casella, Luiz Felipe ha disputato la sua migliore gara in quel ruolo sul piano della concentrazione e della continuità.
Il quid del suo modo di giocare è tutto nella scivolata con cui tampona Cornelius sul vertice destro dell’area piccola.
Da un lato un intervento da manuale, che richiama brividi dimenticati per gli esteti e per chi ricorda altre Lazio.
Dall’altro il rischio che un pallone furbescamente spostato dall’avversario e un arbitro compiacente si risolvano in un disastro, anche in assenza di un fallo vero e proprio.
Il margine di miglioramento per questo ragazzo consiste proprio in un po’ di malizia ed essenzialità nell’evitare certi eccessi scenografici: altrimenti si fa presto a passare da un fisico statuario con movenze elegantissime, dal retrogusto quasi omerico, al foscoliano “bello di fama e di sventura”.
Oltre agli automatismi di cui sopra, il contributo di Inzaghi è emerso anche nei cambi, castrati in partenza dalla necessità di far rifiatare – come titolari o come subentranti – i singoli che meno di tutti avevano i novanta minuti nelle gambe.
Un Cubo di Rubik risolto con buona aderenza alle esigenze e all’andamento del match: forse uno dei due cambi finali poteva essere leggermente anticipato, ma col rischio di esporre Cataldi e Correa a un minutaggio prematuramente elevato.

Rimane una domanda, scomoda quanto ineludibile: perché una serie quasi infinita di notazioni positive ha prodotto una gara aperta fino all’ultimo, con un paio di arresti cardiaci sulla parabola a giro di Kulusevski (anche se Strakosha sembrava sulla traiettoria) e sul non rigore Acerbi-Cornelius (ma con certi arbitri...)?
Prima di rispondere, una notazione relativa al portiere greco-albanese: ottimo riflesso sulla parabola di Caprari, che verosimilmente non aveva visto partire, ma occhio a respinte come quella sul tiro di Kucka.
Una conclusione del genere – potente ma centrale e colpita “piena”, quindi senza effetti ingannevoli – va allontanata il più possibile verso l’esterno, non centralmente lasciandola nei paraggi.
Bravissimi i compagni a fare densità chiudendo lo specchio della porta al destro – peraltro non il suo piede – poco delicato di Gagliolo, altrimenti si sarebbe concesso un rigore in movimento.
Tornando alla domanda posta a inizio paragrafo, l’analisi può essere suddivisa in due tronconi.

Il primo riguarda la concretezza offensiva, che ha risentito della giornata negativa di Immobile: impagabile come sempre nel dare tutto per la squadra, quanto zavorrato nella lucidità e nella precisione dagli impegni senza sosta.
In mezzo a tanti passi avanti, l’assenza di un alter ego per Ciro e l’eccessiva dipendenza dalla sua vena realizzativa, quando si tratta di buttarla dentro, delineano direttrici di crescita da percorrere con urgenza.
Ieri a togliere le castagne dal fuoco ha provveduto ancora una volta Caicedo, fra i meno presenti nel gioco ma puntualissimo sulla palla utile a sua disposizione.
E se qualcuno parla di gol facile, provi a realizzare una soluzione di controbalzo – in assoluto la più esposta a figuracce – col piede sbagliato.
Fermo restando che, per farsi arrivare un pallone sporco con l’alzo giusto, bisogna prima crederci e dimostrare un discreto senso della posizione.
Alla sterilità delle azioni di rimessa ha contribuito anche un Correa ancora appannato; passi per la condizione approssimativa, ma certi errori di misura non sono da lui.
A monte, però, pesa il fatto di non averla chiusa in un primo tempo di dominio assoluto, e anche qui per un limite atavico: un’organizzazione offensiva non all’altezza di quella difensiva.
Produrre gioco sulle fasce in quantità industriale, se poi si distribuiscono cross a caso e trascurando la coordinazione con chi dovrebbe riceverli, rischia di servire solo per le più aride statistiche.

Il secondo riguarda l’atteggiamento tattico nella ripresa, quando la Lazio ha accettato il ritmo imposto dall’avversario – vale a dire l’unica risorsa che potesse mettere sul tavolo – perdendo troppo nettamente campo.
E, se la palla staziona a lungo troppo vicino alla propria area, la pericolosità di un errore o di una circostanza casuale aumenta esponenzialmente.
Si è parlato di atteggiamento tattico perché, pur accusando la minore freschezza rispetto al Parma, gli ospiti hanno retto ampiamente sul piano della corsa.
A fare difetto è stata un po’ di strategia nel distribuire energie e uomini in campo, in particolare nei giocatori-perno delle due linee basse.
Luiz Felipe e Lucas Leiva hanno tenuto botta alla grande sull’uomo e nei contrasti, ma sarebbe servita da parte loro una più solida leadership del reparto nell’imporre un minimo di elastico, di pressing preventivo, di propensione a salire per togliere campo all’offendente.
Un undici che attaccava in maniera quasi rugbystica, portando pressione col pacchetto di mischia ma senza grandi numeri nelle azioni alla mano, ne sarebbe risultato depotenziato in maniera decisiva risparmiando rischi e sofferenze.
In sostanza si è riproposto il peggio di Ledesma (la tendenza quasi parossistica ad abbassarsi sul limite dei propri sedici metri) senza il meglio di Ledesma (l’abilità nello spezzare ritmo e manovra avversari).
D’accordo che prendere falli contro una squadra di fabbri, e con un arbitro che fa da palo, non sia semplice.
Ma andava sfruttato al meglio, anche sotto questo profilo, un Luis Alberto ormai stabilmente promosso a uomo-squadra e giocatore totale a tutto campo.

Tutto è bene quel che finisce bene, comunque, festeggiamenti compresi.
Magari senza immaginare la classifica coi tre punti contro il Verona: altrimenti il fegato, già provato dai brindisi, rischia di cedere.
Tutto bello e condivisibile, un po meno a parer mio su Dioleiva.
Vorrei rileggere le tue pagelle, instead!
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Re:Parma - Lazio commenti
« Risposta #77 : Lunedì 10 Febbraio 2020, 17:18:50 »
Magnifica analisi der Matador, anche se io più che ai possibili tre punti col Verona, penso a un paio di partite del girone di andata.
e ffforza lazzzio

Ai nostri giorni si può scegliere la propria religione, Hadouch, ma non la propria tribù. D. Pennac, La Prosivendola.

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Re:Parma - Lazio commenti
« Risposta #78 : Lunedì 10 Febbraio 2020, 17:20:55 »
Abbiamo lasciato 7 punti a squadre che devono salvarsi.


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Re:Parma - Lazio commenti
« Risposta #79 : Lunedì 10 Febbraio 2020, 17:21:38 »
Magnifica analisi der Matador, anche se io più che ai possibili tre punti col Verona, penso a un paio di partite del girone di andata.

Concordo con gli elogi al Matador.
Comunque, i punti persi col Verona sono solo 2 :D

Abbiamo lasciato 7 punti a squadre che devono salvarsi.

Non è vero!
Abbiamo solo perso 3 punti con la Spal.
Verona e Bologna da mo' che non lottano per salvarsi...
A meno che tu non ti riferisca alle merde...  8)