Autore Topic: Crac Italpetroli, guai per la Sensi  (Letto 123908 volte)

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POMATA

Re:Crac Italpetroli, guai per la Sensi
« Risposta #780 : Sabato 27 Novembre 2010, 11:57:15 »
pomà loro vogliono i famosi 130/150 milioni. Il punto è che le offerte, o presunte tali, per il momento sono di gran lunga inferiori. Perchè, nonostante la correttezza dei discorsi di FK e FM sulla roma per "cambiare le cose" sarebbe necessario investire parecchio. Perchè ad oggi la costruzione dello stadio è una chimera e perchè più è alta l'offerta per il "pacchetto sensI" e più dovrà essere alta quella per lanciare l'opa.

Unicredit per ora mantiene a galla le merde guadagnandoci - perchè tutti i finanziamenti, anticipi, aperture di credito ecc alla roma costano e tanto. Se a stretto giro di posta le cose non dovessero cambiare e quindi non si dovesse arrivare a questa famosa offerta da 130/150 milioni unicredit è probabile che proceda/sarà costretta a procedere in modo diverso, iniziando a risanare la roma confezionando un pacchetto magari sportivamente meno appetibile ma finanziariamente perfetto.

Insomma la banca deve avere i soldi, se non si arriva a quella cifra non può vendere. I 150 Angelini non li ha offerti altrimenti gliela avrebbero incartata.

Dai rumors sembrerebbe che le offerte si aggirino sui 100 milioni, ma il debito non era di 380? anche se la vendono a 150 la banca perderebbe 130 milioni?

POMATA

Re:Crac Italpetroli, guai per la Sensi
« Risposta #781 : Sabato 27 Novembre 2010, 11:59:08 »
Dico 230 milioni...me só sbajato...

Offline AlonZo

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Re:Crac Italpetroli, guai per la Sensi
« Risposta #782 : Sabato 27 Novembre 2010, 12:06:21 »
la roma non è l'unico asset di italpetroli. In sede di "inventario" è stata fatta una valutazione. Quella appunto di 130/150 milioni e quelli ora servono alla banca. I restanti milioni di euro li prenderanno altrove.

I rumors, non li ascoltà, a meno che non siano diretti.

pomà loro vogliono i famosi 130/150 milioni. Il punto è che le offerte, o presunte tali, per il momento sono di gran lunga inferiori.

jumpingjackflash

Re:Crac Italpetroli, guai per la Sensi
« Risposta #783 : Sabato 27 Novembre 2010, 13:16:02 »
faccio alcune considerazioni personalissime e non necessariamente esatte, prego FK che apprezzo particolarmente per  le sue osservazioni impopolari in questo thread di evidenziare eventuali inesattezze. Partendo dal principio, abbiamo un ricco signore, titolare di un'azienda petrolifera specializzata nella trasformazione e nel trasposto che decide di rilevare insieme ad un palazzinaro la squadra più orribile della capitale dopo che la stessa è passata sotto le capaci mano del gerarca Ciarrapico. L'Ital petroli in quel momento è un azienda florida che fa utili notevoli come tutte le altre del settore. I giallorotti però in quel periodo subivano pesantemente la rutilante Lazio Cragnottiana la quale alla fine del 19 secolo riusciva ad assicurarsi notevoli successi in Italia ed all'estero. Da quel momento, la politica di mercato della rometta cambia radicalmente con l'arrivo sulla sponda più sporca del Tevere di campioni affermati e costosi come Batistuta e Cassano. Grazie a questi acquisti, all'allenatore ed alla connivenza delle istituzioni calcistiche, le infami orde giallorotte riuscivano a rivicere 'o scudo. La società però, a forza di spendere e spandere si indebita. Ad un certo punto della storia però, i debiti spariscono dall'asmerde mentre ItalPetroli si trova pesantemente indebitata direi in controtendenza con tutte le altre aziende del settore. Alla fine del primo decennio del XXI° secolo, la situazione è così pesante dal costringere le banche creditrici a rilevare il gruppo e di fatto mettendo in vendita l'unico asset non indebitato ma a mio modesto parere cagione del debito. La vendita però resta comunque difficile visto che innanzitutto l'erede della famiglia sensi non ha nessuna intenzione di finire ad equo canone ed andare a lavorare tutti i giorni per 900 euri la mesata; e non meno, i compratori in potenza si chiederanno se è il caso di acquisire una così compromessa fonte di debiti.


ora, io non lo so se le merde sono a posto con i conti, se sono ricchi etc., so solo che un industria con dei dipendenti rischia di brutto mentre loro continuano a far sfoggio della tipica strafottenza di chi è nel torto, è prepotente ma è talmente sicuro di farla franca che prova gusto a vedere gli altri subire.


io mi auguro che sparisca come mi auguro la fine delle guerre e delle carestie, ma il Male ha radici troppo profonde per essere estirpato.


Offline Fabio70rm

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Re:Crac Italpetroli, guai per la Sensi
« Risposta #784 : Sabato 27 Novembre 2010, 13:33:03 »
Entro anche io in punta di piedi scusandomi per eventuali inesattezze o ripetizioni.

Per gli asfalliti è VITALE entrare in Champions diretti, primo o secondo posto. I credo 25 mln assicurati dalla fase a gironi gli darà visibilità con gli sponsor, potere contrattuale in questo cambio di ripartizione dei diritti tv, margini per il mercato.

Il fatto di finire primi o di vincere la Coppa Italia - Dio non voglia!!!! - assicurerebbe loro ulteriore linfa di danaro. Non so quanto, ma chi vince ha comunque un premio dalla FIGC.

Sul discorso che i premi partita potrebbero assorbire tale introito, bisognerebbe analizzare nella rosa chi, tolto il lama sputaro e il boro de ostia, prende elevati ingaggi. In sostanza dovremmo quantificare l'ingaggio dei pezzi da '90 in caso di premi scudo.

Una compagine fuori dalla Champions e confinata nella misera EL, o - Dio lo voglia!!!! - addirittura fuori dalle Coppe, eliminata dalla Coppa Italia, avrebbe un bel ridimensionamento.

Magara!!!!
Polisportiva SS LAZIO, l'unica squadra a Roma che vince invece di chiacchierare!!

Offline Andre

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Re:Crac Italpetroli, guai per la Sensi
« Risposta #785 : Sabato 27 Novembre 2010, 20:48:54 »
Mi permetto di dissentire.
Il tasto ignore alla lunga è la morte di un forum perché se, per assurdo, dovessimo tutti azionarlo l'uno contro l'altro alla fine non ci sarebbe più discussione, quindi comunicazione.
Ho assistito a scambi di post che neanche ai tempi di Barazzutti, paginate di post e contro post, lungo linea e demi volée (ne ricordo uno, per tutti, tra Magomerlino e mi pare Iker, tanto per fare un esempio su una questione calcistica: parlavano soltanto di calcio e se le sono date di santa ragione, ma solo di calcio).
La discussione può essere accesa, aspra, ma quando scade a livello personale allora può interrompersi. A quel punto non c'è bisogno di alcun tasto ignore.
Io stesso, dopo qualche paginata di scambi dal fondo, ho ricevuto le domande più disparate e tutte sul piano personale: sei della Roma? Che lavoro fai? Chi ti manda? Chi ti paga? Fai parte degli Incredibili?
Il tasto ignore non preserva alcuna essenza, siamo noi a dover mettere da parte beghe personali quando discutiamo. Avere idee diverse dal mondo, Lazio o meno, è un'occasione di arricchimento, non il motivo per mettere la mano sulla fondina oppure per ignorarci.

Good afternoon and good luck
SFL

chiedo venia per il ritardo
scrivi correttamente di occasioni, non di obbligo ... credo sia corretto che ad una persona venga dato uno strumento con il quale possa decidere se leggere un'altra persona o no ... a maggior ragione in un forum di nicchia ovvero non generalista e quindi per forza di cose limitato nei partecipanti, dove bene o male dopo un mese ogni utente conosce le idee degli altri ... se a pippo non piace topolino, e se tutti e due hanno reiterato sino alla nauesa i propri concetti, perchè uno dei due non può decidere di interrompere i contatti con l'altro ?
da qualche parte la Lazio è in vantaggio (V.)

Offline giamma

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Re:Crac Italpetroli, guai per la Sensi
« Risposta #786 : Domenica 28 Novembre 2010, 08:49:43 »
Andre è giusto ed è lecito che uno abbia la possibilità di farlo, ma io sto con il pesce e considero sbagliato approfittarne.
Una bugia fa in tempo a viaggiare per mezzo mondo mentre la verità si sta ancora mettendo le scarpe. (C. H. Spurgeon)

CiPpi

Re:Crac Italpetroli, guai per la Sensi
« Risposta #787 : Domenica 28 Novembre 2010, 09:55:03 »
se tutti coloro  che partecipano ad  un forum decidono di  ignorare  chiunque altro ,  il  forum e'  gia'  morto per il  fatto  che nessuno ritiene gli altri forumisti  all'altezza della discussione, non per il fatto di ignorarli.

Offline Andre

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Re:Crac Italpetroli, guai per la Sensi
« Risposta #788 : Mercoledì 1 Dicembre 2010, 07:30:02 »
se questo avvenisse vorrebbe dire che qui dentro ci sarebbero solamente radicali e/o intolleranti ... secondo me state esagerando ... una percentuale di "esasperati" è fisiologica, non mi sento di biasimarli e non sono certo la rovina di un forum ...
da qualche parte la Lazio è in vantaggio (V.)

Offline nestorburma

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Re:Crac Italpetroli, guai per la Sensi
« Risposta #789 : Giovedì 2 Dicembre 2010, 21:43:27 »
Intanto nel coprosito per eccellenza si aprono topic come:

FALLIMENTO O ANGELUCCI
   Angelucci    31%     31%     [ 22 ]
   Fallimento    69%     69%     [ 50 ]

 8)
E la Storia? La Lazio ha 111 anni, nelle ultime stagioni ha vinto una Coppa Italia e una Supercoppa. Le altre non mi pare. E si è sempre chiamata Lazio, non Napoli Soccer. Facile ripartire dalla C e non sanare i debiti pregressi come ho fatto io. Però la storia, almeno quella, la perdi.

jumpingjackflash

Re:Crac Italpetroli, guai per la Sensi
« Risposta #790 : Giovedì 2 Dicembre 2010, 23:12:38 »
Intanto nel coprosito per eccellenza si aprono topic come:

FALLIMENTO O ANGELUCCI
   Angelucci    31%     31%     [ 22 ]
   Fallimento    69%     69%     [ 50 ]

 8)
eppure io non ho votato!  :o

Offline Fulcanelli

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Re:Crac Italpetroli, guai per la Sensi
« Risposta #791 : Venerdì 3 Dicembre 2010, 14:38:49 »
Questo aggiornamento è di ieri (fonte: Goal.com ma la stessa notizia era su quotidiani vari)

«Sul piano societario, invece, si avvicina sempre più la data della cessione della Roma e Unicredit cerca di accelerare i tempi. Secondo fonti vicine alla banca sarebbero rimasti due gli investitori che potrebbero arrivare alle offerte vincolanti, ovvero Giampaolo Angelucci (a capo del gruppo Tosinvest) e un misterioso gruppo americano (che avrebbe dato mandato allo studio Tonucci).

Angelucci ha presentato una proposta di 86 milioni per la banca nella prima offerta vincolante e può rilanciare di 20-30 milioni. Più altri 80 da destinare al rilancio della squadra, oltre la copertura dei debiti. L’imprendi­tore romano si è affidato ai manager di Imi-gruppo Intesa per trattare con la banca e ha presentato anche un piano in­dustriale. Se Unicredit accetterà l’offerta vincolante si passerà a quella fidejus­soria, nel frattempo deve essere costitui­ta la Newco e si dovrà procedere alla scissione della Roma da Italpetroli, un adempimento tecnico che potrebbe richiedere circa 90 giorni.».

Coincide nelle varie fonti l'ammontare dell'offerta: 86 milioni. Così come coincide (pare da indiscrezioni Unicredit) che oltre a questa ci sia solo un'altra offerta americana "oscura".
----
Commento personale: il riomma ad Angeluccci? Magara... La Tosinvest è fortemente impicciata sul piano giudiziario, vedi denunce di Report. Truffe alla sanità et similia. Come fu per il Ciarra. Non credo Tosinvest abbia tanti quattrini di rischiare nei peperones. Anzi, credo che si potrebbe riproporre la situazione Ciarrapico.


CiPpi

Re:Crac Italpetroli, guai per la Sensi
« Risposta #792 : Venerdì 3 Dicembre 2010, 15:22:04 »
per me la notizia e' chiaramente falsa

Questo aggiornamento è di ieri (fonte: Goal.com ma la stessa notizia era su quotidiani vari)

«Sul piano societario, invece, si avvicina sempre più la data della cessione della Roma e Unicredit cerca di accelerare i tempi. Secondo fonti vicine alla banca sarebbero rimasti due gli investitori che potrebbero arrivare alle offerte vincolanti, ovvero Giampaolo Angelucci (a capo del gruppo Tosinvest) e un misterioso gruppo americano (che avrebbe dato mandato allo studio Tonucci).

Angelucci ha presentato una proposta di 86 milioni per la banca nella prima offerta vincolante e può rilanciare di 20-30 milioni. Più altri 80 da destinare al rilancio della squadra, oltre la copertura dei debiti. L’imprendi­tore romano si è affidato ai manager di Imi-gruppo Intesa per trattare con la banca e ha presentato anche un piano in­dustriale. Se Unicredit accetterà l’offerta vincolante si passerà a quella fidejus­soria, nel frattempo deve essere costitui­ta la Newco e si dovrà procedere alla scissione della Roma da Italpetroli, un adempimento tecnico che potrebbe richiedere circa 90 giorni.».

Coincide nelle varie fonti l'ammontare dell'offerta: 86 milioni. Così come coincide (pare da indiscrezioni Unicredit) che oltre a questa ci sia solo un'altra offerta americana "oscura".
----
Commento personale: il riomma ad Angeluccci? Magara... La Tosinvest è fortemente impicciata sul piano giudiziario, vedi denunce di Report. Truffe alla sanità et similia. Come fu per il Ciarra. Non credo Tosinvest abbia tanti quattrini di rischiare nei peperones. Anzi, credo che si potrebbe riproporre la situazione Ciarrapico.

Offline AlonZo

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Re:Crac Italpetroli, guai per la Sensi
« Risposta #793 : Venerdì 3 Dicembre 2010, 15:28:26 »
La notizia è sbagliata ma non completamente priva di fondamento.

Angelucci chiaramente vuole entrare nella roma per "godere" di quella immunità che è sempre sta garantita a chi ha posseduto la AS Mafia.

Gli importi sono verosimili. Manca l'importo che sarà destinato all'opa obbligatoria. Ovvio che più è basso il prezzo di acquisto e conseguentemente sarà minore il prezzo per azione da offrire in opa, con il rischio che sia pari a quello di mercato e che conseguentemente non aderisca praticamente nessuno.

In soldoni, Angelucci potrebbe prendersi la roma con poco più di 80 (100?) milioni di euro, oggettivamente pochi. In cambio avrebbe ciò che vuole, ovvero la "copertura" per se e per le sue disastrate aziende.

Alla ricapitalizzazione della roma credo zero, al massimo sarà fattà se gli concederanno di fare lo stadio.

zorba

Re:Crac Italpetroli, guai per la Sensi
« Risposta #794 : Venerdì 3 Dicembre 2010, 15:40:32 »
Questo aggiornamento è di ieri (fonte: Goal.com ma la stessa notizia era su quotidiani vari)

«Sul piano societario, invece, si avvicina sempre più la data della cessione della Roma e Unicredit cerca di accelerare i tempi. Secondo fonti vicine alla banca sarebbero rimasti due gli investitori che potrebbero arrivare alle offerte vincolanti, ovvero Giampaolo Angelucci (a capo del gruppo Tosinvest) e un misterioso gruppo americano (che avrebbe dato mandato allo studio Tonucci).

Angelucci ha presentato una proposta di 86 milioni per la banca nella prima offerta vincolante e può rilanciare di 20-30 milioni. Più altri 80 da destinare al rilancio della squadra, oltre la copertura dei debiti. L’imprendi­tore romano si è affidato ai manager di Imi-gruppo Intesa per trattare con la banca e ha presentato anche un piano in­dustriale. Se Unicredit accetterà l’offerta vincolante si passerà a quella fidejus­soria, nel frattempo deve essere costitui­ta la Newco e si dovrà procedere alla scissione della Roma da Italpetroli, un adempimento tecnico che potrebbe richiedere circa 90 giorni.».

Coincide nelle varie fonti l'ammontare dell'offerta: 86 milioni. Così come coincide (pare da indiscrezioni Unicredit) che oltre a questa ci sia solo un'altra offerta americana "oscura".
----
Commento personale: il riomma ad Angeluccci? Magara... La Tosinvest è fortemente impicciata sul piano giudiziario, vedi denunce di Report. Truffe alla sanità et similia. Come fu per il Ciarra. Non credo Tosinvest abbia tanti quattrini di rischiare nei peperones. Anzi, credo che si potrebbe riproporre la situazione Ciarrapico.

Beh, in effetti se gli Angelucci, con annessi e connessi, riuscissero a vincere tutte le cause intentate contro Milena Gabanelli e la Rai, il riomma potrebbe stare più che tranquillo........ Vedi il promemoria dal minuto 1:30  ::) ::) ::) ::)


zorba

Re:Crac Italpetroli, guai per la Sensi
« Risposta #795 : Sabato 4 Dicembre 2010, 07:37:10 »
(Il Fatto Quotidiano 04.12.2010)

Gli Angelucci vogliono disfarsi del Riformista, ma ha troppi debiti

(di Luca Telese)

Il Riformista sta per passare di mano. Da tempo si sussurrava, e circolavano voci su una trattativa in atto. Ma ormai è questione di giorni, forse di ore. La famiglia Angelucci, infatti, proprietaria della testata, si sente costretta a disfarsene. L’occasione? Potrebbe offrirla il procedimento dell’Authority sull’Editoria – tuttora in corso – che contesta la possibilità per un unico editore di usufruire di due contributi erogati dalla presidenza del Consiglio dei ministri. E siccome gli Angelucci, oltre ai 2,3 milioni per il Riformista accedono già a un contributo per Libero (il più corposo dei due – circa 6 milioni di euro – e non intendono rinunciarci), la   partecipazione contemporanea al quotidiano arancione diventa un elemento di turbativa aziendale, e mette a rischio entrambi i finanziamenti. Ma qui le cose si complicano.

Una prima trattativa con il giornalista Enrico Cisnetto fino ad oggi non è andata a buon fine. Il motivo? A spiegarlo è il grande vecchio della sinistra riformista, Emanuele Macaluso, che aspira a prendere il controllo del giornale e non ne fa alcun mistero. Se è vero, infatti, che il vero patrimonio della testata fondata da Claudio Velardi è rappresentato dal diritto ad accedere al contributo, è altrettanto vero che Macaluso sostiene di essere lui il titolare di quel finanziamento, visto che fu lui a garantirlo, grazie alla “fusione” tra il quotidiano e la rivista che dirige da quasi un decennio, Le ragioni del Socialismo. Al telefono Macaluso non solo non nega, ma ci scherza anche su: “Senta, faccia un piccolo esercizio. Vada a leggersi la gerenza del quotidiano. Ci troverà scritto, a chiare lettere, ancora oggi, che Il Riformista ottiene il finanziamento grazie alle Ragioni”. E quindi? “La questione è semplice: se cambia l’assetto proprietario, il giornale deve per forza tornare nelle nostre mani, o rassegnarsi a perdere il diritto al finanziamento pubblico. Ma siccome il valore principale della testa è quel contributo...”. Vuol dire che Macaluso dopo quella da dirigente di partito e dopo quella da direttore si inventa una terza vita da editore? “...Significa – sorride l’ex senatore del Pci parlando di se stesso in terza persona – che Macaluso come è noto non possiede il becco di un quattrino. Ma quando torna in possesso della testata si fa un po’ di conti, cerca qualcuno che gli dia una mano e verifica, come sta già facendo, se buttarsi nell’impresa o meno. In ogni caso non c’è dubbio sul fatto che si debba passare per lui”. La formulazione esatta che compare nella gerenza (anche se scritta in un corpo da microscopio elettronico) è questa: “Il Riformista, Già le Ragioni del socialismo, organo del movimento Le ragioni del socialismo.

Macaluso però non ha finito: “Intendiamoci. Non so quanti milioni di euro di debiti abbia oggi il giornale e non mi interessa. Una cosa dev’essere chiara. Se la testata viene ceduta, i debiti devono essere ripianati prima”. Ovvero: se gli Angelucci vogliono mollare devono prima ripianare 5 milioni di euro di deficit pregresso. 

Il giallo infittisce quando si chiama Antonio Polito, attuale direttore del quotidiano arancione: “Il Riformista venduto? Perbacco, questa è una notizia che dovrebbe interessarmi. Peccato - dice con tono sarcastico il direttore - che io non ne sia a conoscenza...”. Quindi non è vero? “Quindi... io non ne so nulla. È possibile che lei lo sia venuto a sapere prima di me. Ma anche improbabile”. Polito non dice di più e si congeda cortesemente. Così l’ultimo testimone da sentire è il patriarca di uno dei gruppi più liquidi della scena italiana. Antonio Angelucci è un tycoon con la pochette nella tasca, origini popolari (di cui va orgoglioso) e un sorriso d’acciaio, coronato da baffi ben rifiniti. Lo stesso che ostenta quando parla del suo giornale, in una pausa nelle votazioni a Montecitorio: “Primo. Noi Angelucci non cediamo mai aziende, se non per rilanciare. Secondo. Ci sono dei problemi con l’Authority che si possono risolvere, ma che ci stanno danneggiando”. E quindi? “Quindi è vero che ci sono trattative in corso. È vero che potremmo vendere anche se la tesi dell’Authority non sta in piedi. Ma si ricordi una cosa: se vendiamo uno - conclude Angelucci - compriamo per tre”.

CiPpi

Re:Crac Italpetroli, guai per la Sensi
« Risposta #796 : Lunedì 6 Dicembre 2010, 14:15:07 »
altra voce che circola sicuramente non aderente alla realta' dei fatti

http://www.calciomercato.com/roma/cessione-roma-va-alla-sensi-838080
Citazione

Cessione Roma: E se... restasse la Sensi?
13:22 del 06 dicembre
Leggi anche...
22:06 del 02 dicembre
Cessione Roma: Corsa a 2, Angelucci o USA
14:07 del 01 dicembre
Acquirenti Roma: Nessuno fa il passo finale La Roma di nuovo in mano ai Sensi? Una domanda che poche settimane fa avrebbe scatenato qualche risata. Oggi però il ritorno della famiglia che è stata per 17 anni a capo della società giallorossa sembra la via più percorribile. La due diligence inviata 11 giorni fa a chi aveva presentato un'offerta non vincolante per l'acquisto della Roma infatti ha messo in fuga tutti. Dal gruppo Aabar ad Angelucci e Longarini passando per fantomatici gruppi asiatici. Solo gli americani di Boston (un gruppo di investitori legati al mondo dello sport) hanno chiesto altri 10 giorni di tempo per studiare un dossier complesso e nebuloso, con bilanci in rosso e convergenze poco chiare. La Roma chiuderà comunque il 2010 nelle mani di Unicredit, che non vede l'ora di liberarsi della patata bollente. La banca di Piazza Cordusio infatti dovrebbe risolvere quattro grane entro gennaio.

Stipendi arretrati. A novembre è stato pagato il mese di agosto, ma giocatori e parte dello staff devono ricevere tre mensilità arretrate. Se le buste paga non dovessero arrivare entro gennaio 2011, la Roma rischierebbe una penalizzazione (come successo al Bologna).

Contratti in scadenza. I rinnovi più urgenti sono quelli di Mexes, Perrotta e Cassetti che, restassero così le cose, da gennaio potrebbero accordarsi con un'altra squadra a parametro zero. Da rivedere però sono anche i rinnovi di Vucinic (che vuole un aumento), Menez, Riise e De Rossi (tutti in scadenza nel 2012).

Bilancio in rosso. Unicredit deve trovare 22 milioni per riportare a galla un bilancio chiuso in passivo. I soldi potrebbero arrivare da una cessione eccellente (in pole Vucinic).

Ranieri. Il tecnico è in scadenza di contratto e ha già capito di avere pochissime chance di rimanere alla Roma. Per questo si sta guardando in giro, soprattutto all'estero.

Viste le tante problematiche, l'intenzione di Unicredit è quella di affidare momentaneamente la gestione della parte sportiva a Gian Paolo Montali, ormai direttore generale della Roma. Nel frattempo l'Ad di Unicredit, Paolo Fiorentino, cercherà la soluzione migliore per la banca e per la Roma. Che potrebbe rispondere al nome della famiglia Sensi. Rosella in primis sarebbe ben lieta di rientrare in possesso dell'asset più amato, magari con un acquisto rateizzato. Americani permettendo.

(Leggo - Edizione Roma)


Offline franz_kappa

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Re:Crac Italpetroli, guai per la Sensi
« Risposta #797 : Lunedì 6 Dicembre 2010, 14:43:02 »
Però...
Calciomercato.com che riprende Leggo, il giornaletto free che danno all'uscita della Metro. Praticamente la primaria stampa italiana...  ::)

Sintetizzando, su Leggo di oggi si è scritto che

[...] Viste le tante problematiche, l'intenzione di Unicredit è quella di affidare momentaneamente la gestione della parte sportiva a Gian Paolo Montali, ormai direttore generale della Roma. Nel frattempo l'Ad di Unicredit, Paolo Fiorentino, cercherà la soluzione migliore per la banca e per la Roma. Che potrebbe rispondere al nome della famiglia Sensi. Rosella in primis sarebbe ben lieta di rientrare in possesso dell'asset più amato, magari con un acquisto rateizzato. Americani permettendo.


Mi pare davvero una genialata... La banca creditrice, chiamata a indirizzare la cessione di uno dei primari asset del proprio debitore (i sensi) per rientrare almeno in parte della sua esposizione, a chi lo vende?
Ma è ovvio! Ai sensi stessi. Ovvero al loro debitore. Che, evidentemente, si indebiterebbe ancora di più rispetto a oggi.

E così i sensi, già esposti per oltre 300 milioni, potrebbero - secondo l'autore dell'articolo - indebitarsi ulteriormente per rilevare la xxxx. La xxxx, peraltro, è già di Italpetroli al 67% circa. Ma l'ineffabile autore dell'articolo parla comunque di acquisto rateizzato (quindi la xxxx non è formalmente più dei sensi, a quanto pare. Non lo sapevamo... Qualcuno avvisi la Consob, Cristo Santo!!!).

Io non mi stupisco di chi scrive certi articoli ma di chi li cita come se fossero in grado di apportare qualche informazione di valore al dibattito sui destini della xxxx. Mah...  ::)
Buon viaggio, caro Piero.

CiPpi

Re:Crac Italpetroli, guai per la Sensi
« Risposta #798 : Lunedì 6 Dicembre 2010, 15:09:53 »
l'articolista parte dalla falsa notizia che l'aesse non e' piu' dei sensi ma di proprieta' di Unicredit.

siccome cosi non e', ed e' attualmente di proprieta' dei sensi attraverso il 67% del pacchetto ancora in possesso ad Italpetroli d icui le sisters hanno ancora il 51% come e' sempre stato da quando capitalia prese il restante 49% della IP, poi passato nelle mani di Unicredit, si capisce che, in mancanza di acquirenti che sgancino i soldi richiesti, non sarebbe necessaria nessuna vendita.

semplicemente basta lasciar morire la (falsa) notizia che i sensi non possiedono piu' l'aesse, e non formare la (ad oggi) fantomatica NewCo.

senza che nessun soldo debba essere ascritto da nessuna parte, o fatto passare di mano.

Offline AlonZo

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Re:Crac Italpetroli, guai per la Sensi
« Risposta #799 : Lunedì 6 Dicembre 2010, 15:16:50 »
Franz, non c'è scritto da nessuna parte che i Sensi la ricomprerebbero, anche perchè è ancora loro.

Credo tu sia fuori strada, ammesso che non lo sia anche il giornalista.

Supponendo che l'informazione sia vera, ma visto quello che si legge sui giornali direi che sarebbe pura casualità, l'ipotesi potrebbe essere:

non la risco a vendere ora a 130 milioni perchè ci sono troppe magagne. Rimetto i Sensi come testa di legno, risano la società a livello economico anche con cessioni dolorse (addebitabili alla famiglia) faccio chiarezza su alcune situazioni contrattuali poco limpide e poi la vendo.

Nel frattempo ho evitato di fare l'opa perchè la governance della società è rimasta in mano ai sensi (l'opa la farà sempre poi chi la comprerà).

Ho incassato altri soldi da eventuali finanziamenti o aperture di credito alla società (roma ovviamente non unicredit) (in sintesi spremo il melone più che posso)

Fra tre anni la vendo e riprendo sti benedetti soldi.