Autore Topic: Crac Italpetroli, guai per la Sensi  (Letto 126692 volte)

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Offline robylele

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Re:Crac Italpetroli, guai per la Sensi
« Risposta #900 : Giovedì 16 Dicembre 2010, 15:45:21 »
E poi lo so che leggi l'espresso e panorama.

Veramente leggo solamente (e di rado) Repubblica.
La pagina sportiva la salto..   8)

'Vista da fuori questa nuova proprieta' Usa non mi intriga affatto. Troppe percentuali, troppi discorsi, troppi fogli'.
Luciano Spalletti
15 Aprile 2011

Offline AlonZo

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Re:Crac Italpetroli, guai per la Sensi
« Risposta #901 : Giovedì 16 Dicembre 2010, 17:09:46 »
Se mi trovi un "piccolo risparmiatore" con più di 102mila € depositati in qualsiasi banca ti do ragione ;)


ne conosco più di uno.

Offline aquilafelyx

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Re:Crac Italpetroli, guai per la Sensi
« Risposta #902 : Giovedì 16 Dicembre 2010, 18:52:00 »
ne conosco più di uno.

allora f_k ha più di una ragione :)

comunque se quei piccoli risparmiatori fossero miei amici o clienti gli consiglierei di diversificare un pò la consistenza del deposito , 'n se sa mai ;)
M'illumino di Lulic

Bajo las águilas silenciosas, la inmensidad carece de significado.


Chi ha paura di perdere non merita di vincere

Offline AlonZo

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Re:Crac Italpetroli, guai per la Sensi
« Risposta #903 : Giovedì 16 Dicembre 2010, 19:31:27 »
allora f_k ha più di una ragione :)

comunque se quei piccoli risparmiatori fossero miei amici o clienti gli consiglierei di diversificare un pò la consistenza del deposito , 'n se sa mai ;)

si è vero, almeno di diversificare in altri investimenti visto che tenere fermo capitale non genera altro capitale.

Ma ti posso assicurare che sono tantissimi quelli che dicono li metto da parte, non sia mai che mi succede qualcosa e mi servono...

Offline Skorpius

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Re:Crac Italpetroli, guai per la Sensi
« Risposta #904 : Martedì 21 Dicembre 2010, 10:06:44 »
A parte il fatto che di questo fallimento ne potrebbero sicuramente giovare dalle parti di Trigoria visto che "morirebbe" il loro maggiore creditore (la newco deve essere ancora costituita, ad oggi, se non vado errato), approvo in certa misura il risentimneto per questa provocazione da parte di Alonzo e FranzKappa.

una piccola precisazione: il fallimento del creditore non porta benefici al debitore.. anzi...
La curatela del fallimento ha l'obbligo di recuperare tutti i crediti nel minor tempo possibile e con tutti i mezzi a disposizione
La gente dice che sono cattivo, ma in verità ho il cuore di un bambino: lo tengo in un barattolo, sul comodino.

Offline MagoMerlino

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Re:Crac Italpetroli, guai per la Sensi
« Risposta #905 : Mercoledì 22 Dicembre 2010, 19:39:58 »
intanto si vocifera che la primate sensy sia al vertice di una cordata di imprenditori per l'acquisto del trigoria..... questa non aveva i soldi per saldare i debiti con Unicredit e adesso trova i soldi per ricomprarsi il trigoria? Ma stanno a fà il gioco delle tre carte?
Odio perdere più di quanto ami vincere

#liberalaLazio

Siamo realisti, esigiamo l'impossibile.

"se te senti la forza necessaria spalanca l'ale e viettene per l'aria: se nun t'abbasta l'anima de fallo io seguito a fa l'Aquila e tu er gallo"

Offline BobLovati

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Re:Crac Italpetroli, guai per la Sensi
« Risposta #906 : Mercoledì 22 Dicembre 2010, 19:57:27 »
Merli´, pure tu; tocca spiegatte tutto    ;)

Se so´ vennuti le cose che hanno un valore ( terreni edificabili, grazie a uolter ), il marchio, e dentro cianno lasciato buffi, giocatori con contratti d´oro e poco più.
Adesso fanno una cordata e se la ricomprano, avendo fatto " ´nu pagliatone " alla mitica banca   ;D
Laziale, Ducatista e fiumarolo

Siamo noi fortunati ad essere della Lazio, non la Lazio ad avere noi

“LA MOGLIE DI CESARE DEVE NON SOLO ESSERE ONESTA, MA ANCHE SEMBRARE ONESTA.”

Offline aquilafelyx

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Re:Crac Italpetroli, guai per la Sensi
« Risposta #907 : Domenica 2 Gennaio 2011, 00:58:37 »

dalla Gazzetta dello Sport del 31-12-2010

Ancora venti giorni, e il futuro
della Roma sarà più chiaro, nel
bene o nel male. La finestra
concessa agli acquirenti per
presentare un ’offerta vincolante
scadrà il 30 gennaio, ma
UniCredit conta di chiudere la
faccenda qualche giorno prima.
La banca sta trattando la vendita
con un gruppo di imprenditori
statunitensi, cui è stata concessa
una sorta di corsia preferenziale.
Le parti —l’istituto di credito,
l’advisor Rothschild, gli studi
legali—si sono incontrate già un
paio di volte, a New York e a
Roma. La scelta è caduta sulla
proposta americana perché
ritenuta la più concreta e
affidabile, con un progetto serio e
a lungo termine. Il gruppo
statunitense, che fa capo ad un
investitore di Boston già azionista
di minoranza dei Red Sox di
baseball, si è impegnato a
presentare un ’offerta definitiva
entro il 15-20 gennaio. La
trattativa è ben avviata — e i
contorni del progetto giàmolto
chiari, compreso il futuro
organigramma della società — e
c’è la volontà di chiudere. Ma
non mancano le difficoltà, nate
soprattutto durante la lettura
della due diligence del club. Sono
emerse perdite consistenti in tutti
i settori, figlie di una gestione,
soprattutto quella più recente,
assai poco virtuosa, e tali da
rendere necessaria in tempi brevi
una ingente ricapitalizzazione.
«Fuori controllo»
Per questo UniCredit ha deciso di
accelerare le operazioni. Ogni
giorno che passa rischia di
peggiorare ulteriormente i conti e
complicare la vendita. La gestione
attuale della Roma è ritenuta
dalla banca quanto meno
anomala. Sebbene pubblicamente
sostenga il contrario («Stiamo
lavorando di concerto con
UniCredit —ha detto due giorni
fa — per tutelare i nostri tifosi e
garantire alla Roma un futuro
roseo»), è proprio il
comportamento di Rosella Sensi,
che ancora possiede il 51% del
club, a spiazzare i vertici bancari.
Il controllo sui conti (che infatti
UniCredit ha subito affidato al
manager Roberto Venturini), i
rapporti con dirigenti, staff
tecnico e squadra, la gestione dei
casi Mexes, Adriano e Pizarro,
tutti esempi di una conduzione
che in certe stanze viene definita
ormai «fuori controllo». Per
questo UniCredit ha fretta di
vendere.Ma se non saranno gli
americani, praticamente bisognerà
ricominciare daccapo. E con
 prospettive romane molto meno affascinanti.


tanto pe nun fa illanguidi er topic ;)
M'illumino di Lulic

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Offline borges

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Re:Crac Italpetroli, guai per la Sensi
« Risposta #908 : Lunedì 24 Gennaio 2011, 12:38:02 »
Rassegna Stampa | CorSport | Oggi Unicredit e Italpetroli si troveranno con i loro avvocati negli studi di Ruperto. E' molto probabile che sarà chiesto un nuovo rinvio per la cessione della società.

Oggi presso gli studi del professor Ruperto, si ri troveranno gli avvocati di Unicredit e Italpetroli. Appare scontato che i legali della banca chiedano un nuovo rinvio, probabilmente fino a giugno, con siderate le difficoltà incontrate per vendere la Ro ma. La richiesta dovrà essere motivata e non è si curo che Ruperto la accolga per intero. Potrebbe concedere un rinvio interlocutorio di due mesi.
Alla Sensi consiglio un Aulin (S.Siviglia)
Bisogna rinunciare al consenso per la legalità (C. Lotito)
è il calcio pulito, baby (centurio)

POMATA

Re:Crac Italpetroli, guai per la Sensi
« Risposta #909 : Lunedì 24 Gennaio 2011, 23:08:10 »
levamoje er 4º posto!!!

Offline surg

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Re:Crac Italpetroli, guai per la Sensi
« Risposta #910 : Martedì 25 Gennaio 2011, 18:06:44 »
Rassegna Stampa | CorSport | Oggi Unicredit e Italpetroli si troveranno con i loro avvocati negli studi di Ruperto. E' molto probabile che sarà chiesto un nuovo rinvio per la cessione della società.

Oggi presso gli studi del professor Ruperto, si ri troveranno gli avvocati di Unicredit e Italpetroli. Appare scontato che i legali della banca chiedano un nuovo rinvio, probabilmente fino a giugno, con siderate le difficoltà incontrate per vendere la Ro ma. La richiesta dovrà essere motivata e non è si curo che Ruperto la accolga per intero. Potrebbe concedere un rinvio interlocutorio di due mesi.

Scusate l'ignoranza. Chi è Ruperto?

zorba

Re:Crac Italpetroli, guai per la Sensi
« Risposta #911 : Martedì 25 Gennaio 2011, 18:21:15 »


POMATA

Re:Crac Italpetroli, guai per la Sensi
« Risposta #913 : Martedì 25 Gennaio 2011, 19:37:45 »
Oggi sono annati a casa dell'americani...questi me pareno scemi :D :D :D


Offline Ulisse

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Re:Crac Italpetroli, guai per la Sensi
« Risposta #914 : Giovedì 27 Gennaio 2011, 15:45:55 »
AS Roma, Fioranelli e Flick accusati di aggiotaggio

27.01.2011 13.42 di Giulia Borletto   

 Ordinanze di custodia cautelare nei confronti dell'agente Fifa Vinicio Fioranelli e dell' imprenditore tedesco Volker Flick, entrambi residenti in Svizzera sarebbero state emesse, secondo quanto trapelato, dalla magistratura romana. Aggiotaggio, in relazione all'interesse manifestato, lo scorso anno, per l'acquisto dell'as Roma, il reato loro contestato. Le misure, stando alle indiscrezioni, sono state chieste da tempo e ora ottenute dal procuratore aggiunto Nello Rossi e dal sostituto Giorgio Orano. Sulla vicenda, bocche cucite da parte di inquirenti e investigatori.
Secondo l'accusa, Fioranelli avrebbe diffuso notizie false circa l'interessamento suo e di Flick per il club giallorosso determinando oscillazioni del titolo in borsa che, dall'aprile al luglio del 2009, è passato da 0,581 euro fino a un massimo di 1,43 euro (più 124 per cento) grazie a voluminosi scambi. Gli uomini del nucleo di polizia valutaria delle Fiamme Gialle avrebbero accertato che la Fio Sport Group Ag, società di Fioranelli che avrebbe dovuto acquisire la Roma anche con i soldi di Flick, in realtà era priva di capitali.
Il falso interesse per l'acquisizione della società sportiva presieduta da Rosella Sensi, per gli inquirenti, è confermato anche dal fatto che la presunta cordata svizzero-tedesca non ha mai consegnato la documentazione bancaria richiesta come presupposto per l'avvio della trattativa per la cessione del club di Trigoria.
IL DERBY NON VA MAI PERSO.

Ci sarà sempre chi ti critica, l'unica cosa da fare è continuare ad avere fiducia, stando attento a chi darai fiducia due volte.

Non ti sforzare tanto, le cose migliori succedono quando meno te lo aspetti.

Nessun futuro è per sempre.

IL GOL DI VIERI ERA BUONO!!

Offline sandro astraldi

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Re:Crac Italpetroli, guai per la Sensi
« Risposta #915 : Giovedì 27 Gennaio 2011, 17:52:04 »
Dagospia riprende un articolo di Stefano Feltri per "Il Fatto Quotidiano":

I tifosi compulsano Internet da giorni per cercare di capire chi sia questo Thomas Richard Di Benedetto che starebbe per comprarsi l'AS Roma. Ma sul finanziere americano con cui sta trattando Unicredit, banca creditrice che ha assunto il controllo della squadra, le informazioni sono praticamente zero. Di Benedetto non esiste nelle banche dati, negli archivi dei giornali americani, nel sito dei Red Sox (baseball) si trova un Tom Di Benedetto, ma è il figlio che gioca nel team di Boston.
La spiegazione, però, c'è. Di Benedetto, dalle scarne informazioni che circolano in queste ore, dovrebbe essere il delegato alle trattative della New England Sports Ventures, una finanziaria specializzata negli investimenti nel settore dello sport. E, tra l'altro, la Nesv controlla appunto i Red Sox ed è al centro di un contenzioso che riguarda il Liverpool (la squadra di calcio inglese) di cui ha acquisito il controllo ma poi la questione è finita in tribunale in Texas.
E l'uomo forte della Nesv non è Di Benedetto, ma un certo John W. Henry, che ha gestito direttamente i Red Sox ora affidati a Larry Lucchino, indicato come uno dei soci della Nesv nell'operazione Roma. I tifosi possono stare tranquilli e magari sognare nuovi colpi di mercato a breve, come azionista finalmente solido e capace di rinforzare l'organico? O invece tutto finirà con una svendita dei pochi gioielli rimasti alla squadra capitolina, da Daniele De Rossi a Jeremy Menez? Troppo presto per dirlo, anche se le premesse non sono molto incoraggianti.

C'è tempo fino a fine mese per presentare le offerte vincolanti, quindi niente è deciso. E acquirenti come la famiglia Angelucci ancora non sono fuori gioco (anche se pare che non siano molto propensi a spendere cifre rilevanti).
Dal punto di vista di Unicredit, l'operazione si concluderà ad avere un credito (o esposizione, che suona più minaccioso) di circa 150 milioni di euro. Funzionerà più o meno così: Unicredit venderebbe agli americani i tre quarti della quota che detiene della Roma (il 67 per cento), in modo che questi abbiano poco più della quota di controllo. Il tutto a un prezzo di 115 milioni. Soldi che entrano nelle casse della banca guidata da Federico Ghizzoni ma che subito riescono: Unicredit finanzierà infatti l'offerta pubblica d'acquisto obbligatoria (perché la Roma è quotata in Borsa) e il successivo aumento di capitale da circa 40 milioni.

Risultato finale: alla fine Unicredit sarà sempre esposta per 150 milioni, ma non più verso la scatola societaria che controlla oggi la squadra ma nei confronti degli investitori americani. Cosa che fa un po' storcere il naso agli imprenditori romani che hanno coltivato in questi mesi il progetto di prendersi la squadra di Francesco Totti (e il lucroso business dei gadget, che sarà ancora più redditizio se si concretizzeranno i piani per un nuovo stadio) ma che si sono dovuti arrendere per carenza di denaro contante.
La Nesv di Henry e Di Benedetto sarà un creditore più affidabile della famiglia Sensi, per Unicredit? Anche questo è difficile da stabilire, visto che l'unica informazione disponibile sulla sua storia recente è che la New York Times Company (che edita il quotidiano) vi aveva investito ma poi ha venduto ad aprile il suo 1,18 per cento a un prezzo rimasto segreto. Probabilmente lo scopo del viaggio di ieri negli Usa dei due dirigenti di Unicredit Piergiorgio Peluso e Paolo Fiorentino è proprio capire quanto ci si può fidare, prima di prendere una decisione definitiva.


E dunque:
1) Gli 'mmericani non sono industriali danarosi ma solo dei manager di società di fondi che probabilmente cercano di piazzare quella merce putrida oltre-atlantico.
2) Gli 'mmericani non hanno uno sgheo ma chiedono ad Unicredit di tenersi una quota robusta partecipando all'Opa che sarà poi necessaria, ma soprattutto chiedono alla banca italiana di finanziarli per l'acquisto.

Detto questo,
1) stupisce che chi vuol vendere una società ambita da tutto il mondo sia costretta ad inviare suoi
delegati a New York invece che attendere paziente la massa degli acquirenti nei suoi uffici romani o milanesi.
2) il Messaggero, solitamente ben informato sul tema vendita/svendita, che già parla di un rinvio di alcune settimane per arrivare alla richiesta formale delle offerte
3) Pippo Marra fa riciclare sulla sua Adn-kronos la lettera in cui metteva in guardia i tifosi da' magggica dalla pseudo-offerta di Fioranelli (per il quale s'avvicina un avvisone di garanzia) che oltre a gonfiarlo di chissà quale orgoglio, pare  'n'antro segnale lanciato per tempo a chi crede al sogno a stelle e strisce.

Come finirà? Manco Dio mi pare ci possa intravedere bagliori di luce. Resta il fatto che Unicredit, che s'era lanciata baldanzosa nel progetto vendita/svendita, rischia di rimetterci un sacco di svanziche.
Non che questo prefiguri un suo fallimento (lo dico sennò FK mi cazzia), ma certo la identifica come una banda di pisquani della serie.... vennero per suonare e furono trombati. 

L'azzurro è per sempre destinato alla Divinità, ad essere fonte di gioia
John Ruskin

jumpingjackflash

Re:Crac Italpetroli, guai per la Sensi
« Risposta #916 : Martedì 1 Febbraio 2011, 19:30:10 »
qualcuno intanto si fa alcune domande spesso lette da queste parti
http://www.linkiesta.it/roma-sulle-montagne-russe

zorba

Re:Crac Italpetroli, guai per la Sensi
« Risposta #917 : Mercoledì 2 Febbraio 2011, 08:48:35 »
(Il Fatto Quotidiano 02.02.2011)

CALCIO

Roma, a Unicredit piace parlare in arabo

(di Vittorio Malagutti)

Il primo round è fissato per domani. Da una parte i rappresentanti dei cinque candidati all’acquisto della Roma. Dall’altra i venditori, cioè la famiglia Sensi con Unicredit, assistiti dalla banca d’affari Rothschild come advisor. L’incontro servirà per raccogliere ulteriori elementi e avviare una prima scrematura tra le cinque offerte. Alla fine verrà scelto uno al massimo due soggetti con cui proseguire la trattativa. La gara sembrava ristretta a un duello tra la famiglia Angelucci e la cordata guidata dall’italo americano Tom Di Benedetto. Fino a quando, a ribaltare il tavolo, lunedì sera è arrivata in extremis l’offerta di Aabar, il fondo di Abu Dhabi forte di un portafoglio di investimenti di oltre 13 miliardi di dollari, quasi 10 miliardi di euro. Bilanci alla mano, quindi, non ci dovrebbe essere partita. Gli arabi sulla carta sembrano in grado di sbaragliare il campo dei concorrenti. Compresi i due pretendenti di cui per il momento resta riservata l’esatta identità. Secondo indiscrezioni una di queste proposte verrebbe da un altro fondo arabo e l’altra sarebbe siglata da gruppo di investitori riconducibili in qualche modo alla squadra francese dell’Auxerre. Il fondo Aabar, in effetti, dispone di mezzi finanziari pressoché illimitati. È controllato dall’Ipic, la holding del governo di Abu Dhabi che investe gli immensi profitti del petrolio. E a presiedere l’Ipic c’è lo sceicco Al Mansour, che un paio di anni fa si è comprato il Manchester City, poi imbottito di campionissimi. Aabar controlla tra l’altro il 9,1 per cento della Daimler Mercedes (valore 1,9 miliardi di euro) e quasi il 5 per cento di Unicredit. Ovvero la stesa banca che in qualità di principale creditore della famiglia Sensi ha preso il comando delle trattative per la vendita dell squadra giallorossa. L’anno scorso, poco prima delle dimissioni del numero uno Alessandro Profumo, fu il direttore finanziario (anche lui uscito) Sergio Ermotti a pilotare l’arrivo di Aabar nel capitale di Unicredit. Adesso il fondo scende in campo in un’altra partita importante per la banca. Si parla di un’offerta vicina a 130 milioni per il 67 per cento della Roma. Ma la valutazione verrà fatta sulla base anche di parametri diversi: per esempio la disponibilità a investire subito con un aumento di capitale e poi negli anni successivi. Senza contare che ciascuno degli aspiranti compratori metterà per iscritto una serie di condizioni per rendere effettiva la propria offerta. E allora si tratta di capire se Aabar avrà messo sul piatto davvero il pacchetto migliore.

CiPpi

Re:Crac Italpetroli, guai per la Sensi
« Risposta #918 : Mercoledì 2 Febbraio 2011, 09:02:46 »
(Il Fatto Quotidiano 02.02.2011)

CALCIO

Roma, a Unicredit piace parlare in arabo

(di Vittorio Malagutti)

Il primo round è fissato per domani. Da una parte i rappresentanti dei cinque candidati all’acquisto della Roma. Dall’altra i venditori, cioè la famiglia Sensi con Unicredit, assistiti dalla banca d’affari Rothschild come advisor. L’incontro servirà per raccogliere ulteriori elementi e avviare una prima scrematura tra le cinque offerte. Alla fine verrà scelto uno al massimo due soggetti con cui proseguire la trattativa. La gara sembrava ristretta a un duello tra la famiglia Angelucci e la cordata guidata dall’italo americano Tom Di Benedetto. Fino a quando, a ribaltare il tavolo, lunedì sera è arrivata in extremis l’offerta di Aabar, il fondo di Abu Dhabi forte di un portafoglio di investimenti di oltre 13 miliardi di dollari, quasi 10 miliardi di euro. Bilanci alla mano, quindi, non ci dovrebbe essere partita. Gli arabi sulla carta sembrano in grado di sbaragliare il campo dei concorrenti. Compresi i due pretendenti di cui per il momento resta riservata l’esatta identità. Secondo indiscrezioni una di queste proposte verrebbe da un altro fondo arabo e l’altra sarebbe siglata da gruppo di investitori riconducibili in qualche modo alla squadra francese dell’Auxerre. Il fondo Aabar, in effetti, dispone di mezzi finanziari pressoché illimitati. È controllato dall’Ipic, la holding del governo di Abu Dhabi che investe gli immensi profitti del petrolio. E a presiedere l’Ipic c’è lo sceicco Al Mansour, che un paio di anni fa si è comprato il Manchester City, poi imbottito di campionissimi. Aabar controlla tra l’altro il 9,1 per cento della Daimler Mercedes (valore 1,9 miliardi di euro) e quasi il 5 per cento di Unicredit. Ovvero la stesa banca che in qualità di principale creditore della famiglia Sensi ha preso il comando delle trattative per la vendita dell squadra giallorossa. L’anno scorso, poco prima delle dimissioni del numero uno Alessandro Profumo, fu il direttore finanziario (anche lui uscito) Sergio Ermotti a pilotare l’arrivo di Aabar nel capitale di Unicredit. Adesso il fondo scende in campo in un’altra partita importante per la banca. Si parla di un’offerta vicina a 130 milioni per il 67 per cento della Roma. Ma la valutazione verrà fatta sulla base anche di parametri diversi: per esempio la disponibilità a investire subito con un aumento di capitale e poi negli anni successivi. Senza contare che ciascuno degli aspiranti compratori metterà per iscritto una serie di condizioni per rendere effettiva la propria offerta. E allora si tratta di capire se Aabar avrà messo sul piatto davvero il pacchetto migliore.

insomma le offerte sono riconducibili a:

un proprietario di case di cura con problemi giudiziari

gli attuali proprietari del Liverpool

gli attuali proprietari del ManCity

gli attuali proprietari dell'Auxerre.

il quinto magari e' Abramovich che avendo appena acquistato Torres dal Liverpool non sa come convincere Drogba ad andare in panca.

Offline Andre

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Re:Crac Italpetroli, guai per la Sensi
« Risposta #919 : Mercoledì 2 Febbraio 2011, 13:40:47 »
(ANSA) - MILANO, 2 FEB - Aabar, la societa' di investimento controllata dal governo di Abu Dhabi, ''non ha presentato un' offerta per l'acquisto dell' As Roma e non intende farlo in futuro''. Lo scrive Bloomberg citando una mail dell'amministratore delegato di Aabar, Mohamed Al-Husseiny.
da qualche parte la Lazio è in vantaggio (V.)