Autore Topic: Crac Italpetroli, guai per la Sensi  (Letto 124099 volte)

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Offline surg

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Re:Crac Italpetroli, guai per la Sensi
« Risposta #540 : Venerdì 15 Ottobre 2010, 13:34:15 »
Mercato possono averlo il portiere, Rijse, Juan, Pizarro, De Rossi e Vucinic

Offline franz_kappa

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Re:Crac Italpetroli, guai per la Sensi
« Risposta #541 : Venerdì 15 Ottobre 2010, 13:57:41 »
personalmente mica ti capisco, sai?
Secondo me perché mi spiego male, nel senso che do per scontate troppe cose (all'interno dei miei ragionamenti).

Oggi non posso più, ma nei prox giorni chiarisco meglio cosa intendo.  :)
Buon viaggio, caro Piero.

Offline AlonZo

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Re:Crac Italpetroli, guai per la Sensi
« Risposta #542 : Venerdì 15 Ottobre 2010, 14:06:19 »
Su Radio Radio ne sta parlando Gianni Dragoni

Offline aquilafelyx

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Re:Crac Italpetroli, guai per la Sensi
« Risposta #543 : Venerdì 15 Ottobre 2010, 15:45:14 »
nella relazione dei revisori è prevista una diminuizioni degli introiti dei diritti tv ed è contemplato un aumento dei costi del personale per la stagione 2010-2011 ,

infatti prevedono nonostante la partecipazione alla CL una significativa perdita (pari o superiore a quella del bilancio appena chiuso ndaf) per giugno 2011 ,

non si fa però ancora menzione dei riscatti di borello e burdissino (ca 15mil ndaf) e dei rinnovi dei contratti di chi è a scadenza nel 2011 e nel 2012 ,

tutto a posto comunque , pure se non raggiungono uno dei primi 4 posti , che volete che sia chiudere un paio di bilanci in perdita , possono sempre ricapitalizzare o cedere qualcuno .

M'illumino di Lulic

Bajo las águilas silenciosas, la inmensidad carece de significado.


Chi ha paura di perdere non merita di vincere

Offline Outzone

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Re:Crac Italpetroli, guai per la Sensi
« Risposta #544 : Venerdì 15 Ottobre 2010, 22:50:23 »

I numeri dicono molto, certo.
Ma non dicono tutto se non li si osserva in una prospettiva 'dinamica'.

io che li osservo in una prospettiva "dinamica" dico che hanno una squadra vecchia (una delle più vecchie d'Europa) e che plusvalenze dai giocatori non ne verranno e se falliscono l'entrata in champions il prossimo anno allora sono dolori. certo se poi arriva il magnate russo o americano...

Offline Skorpius

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Re:Crac Italpetroli, guai per la Sensi
« Risposta #545 : Lunedì 25 Ottobre 2010, 20:37:03 »
Qui ci preoccupiamo della roma.. io mi preoccuperei per unicredit ha appena ricevuto una batosta giudiziaria da far impallidire i morti..
La gente dice che sono cattivo, ma in verità ho il cuore di un bambino: lo tengo in un barattolo, sul comodino.

Offline borges

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Re:Crac Italpetroli, guai per la Sensi
« Risposta #546 : Mercoledì 3 Novembre 2010, 13:04:56 »
Questo grande investimento al momento ha attirato la bellezza di 4 dicansi 4 papabili acquirenti
Alla Sensi consiglio un Aulin (S.Siviglia)
Bisogna rinunciare al consenso per la legalità (C. Lotito)
è il calcio pulito, baby (centurio)

zorba

Re:Crac Italpetroli, guai per la Sensi
« Risposta #547 : Venerdì 5 Novembre 2010, 12:28:12 »
(corsport.it)

La Roma in vendita:ecco tutte le proposte

La procedura di vendita va avanti. Ieri primo resoconto Rothschild-Unicredit

ROMA, 5 novembre - La procedura di vendita va avanti. Tra dubbi, se, ma, notizie più o meno vere, notizie più o meno false. Ma va, stavolta condita da un riserbo totale al punto da diffidare ancora più del consentito di tutto quello che si riesce a sapere. Ieri, tanto per dirne una, a metà pomeriggio, fonti Unicredit avevano fatto sapere che ci sarebbe stato un comunicato di Italpetroli per fare il punto sulla situazione. Si è atteso invano. Nuova richiesta, un giro di telefonate, la risposta che il comunicato non ci sarebbe più stato. Roba da non crederci se non l’avessimo sentita con le nostre orecchie. E’ una procedura di vendita che doveva essere trasparente, al momento francamente ci sembra difficile individuare tutta questa trasparenza che finora è stata nelle parole ma non nei fatti, visto che la scadenza della mezzanotte del 3 novembre, potrebbe pure non essere stata una scadenza irreversibile. In ogni caso, a quanto ci risulta, ieri c’è stato il primo contatto tra Unicredit e l’advisor Rothschild per fare un primo punto sulle offerte arrivate. Ci saranno nuovi incontri, in qualche caso allargati anche alla famiglia Sensi che vuole seguire in prima persona le vicende della vendita. Serviranno una quindicina di giorni, poi le parti in causa decideranno a chi dare nuova fiducia e semaforo verde per continuare a essere protagonista nella procedura di vendita. Ci piacerebbe, peraltro, che nei confronti dei tifosi romanisti, cioè quelli che fin qui hanno autofinanziato la Roma, ci fosse davvero una maggiore trasparenza. Ma ci rendiamo conto che forse è chiedere troppo.

ITALIANI - C’ è chi dice c’è un solo italiano, chi al contrario garantisce ce ne sono due, aggiungendo pure un almeno che francamente ci fa cadere le braccia per terra8) Di sicuro, per ora, c’è un solo nome, quello di Giampaolo Angelucci che sicuramente ha presentato la sua offerta. Non è certo una novità, l’imprenditore da tempo ha fatto capire in maniera molto chiara di essere interessato alla società giallorossa, «ho il fascicolo Roma sulla scrivania, lo leggerò e studierò in maniera approfondita» . Lo ha letto, lo ha studiato e poi ha presentato la sua offerta che sarebbe intorno ai 140 milioni di euro. L’imprenditore è andato comunque avanti presentando la sua offerta. Sull’altro italiano, invece, almeno a noi non risultano cer­tezze di alcun tipo. La versione più accreditata è quella di una possibile cordata composta da più imprenditori, cosa che nelle stanze delle banche, tutto è meno che vista di buon occhio.

GLI ARABI - Sarebbero due le offerte arrivate dal Medio Oriente. Due fondi, Aabar e Mubadala, entrambi di notevole solidità e liquidità. Chi nutre dei dubbi su questi due nomi, dice chiaro e tondo che i fondi, in qualsiasi parte del mondo, in operazioni di questo genere entrano con quote di minoranza, non puntando mai a tutta la torta. E’ vero. Come è vero che Aabar, per esempio, è azionista di Unicredit con una quota che sfiora il cinque per cento. E il ragionamento successivo è questo: chi meglio di Aabar per fare da sponda, intendentelo tipo un amico seduto allo stesso vostro tavolo di poker, per costringere la concorrenza ad alzare l’offerta? Ci può stare pure questo ragionamento. Anche se c’è anche chi garantisce che l’offerta presentata dal fondo arabo sia di quelle che spariglierebbero completamente la partita, un investimento tutto compreso intorno ai 500 milioni di euro. Se fosse così, la partita sarebbe chiusa perché tutti gli altri si alzarebbero dal tavolo e farebbero i complimenti ad Aabar.

GLI AMERICANI - Da quello che è filtrato negli ultimi giorni a proposito delle offerte per la Roma, molte fonti concordano nel dire che sono almeno due gli americani che hanno fatto la mossa di presentare un’offerta. Del primo siamo certi (c’è anche uno studio legale della Capitale che sta lavorando a questa operazione). Non è sicuramente un fondo, ma si tratterebbe di due- tre imprenditori convinti che l’investimento Roma s’ha da fare perché ci sono tutti i presupposti si trasformi in un affare (stadio, marchio, Dmerchandising). Pare anche, ma su questo consentiteci il beneficio d’inventario, che questi americani sarebbero in ottimi rapporti, anche d’affari, con la New England Sport Ventures, cioè la società a stelle e strisce, presidente John W. Henry, proprietaria anche dei Boston Red Sox e che ha appena acquistato il Liverpool. L’altro americano potrebbe essere Fisher, proprietario dei marchi Gap e Banana Republic, a cui sicuramente è stato spedito l’info-memorandum, anche se non ci sono certezze su una sua risposta.

Offline gazzaladra

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Re:Crac Italpetroli, guai per la Sensi
« Risposta #548 : Venerdì 5 Novembre 2010, 12:37:12 »
sembrerebbe che l'ultima domanda posta alla fine dell'informativa sia stata:

1) Lei preferisce pijanderselanderculo o attaccasearcaxxo?
Non chi comincia...ma colui che persevera.

CiPpi

Re:Crac Italpetroli, guai per la Sensi
« Risposta #549 : Venerdì 5 Novembre 2010, 12:58:57 »
non so.

ma di sicuro avranno aggiunto un ultimo appunto


Make your offer
...
...
...
...
...
...


'pleeeeeaaaaassssseeeee

RobCouto

Re:Crac Italpetroli, guai per la Sensi
« Risposta #550 : Venerdì 5 Novembre 2010, 12:59:20 »

GLI AMERICANI - Da quello che è filtrato negli ultimi giorni a proposito delle offerte per la Roma, molte fonti concordano nel dire che sono almeno due gli americani che hanno fatto la mossa di presentare un’offerta. Del primo siamo certi (c’è anche uno studio legale della Capitale che sta lavorando a questa operazione). Non è sicuramente un fondo, ma si tratterebbe di due- tre imprenditori convinti che l’investimento Roma s’ha da fare perché ci sono tutti i presupposti si trasformi in un affare (stadio, marchio, Dmerchandising). Pare anche, ma su questo consentiteci il beneficio d’inventario, che questi americani sarebbero in ottimi rapporti, anche d’affari, con la New England Sport Ventures, cioè la società a stelle e strisce, presidente John W. Henry, proprietaria anche dei Boston Red Sox e che ha appena acquistato il Liverpool. L’altro americano potrebbe essere Fisher, proprietario dei marchi Gap e Banana Republic, a cui sicuramente è stato spedito l’info-memorandum, anche se non ci sono certezze su una sua risposta.

I rivelatori di Cordata suonano furiosamente...

Offline AlenBoksic

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Re:Crac Italpetroli, guai per la Sensi
« Risposta #551 : Venerdì 5 Novembre 2010, 16:48:48 »
da l'Espresso (Gianfrancesco Turano) - Si lavora male con la fretta. E a Trigoria la fretta regna. Da qualche giorno, il centro sportivo dell' As Roma ha un nuovo ospite, gradito quanto un'invasione di ultras laziali. Si chiama Roberto Venturini, è friulano e mastica numeri da una vita. Prima di entrare nel consiglio di amministrazione del club giallorosso, è stato direttore finanza di Unicredit Banca d'Impresa. Adesso è vicedirettore generale Corporate dell'istituto che, dopo anni di braccio di ferro, ha ereditato dalla famiglia Sensi l'indebitatissima Compagnia Italpetroli. E dunque, la Roma. Venturini ha un compito da svolgere di corsa e con la massima discrezione: passare al setaccio i conti della gestione Sensi in vista della cessione del club. Qualcuno deve farlo ma è davvero uno sporco lavoro.

Da un lato, è necessario mettere ordine in alcune zone oscure dell' ex impero dei Sensi. Dall'altro, non bisogna spaventare i possibili acquirenti di varie nazionalità che in questi giorni hanno presentato a Rothschild l'offerta non vincolante. 'CosÌ, mentre la squadra si prepara al derby contro una Lazio inaspettatamente prima in classifica, il management romanista affronta un esame ancora più difficile su alcune operazioni salva-bilancio del recente passato.

Il primo banco di prova è il marketing. Nel gennaio del 2007, a imitazione di altri club, la Roma ha venduto a se stessa il suo marchio. L'operazione puntava a valorizzare un bene immateriale per consentire una plusvalenza patrimoniale ed è stata autorizzata dalla Consob, dato che la società è quotata. Il marchio è stato ceduto per 125 milioni di euro alla controllata Soccer, una società in accomandita semplice. Soccer è gestita da un accomandatario responsabile della gestione, la Brand management. La Consob ha approvato il trasferimento di ramo d'azienda, ma ha avvertito dei rischi dell'operazione sottolineando che il marchio finiva dentro una società di cui l'As Roma non ha il controllo.

Brand Management, infatti, è posseduta per metà da Maria Cristina Sensi, sorella del presidente giallorosso Rosella nonché azionista di Italpetroli, e per metà dalla Dao consulting di Stefano De Alessi e Edoardo Ottaviani. I due sono, rispettivamente, responsabile commerciale e responsabile marketing della Roma. Ma lavorano anche in proprio. Gestiscono per esempio il brand Federica Pellegrini, campionessa di nuoto che si allena alla Canottieri Aniene del supertifoso romanista Giovanni Malagò. Insomma, alla domanda "ci si può fidare?", l'organo di controllo dei mercati finanziari ha risposto: più o meno sì, ma se và male vi avevamo avvisato. La Soccer, del resto, non va male. Non potrebbe. Dentro la società non c'è solo il marchio ma anche tutto quello che è legato allo sfruttamento della Lupa giallorossa. In primo luogo, le magliette. Poi, i due punti vendita di via Appia Nuova e, piazza Colonna. Infine, il magazzino in via Portuense. Il giro d'affari di Soccer è valutato intorno al 25 milioni di euro. Quello che inquieta è il capitolo relativo ai costi, pari a 14 milioni. Per un settore con margini colossali, dove una maglietta da cinque euro viene rivenduta a 70, sono spese preoccupanti. E anche difficili da verificare. Soccer è una società semplice che non pubblica bilanci.

Brand management, che i bilanci li pubblica, ha ricavi per poche centinaia di migliaia di euro. Il comparto immobiliare, che Venturini sta studiando assistito dal direttore finanziario della Roma Cristina Mazzoleni, è un'altra materia delicata. Anche qui c'è di mezzo un'operazione di finanza straordinaria. Nel dicembre 2005, Roma 2000, cioè la subholding di Italpetroli che aveva i due terzi delle azioni della Roma, ha concluso un sell and leaseback (vendita e riaffitto) sul centro sportivo di Trigoria per conseguire una plusvalenza stimata in 22 milioni di euro. L'acquirente è stata Banca Italease, al tempo guidata da Roberto Faenza.jìa poco condannato a sette anni in primo grado per lo scandalo dei prodotti derivati. Anche in questo caso, l'obiettivo era di irrobustire il patrimonio, fare cassa e rimandare l'appuntamento con il rosso di bilancio. E, anche in questo caso, è stata creata dal gruppo Italpetroli una società ad hoe, l'As Roma Real Estate. La Real Estate doveva semplicemente incassare l'affitto dalla Roma e girarlo in parte a Italease sotto forma di canone di leasing. Ma non tutto è andato liscio. Nell'ultimo consiglio di amministrazione della società, tenuto' alla fine di ottobre, alcuni piccoli azionisti hanno fatto emergere le anomalie dell'affare. Per prima cosa, l'As Roma ha pagato in anticipo a Roma Real Estate quattro anni di affitto, pari a 15 milioni di euro, ed ha così azzerato il beneficio di cassa che derivava dalla cessione di Trigoria a Italease.

In secondo luogo, le spese per la gestione ordinaria di Trigoria, dall'erba dei campi agli spogliatoi; sono state accollate a Roma Real Estate nella misura di 850 mila euro all'anno mentre altre spese dello stesso tipo, in media altri 350 mila euro all'anno, continuano a gravare sull' As Roma. Ma c'è di più. Fra il 2009 e il 2010, Roma Real Estate ha utilizzato in modo bizzarro i 3,5 milioni di euro ricevuti dall' As Roma per pagare illeasing su Trigoria, La somma, divisa in due tranche, è stata prestata a Italpetroli, la holding dei Sensi che ha già drenato quasi 190 milioni di euro in prestiti dalle controllate. La circostanza presenta un'affinità poco piacevole con il modus operandi della Fiorentina ai tempi di Vittorio Cecchi Gori, quando le casse del club viola finanziavano la controllante Finmavi m CrISI.

Il giro di vite di Unicredit va oltre le vicende marketing e immobiliare. Uno dei bersagli della supervisione finanziaria di Venturini è la voce stipendi e conIa sulenze, con gli ingaggi milionari percepiti dalle eredi di Franco Sensi e da Marco Staffoli, marito di Rosella. Con il repulisti, il club giallorosso sarà nelle migliori condizioni per essere ceduto. Nella prima parte di novembre ci sarà una prima scrematura rispetto alle manifestazioni d'interesse arrivate all'advisor Rothschild da mezzo mondo (Emirati arabi, Egitto, Cina, Russia, India) mentre i soli italiani interessati, a questo punto, rimangono gli Angelucci e il fondo Clessidra. Poi la banca sceglierà e si passerà a una trattativa che, possibilmente, si concluda entro l'anno. L'allenatore Claudio Ranieri è in scadenza di contratto e la squadra vive molto male l'incertezza. Il nervosismo in campo e i risultati lo stanno dimostrando, dopo una stagione agonistica 2009-2010 vissuta al di sopra delle attese. Per i proprietari per caso di Unicredit lo scarso rendimento sportivo è un problema in più, al momento di vendere.

Vendere a quanto poi? Ancora nessuno azzarda cifre. In bilancio, il 67 percento dell' As Roma controllato da Roma 2000 è stimato 95 milioni di euro. Secondo i periti della famiglia Sensi, invece, la squadra vale molto di più. Unicredit dubita di queste stime casalinghe, come certi arbitraggi in sudditanza psicologica. Ma la beffa è che oggi alla banca guidata da Federico Ghizzoni conviene avallare anche le sopravvalutazioni più spericolate. In caso contrario, gran parte dei 300 milioni di euro di debiti di Italpetroli finiranno cancellati da un tratto di penna
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Offline mapalla

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Re:Crac Italpetroli, guai per la Sensi
« Risposta #552 : Venerdì 5 Novembre 2010, 17:36:20 »
da l'Espresso (Gianfrancesco Turano) -
Quello che inquieta è il capitolo relativo ai costi, pari a 14 milioni. Per un settore con margini colossali, dove una maglietta da cinque euro viene rivenduta a 70, sono spese preoccupanti. E anche difficili da verificare. Soccer è una società semplice che non pubblica bilanci.
Brand management, che i bilanci li pubblica, ha ricavi per poche centinaia di migliaia di euro.
Anche qui c'è di mezzo un'operazione di finanza straordinaria. Nel dicembre 2005, Roma 2000, cioè la subholding di Italpetroli che aveva i due terzi delle azioni della Roma, ha concluso un sell and leaseback (vendita e riaffitto) sul centro sportivo di Trigoria per conseguire una plusvalenza stimata in 22 milioni di euro. L'acquirente è stata Banca Italease, al tempo guidata da Roberto Faenza.jìa poco condannato a sette anni in primo grado per lo scandalo dei prodotti derivati. Anche in questo caso, l'obiettivo era di irrobustire il patrimonio, fare cassa e rimandare l'appuntamento con il rosso di bilancio.
Per prima cosa, l'As Roma ha pagato in anticipo a Roma Real Estate quattro anni di affitto, pari a 15 milioni di euro, ed ha così azzerato il beneficio di cassa che derivava dalla cessione di Trigoria a Italease.
Ma c'è di più. Fra il 2009 e il 2010, Roma Real Estate ha utilizzato in modo bizzarro i 3,5 milioni di euro ricevuti dall' As Roma per pagare illeasing su Trigoria, La somma, divisa in due tranche, è stata prestata a Italpetroli, la holding dei Sensi che ha già drenato quasi 190 milioni di euro in prestiti dalle controllate. La circostanza presenta un'affinità poco piacevole con il modus operandi della Fiorentina ai tempi di Vittorio Cecchi Gori, quando le casse del club viola finanziavano la controllante Finmavi m CrISI.
Il giro di vite di Unicredit va oltre le vicende marketing e immobiliare. Uno dei bersagli della supervisione finanziaria di Venturini è la voce stipendi e conIa sulenze, con gli ingaggi milionari percepiti dalle eredi di Franco Sensi e da Marco Staffoli, marito di Rosella.  
Unicredit dubita di queste stime casalinghe, come certi arbitraggi in sudditanza psicologica. Ma la beffa è che oggi alla banca guidata da Federico Ghizzoni conviene avallare anche le sopravvalutazioni più spericolate. In caso contrario, gran parte dei 300 milioni di euro di debiti di Italpetroli finiranno cancellati da un tratto di penna


Che dire, per essere una società quotata, in autofinanziamento, non c'è male.  >:(
Possibile che molti di noi lo stanno ripetendo da anni che queste operazioni di finanza creativa erano piuttosto sospettabili ed invece sia Consob che le banche creditrici hanno continuato come niente fosse.
Non solo, ma anche un profano come me, è giunto a capire che l'esposizione del gruppo ha raggiunto cifre non più restituibili,(oltre ai 400 e non 300 come scritto, ci sono da aggiungere anche i circa 80 mln. di esposizione di MPS confluiti, sembra, nella transazione); una dirigenza di una banca di interesse europeo non può non far finta di non accorgersi di questo e transare un accordo ridicolo come quello di Unicredit (ma lì c'è la regia occulta di qualcuno  >:( )
Oltretutto c'è l'aggravante di un piano di rientro non onorato per tre anni; qui non ci sono solo occhi foderati di prosciutto, ma anche orecchie e pure tutti gli altri orifizi che un corpo umano dispone.
Questo "giochetto", secondo me, comporterà la perdita di diverse decine di milioni di euro alla banca, senza che nessuno possa intervenire. Qualcuno obietterà che 70-80 milioni di euro per una banca così non hanno una notevole incidenza, ma da correntista tartassato mi ci rode un bel po'.
Vediamo come "proseguiscerà" questa storia.......


E nun sparì (Bill Kelso)...
e invece è sparito :-(

Offline sandro astraldi

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Re:Crac Italpetroli, guai per la Sensi
« Risposta #553 : Domenica 7 Novembre 2010, 09:54:37 »
Ma... una class-action di clienti (laziali e non solo) di Unicredit contro la banca, no eh?
L'azzurro è per sempre destinato alla Divinità, ad essere fonte di gioia
John Ruskin

POMATA

Re:Crac Italpetroli, guai per la Sensi
« Risposta #554 : Domenica 7 Novembre 2010, 12:31:08 »
Ma... una class-action di clienti (laziali e non solo) di Unicredit contro la banca, no eh?

Il direttore della banca ti risponderá:

Stai a rosicá perché sei da Lazio...

Offline utilior

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Re:Crac Italpetroli, guai per la Sensi
« Risposta #555 : Mercoledì 10 Novembre 2010, 13:49:41 »
Da ilmessaggero.it:
Fondo arabo e magnate statunitense: è asta per l'acquisto della Roma

ROMA (9 novembre) - Il duello tra un fondo arabo e un magnate statunitense apre un asta per l'acquisto della Roma.

La sfida per Trigoria è tra il fondo Aabar, riconducibile ai reali di Abu Dhabi, e Steve Tisch, quest'ultimo già nel mondo dello sport come patron dei New York Giants. I due pretendenti pronti a versare 150 milioni, la somma minima richesta da Unicredit.

Il servizio e tutti i dettagli della trattativa su Il Messaggero in edicola oggi.
 
Concordia parvae res crescunt.

Trippanera

Re:Crac Italpetroli, guai per la Sensi
« Risposta #556 : Mercoledì 10 Novembre 2010, 14:32:46 »
Centocinquanta milioni????????????
Ne mancano almeno 250 per ripianare il debito.
Come si farà?
Qualcuno finirà in galera come Cragnotti?

Vi vedo scettici, come mai?   
 :-[

CiPpi

Re:Crac Italpetroli, guai per la Sensi
« Risposta #557 : Mercoledì 10 Novembre 2010, 14:36:49 »
piu' che altro i 150 potrebbero non essere per il solo pacchetto Sensi, ma una valutazione del totale 100% delle azioni.

visto che chi acquistera' il ...'pacco' 8) dovra' obbligatoriamente fare una opa e quindi preventivare di dover acquistare il restante 33%.

Offline BobLovati

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Re:Crac Italpetroli, guai per la Sensi
« Risposta #558 : Giovedì 11 Novembre 2010, 11:29:35 »
Chiedo aiuti agli esperti

martedì scorso, uno dei titoli su trigorriere online, recitava ( le parole non sono quelle, il senso si ): la Zenzi dice " Italpetroli sta valutando le offerte pervenute e deciderà per il meglio della srioma ".

Ma la srioma non era già della Unidebit, e la Zenzi esclusivamente il presidente ad interim ? ? ?

Grazie per l´aiuto    ;)
Laziale, Ducatista e fiumarolo

Siamo noi fortunati ad essere della Lazio, non la Lazio ad avere noi

“LA MOGLIE DI CESARE DEVE NON SOLO ESSERE ONESTA, MA ANCHE SEMBRARE ONESTA.”

CiPpi

Re:Crac Italpetroli, guai per la Sensi
« Risposta #559 : Giovedì 11 Novembre 2010, 12:15:32 »
No.

L'aesse non e' passata alla banca.

piuttosto l'idea che maturarono qualche mese fa, ma a mio parere non vorra' piu' mettere in pratica, fu quella di dichiarare defunta la ItalPetroli e nominare una nuova compagnia, NewCo, al suo posto.

la proprieta' azionaria di tale compagnia rimarrebbe la stessa di IP, 51% ai sensi e 49% ad Unicredit, cosi come la parteciapzione negli assett di proprieta' IP.

ma appunto non se ne e' in realta' ancora fatto niente, e non credo se ne fara' niente attendendo invece l'arrivo del nuovo acquirente dell'aesse, per poi Unicredit prendersi tutta IP.