Autore Topic: 28 Ottobre 1922: il re e partiti inetti aprono le porte al fascismo  (Letto 5155 volte)

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Offline giangoverni

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 La marcia su Roma non ebbe niente di eroico
Retorica di regime, si dirà, però potremmo dire anche falsificazione della storia. Perchè quel giorno cambiarono tante cose. [Giancarlo Governi]
Giancarlo Governi
sabato 27 ottobre 2012 09:31
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di Giancarlo Governi

Mussolini voleva fare (e ci provò.) di quel 28 ottobre 1922, una sorta di spartiacque della storia, una specie di prima di Cristo e dopo Cristo. Infatti per più di venti anni obbligò gli italiani a far seguire la data da un numero romano, che erano gli anni che ci separavano da quel 1922, e un E.F., in rigoroso maiuscolo, che vuole dire "era fascista". Così il 1924 diventò II E.F., e via di seguito. Una specie di "ab Urbe condita".

Questo stava a significare non soltanto che quel 28 ottobre l'Italia aveva voltato pagina ma anche che era nata una nuova era. Retorica di regime, si dirà, però potremmo dire anche falsificazione della storia. Perchè quel giorno cambiarono tante cose, nel senso che si spalancarono le porte alla dittatura, ma non ci fu niente di eroico, come furono eroi i garibaldini a Calatafimi, a Palermo e sul Volturno. I marciatori su Roma entrarono perché li vollero far entrare. Li volle far entrare il re - un monarca ridicolo che voleva fare il furbo - perché gli facevano comodo. Li fecero entrare i partiti tradizionali paralizzati dai veti incrociati e quindi incapaci di mettere insieme uno straccio di governo duraturo. Li fecero entrare anche i socialisti deviati dal sogno di una rivoluzione impossibile sul modello sovietico che faceva perdere loro la trebisonda della rotta italiana. Li fece entrare Giolitti, il personaggio di quella Italia liberale e monarchica, più importante, il quale pensò e disse: "questi fascisti li usiamo per mettere ordine e poi, quando hanno fatto il lavoro sporco, tutti a casa". Giolitti aveva 80 anni nel 1922 e ancora progettava governi a venire. E questo la dice tutta su quella Italia che aprì la strada al fascismo.

Insomma il re prima disse al presidente del consiglio dei ministri Facta di mantenere l'ordine e poi, dopo una notte febbrile di riunioni e consultazioni, si rifiutò di firmare l'ordine di stato d'assedio, dando così via libera agli sbalorditi squadristi che non si aspettavano una soluzione così facile. Sarebbe stato sufficiente che l'esercito avesse sparato quattro schioppettate per far ritornare a casa quella specie di armata brancaleone che era l'esercito degli squadristi, invece quella soluzione imbelle e bonaria, oltre che complice, fu il segnale per Benito Mussolini, il quale prudentemente se ne era rimasto a Milano, per prendere il vagone letto e presentarsi l'indomani al Quirinale per ricevere dal re l'incarico di formare il nuovo governo. Insomma, altro che rivoluzione! La marcia su Roma rispose alla famosa parafrasi ridicola: "O Roma o Orte!" E infatti se quell'esercito scalcagnato non avesse fatto comodo a tanta gente, si sarebbe fermato tranquillamente a. Orte.


Frusta

Re:28 Ottobre 1922: il re e partiti inetti aprono le porte al fascismo
« Risposta #1 : Sabato 27 Ottobre 2012, 16:26:42 »
90 anni dopo un "governo tecnico" tenuto in piedi (per le palle) da uno schieramento bipartisan voracemente e ferocemente disposto a rinunciare a tutto meno che ai propri privilegi, le suddette porte a cosa le aprirà?

Giglic

Re:28 Ottobre 1922: il re e partiti inetti aprono le porte al fascismo
« Risposta #2 : Sabato 27 Ottobre 2012, 17:07:32 »
Grazie Giango, ricostruzione da par tuo come al solito.

Quello che si tende - molto - a dimenticare è la violenza, verbale e non solo - dei fascisti che spalleggiati dalla polizia e finanziati dagli agrari si permisero atti di saccheggio e brutalità che di politico - nonostante l'affermazione dell'ex socialista, ottimo giornalista ma nulla più - aveva ben poco. Nel 1921, l'atto politicamente più rilevante svolto dal neonato (aveva solo due anni, ed era meno rappresentativo a destra del partito nazionalista di Federzoni) PNF fu il fatto che durante uno sciopero generale, i suoi "camerati" fecero il lavoro degli scioperati. Si dimenticarono, i mass media di allora che per la prima volta diventarono "mass" in Italia - di sottolineare due cose: che lo sciopero fu già un fallimento di suo perchè la CGL era sulle posizioni riformiste di Turati e del giovane Saragat e non su quelle massimaliste di Lazzari e Nenni, e soprattutto che chi voleva lavorare fu selvaggiamente picchiato e purgato da questi signori (ad esempio nelle ferrovie). Il famoso "biennio rosso" del 1919 fu - è vero - un periodo violento, ma lo fu contro le istituzioni, non contro le persone.

A favorire il fascismo in quel periodo - e la sua "ascesa" al potere che ricordiamolo non avvenne per via democratica - furono diversi fattori, molti dei quali portano la responsabilità di una classe dirigente non pronta a digerire la neonata democrazia di massa:

 - Il non ricambio - a fronte di una rivoluzione drastica del corpo elettorale - della classe dirigente. Le ultime elezioni "elitarie" furono nel 1913, e Giolitti inserì il suffragio universale nel 1914. La guerra voluta dalla minoranza interventista impedì le elezioni fino al 1919, dove PSI e PPI avevano praticamente insieme la maggioranza assoluta. Ma non avendo una classe dirigente (tranne alcune eccezioni, ovviamente: Turati e Sturzo su tutti) pronta, soprattutto dal punto di vista della "politique politicienne" che è fondamentale, non dimentichiamolo, fu costretta a vedere ancora l'ottuagenario Giolitti al potere. Che era un grande statista, ma che ormai non "sentiva" più il paese. Le masse, sfibrate da una guerra non voluta e tradite da quel parlamento che le avevano cooptate per la prima volta, reagì - come è tipico della stora d'Italia - con rivolte invece che con rivoluzioni, siano esse cruente o meno. Aspetti teatrali che il fascismo incarnava perfettamente (in Calabria esisteva addirittura la "madonna col manganello", patrona delle squadracce)
 - La voglia del re di mantenere il suo "posto": a fronte di una classe politica incapace di offrire una governabilità stabile, il re che pensava soprattutto al suo trono (lui chissà perchè lo confondeva con la monarchia, a differenza del bisnonno e del nonno) vide nel fascismo un mezzo per confermare la corona e soprattutto voleva toglierlo al cugino, il Duca D'Aosta, che aveva già affermato che con i fascisti al potere avrebbe tolto al cugino il regno.
 - Una crisi economica molto forte dovuta alla fatica di riconvertire l'industria italiana da quella di guerra a quella di pace
 - La benevola - e come ti sbagli - influenza del vaticano che vedeva non solo il marxismo, ma anche i "mangiapreti massoni" e soprattutto Don Sturzo come il fumo negli occhi.

I "marcianti furono 15.000, era sufficiente un ben orchestrato "Buh!" per scacciarli (e del resto, abituati a lottare sempre almeno 5 a 1, lo avrebbero capito in fretta). Ma il re sconfessò il primo ministro di allora, Luigi Facta, che nonostante sia passato alla storia solo per i suoi discorsi tranquillizzanti - e non era proprio il periodo - infarciti dell'intercalare "nutro fiducia", non era uno stupido. Quando il re gli disse "ora uno di noi due si dovrà sacrificare" gli rispose "vostra maestà non ha neanche bisogno di dire chi è". Questo accadeva il 28 ottobre. Il 29 Benito Mussolini ricevette l'incarico di formare il governo, a capo di un partito che con 35 deputati fece un atto eversivo. "Maestà, le porto l'Italia di Vittorio veneto", disse al Vittorio Emanuele III. Quel giorno i "marcianti" erano già 30.000 per diventare 60.000 alla qualifica ufficiale di reduci che il Duce diede qualche tempo dopo. Chissà quanti di quelli, 23 anni dopo, pisciarono sul cadavere di Mussolini, che portò al sovrano l'Italia di Caporetto.

Cosa fu il fascismo? Dal mio punto di vista è un fenomeno complesso, soprattutto nei primi tempi, ma caratterizzato da un tratto che era predominante su tutti gli altri: il mantenimento del potere per il potere stesso. La "rivoluzione fascista", lungi dal creare quell'uomo nuovo che il puzzone tanto invocava, fu in realtà un assecondare i difetti strutturali degli italiani per cercare il consenso. "Governare gli italiani non è difficile, è inutile" Affermò Mussolini ad un giornalista tedesco. E si comportò di conseguenza. Plurifrazionò il potere, dandone un microscopico pezzetto ad ognuno con la facoltà di abusarne, e rendendolo così inoffensivo. Ed anche quello che poteva essere - seppur drogato dalla non libertà di parole e di informazione - un nuovo fenomeno culturale venne messo a tacere per la paura della fronda, creando così quel simulacro caricaturale di partito che era il PNF di Starace e che porterà Pirandello poco prima di morire (e lui dal fascismo aveva avuto tanto) a dire: "Il fascismo è un tubo vuoto, che ognuno può riempire con ciò che più gli aggrada". Fino alla tragedia finale delle reggi razziali e dell'entrata in guerra. Due errori che una testa molto più crudele - ma anche intelligente - di Mussolini, Francisco Franco, non ha commesso, morendo così nel suo letto.

Offline Rupert

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Re:28 Ottobre 1922: il re e partiti inetti aprono le porte al fascismo
« Risposta #3 : Sabato 27 Ottobre 2012, 17:34:36 »
Forse la storia sarebbe potuta andare peggio anche peggio.
Magari invece di uscire dalla dittatura il 1945, ne saremmo usciti il 1989....

p.s. non giustifico il fascismo, parlo di "sliding doors" della storia...
"...e gente giusta che rifiuti di esser preda
di facili entusiasmi e ideologie alla moda!"

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Offline giangoverni

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Re:28 Ottobre 1922: il re e partiti inetti aprono le porte al fascismo
« Risposta #4 : Sabato 27 Ottobre 2012, 22:52:22 »
Cesare, niente male per un fisico nucleare... ;D ;D ;D

Offline benvolio

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Re:28 Ottobre 1922: il re e partiti inetti aprono le porte al fascismo
« Risposta #5 : Sabato 27 Ottobre 2012, 23:37:34 »
Cesare, niente male per un fisico nucleare... ;D ;D ;D

Davvero niente male Giglic che integra la già buona analisi di Giancarlo. Importante soprattutto la tesi di ciò che il fascismo non fu fatto essere...Aggiungo un piccolo contributo reperito in rete...magari qualcuno lo ha già letto altrove.

«Nella confusione, uno dei dimostranti più infuriati trovò il modo di portarmi via il portafogli che conteneva qualche migliaio di lire. Me ne accorsi subito e indicai il ladro. Ma i più frenetici s’interposero e inscenarono una dimostrazione clamorosa:
- A chi l’Italia? – domandarono i corifei.
- A noi! – rispondeva la turba.
Vanamente io mi adoperai a dimostrare che non si trattava dell’Italia ma del mio portafogli. Le mie proteste non furono prese in considerazione neppure dal capo della polizia che mi rispose con una esclamazione: – Incidenti della politica.
Mentre io mi allontanavo, la voce di un oratore fascista rintronava nella piazza: “I valori morali… »
Emilio Lussu, Marcia su Roma e dintorni, 1933.

Per chi non lo abbia letto è una lettura illuminante

Offline AlenBoksic

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Re:28 Ottobre 1922: il re e partiti inetti aprono le porte al fascismo
« Risposta #6 : Domenica 28 Ottobre 2012, 08:20:57 »
Alle ottime ricostruzioni lette va aggiunto l'errore clamoroso della sinistra massimalista che invocò una rivoluzione infattibile, dando così benzina alle forze reazionarie e dividendo il campo democratico (di poco successiva fu las polemica contro i socialfascisti).

Quanto alla marcia va ricordata l'immortale battuta di Mino Maccari "O Roma o Orte".

P.S.: Le violenze del biennio rosse non ebbero certo la sistematicità e la pianificazione di quelle successive, ma si risolsero anche in aggressioni a singoli individui (specie ex militari) e non solo alle istituzioni
Voglio 11 Scaloni

Offline giangoverni

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Re:28 Ottobre 1922: il re e partiti inetti aprono le porte al fascismo
« Risposta #7 : Domenica 28 Ottobre 2012, 10:44:51 »
Alle ottime ricostruzioni lette va aggiunto l'errore clamoroso della sinistra massimalista che invocò una rivoluzione infattibile, dando così benzina alle forze reazionarie e dividendo il campo democratico (di poco successiva fu las polemica contro i socialfascisti).

Quanto alla marcia va ricordata l'immortale battuta di Mino Maccari "O Roma o Orte".

P.S.: Le violenze del biennio rosse non ebbero certo la sistematicità e la pianificazione di quelle successive, ma si risolsero anche in aggressioni a singoli individui (specie ex militari) e non solo alle istituzioni

AlenBoksic, un croato che conosce così bene la storia d'Italia... complimenti!

Offline DinoRaggio

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Re:28 Ottobre 1922: il re e partiti inetti aprono le porte al fascismo
« Risposta #8 : Domenica 28 Ottobre 2012, 11:17:57 »
Forse la storia sarebbe potuta andare peggio anche peggio.
Magari invece di uscire dalla dittatura il 1945, ne saremmo usciti il 1989....

p.s. non giustifico il fascismo, parlo di "sliding doors" della storia...
"Siling door" interessante, al di là dello schieramento politico e della cortina di ferro.
Be', immagina se Mussolini non fosse entrato in guerra a fianco di Hitler. Avremmo avuto un'implosione del PNF, che già dalla metà degli anni '30 era diventato un parodia di se stesso. Insomma, un 25 luglio, ma nel 1953 o anche qualche anno dopo, sarebbe stato possibile? E poi questo sarebbe stato l'avvio di un processo democratico? Oggi saremmo ancora una monarchia? Oppure avremmo avuto Ciano (per fare un  esempio) come successore alla guida del PNF e della dittatura? Che ruolo avremmo avuto nella guerra fredda? La Libia sarebbe ancora italiana oppure nel processo inarrestabile di decolonizzazione avremmo perso pure la "quarta sponda"?

Oltre all'articolo di Giancarlo (ed all'ottimo contributo di Cesare), segnalo un video di un altro grande giornalista sull'argomento

E ra gisumin all'ùart!

La serie A è un torneo di limpidezza cristallina, gli arbitri non hanno alcunché contro la Lazio e si distingueranno per l'assoluta imparzialità, non ci saranno trattamenti di favore o a sfavore nei confronti di alcuno. Sarà un torneo di una regolarità esemplare. (19-8-2016)

Offline MCM

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Re:28 Ottobre 1922: il re e partiti inetti aprono le porte al fascismo
« Risposta #9 : Domenica 28 Ottobre 2012, 11:20:06 »
Sarebbero potuti essere 90anni di dittatura yankee.
20 ce li siamo risparmiati.

Non esiste dittatura più grande di quella culturale che ci stiamo imponendo da 65 anni.


L' analisi di Governi è dogmatica. Per lui, senza dimostrarcelo, Garibaldi è un eroe, Mussolini un coglione. I mille di Garibaldi sono entrati in Sicilia da soli, ai 15mila di Mussolini sono state aperte le porte. State questa dogmatica premessa, di che vuoi discutere? Ha già vinto Governi.

Quanto al "pericolo" comunista, nonostante l' Italia avesse un partito Comunista enorme in termini di iscritti(il secondo dopo il PCUS), difficilmente l' Italia, data la sua posizione, avrebbe potuto diventare una Republica socialista. Considerata la fine poi fatta da molte repubbliche ex comuniste(ora in gran maggioranza affiliate alla Nato e serve dell' UE) forse meglio così.
Con la scusa del "passato comunista" saremmo stati ancor più filo-yankee di quanto già lo siamo.

Giglic

Re:28 Ottobre 1922: il re e partiti inetti aprono le porte al fascismo
« Risposta #10 : Domenica 28 Ottobre 2012, 11:34:53 »
Alle ottime ricostruzioni lette va aggiunto l'errore clamoroso della sinistra massimalista che invocò una rivoluzione infattibile, dando così benzina alle forze reazionarie e dividendo il campo democratico (di poco successiva fu las polemica contro i socialfascisti).

Quanto alla marcia va ricordata l'immortale battuta di Mino Maccari "O Roma o Orte".

P.S.: Le violenze del biennio rosse non ebbero certo la sistematicità e la pianificazione di quelle successive, ma si risolsero anche in aggressioni a singoli individui (specie ex militari) e non solo alle istituzioni
Tutto vero, AB (era la teoria di Montanelli). Alcune - piccole - correzioni:
La polemica contro i socialfascisti fu interamente si stampo comunista, e del comunismo più filosovietico di Togliatti (Gramsci non l'accettava, così come la Ravera) contro i socialisti che decisero di riunirsi nel 1930 (stessa polemica ci fu in Germania, dove i comunisti non entrarono nella coalizione antinazista, contribuendo così a quella catastrofe). Fu poi ripresa, nel 1947, contro Saragat ed il suo PSLI poi PSDI. L'errore del PSI di Lazzari e Serrati fu quello di chiudersi nel proprio guscio, dove anche il sindacato era fuori, e dove furono poi ideologicamente sconfitti dalla rivoluzione teorizzata con infinita più forza teorica dal neonato PCI. (Durò poco, perso Gramsci quel partito rimase solo completamente allineato sulle posizioni di STalin, eliminando del tutto la dialettica politica ed il concetto di rivoluzione culturale che lo stesso Gramsci invitava ad esplorare. Ma qui si aprirebbe un altro fronte)
Sulle aggressioni: è vero. Ne fu vittima addirittura un fratello di Pertini ufficiale dell'esercito (e la cosa lo spinse poi al fascismo, dal quale si staccherà dopo aver visto come il fratello era stato perseguitato). Ma furono atti isolati, e soprattutto teatrali, di quella teatralità che non fa male a nessuno se non a loro stessi.
Distiniguiamo, insomma, l'antifascismo teatrale inutile e dannoso del PSI massimalista, dall'antifascismo politico e ragionato di Turati e del suo PSU (disponibile a coalizioni con i liberali pur di fermare Mussolini, con i quali commise poi l'imperdonabile errore dell'aventino nel 1924), da quello purtroppo solo teorico di Gramsci, da quello - solo a parole più rigido - del PCI d Togliatti, che puntava a comunistizzare il fascismo dal di dentro (vedere le sue missive attorno al 1936).

Ma torniamo al fascismo ed alla sua nascita. Il discorso dell'"aula sorda e grigia" indicava già precisamente l'indirizzo di Mussolini (che ebbe, a differenza di Giolitti che si dimise proprio per questo agli inizi del '21, i pieni poteri, ossia la possibilità di legiferare senza il consenso delle camere). Quel governo ebbe la fiducia, oltre che dei 35 (su 508!) deputati fascisti, anche di gran parte dei liberali e dell'ala destra del PPI, gestita allora da un giovane trentino: Alcide Degasperi (tutto attaccato, si scrive così). Si renderà conto, lui come Giolitti stesso, presto dell'enorme errore commesso, e lo pagherà - anche se non quanto socialisti e comunisti - amaramente. Sturzo, che si opponeva sin da subito, fu invece rapidamente giubilato dal vaticano nel 1923 - condizione necessaria, disse poi lui in sede di memorie - per iniziare le trattative per il concordato. La curia lo trasferì (gli viene sempre bene, questo) negli USA per tutto il periodo.

Offline MCM

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Re:28 Ottobre 1922: il re e partiti inetti aprono le porte al fascismo
« Risposta #11 : Domenica 28 Ottobre 2012, 11:41:32 »
Chi è disposto ad alleanze coi liberali pur di abbattere lo stato sociale fascista che cosa c'ha di socialista?
Niente. E' semmai un antesignano di Azzurro Caltagirone, detto Casini.

Offline giangoverni

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Re:28 Ottobre 1922: il re e partiti inetti aprono le porte al fascismo
« Risposta #12 : Domenica 28 Ottobre 2012, 11:44:30 »
Sarebbero potuti essere 90anni di dittatura yankee.
20 ce li siamo risparmiati.

Non esiste dittatura più grande di quella culturale che ci stiamo imponendo da 65 anni.


L' analisi di Governi è dogmatica. Per lui, senza dimostrarcelo, Garibaldi è un eroe, Mussolini un coglione. I mille di Garibaldi sono entrati in Sicilia da soli, ai 15mila di Mussolini sono state aperte le porte. State questa dogmatica premessa, di che vuoi discutere? Ha già vinto Governi.


No, caro MCM hanno vinto i Partigiani nel 1945... hanno vinto i Padri Costituenti che ci hanno dato una grande Costituzione che è stata e sarà per sempre alla base della nostra democrazia. Quanto ai marciatori su Roma a cui spalancarono le porte, diversamente dai Garibaldini che combatterono e vinsero battaglie sanguinose con forze impari, leggi qualche libro, studia la storia, rifletti ... non potrà che fare bene alla tua intelligenza e al tuo animo.

Giglic

Re:28 Ottobre 1922: il re e partiti inetti aprono le porte al fascismo
« Risposta #13 : Domenica 28 Ottobre 2012, 11:52:49 »
Chi è disposto ad alleanze coi liberali pur di abbattere lo stato sociale fascista che cosa c'ha di socialista?
Niente. E' semmai un antesignano di Azzurro Caltagirone, detto Casini.

Lo stato fascista (che di sociale aveva nulla, il primo atto u quello di abbassare del 20% lo stipendio degli operai) era, per il PSU di Turati e Treves, da abbattere perchè annullava una cosa che il PSI (e non il PCI) riteneva fondamentale: la libertà. Discutere con i liberali (specie con quelli più illuminati come Giolitti) era non solo un diritto, ma un dovere in quelle condizioni. Da quando grazie anche all'appoggio esterno del PSI riformista negli anni '10 gli operai conquistarono diritto di sciopero e sindacati, videro aumentare il tenore di vita di cinque volte. La cosa spinse Turati (e la Kuliscioff sua compagna di vita) che adesso gli operai non dovevano soltanto conquistare il benessere, ma anche conservare le proprie conquiste. Mussolini, che veniva dai massimalisti, determinate cose non avrebbe mai potuto accettarle. Domandiamoci perchè Bombacci (che fu anche per breve periodo segretario del PdCi, tanto che gli squadristi cantavano "Con la barba di Bombacci, noi faremo spazzolini, per lustrare gli stivali, di Benito Mussolini), Ferri e lo stesso Lazzari diventarono fascisti (Bombacci fini appeso per i piedi anche lui a piazzale Loreto), e tanti del PSU no (anzi...)
L'applicazione di Marx come correttivo al capitalismo è a mio modo di vedere la posizione di un socialismo maturo, e non la "rivoluzione permanente" o altre amenità.

Offline MCM

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Re:28 Ottobre 1922: il re e partiti inetti aprono le porte al fascismo
« Risposta #14 : Domenica 28 Ottobre 2012, 11:53:20 »
In che stato ed epoca vive Dott. Governi?
Non in Italia e non nel 2012 a giudicare da quanto dice.

Io leggerò qualche libro di storia e la ringrazio del consiglio.
Lei si informi un pò di più su quel che accade in Italia nel 2012.

Frusta

Re:28 Ottobre 1922: il re e partiti inetti aprono le porte al fascismo
« Risposta #15 : Domenica 28 Ottobre 2012, 12:58:10 »
In che stato ed epoca vive Dott. Governi?
Non in Italia e non nel 2012 a giudicare da quanto dice.
Io leggerò qualche libro di storia e la ringrazio del consiglio.
Lei si informi un pò di più su quel che accade in Italia nel 2012.
Sembra che il riferimento all'Italia del 2012 non ispiri molto.
Eppure stiamo assistendo a situazioni che in quanto a prepotenza e a brutalità ottusa hanno poco da invidiare a quelle ormai cristallizzate sui libri di storia e sulle quali è così figo puntare il dito.
Stiamo vivendo la forma più subdola di dittatura però quantosonobrutteledittature.
Abbiamo un governo che non è stato eletto da nessuno e che può solo tassare perché rischierebbe di cadere se andasse atoccare gli interessi di chi lo tiene in piedi però quantosonodemocraticheleprimarie.
L'ultimo esempio ce lo ha dato la commissione bicamerale pergli affari regionali che ha bocciato il decreto legge con cui Monti avrebbe voluto ridurre i costi della politica nelle Regioni e negli enti locali.
Peccato che Fiorito stia in galera e non ne potrà approfittare, mannaggia!
Menoimale però che tutti gli aspiranti Fiorito, o i Fiorito non ancora sorpresi col sorcio in bocca, possono  brindare a ostriche e champagne alla bocciatura di quel decreto decisa all’unanimità da tutti i gruppi politici di maggioranza e di opposizione.
E adesso continuiamo farci le pippe sul 1922.





Giglic

Re:28 Ottobre 1922: il re e partiti inetti aprono le porte al fascismo
« Risposta #16 : Domenica 28 Ottobre 2012, 13:02:07 »
Sembra che il riferimento all'Italia del 2012 non ispiri molto.
Eppure stiamo assistendo a situazioni che in quanto a prepotenza e a brutalità ottusa hanno poco da invidiare a quelle ormai cristallizzate sui libri di storia e sulle quali è così figo puntare il dito.
Stiamo vivendo la forma più subdola di dittatura però quantosonobrutteledittature.
Abbiamo un governo che non è stato eletto da nessuno e che può solo tassare perché rischierebbe di cadere se andasse atoccare gli interessi di chi lo tiene in piedi però quantosonodemocraticheleprimarie.
L'ultimo esempio ce lo ha dato la commissione bicamerale pergli affari regionali che ha bocciato il decreto legge con cui Monti avrebbe voluto ridurre i costi della politica nelle Regioni e negli enti locali.
Peccato che Fiorito stia in galera e non ne potrà approfittare, mannaggia!
Menoimale però che tutti gli aspiranti Fiorito, o i Fiorito non ancora sorpresi col sorcio in bocca, possono  brindare a ostriche e champagne alla bocciatura di quel decreto decisa all’unanimità da tutti i gruppi politici di maggioranza e di opposizione.
E adesso continuiamo farci le pippe sul 1922.

Frusta, hai notato che giorno è oggi? Questo è un topic storico, se vuoi partecipare (e sei il benvenuto, aspettavo il tuo contributo) fallo in quest'ottica. Se vuoi parlare della politica attuale apri un topic o trovane uno più confacente.
Ora torno a fami le pippe con la storia (ma pensa te...)

Frusta

Re:28 Ottobre 1922: il re e partiti inetti aprono le porte al fascismo
« Risposta #17 : Domenica 28 Ottobre 2012, 13:40:15 »
Parlando di fascismo si parla di dittatura e di perdita di libertà, di sopraffazione e di dignità caplestata  Sotto forme diverse la storia si ripete e niente ci assicura che una forma di totalitarismo non possa riproporsi qui e adesso.
Ed allora tutti i discorsi sul passato senza uno sguardo al presente diventano fine a se stessi.
Poi, hai ragione, dire "fine a se stessi" invece che dire pippe sicuramente migliora la forma, ma la sostanza è quella.

Offline aquilafelyx

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Re:28 Ottobre 1922: il re e partiti inetti aprono le porte al fascismo
« Risposta #18 : Domenica 28 Ottobre 2012, 14:22:57 »
Forse la storia sarebbe potuta andare peggio anche peggio.
Magari invece di uscire dalla dittatura il 1945, ne saremmo usciti il 1989....

p.s. non giustifico il fascismo, parlo di "sliding doors" della storia...

per riscrivere la storia immaginando delle "sliding doors" dovremmo ritornare nel 1896 , alla Guerra d'Abissinia con la disfatta di Adua , alle gravi perdite subite ed alla crisi che sfociò nel 1898 nei moti popolari che portarono alle cannonate di Bava Beccaris a Milano , a Gaetano Bresci e al regicidio di Umberto 1 nel 1900 con la conseguente  incoronazione di Vittorio Emanuele III ,

ecco , forse l'avvento del fascismo era in embrione nel 1896 e tutto quello accadde nei successivi anni fu tutta una conseguenza di quella campagna coloniale iniziata male e finita peggio ,

magari senza Francesco Crispi al governo nel 1896 Re Umberto non sarebbe ucciso a Monza e l'Italia rimasta neutrale o avrebbe mantenuto la Triplice Alleanza invece di aderire all'Intesa e nessuno sarebbe andato nel 22 a portare al Re l'Italia di Vittorio Veneto .
M'illumino di Lulic

Bajo las águilas silenciosas, la inmensidad carece de significado.


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Offline giangoverni

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Re:28 Ottobre 1922: il re e partiti inetti aprono le porte al fascismo
« Risposta #19 : Domenica 28 Ottobre 2012, 17:28:51 »
In che stato ed epoca vive Dott. Governi?
Non in Italia e non nel 2012 a giudicare da quanto dice.

Io leggerò qualche libro di storia e la ringrazio del consiglio.
Lei si informi un pò di più su quel che accade in Italia nel 2012.

Se questa sua è una resa dialettica la accolgo volentieri. Si stava parlando del passato e non del presente.